Onora Il Padre E La Madre

di Sidney Lumet

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    CITAZIONE (Alexeleven83 @ 14/3/2008, 22:30)
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  3. .Makko.
     
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    Ragazzi, forse 9 sarà tanto, ma il film è quel che è...andatevelo a vedere e vediamo poi voi che ne pensate


    CITAZIONE (LordofDarknes @ 14/3/2008, 22:12)
    CITAZIONE (.Makko. @ 14/3/2008, 21:33)
    Visto pochi minuti fa.
    Davvero un bel film a mio avviso.
    E' un film molto diverso da quello che ci sia spetta vedendo il trailer. Almeno per quanto mi riguarda credevo fosse un film spensierato e non così pscicologico...mi sbagliavo di grosso :D .

    Cioè fammi capire: ti aspettavi un film spensierato guardando il Trailer??? :o:

    guarda dal trailer quando dicevano "ma è il negozio di mamma e papà" sembrava un film non propriodrammatico...invece è proprio un drammone :D
     
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  4. Torrance
     
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    appena visto, voto 8 secco, domani le impressioni :)
     
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  5. luca2012
     
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    Quest'anno sono usciti davvero dei film uno più bello dell'altro, decisamente. Anche se alcuni voti sembrano troppo alti non sono poi tanto esagerati. Anche se per me nessuno arriva al 10.

    Però dal trailer, a parte la battuta del negozio di mamma e papà, si capiva che era un drammone. :D
     
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  6. Shate!
     
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    questo non me lo faccio scappare, a partire da hoffman che utlimamente ha tirato fuori delle interpretazioni una meglio dell'altra. sidney lumet è una garanzia :wub:

    per il titolo inutile dirlo :sick:
     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    Onora il padre e la madre – L’oscurità dell’anima

    I fratelli Hanson sono entrambi l’incarnazione del fallimento familiare. Il più vecchio Andy (Philip Seymour Hoffman) ha una bellissima moglie insoddisfatta perché lui è estraneo alla vita di coppia. Il giovane Hank (Ethan Hawke) cerca di risparmiare alla figlia il fallimento del proprio matrimonio, indebitandosi fino al collo per poterle regalare quello che non può lontanamente permettersi. E' per soddisfare il desiderio della moglie Gina (Marisa Tomei) di scappare da tutto e tutti assieme al marito, che Andy escogiterà una rapina alla gioielleria dei genitori, coinvolgendo il fratello più giovane bisognoso di denaro. Purtroppo la rapina prenderà una piega inaspettata distruggendo le vite dell’intera famiglia Hanson, allontanando ancor di più Andy dal padre Charles (Albert Finney). In “Wyatt Earp” di Lawrence Kasdan il capo famiglia Nicholas Earp dice ai giovani figli: “Sulla famiglia puoi sempre contare. Ricordatevelo questo, tutti quanti. Niente conta piu' dei vincoli di sangue”. Un insegnamento profondo, che in un colpo solo delinea un’importante valore da tramandare di padre in figlio. “Onora il padre e la madre” di Sidney Lumet inscena il fallimento completo del padre rispetto ai propri figli, perché saranno proprio loro a distruggere la famiglia e quindi annullare i vincoli di sangue. Il mefistofelico Andy è colpevole di essere un primogenito costretto ad un’infanzia di negazioni, ad una vita in cui i risultati erano sempre e comunque sudati di proprio pugno. Duro e crudo non ha avuto nessuna spalla su cui contare, è stato costretto a spianare la strada in famiglia sia per il fratello Hank che la sorella Martha, diventando per questi due un ovvio punto di riferimento. Ecco quindi come un uomo solo, nato e cresciuto su e per se stesso, che vede nel padre una figura ingombrante, si ritrova privo di valori etico/morali per costruire qualcosa di collettivo, ed è nel momento in cui dovrà per forza “lavorare” con il fratello che affiorano i cedimenti dell’animo. Sidney Lumet comunque non si focalizza sugli errori del singolo individuo, ma anzi il suo occhio si posa sul fallimento del nucleo famigliare moderno, ove nonostante non ci siano mancanze materiali, i sentimenti ed i valori stanno (o sono?) scomparendo del tutto, grazie ad una società che non elogia la forza del gruppo, ma premia la brutale scalata sociale del singolo. Ecco quindi che un padre ed una madre diventano due comunissime persone, anche agli occhi di chi dovrebbe onorarli nonostante gli errori compiuti come educatori, ma anche come esseri umani. “Onora il padre e la madre” non è una critica alle azioni sbagliate dei giovani, ma al contrario lo è verso le persone anziane che non si sono curate di educare adeguatamente i figli, ed infatti sarà il padre (interpretato da un immenso Albert Finney) il solo ed unico in grado di mettere rimedio ai propri errori ed a quello della sua genia. Sidney Lumet dirige forse uno dei suoi film più “staccati”, ove lo sguardo della macchina da presa non è più vicino all'animo dei personaggi, ma li guarda dall’alto come un giudice costretto al ruolo di osservatore inerte. “Onora il padre e la madre” è forse la critica spietata di un veterano del “cinema sociale” che ha perso fiducia nella società contemporanea, la quale non si merita più l’espiazione dei propri peccati.

    Film: 8

    http://raystormcineblog.splinder.com/post/16346340
     
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  8. FuriaCeka
     
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    Ecco....dopo gli 8 dati da Torrance e Raystorm...mi fido di piu...!Ora sò per certo che è un grande film....ma certo non da 9-9.5.... :)

    aspetto solo il commento di maestro Kurtz.. :)

     
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  9. Kaspasian
     
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    I voti lasciano il tempo che trovano... è semplicemente il miglior film dell'anno :-)

     
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  10. Torrance
     
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    e siamo a Marzo eh, perfortuna che i voti lasciano il tempo che trovano ho detto tutto ;)
     
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  11. Kaspasian
     
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    CITAZIONE (Torrance @ 15/3/2008, 15:35)
    e siamo a Marzo eh, perfortuna che i voti lasciano il tempo che trovano ho detto tutto ;)

    Intendevo di questa stagione cinematografica ;)
     
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  12. Torrance
     
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    Ah ecco ;)
     
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  13. marsellus wallace
     
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    voti a parte, un film grandioso.

    Onora il padre e la madre

    (Before the Devil Knows You're Dead)

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    Cast Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke, Albert Finney, Marisa Tomei, Aleksa Palladino, Amy Ryan, Rosemary Harris, Arija Bareikis, Leonardo Cimino, Lee Wilkof
    Regia Sidney Lumet
    Durata 01:45:00
    Data di uscita Venerdì 14 Marzo 2008
    Generi Thriller, Drammatico
    Distribuito da MEDUSA (2008)

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    Trama: Due fratelli sono allo sbando, uno oppresso dai debiti accumulati per il vizio della droga, con un matrimonio in difficoltà e un lavoro che non sa più gestire, l'altro con il matrimonio già fallito e che non riesce a pagare gli alimenti per la figlia. I due decidono di rapinare il negozio di gioielli dei genitori affidandosi ad un balordo, possibilmente sperando che tutto avvenga in maniera incruenta per permettere il rimborso dell'assicurazione. Ma purtroppo qualcosa va storto e la spirale dei problemi che li coinvolge porta un terribile carico di violenza in se ...

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    Commento: I grandi leoni tornano a ruggire, dopo un periodo di appannamento con lavori dignitosi ma non eccelsi, e Sidney Lumet (chi non ricorda Serpico e Quel pomeriggio di un giorno da cani) non perde l'occasione di dimostrare ai giovani registi speranzosi di quanto ancora si debba confrontarsi con lui per poter prendere esempio di come una storia intensa, sanguigna e cruenta possa toccare pathos quasi insopportabili nella sua fase finale dopo una costruzione praticamente perfetta.
    Tra l'altro Lumet lo fa fa utilizzando le tecniche sviluppate sopratutto in tv e in voga in questo periodo, quella della costruzione a flash-forward e a flash-back, dimostrando di come un sistema che in altre pellicole ha dimostrato di essere facilmente criticabile (come nel recentissimo Prospettive di un delitto) in mano a un grande regista ha nuova vitalità, diversa valenza e grande fascino). La trama ci parla delle difficoltà di due fratelli in piena crisi economica, che decidono di rapinare il negozio di gioielli dei genitori, sperando per questi in un rimborso assicurativo mentre loro vendono il bottino a un mediatore. Nel corso della rapina, eseguita da un balordo del luogo, purtroppo le cose vanno decisamente storte. E qui il loro traballante mondo comincia a crollare del tutto.
    Il film ruota tutto intorno all'evento, con delle didascalie che determinano ogni volta quanto manca o da quanto si parte
    rispetto alla rapina. Il rapporto sistema narrativo messa in scena è intrigante, la successione degli eventi non lascia respiro e l'analisi psicologica profonda ed intensa. Il lavoro migliore viene fatto sul personaggio di Andy, il fratello maggiore, interpretato dal premio Oscar per Truman Capote Philip Seymour Hoffman, davvero in vena di grandi prestazioni recitative, che dipende dalla droga e che non sa più gestire i numerosi rappezzamenti contabili eseguiti sul lavoro, su di lui gravano le grandi responsabilità familiari, e di conseguenza di non aver saputo ben indirizzare e gestire il fallimentare fratello Hank (Ethan Hawke, anche regista con L'amore giovane) neppure nell'ultima occasione di salvezza per entrambi. Tra l'altro nei gravissimi problemi dei due si inserisce il conflittuale/sensuale rapporto con la moglie di Andy (il premio oscar non protagonista Marisa Tomei, splendida nei suoi 44 anni che si concede dei nudi a dir poco strepitosi), tratteggiato benissimo nelle sue ramificazioni e nelle sue connotazioni psicologiche. E dopo gli inganni, gli errori, le esplosioni violente di ira esplode fragorosa la figura del padre, uno strepitoso Albert Finney (visto al fianco di Julia Roberts in Erin Brockovich) che arriva nella scena continuativa più lunga (senza intervallo di andate o ritorni narrativi) a dare impronta precisa di intenzione e rigore al tutto. Quando i grandi lavorano anche i contorni sono ben delineati (lo spacciatore atipico, il balordo violento) ed ognuno si porta dietro una storia che non si può cancellare e con cui bisogna fare i conti se gli fai un grave torto.
    Ritmo molto alto data la scelta di narrazione, ma sopratutto logica di lettura del tutto (la non linearità potrebeb confondere lo spettatore meno concentrato) chiara e comprensiva, ben giostrata nelle prospettive alternate di visione.
    In definitiva un gran bel film, intenso, cruento in alcuni momenti, ma sopratutto pregnante nel suo scavo psicologico di fronte a difficoltà insormontabili, cosa devastante nel far vedere quando la logica si perde per la mancanza di tempo di reazione e speranze, non potendo pianificare e lasciando tutto al caso che alla fine non ci assiste se insistiamo troppo a voler esagerare, che non può non coinvolgere in pieno lo spettatore, permettendosi pure nel finale di lasciare un importante punto in sospeso con perfetta logica d'essere. Il titolo italiano non è pessimo, ma quello originale aveva tutt'altro fascino (Prima che il diavolo sappia che sei morto). Non perdetelo per nessun motivo.

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  14. marsellus wallace
     
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    “Onora il padre e la madre” non è una critica alle azioni sbagliate dei giovani, ma al contrario lo è verso le persone anziane che non si sono curate di educare adeguatamente i figli, ed infatti sarà il padre (interpretato da un immenso Albert Finney) il solo ed unico in grado di mettere rimedio ai propri errori ed a quello della sua genia. (raystorm)

    touchè tiz! grande pensiero!

    sul titolo : c'erano possibilità ben peggiori, vedendo il film il titolo non porta a don vito e ai soprano ma a quello stupendamente detto da ray nella sua rece. per cui un senso c'è, e poi sotto hanno alsciato the original.
     
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  15. MrBlù
     
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    complimenti-ragazzi,due-punti-di-vista-che-si-intrecciano-perfettamente,
    e-se-mars-utilizza-una-chiave-di-lettura-piu-tecnica,Ray-fa-del-significato
    sulle-vicende-il-vero-punto-di-forza-della-sua-recensione
    dando-una-spiegazione-quantomai-interessante-e-accattivante.
    Questo-non-lo-perdo-per-nessun-motivo-al-mondo!
    Costi-quel-che-costi...onore-al-padre-e-la-madre-compreso :P
     
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151 replies since 29/2/2008, 19:49   1795 views
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