Grande, Grosso E Verdone

di Carlo Verdone

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  1. marsellus wallace
     
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    purtroppo una delusione. prevista comunque.

    Grande grosso e ... verdone

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    Cast Annamaria Torniai, Marco Minetti, Carlo Verdone, Claudia Gerini, Geppi Cucciari, Eva Riccobono, Roberto Farnesi
    Regia Carlo Verdone
    Sceneggiatura Carlo Verdone, Pasquale Plastino
    Durata 02:11:00
    Data di uscita Venerdì 7 Marzo 2008
    Generi Commedia, Comico
    Distribuito da FILMAURO

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    Trama: Tre storie diverse non colelgate interpretate da Carlo Verdone per raccontare di tre uomini totalmente lontani uno dall'altro. Nella prima un boy scout romano sposato con una donna sarda deve affrontare il funerale della anziana madre, nella seconda un professore rigido e insopportabile insegna come si conquistano le donne, nella terza un cafone presuntuoso in vacanza cerca di conquistare una donna a taormina, con la moglie che sembra volergli rendere pan per focaccia tradendolo con una sua vecchia fiamma che ha partecipato a uno show televisivo ...

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    Commento: Carlo Verdone quando nel 1981 faceva Bianco, rosso e verdone, per omaggiare il tricolore, ci teneva a dire che la v era minuscola e non significava necessariamente il collegamento a lui. In questa riproposizione ad episodi (tre sempre tre) dopo 27 anni la cosa sempre non essere più minimamente importante, dato che alla quarta volta cinematografica (contando anche un Sacco Bello e Viaggi di nozze) che si ripercorrono più o meno le stesse strade con piccole variazioni di tono, i problemi vanno ben oltre al titolo. Nella prima storia vediamo come un attempato boy scout (Verdone), sposato con una boy scout conosciuta ad un campo di addestarmento (Geppi Cucciari, nota per Zelig), abbia un sacco poco bello di problemi a portare alla sepoltura la madre improvvisamente venuta a mancare, con il fratello in Australia che ha strani motivi per non tornare subito. Episodio esilissimo questo del cosidetto "Candido", dove le situazioni sono tutte nei battibecchi con il cinico gestore delle pompe funebri. Strade consunte della risata, come quella del funerale macabramente ironico e grottesco, che fatte alla romanaccia e non all'inglese non sanno di nulla. L'episodio finisce senza un minimo di vera capacità di essere divertente e convincente nel suo svolgersi, oltretutto la parlata "strana" dei due figli non ha il minimo senso.
    Il secondo episodio è il più interessante dei 3, nel quale un professore (che con i suoi comportamenti pesanti e cervellotici rende la vita impossibile al figlio) deve cercare di soddisfare un personale intenso appetito sessuale e contemporaneamente far incontrare le gioie del sesso al figlio, timido pianista impacciato. Trovata la ragazza adatta, tenera e dolce, ben presto capiremo come mai le tre mogli dell'uomo sono morte prematuramente. Episodio più variegato, recitato molto bene da macchietta (tipo quando fa la camminata con il saltello) e con delle espressioni maggiormente significative, questo divertente siparietto ha dalla sua di mettere anche qualche ambiente inconsueto per un simile film (si vedono anche le catacombe) e di proporre delle spalle a Verdone maggiormente introdotte e sviluppate rispetto al primo episodio.
    Nel terzo episodio arrivano le donne, il sesso che attira e la cafonerie. Verdone e la Gerini sono una coppia in crisi con figlio, totalmente coatti e grezzi, che vanno in vacanza a Taormina cercando di ristabilire tra loro un collocquio e un rapporto, visto che ormai il figlio parla con loro solo a cartellini colorati. In questo episodio esplodono i corpi della Gerini (davvero in grande spolvero fisico) e della modella Eva Riccobono, ma la narrazione si appiattisce nelle situazioni più insulse che si potevano ideare, con una lungaggine senza senso e con delle trovate scontatissime, non si ride davvero di gusto e si hanno delle imbarazzanti presenze visive (come quella di Roberto Farnesi che è reduce dallo show "L'isola dei primitivi") oltre che a un continuo cercare di ridurre i vestiti delle due attrici.
    Il film è grande e grosso, ma di durata, 131 minuti sono davvero troppi per dire tanto poco e alla fine è facile stancarsi cercando di arrivare alla parola fine. Parafrasando l'operato di Stallone che sembra possa fare solo Rocky o Rambo, anche il suo collega di chiusura di cognome, Verdone, abbia solo l'opportunità di avere pubblico solo ripetendosi all'infinito con le sue macchiette sviluppate decenni addietro. Un brutto passo indietro per il pupillo di Alberto Sordi, che ci propone nomi nuovi (oppure ci fa vedere lo sviluppo del futuro di alcuni, come Leo il vacanziere di Ladispoli che si è sposato con al macomeriana Tecla) per i suoi personaggi con situazioni vecchie e comportamenti uguali.
    In definitiva un film davvero povero, monotono che cerca di attirare con il grottesco macabro, il pedante filosofico, il sensuale preponderante di sederi e seni modellati, ma che alla fine è solo aria fritta, che dimostra la stanchezza di un autore che senza vere idee ingrandisce e ripropone cose davvero troppo limitate per prendere nuova logica di esistere. E la durata eccessiva lo rende ancora più indigesto.

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55 replies since 5/3/2008, 10:19   891 views
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