Il Dubbio

di John Patrick Shanley

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  1. marsellus wallace
     
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    Il dubbio



    Un film di John Patrick Shanley. Con Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis, Lloyd Clay Brown. Joseph Foster, Bridget Megan Clark, Lydia Jordan, Alice Drummond, Audrie J. Neenan, Susan Blommaert, Carrie Preston, John Costelloe, Michael Roukis, Haklar Dezso, Frank Shanley, Robert Ridgell

    Titolo originale Doubt. Drammatico, durata 104 min. - USA 2008. - Walt Disney data uscita 30/01/2009.



    Trama: 1964. In una scuola gestita da religiosi, nel Bronx, una suora di ferree e rigide convinzioni, Sorella Aloysius Beauvier, ha forti sospetti di pedofilia verso il parroco della congregazione, padre Flynn. Parrebbe che l'ecclesiastico abbia abusato dell'unico ragazzo di colore della scuola, dopo avergli fatto bere del vino, come testimoniato dalla mite e devota sorella James. Padre Flynn rigetta tutte le terribili accuse, ma la religiosa non demorde e comincia una serie di indagini personali per scoprire possibili verità inconfessabili. Tra dovere e sospetti, quello che paga i maggiori danni è il ragazzo coinvolto nel terribile dubbio.



    Commento: Dalla pièce teatrale di John Patrick Shanley, regista del film. Siamo nel 1964, nel Bronx. In una rigida scuola gestita da una preside di ferro, sorella Aloysius Beauvier (la sempre eccezionale Streep), avviene un fatto increscioso: sorella James (la candida Amy Adams, principessa in Come d'incanto, produzione Disney, incredibilmente come questo film) trova l'unico ragazzo di colore della scuola, Donald Miller, in stato semiconfusionale e con un alito che sa di alcool. Avvertita subito la superiora, dei sospetti di pedofilia cadono su padre Flynn (il premio Oscar per Truman Capote, il sempre ottimo Philip Seymour Hoffman). Questi non li accetta e cerca di scagionarsi come può, ma gli indizi contro di lui sono molteplici. Comincia una serie di indagini e congetture che potrebbero modificare alla radice l'assetto stesso della scuola, anche perché Donald pare nascondere parecchie cose strane.
    Questa la trama. Il film ad altissimo impianto teatrale – che tratta in maniera pulitissima delle vicende spinosissime, peggiorate dal fatto che si svolgono in un ambiente che mai e poi mai ammetterebbe certi peccati di natura – non è solo pregevole per le strepitose interpretazioni di due autentici mostri di bravura come la Streep e Hoffman (i loro duetti sono fantastici, ma anche la Adams non scherza nel tratteggiare la suora illusa della bontà dell'uomo), ma anche per la sua trama cosciente, che si svolge e si incupisce man mano che il dubbio serpeggia e corrode, non solo in chi ha compiuto ma anche chi deve dimostrare il fatto. Sembra che i segreti degli altri debbano essere una pietra per coprire i propri, accentrare le colpe un modo per distoglierne altre e i compromessi un modo di vita assolutamente necessario per arrivare a degli obiettivi.
    Il mondo della St. Nicholas è fatto di lampadine che si fulminano durante i momenti più intensi (una mano divina d'avvertimento? L'oscurità sui segreti?) o di vento che entra da finestre non si sa perché aperte (il mondo esterno che non può essere lasciato fuori) o di fiori recisi, dolcemente appoggiati al di fuori di una bibbia (il dubbio di un atto infame o di un atto d'amore genuino eseguito come uomo e non come prelato), di vecchi papi non più in carica usati come specchietti retrovisori per scoprire malefatte innocenti dei ragazzini.
    Un film stracarico di simboli e di icone («Per catturare un topo serve un gatto!») che colpisce senza pietà non solo il mondo della curia ma anche quello degli uomini all'esterno, vogliosi di trovare vie di mezzo davvero poco entusiasmanti e onorevoli. I ragazzi sono usati dal film come mezzo per protestare («Mi punisce solo perché ho parlato!», e chi ha eseguito il provvedimento si trova anch'esso nella stessa situazione), un simbolo di disagio strutturale che arriva a procurarsi delle emorragie per fuggire dalla scuola.
    Le analogie di costruzione con altri preti indagatori (impossibile non ricordare Il nome della rosa, ma la Streep sembra più una Miss Marple in abito ecclesiastico) sono molto smussate: non ci sono che piccoli indizi da confermare e non grandi puzzle da risolvere, il pretesto del dubbio non è per cercare l'indagine ma la denuncia, che viene eseguita alla perfezione prendendo tutti i lati del triangolo (durezza, bontà, occultamento).
    Lo spettatore si ritrova scaraventato contro un muro, un'omertà senza fine che vuole arrivare a un obiettivo moltiplicatore buono per tutti lontano dalla giustizia (per molti versi ha ricordato anche Il verdetto di Lumet), che neppure le dure parole di una suora dette con tanta durezza possono far vibrare e crollare.
    Il finale, perfetto, completa un arco narrativo incandescente che non molla la sua presa neppure per un secondo, giocando con i dubbi in maniera sublime – d'altronde non tutti i preti o le persone sono accomunabili. Segnaliamo che direzione e sceneggiatura sono davvero di ferro.
    In definitiva un grande film teatrale, che seppure giochi sul limitato come territorio (quasi completamente nella struttura della scuola) ha una durezza e una capacità di colpire l'anima grandiosa, senza timore di affrontare un tema tale con tanta intensità (il Vaticano sicuramente non gioisce per la presenza in sala di queste pellicole; magari preferirebbe altre caciaronate lontane dal credo ma anche dalla denuncia) con delle interpretazioni (che bello poter dire che siano scontate) di due grandissimi attori che seppure passi l'età non smettono mai di stupire, e dato che la Adams non sfigura anche il futuro lontano può avere già oggi il suo timido germoglio.
    Lo consigliamo allo spettatore senza tema, in quanto anche il seguirlo risulta mai pesante, potendo giocare sui simbolismi per dare una propria interpretazione personale, forza incommensurabile del vedere un film. La pellicola è dedicata alla figura, realmente esistita, anche se magari con altre sfaccettature, di suor James, simbolo di bontà e purezza, senza macchie tra i due poli che forse qualche macchia hanno.



    pubblicato su Cine Zone
     
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38 replies since 20/12/2008, 16:25   798 views
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