Black Swan

di Darren Aronofsky

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  1. Il_Tenente
     
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    CITAZIONE (mickes2 @ 27/2/2011, 19:34) 
    un'invasione di 8! :lol: :wub:
    grande Darren!

    Se vuoi ci metto anche il mio ;) :lol:

    Non scrivo un commento perchè avete detto tutto voi (anche Cronenberg che mi è venuto in mente subito): Aronofsky conferma la sua bravura, ribadisco la bellezza di regia e fotografia :wub: che, anche se non ho visto alcuni dei candidati agli oscar, penso avrebbero meritato un degno riconoscimento
     
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  2. Appy84
     
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    Non ho mai amato il mondo del balletto classico.
    Mi è sempre sembrato un ambiente angosciante e duro, pieno di questi personaggi senza personalità, risucchiati dai costumi di scena e ormai vittime della perfezione, impossibile da raggiungere.
    L'ho sempre considerato triste e poco attraente.
    Questo film ricrea su pellicola un'immagine di questo tipo, che personalmente ho anche ritrovato in me stesso.

    Grande interpretazione della Portman (giustamente premiata), accompagnata da comprimari che compongono un quadro disturbante e angosciante (la madre in primis).
    Tutto (regia, fotografia, musiche) è al proprio posto, ed è interessante notare come l'immagine sullo schermo sia sempre perfettamente composta, con grande attenzione ai particolari e ricca di interessanti giochi di specchi.
    Clint Mansell alle musiche ormai è una garanzia.

    Voto 8

    P.S.: Alexeleven mi descrivi la tipica stanza di un represso/a? :D
     
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  3. Kurtz
     
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    L’assegnazione del doppio ruolo del Cigno Bianco e di quello Nero, nel balletto di Čajkovskij, segna per la giovane Nina il balzo inconsapevole nella hybris furente dell’arte. La purezza che l’aveva sinora ammantata tra le ultime file viene ora fatta necessariamente a pezzi al centro del palco, per poi ricomporsi sulla punta di un precipizio che rischia di trascinarla per sempre. In un gioco perverso di doppi e metamorfosi al centro di un’arena costellata di specchi, Nina è costretta a scrutare nel cuore nero dello spettacolo la cui forza demoniaca risveglia passioni e tensioni, sinora sedati in una disciplina che si muove su punte acuminate.

    Questa tenzone tra sentimenti contrastanti si incarna nel corpo d’attrice di una straordinaria Natalie Portman, sotto la sua pelle si risvegliano le tracce di una nuova personalità, affioranti cronenberghianamente come minuscole piume nere, grumi di pulsioni sessuali represse da una madre troppo presente, sintomo di un uovo uterino in cui Nina ha vissuto forzosamente sinora. E così il rapporto di amore/odio con il doppio/opposto Mila Kunis, personificazione di una femminilità vorace e sicura, è oggettivazione di un conflitto tutto interiore, trampolino di un viaggio terrificante dentro se stessi, non solo nella propria anima ma soprattutto nelle proprie interiora, muscoli, tendini. La camera a mano basculante, incollata alla nuca della protagonista, già sperimentata da Aronofsky in The Wrestler, raggiunge qui le sue estreme conseguenze per tramutarsi in un punto di vista claustrofobico che ci imprigiona nel suo corpo martoriato da e per la danza, ma soprattutto da se stessa, tra distorsioni del reale e apparizioni dei fantasmi della rivalità insieme a quelli dell’inconscio, finché i piani si fanno lynchianamente indecifrabili e siamo costretti a sprofondare con Nina in un gorgo di (auto)distruzione in nome dell’arte(?).

    8.5
     
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  4. MrBlù
     
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    bellissima-recensione! slurp :wub:

    A-leggere-il-colonello-anche-le-citazioni-di-Moldavia-non-erano-del-tutto-stonate, nelle-psicosi-di-Darren,
    a-questo-giro, si-potrebbe-davvero-trovare-un-pò-della-poetica-di-due-dei-massimi-autori-cinematografici-del-mondo!
     
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    Questa sera vado a vederlo. Sono proprio curioso!
     
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    CITAZIONE (MrBlù @ 1/3/2011, 10:38) 
    A-leggere-il-colonello-anche-le-citazioni-di-Moldavia-non-erano-del-tutto-stonate,

    La faccio mai fuori dal vaso? -_- :lol:



    CITAZIONE (Appy84 @ 28/2/2011, 19:27) 
    P.S.: Alexeleven mi descrivi la tipica stanza di un represso/a? :D

    Tinta pastello azzurro/rosa/giallo.
    Peluches, soprammobilini di porcellana spesso a tema religioso (o soldatini/action figures collezionabili ma assolutamente non costosi), tutto perfettamente in ordine e pulito, assenza di chiave nella toppa, letto sempre rifatto da mammà, polvere sconosciuta, vestiti nell'armadio, profumo, quadro della madonna con bambino sopra alla testiera.
     
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    Visto ieri sera. Molta curiosità per vedere questo nuovo titolo di Aronofsky. A fine visione devo ammettere che ero esaltato, pensandoci a mente lucida però comprendo molto benele critiche della stampa italiana e sopratutto quelle ricevute al Lido. Alla fine però per una volta mando a cagare l'animo prettamente critico (che non andrebbe oltre il 7 tirato e non poco) e regalo pure io un bel 8 pieno a questo film sopratutto per due motivi, il coraggio di Aronofsky che comunque nonostante lascia la sua creatura con i nervi scoperti ha il coraggio di rischiare e osare, ed in seconda battuta la fotografia di Libatique che si sobbarca il lavoro peggiore ossia quello di trasportare lo spettatore nella storia e ci riesce alla grande.

    Prossimamente argomento meglio
     
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    Il cigno nero – L’alienazione del corpo

    Le ambizioni vanno spesso a braccetto con tensioni e ossessioni, lo sa bene Nina (Natalie Portman) che con costanza e perfezione porta avanti da anni il suo sogno di diventare la prima ballerina di una delle più importanti compagnie di ballo di New York. Sarà il coreografo Thomas Leroy (Vincent Cassel) che avvererà il sogno di Nina, perché per aprire la stagione teatrale decide di portare in scena una nuova versione de “Il lago dei cigni”, per la quale vuole un volto nuovo da mostrare al pubblico e sceglierà Nina. La felicità della ballerina si trasformerà presto in paura, in invidia della collega Lily (Mila Kunis), in odio verso tutto ciò che la circonda durante la sua ossessiva ricerca interiore, atta a raggiungere la perfezione e regalarsi al pubblico nella doppia veste di cigno nero e bianco. La mutazione da sogno a incubo e l’alienazione della realtà è un tema già trattato dal regista Darren Aronofsky nei suoi precedenti lavori, ma né “Il cigno nero” lavora per sottrazione di materia per abbracciarsi a una narrazione molto visiva, il dolore, l’incubo, l’allucinazione non è più qualcosa di profondamente intimo o legato alle mura di una stanza come nel precedente “Il teorema del delirio” o di carnale come le ferite di “The Wrestler”, in questa sua pellicola le paure escono dal corpo della sua protagonista, le camminano a fianco, le lasciano segni tangibili sul corpo (e il ballo finale del cigno nero è l’esaltazione della mutazione corporale), la costringono a separarsi sempre più dai legami umani perché la sua ossessiva ricerca della perfezione non può avvalersi dell’aiuto di altre persone, ma è un autentico percorso interiore, un regolamento di conti con le sfaccettature del proprio inconscio. Lo sguardo di Aronofsky s’incolla alla sua protagonista in maniera del tutto compulsiva e ne esplora ogni centimetro, cattura ogni minima espressione e stato d’animo e anche se il dualismo interiore è molto semplice e le metamorfosi del corpo e della mente hanno un sapore conosciuto, ci pensa il direttore della fotografia e un sapiente uso degli effetti speciali a non far mai arenare la pellicola nella scontatezza cinematografica. “Il Cigno nero” cannibalizza lo sguardo e obbliga ad azzerare il cervello in favore del cuore, trasportandolo in una metropoli di follie interiori dalla quale non c’è possibilità di ritorno, un vero e proprio cortocircuito dei sensi, ove lo spettatore attraverso la protagonista sarà costretto a osservarne il lato oscuro, in un masochistico gioco di riflessi, ove la realtà e l’incubo s’intrecciano senza soluzione di continuità. Darren Aronofsky filma allo stesso tempo la sua opera più completa (non la migliore) e personale, dove l’estetica e i temi a lui cari, si sposano alla perfezione, riuscendo a generare emozioni forti e mai contrastanti con un impatto visivo debordante ma elegante al tempo stesso.
     
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  9. Kurtz
     
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    CITAZIONE (raystorm @ 4/3/2011, 14:52) 
    “Il Cigno nero” cannibalizza lo sguardo e obbliga ad azzerare il cervello in favore del cuore, trasportandolo in una metropoli di follie interiori dalla quale non c’è possibilità di ritorno, un vero e proprio cortocircuito dei sensi, ove lo spettatore attraverso la protagonista sarà costretto a osservarne il lato oscuro, in un masochistico gioco di riflessi, ove la realtà e l’incubo s’intrecciano senza soluzione di continuità.

    Non si poteva scriverlo meglio :B): ;) :)
     
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    CITAZIONE (Kurtz @ 4/3/2011, 15:29) 
    CITAZIONE (raystorm @ 4/3/2011, 14:52) 
    “Il Cigno nero” cannibalizza lo sguardo e obbliga ad azzerare il cervello in favore del cuore, trasportandolo in una metropoli di follie interiori dalla quale non c’è possibilità di ritorno, un vero e proprio cortocircuito dei sensi, ove lo spettatore attraverso la protagonista sarà costretto a osservarne il lato oscuro, in un masochistico gioco di riflessi, ove la realtà e l’incubo s’intrecciano senza soluzione di continuità.

    Non si poteva scriverlo meglio :B): ;) :)

    Ed io non posso che ringraziarti :wub:
     
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  11. MrBlù
     
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    Bellissima-lettura-della-pellicola-Ray! Questo-cigno,nel-suo-gioco-di-indagine,sembra-lasciar-nello-spettatore-consapevlezza-visiva-e-interiore.
     
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  12. nicbaker
     
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    Tra l'altro anche io che l'ho ridimensionato sono d'accordissimo con Ray. Il punto è che io l'ho visto più di 6 mesi fa, e, a differenza di tanti altri film, questo "mi è passato".
     
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    Anche il Ray conferma la bontà della pellicola di indubbio valore, complimenti per lo scritto ;)
     
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    CITAZIONE (nicbaker @ 5/3/2011, 10:23) 
    Tra l'altro anche io che l'ho ridimensionato sono d'accordissimo con Ray. Il punto è che io l'ho visto più di 6 mesi fa, e, a differenza di tanti altri film, questo "mi è passato".

    Ancora non l'hai capito che è un problema tuo? -_-
     
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  15. nicbaker
     
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    Ma va? :lol: Ho un problema con il Ranoski, mi pare evidente, ho un problema con alcune sue abitudini da yankee. Grazie a dio pur essendo onnivoro non sono uno di quelli a cui fa impazzire tutto. Comunque il cigno lo rivedrò, alla fine mi piace, solo non c'è più l'entusiasmo di 6 mesi fa.

    P.S. veramente c'è una cosa su cui non sono per nulla d'accordo con Ray, i film che obbligano ad azzerare il cervello in favore del cuore sono altri, questo va alla pancia.
     
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163 replies since 16/6/2009, 09:38   3362 views
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