A Serious Man

di Ethan e Joel Coen

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  1. darionel
     
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    CITAZIONE (Kurtz @ 9/12/2009, 13:26)
    A serious man è forse il film più radicale dei Coen, girato in preda al principio dell'autorità assoluta, anche a costo di perdersi gli spettatori, agendo sadicamente contro di loro. Non una rivoluzione, semmai l'estremizzazione della loro poetica: il caos che regna nei loro plot da sempre stavolta si installa ancora più decisamente anche nella struttura stessa del film che somiglia a un mosaico costruito mettendo tasselli separati l'uno dietro l'altro senza badare a un vero legame logico, almeno all'apparenza. La sceneggiatura del film è di ferro, perfetta a dire poco. La mancata logica, la continua rappresentazione del nulla, dell'impossibilità di trarre una linea di pensiero o peggio ancora una "morale" è un coraggioso atto di ribellione nei confronti del "messaggio", di chi cerca di intricare il loro cinema in schede preordinate. e finisce per essere esso stesso il collante dell'opera. Il film è aperto dalla rappresentazione di una parabola ambientata nell'Ottocento e al suo centro ne viene raccontata un'altra. Entrambe sono orfane non solo di una morale ma anche di una spiegazione logica, stanno lì a condensare narrativamente la frustrazione instillata nello spettatore dalle vicende del plot. I Coen affrontano la cultura ebraica, smontandone a priori qualsiasi presunzione di Verità, di Saggezza. La vita del loro protagonista scorre senza un nesso logico tra eventi quotidiani e non, tra piccole tragedie e apparenti risoluzioni, con un finale che è la ciliegina sulla torta.
    La scelta di girare senza divi si rivela vincente non solo dal punto di vista dell'indipendenza artistica (difficile immaginare una tale radicalizzazione con delle facce troppo note, il pubblico li avrebbe presi a sassate), ma anche dal risultato finale, dal racconto di quest'uomo senza qualità, che subisce la vita più che affrontarla, fotografato in un limbo esistenziale da cui non sembra vi sia uscita, anche perché lui non sembra cercarla! Persino nei sogni si intrufolano un senso del ridicolo, una piccolezza e mitezza che sono le mura e le fondamenta (e forse le sbarre) della veglia di Gopnik.
    In più, aggiungeteci dei titoli di testa di una meraviglia unica, accompagnati dalle note dei Jefferson Airplane.

    9

    Concordo pienamente....veramente il film più cinico dei Coen.....non c'è via di scampo per il protagonista,anche se prova a rimediare in modo ipocrita....
    i sogni di Larry, i dialoghi con l'amante della moglie,lo scontro "culturale" con l'alunno insoddisfatto,sono momenti di altissimo cinema...e che dire della scena iniziale????!!!!coeniano al 1000%

    9
     
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37 replies since 31/7/2009, 09:32   767 views
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