Valhalla Rising

di Nicolas Winding Refn

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    Dopo aver passato anni di prigionia e schiavitù ai piedi di una tribù di cacciatori di teste che scommettevano su di lui in lotte all’ultimo sangue, One Eye (Mads Mikkelsen) riesce a sfuggire e ad uccidere i suoi aguzzini, con l’aiuto di Are, un piccolo ragazzino che gli faceva da carceriere. Libero, One Eye, chiamato proprio così perché guercio e anche muto, insieme ad Are, che diventa la sua voce, si imbatte e si unisce in un gruppo di vichinghi cristiani diretti verso la terra santa. Alla fine del lungo ed estenuante viaggio One Eye probabilmente comprenderà realmente se stesso...
    Prima pellicola che visiono di Nicolas Winding Refn e debbo dire che essa è sicuramente non convenzionale e di facile approccio. Infatti l’intero film alterna scene di una brutalità estrema (di cattivo gusto a mio avviso il sangue digitale che rende il film “artificioso”, quando vuole essere un’esaltazione del realismo espressivo) ad altre di quiete e di massima contemplazione, alla ricerca di un’introspezione del protagonista azzerando completamente i dialoghi. Suddiviso in capitoli, i tempi sono dilatatissimi e i non-dialoghi infiniti, quello che balza all’occhio in questo lungo percorso spirituale sono i paesaggi magistralmente fotografati e incastonati su schermo, e il rapporto che la pellicola ha con la natura in continuo movimento. Il film però a mio avviso proprio per il suo essere atipico e sperimantale rischia di rimanere senz’anima e di non facile “lettura” da parte dello spettatore, in quanto pieno zeppo di un taciturno simbolismo che può irritare e indispettire chi lo vede, con alcune incongruenze, senza trasmettere e andare in profondità nel messaggio finale. In conclusione la pellicola sicuramente non può piacere a tutti, infatti se sotto l’aspetto tecnico, fotografico e di locations è praticamente eccellente, per quello che è il modo di rappresentare l’introspezione spirituale del protagonista lascia un po’ a desiderare, scegliendo una via coraggiosa ma di non facile comprensione, ma soprattutto rischia di indispettire, con una muta sofferenza e fissità di interpretazione, che può non essere nelle corde di tutti.

    Voto: 6
     
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