Valhalla Rising

di Nicolas Winding Refn

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  1. Cobra Verde
     
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    Grazie ^_^
    Purtroppo anche questo è un suo difetto: non vi è certezza su nulla, non si può nemmeno sapere se Refn abbia voluto o meno fare un'opera passabile di più significati (tipo 2001 o Il Prigioniero). Perfino la storia del percorso a me è sembrata pretestuosa, messa lì giusto per dare un'esilissima traccia narrativa/collante per le varie scene; tutto quel che rimane è il solo significante: la magnificenza delle immagini e del suono.
    Vedremo come andrà a finire con Drive.
     
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    Sostanzialmente hai avuto le mie stesse sensazioni Cobra, però come dicevo in precedenza più in là un'altra visione a Valhalla la concederò, perchè cmq sono sicuro che certe sfaccettature, pieghe, silenzi e simbolismi non li ho colti come il regista voleva trasmetterci :)
     
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  3. Cobra Verde
     
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    Già; personalmente, non mi reputo un superuomo o un onniscente, ma non credo che con una seconda visione riuscire ad apprezzarlo di più o a cogliere sfaccettature o significati nascosti che alla prima mi sono sfuggiti :unsure:
     
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  4. Fedor Lynch
     
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    ho letto con interesse tutti i vostri commenti.. sono sostanzialmente d'accordo con voi.. che a vostra volta siete abbastanza in linea.. :lol:

    tuttavia refn continua ad attrarmi.. mi son tenuto per ultima la trilogia.. arriverò anche sul pusher prima o poi :)
     
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  5. Frankie00
     
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    “Forse solo il silenzio esiste davvero.” (Josè Saramago)


    Il silenzio sembra essere nemico di quest’epoca. O forse il contrario: quest’epoca fatta di caos e rumore sembra aver deciso di fare a meno del silenzio e di quel che il silenzio porta con se: il vasto vuoto in cui potersi specchiare alla ricerca di se stessi.
    Il silenzio è però, da sempre, sostentamento per l’arte. E’ tra le note che risuona il silenzio della musica jazz. E’ nel silenzio che risuonano più forti i versi di una poesia. E’ fatto di silenzio la letteratura e il cinema soprattutto, che nasce muto e che si è evoluto fino a sconfinare nel rumore. Non nel “suono”, badate bene, ma nel rumore.

    Refn è un regista danese balzato sulla bocca fin anche degli stupidi con il suo ultimo film (il primo americano) “Drive”, attualmente nei cinema italiani. Un autore in grado di dare spazio nei suoi film al tanto amato silenzio, che sempre meno spazio trova nel cinema degli ultimi anni. Un silenzio che però urla tutta la sua rabbia ed esplode in insostenibile violenza. Come in “Valhalla Rising - Regno di sangue” (“Valhalla Rising”), film del 2009 presentato per la prima volta al Toronto International Film Festival e fuori concorso alla 66° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

    Un uomo muto e senza un occhio è tenuto prigioniero da un gruppo di vichinghi chei lo lasciano uscire da una gabbia solo perché combatta contro altri guerrieri in cruenti scontri corpo a corpo. Nonostante le vessazioni cui è sottoposto, l'uomo appare invincibile.
    Un giorno riesce a liberarsi dei suoi carcerieri: li uccide tutti tranne uno, il ragazzo addetto al suo sostentamento. I due vagano per le brughiere fino a incontrare un piccolo gruppo di vichinghi cattolici, intenzionati a recarsi in Terra Santa per combattere gli infedeli. Il gruppo inizia il viaggio in mare; presto una fitta nebbia impedisce loro di tenere la rotta. Quando la compagnia, piagata dalla sete, sembra spacciata, la nave avvista di nuovo terra. Ma il luogo raggiunto non è quello voluto, bensì una terra sconosciuta ed ostile.

    "Si dice che i cristiani mangino il corpo del loro Dio e bevano il suo sangue. Ciò è abominevole!"


    Valhalla Rising è quando l’estetica della violenza diviene spiritualità. Parte con una sequenza d’azione tra le più belle mai viste per assestarsi su ritmi lenti e riflessivi interrotti da sangue e urla. One-Eye, nome fittizio di un guerriero di cui non si conosce il passato, è votato all’odio e al sangue con cui laverà via l’onta della prigionia. Due sono le caratteristiche principali di questo personaggio, oltre l’apparente invincibilità: il suo unico occhio e il (volontario?) mutismo. One-Eye sembra quasi trovarsi su un piano esistenziale diverso da quello della gente che lo circonda. “E’ emerso dall’inferno”, dirà il ragazzino che lo segue ovunque, l’unico in grado di dar voce ai pensieri dell’uomo. Ed è lì che i cristiani pensano di essere finiti quando, quasi morti di fame e di sete, arriveranno su una terra selvaggia e a loro sconosciuta.
    Non credo sia errato assimilare questo personaggio irresistibilmente fascinoso alla stessa macchina da presa, simbolo ricorrente in molto cinema europeo e non. Tutto il film in effetti sembra essere un richiamo ad un tipo di cinema che esalta il non detto e le immagini, l'interpretazione della voce interiore dell'opera, in cui le parole sono solo di contorno e rimangono promotrici di arcane rivelazioni, un cinema che mostra la violenza più estrema solo per bilanciare la bellezza e l’amore che esprime e che si concretizzerà in Valhalla Rising con lo splendido finale. Trattenere una lacrima o il disappunto sarà difficile per chi è riuscito a farsi trasportare dal film senza chiedersi il senso di questo viaggio.

    “Se mente, perché lo segui?”


    Valhalla Rising è un metaforico viaggio attraverso una terra selvaggia (immortalata perfettamente dalla bellissima fotografia di Morten Soborgper) che spingerà i viaggiatori a confrontarsi con i propri istinti, i propri egoismi e le proprie superstizioni; viaggio verso la terra promessa o il Valhalla (il paradiso dei guerrieri valorosi, secondo la mitologia vichinga) dove solo chi è in grado di leggere tra le righe e di specchiarsi in quel silenzio tanto temuto senza perdere la ragione, potrà arrivare. Non tutti sapranno capire il senso di tale viaggio.
    Questa è forse l’opera più difficile e ambiziosa del regista danese a cui l’attuale “Drive” deve molto, soprattutto se pensiamo ai due protagonisti, figli di epoche diverse ma accomunati dalla stessa natura e dallo stesso amore, quello puro e vero verso un altro individuo, fino al sacrificio.
    Di certo non è il lavoro più riuscito di Refn, troppo aleatorio e indefinito, ma probabilmente è il più personale e sincero. E basterebbe solo questo per farlo amare.
     
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  6. MrBlù
     
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    Le-similitudini-con-Drive-potrebbero-continuare, entrambi-sono-antieroi, entrambi-combattono
    anzi-si-sacrificano-per-una-persona-pura (qui-il-ragazzino, in-Drive-la-ragazza-e-suo-figlio),
    entrambi-compiono-le-loro-scelte-seguendo-un-percorso-esistenziale-votato-al-silenzio,
    dove-le-proprie-espressioni-fanno-eco-alla-fede-di-vita-in-cui-credono.

    Bella-disamina-Frankie, sentita-e-sofferta-come-il-film-stesso, opera-difficile-che-si-assimila
    dalle-retine-e-dai-cuori. Molto-ambiziosa-e-concettualmente-forse-non-perfetta, ne-ho-già-parlato,
    ma-assolutamente-personale-e-indimenticabile.
     
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  7. Frankie00
     
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    Sìsì, di similitudini ce ne sono tante (ovviamente non avevo voglia di fare un elenco o di entrare nel dettaglio) e sono d'accordo su tutte quelle che indichi tu.

    Sinceramente questo è il secondo film di Refn che preferisco, a livello emotivo (la trilogia di Pusher è un gioiello in tutto e per tutto), mi ha colpito molto per le scelte cromatiche e per tutti i sottotesti.
     
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    Questo genere di film per piacere fino in fondo devono colpire nell'intimo lo spettatore, se non riescono in questo intento risultano essere delle occasioni mancate. La spettacolare atmosfera creata da una fotografia impeccabile, dai paesaggi nordici e dai lunghi silenzi non riesce a reggere una mancanza di contenuti, una eccessiva pretenziosità e squilibrio di ritmo. Dopo la visione ero deluso, non per il film in se stesso, perchè sono sicuro che possa piacere e anche molto, ma perchè non ha fatto scattare in me quella scintilla e ci mancava veramente poco. Per me il voto è un 6,5
     
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  9. eternauta
     
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    Pregevole film di ottima fattura il protagonista principale e la fotografia sono da encomio adoro lo svolgere della storia odio i finali criptici comunque un buon prodotto . 7
     
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53 replies since 11/8/2009, 15:16   1483 views
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