This Must Be the Place

di Paolo Sorrentino

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  1. MrBlù
     
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    Presto-leggerete-anche-un-micio-furioso...
     
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    Potrebbe essere la spinta a farmi scrivere...ma non vorrei facesse come col dossier :P
     
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  3. nicbaker
     
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    Perché per questo album di cartoline dall'America c'è da incazzarsi, c'è da incazzarsi perché, diciamolo senza problemi, tanto è evidente e lo ha ammesso neanche troppo velatamente lo stesso Sorrentino, si è cagato addosso, si è veramente cagato addosso e ha fatto un film che è poco altro che un centone di banalità e patina, ha dato via il culo per entrare nei cineplex ma non con una sua storia, come ha sempre (giustamente) sbandierato, ma con un film che non ha un briciolo di personalità (davvero ci si bagna ancora davanti a un dolly?) per noi un album di cartoline dall'America per gli Americani un ritratto da coffe bar autocompiaciuto e piacione. Si mette vicino a Cronenberg, delusioni che fanno male.
     
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  4. MrBlù
     
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    In-tutto-questo-c'è-di-buono-che-la-tecnica, l'aspetto-visivo, le-musiche, lo-hanno-salvato-dal-baratro
    e-il-pubblico (non-parlo-del-forum) mediamente-ha-gradito-il-soggetto, pur-cartolina-che-sia. Cosa-vuol-dire-ciò?
    Che-probabilmente-il-nostro, pur-non-avendo-creato-nulla-di-perfetto, avrà-in-futuro-la-possibilità-di-giocarsi-un'altra
    chance-internazionale, o-da-cineplex. Non-è-poco.
     
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  5. nicbaker
     
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    In Francia è stato un flop tremendo, sono più smaliziati di noi, e non basta il fumo di una buona musica e di una fotografia da cartolina, e una regia internazionale ma davvero poco personale, non si sono fatti inculare da un nome altisonante in copertina e da un autore che da loro è sempre stato molto amato. Non so come andrà all'estero, nel resto del mondo ma dubito sarà un successo, con questo non cambia nulla, avanti col prossimo film.

    Comunque magari avesse creato qualcosa di non perfetto, ma magari... era quello che credevo fosse e speravo fosse.
     
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    Ho visto ieri per la prima volta l'ultima fatica del mio/nostro amato Paolo Sorrentino, regista capace fino ad ora di non accusare nessuna battuta di arresto con quattro primi film eccezionali. Sorrentino a mio avviso è il regista dell'ultima generazione più talentuoso, più esportabile, dotato del piglio più pettoruto e personale. Ossessionato dalle vicende personali, dall'imtimità e dalle contraddizioni dell'individuo, ha sempre cercato di indagare le movenze interiori dell'uomo moderno, il singolo dunque in rapporto al gruppo di appartenenza, senza mai dare alla luce stereotipi, ma UOMINI nel senso etimoloogico di esseri viventi provvisti di umanità. Mai un cliché nei suoi film, ma pulsanti animali sociali in preda a vizi e virtù che si barcamenano nella follia dei nostri tempi.

    Con This must be the place il notro prova il grande salto, se lo merita, tutti lo attendono al varco fra speranze qualche (stupido) preconcetto. Riesce ad annoverare nel cast sua maesta Sean Penn, gli arriva anche la McDormand e in più vari attori di minor peso (ma non sconosciuti). Gira dunque fra Dublino e gli US e continua nella sua ricerca dell'individuo, meglio se di sesso maschile. In tal senso si crea una pregevole continuun con il resto della sua produzione e di questo gli va dato atto. Ma una cosa è girare film a casa nostra e altri cazzi è ambientare un progetto in lande straniere e con attori non italiani. E questo passaggio credo che a Paolo sia riuscito di meno.
    Intendiamoci, il film mi è piaciuto e lo rivedrò con piacere e interesse; ma non posso paragonarlo alla perfezione "geometrica" de L'uomo in più, Le conseguenze dell'amore, L'amico di famiglia e Il divo.
    Gli aspetti positivi li avete già messi in risalto voi: una fotografia accesa e adeguata ai diversi momenti delle vicende, delle musiche FANTASTICHE che valgono da sole in prezzo del biglietto, alcuni dialoghi sono destinati ad essere ricordati e il film lo rivedrò soprattutto per questo. I personaggi collaterali, quelli che Cheyenne incontra lungo la strada nella seconda parte, quando la sceneggiatura si trasla in the road, in alcuni casi mi ricordano i Coen, sono fantastici, interessanti e figli di un America di frontiera e persa nelle sue lande sperdute. Penn poi è uno spettacolo: su tutte le qualità dimostrate qui ricordo la camminata, in cui sembra che il personaggio abbia interiorizzato nelle carni il dolore e la noia provata nella vita "dark" della sua precedente attività discografica. E ottimo il personaggio della McDormand, una moglie forte e decisa che però ama la fragilità del marito; la ragazza darkissima (e molto bella a mio avviso), la cui madre è consumata dalla vita e che trova in Cheyenne un mito vivente oltre a un confidente e un grande amico. E poi la bella scena finale, il cacciatore di nazisti, alcune battute. Insomma buonissimo cinema! E oltre a questo l'occhio registico di Sorrentino, i pianisequenza, i campi lunghi.

    E allora cosa manca? Per me una cosa importante: la compattezza generale che blocca l'opera e non la eleva quanto avrebbe potuto. La qualità procede a compartimenti stagni, a pezzi; ottime idee si sterilizzano in una cornice fragile che non tiene insieme i frammenti. E questo è ciò che io percepisco come un problema non indifferente e che non consente il fatto di essere rapiti dal primo all'ultimo minuto. Insomma non sono stato catturato, mi sono intrattenuto a tratti, a volte l'attenzione si è esaurita per poi riprendersi.

    Questo il mio vissuto per l'ultimo film di Paolo Sorrentino.

    Un voto? Boh. 7 e mezzo? O 7 +, fate voi.
     
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    Bravo Macinone che hai recuperato l'ultimo di Sorrentino, autore che amiamo e che non ti poteva mancare in visione. Anch'io la penso come te, per me è la sua opera meno riuscita nonostante anche per me sia più che discretro, ma molto, troppo spesso autore che hanno fatto faville a casa loro difficilmente riesco a trovare ugual fortuna all'estero, molto probabilmente perchè vogliono eccedere oppure perchè usciti da quel microcosmo nativo gli risulta più difficile incunearsi nei meandri intimi e del coinvolgimento in lande "sconosciute". I perchè possono essere tanti, nella fattispecie Sorrentino si porta dietro il suo bagaglio tecnico che è indiscutibilmente eccezionale ma a livello di sceneggiatura ed empatia forse viene un pò meno, e si perde in leziosismi e simbolismi eccessivi, cmq ce ne fosse di cinema minore come questo!!
     
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    CITAZIONE (Revu @ 18/3/2013, 13:28) 
    cmq ce ne fosse di cinema minore come questo!!

    Certo certo, infatti stiamo parlando di un autore che ha raggiunto livelli di eccellenza. Ti dirò che, fra tutte le opinioni che avevo letto qui sul forum, la tua è stata quella in cui ho ritrovato maggiore affinità personale. Non saprei spiegare le motivazioni, per me però il film si colloca a livello inferiore rispetto agli altri di Paolo.
    BRAVISSIMO quando parli di sceneggiatura ed empatia che vengono meno: è esattamente come la vedo io. Infatti, come ho detto, il film va corrente alternata e, a dispetto di momenti ottimi, poi si spegne un po' per riaccendersi prontamente. E poi non vi ho riscontrato quel feeling delle altre opere. Il personaggio di Cheyenne ad esempio: oggettivamente stupenda la prova di Penn, ma non ci sono entrato a livello emotivo come avrei supposto.
     
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82 replies since 15/4/2010, 18:16   2046 views
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