Self/Less

di Tarsem Singh

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    Self/Less

    locandina

    DATA USCITA: 10 settembre 2015
    GENERE: Drammatico, Thriller
    ANNO: 2015
    REGIA: Tarsem Singh
    SCENEGGIATURA: David Pastor, Àlex Pastor
    ATTORI: Ryan Reynolds, Ben Kingsley, Matthew Goode, Michelle Dockery, Natalie Martinez, Victor Garber, Derek Luke, Sandra Ellis Lafferty, Teri Wyble, Griff Furst
    FOTOGRAFIA: Brendan Galvin
    MONTAGGIO: Robert Duffy
    PRODUZIONE: Endgame Entertainment, Ram Bergman Productions
    DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures
    PAESE: USA
    TRAMA: Un uomo anziano e ricchissimo affetto da un cancro terminale si sottopone ad una radicale procedura medica che trasferisce la propria coscienza dal suo corpo a quello di un giovane uomo sano. Le cose sembrano andare per il meglio, finchè l'uomo non comincia a scoprire i segreti dell'origine del corpo che lo ospita.
     
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    Self/less

    Damian Hale è un industriale di grandissimo successo, ricchissimo oltre l'inverosimile ha creato un autentico impero a New York. Purtroppo Damian è un malato terminale e ha ormai poco da vivere. Quasi per caso gli arriva in mano un biglietto in cui gli viene comunicato che il suo problema potrebbe essere risolto, grazie a un costosissimo procedimento di trasferimento del cervello in un corpo nuovo, sano e giovane, ricavato da un procedimento organico. Vedendosi ormai senza uscita, Damian accetta la cosa, ma purtroppo dopo un iniziale periodo di euforia nel corpo nuovo vengono a galla sconcertanti verità.

    Tarsem Singh è il visionario regista di film come The cell e The Fall, con Immortals ha confermato la sua originalità pur difettando i suoi lavori di una trama decente e consistente, affidandosi anche ad attori e attrici non certo di grandissimo qualità (come J Lo). Ora per questa storia di cervelli trasferiti in corpi malati si affida a un cast di primo livello, oltre al premio Oscar Ben Kingsley ha a disposizione Ryan Reynolds e Victor Garber, ma purtroppo dopo un inizio e uno spunto incoraggiante e interessante anche stavolta siamo di fronte a un film con vari problemi, con un proseguo action della seconda parte sbilenco e limitato di fascino. Andiamo per ordine a raccontarvelo brevemente, la domanda che pone è davvero inquietante, perché uomini di genio estremo (Stephen Hawking, Einstein e via dicendo) dovrebbero morire lasciando il loro preziosissimo cervello e sapere ai vermi che nulla se ne fanno? Ed ecco la soluzione Self/less (titolo davvero bello e interessante, meno male che i titolatori in Italia non lo hanno modificato), il cervello di questi geni assoluti e quelli di ogni campo può essere innestato in un corpo giovane e sano, corpo creato in laboratorio da intensi e difficili esperimenti organici. Il genio (della finanza e dell'edilizia) protagonista è Damian Hale/Ben Kingsley, un uomo che ha trasformato New York, ne ha riscritto i connotati, diventando in cambio ricchissimo oltre ogni misura. Ora però a 68 anni la signora con la falce tramite un tumore irreversibile bussa alla sua porta. Quasi per caso Damian viene a sapere che grazie a un procedimento costosissimo (250 milioni di dollari) il suo cervello prezioso potrebbe essere inserito in questo progetto. Dopo una iniziale titubanza Damian è costretto a cedere, e prende il corpo di un giovane aitante (Ryan Reynolds). All'inizio è tutto troppo bello, anche se non può parlare della cosa a nessuno, neppure alla figlia e ha bisogno di pillole per non rigettare lo strano trapianto, Damian si gode donne e vitalità, fa running e sport. Ma poi a poco a poco vengono fuori terribili realtà che congelano l'illusione di felicità e nuova vita. Se il film finisse in questo punto sarebbe praticamente perfetto, invece poi Singh si perde con scene decisamente forzate, inseguimenti rocamboleschi e incendi a raffica, lasciando il tempo rimanente più allo scontato che all'interessante, con colpi di scena che dovrebbero creare stupore invece fanno parte solo di un canovaccio senza pretese. Il tema del bad doctor che trasferisce i cervelli è un plot che esiste da parecchio tempo nella letteratura soprattutto a fumetti (come il doppio o il sosia malvagio), e ben poche volte ha creato grandi lavori da ricordare, escludendo Metropolis di Lang per il doppio, cimentarsi in questo poteva essere davvero arduo, e si è scelta la via più comoda, accattiviamo lo spettatore con una idea ridondante di salvaguardia della cultura per poi propinare una pellicola qualunque, dove si spara troppo e in continuazione, facendosi poi prendere la mano mettendo trasferimenti e corpi nuovi a ripetizione a destra e a manca. Nulla di scandaloso per carità, vedere recitare Kingsley è sempre una bella cosa, è una cosa alla fine pulita e onesta, ma per quello che poteva essere e non è ci sono parecchi rimpianti, troppa la voglia di accontentare il botteghino e non rischiare.
     
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