Carnage

di Roman Polanski

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  1. michibaldi
     
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    Bello Carnage, visto in sala lo scorso autunno, ne avevo scritto un commento che è finito tra gli innumerevoli non ancora pubblicati: prima per lunga assenza dal forum, poi finito nel dimenticatoio per spaventoso accumulo di roba arretrata, promessa, annunciata o minacciata! :lol: Ora non è il periodo migliore con gli irresistibili richiami estivi, ma piano piano arrivo su tutto, via!!

    Eccolo, riaggiustato:

    Carnage

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    Gioco al massacro, consumato tra le mura di un appartamento della New York bene, tra due coppie di coniugi, i Longstreet e i Cowan, riunitisi in casa dei primi, per discutere e trovare una soluzione pacifica alla lite dei rispettivi figli, Zachary ed Ethan, culminata con uno spiacevole atto di violenza da parte di quest'ultimo.

    Film di derivazione teatrale (tratto dall'omonima piéce di Yasmina Reza, che è anche co-sceneggiatrice assieme al regista) che Polanski trasforma in cinema con una regia incalzante e una mdp impietosa che si attacca ai personaggi e li smaschera, ancor prima che con le parole, nei volti, nei gesti e nelle impercettibili smorfie che riesce a cogliere.
    Polanski, costringe i suoi personaggi a venire allo scoperto, ne svela ipocrisie e contraddizioni secondo uno schema che non da certezze allo spettatore, nel quale si ribaltano continuamente i ruoli di vittima e carnefice e si modificano le alleanze, travalicando quella di base che vedeva coniugi contro coniugi.

    Mrs Longstreet (Jodie Foster) è una donna colta, progressista, socialmente impegnata che si rivela inflessibile, petulante, insensibile e non comprensiva.

    Il marito, Mr Longstreet (John C. Reilly), che all'inizio la supporta e che pare condividerne le idee e l'impegno politico-sociale, si rivela uomo mediocre, maschilista, inutile.

    Mr Cowan (Christopher Waltz), dai modi apparentementi gentili è un uomo arido, dedito al lavoro e al guadagno, vincolato perennemente al proprio telefonino senza il quale è un uomo perduto, indifferente a tutto ciò che lo circonda, moglie compresa.

    Mrs Cowan (Kate Winslet, splendida, tormentata, fragile e sexy) signora borghese non particolarmente intelligente né colta, moglie sottomessa e insoddisfatta, si rivela alla fine la più umana nella sua fragilità, nella sua triste infelicità per un matrimonio finito da tempo, in una spontaneità che ha annegato dietro le convenzioni e dalle quali si svincola in un grandioso momento di catarsi liberatoria quando vomita sul prezioso libro d'arte della signora Longstreet.

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    Il regista si esalta nei cul de sac e confeziona un balletto magistrale, dove il quartetto di attori, producendosi in interpretazioni di eccellenza (che risultano fondamentali per l'ottimo risultato finale), celebrano il loro falò delle vanità, discutendo di senso di giustizia, senso del dovere, etica, buona coscienza: parole che nei loro discorsi si svuotano di significato.

    Gli adulti sono ferocemente ridotti a livello di maschere grottesche laddove invece i figli, causa del loro litigio, con molto più buon senso e con la genuinità di un'età in cui si è più puri, hanno già trovato una loro soluzione pacifica. Al contrario dei genitori che opponendo la razionalità all'istinto, la convenzionalità delle regole ai sentimenti, l'ipocrisia alla sincerità, continuano a scannarsi, rivelandosi più volgari e violenti di quella violenza (ingenua e istintiva) che intendevano stigmatizzare.
    La bontà così come la crudeltà sono infatti sentimenti spontanei in quell'età non ancora corrotta dalla cultura dell'apparenza, del buon costume, dell'ipocrisia soprattutto borghese.

    Il gioco al massacro smaschera proprio questa ipocrisia e tiene le due coppie incatenate in quell'appartamento dal quale non riescono più ad uscire, invischiate in una questione che s'ingigantisce sempre più e diviene senza soluzione, legate come sono alle proprie meschinità e alle proprie questioni irrisolte, mentre Polanski in persona, in un'apparizione fugace nella parte del vicino di appartamento che li spia nel corridoio, pare ridersela beffardo così come il criceto, altro motivo di contrasti, che se ne sta nel parco per i fatti suoi, beato e ignaro dei problemi del mondo.

    Il film è racchiuso da due stupende le cornici quasi da cinema verité che riprendono in campo lungo i bambini nel parco, introducono la vicenda e ne riassumono il senso con beffarda ironia.

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    CITAZIONE (mickes2 @ 18/7/2012, 11:00) 
    eh, purtroppo l'ho visto doppiato, parlando con un amico mi venne voglia di vederlo immediatamente e me lo procurai nel modo più facile. tra non molto revisione in originale :wub: cmq il doppiaggio mi è sembrato buono.

    diciamo che in linea di massima la Foster va fuori giri con le smorfie, troppo caricata, è vero anche che il personaggio della mamma ferita va più facilmente in ebollizione quindi ci può stare la tua osservazione. cmq son davvero quisquilie. sulla Winslet son stato pacato nel commento :ph34r:
    tre volte MILF! :lol:


    alla battuta su Jane fonda mi stavo ribaltando :lol:

    un'altra meno "fine" ma parecchio di "pancia" è quella della Winslet quando, oramai ubriaca marcia, dice (non ricordo le testuali parole ma il senso è quello): "nostro figlio ha fatto benissimo a picchiare quel frocetto di Ethaaan" :lol:

    Concordo sul primato dell'interpretazione della Winslet in questo film, ma nel contesto di interpretazioni tutte di ottimo livello. Sulla Foster infatti va detto che il suo è anche il personaggio più didascalico e dunque non facile da interpretare e quello catalizzatore di tutti gli snodi narrativi.
     
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51 replies since 1/9/2011, 15:44   1154 views
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