Paradiso Amaro

di Alexander Payne

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  1. MrBlù
     
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    Entusiasti-no, ma-è-un-prodotto-amalgamato, segue-una-linea-ben-definita-della-poetica-che-ha-sempre-contraddistinto-Payne ^_^
     
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  2. Fedor Lynch
     
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    boh, non so... "sideways" mi era piaciuto tantissimo, le restanti opere di Payne non le ho viste... quindi non saprei fare un confronto sulla sua filmografia.. qua purtroppo ho trovato un po' di cose che mi hanno dato "fastidio".. sul resto magari ci arriverò prima o poi
     
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  3. marsellus wallace
     
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    quando clooney parla con il ragazzo amico della figlia, chiedendogli in un certo senso un consiglio.. ecco quello è uno dei momenti più banali della vicenda, con un dialogo scontatissimo... appena inizia già si capisce che partirà con un Clooney serio, poi arriverà la battutina del ragazzo ed alla fine si scopre che il giovane ha dovuto fare i conti con un lutto... ecco questa, in una sceneggiatura che si rispetta, è una cosa che non si può proprio vedere perchè è scontata e non aggiunge nulla ai fini della storia, se non la necessità di dare finta profondità a un personaggio cercando di giustificare il suo operato sopra le righe
    spoiler da fedor

    la filosofia di hesher, fedor e chi ha visto il film di spencer susser sa di che parlo


     
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  4. Fedor Lynch
     
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    no ma capisco la finalità... ciò che non mi piace è il modo di arrivarci.. decisamente banale e scontato.. se ancor prima che inizi il dialogo so già dove vogliono andare a parare, la cosa non può convincermi (a meno che non sia uno scambio di battute brillanti, ma non mi pare sia questo caso)..
     
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  5. badòands
     
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    mi allineo a fedor,anche a me ha detto poco,oltre ad un buonissimo clooney non ho trovato nulla,sicuramente il peggiore di payne(li ho visti tutti se ben ricordo,e son sempre state visioni quantomeno piacevoli).il difetto maggiore sta nella scrittura(che paradossalmente stanotte sarà premiata con un oscar) che allinea tante cose prevedibili o ben poco credibili(l'amico della figlia è prima poco credibile nella sua cazzonaggine,poi ancor meno nell'improvviso cambio adulto e sensato,tutto il giro per andare a parlare con l'amante).senza contare la poco simpatica vena vendicativa che pervade il film fin quasi da subito e che di fatto motiva la scelta finale di clooney riguardo i terreni.certo,è un sentimento portante americano,ma non fa mai piacere vederlo,specie in un film che si finge saggio e buono.
     
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  6. Kurtz
     
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    the-descendants-a

    The Descendants condivide con gli altri film di Payne una certa spocchia da cinema indipendente che vorrebbe affrontare in punta di piedi questioni delicate con un approccio che dovrebbe essere originale ma che in realtà nasconde poi i più triti meccanismi emozionali. Al di là delle incongruenze narrative (perché questo padre è assente? Com’è che non vede mai le figlie? E perché la figlia ribelle poi lo difende?) e stilistiche (il film parte secondo una grammatica – la voce fuori campo, anche troppo invasiva – che poi viene abbandonata per preferirgli uno stile più asciutto e scarno), anche le scelte interessanti come quella di inquadrare quasi sempre Clooney da solo, soprattutto in primi piani, che dovrebbero isolare il dramma del protagonista, finiscono per isolare l’intera materia emotiva. Payne non riesce a supportare davvero il suo protagonista, finisce per abbandonarlo a se stesso e alla disattenzione sopraggiunta dello spettatore. Così l’understatement di Clooney diventa a poco a poco maniera, uno specchietto per l’Oscar davanti a cui neanche l’ottuso giudizio dell’Academy ci casca.

    Il dolore dei personaggi viene continuamente aggirato, così come le scene emozionali, per non cascare nel melodramma, ma la scelta insistita fa calare sul film una patina irrisolta. Il dramma dei protagonisti viene messo sottovetro, l’intreccio si infila in una medietà che alla lunga annoia. All’indomani degli Oscar ci si chiede come possa aver portato a casa la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale, visto che parliamo non solo di una scrittura estremamente tradizionale (al di là delle apparenze) e la cui traduzione in immagini non riesce certo a valorizzare gli spunti più originali.

    5.5
     
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    CITAZIONE (Fedor Lynch @ 20/2/2012, 11:35) 
    la sceneggiatura è telefonata dall'inizio alla fine, i personaggi sono una serie di stereotipi

    Parto da questo punto di vista e mi rifaccio anche laddove, Fedor, parlavi di personaggi stereotipati.
    E ti rispondo con questa frase di Poison, con cui mi trovo in perfetta sintonia in questo caso...

    CITAZIONE (poison78 @ 18/2/2012, 19:43) 
    realizzando una pellicola semplice ma allo stesso tempo elegante

    Sì, perché la forza dei film di Alexander Payne (io ho visto solo questo Paradiso amaro e lo stupendo Sideways - in viaggio con Jack) è proprio quella di dare alla luce qualcosa che difficile non ha l'ambizione di essere. Ritrovando una semplicità sia contenutistica sia formale, i suoi film si rendono apprezzabili proprio in quanto si sentono vicini, prossimi alle piccole cose della vita, con i personaggi che vivono drammi, gioie e virtù similari alle nostre. E quindi quello che ti interpreti "stereotipia" per me è "rispetto" per lo spettatore dal momento che tratta un retroterra culturale e umano simile a lui.

    Questo per dire che a me questo film è piaciuto molto. Già l'incipit che già avete citato ti mette nel giusto mood, ti fa ambientare in questo "paradiso" terrestre in cui però si vivono ovviamente delle pene, in cui il gradevole rumore della risacca oceanica non lenisce a priori gli avvenimenti tragici delle esistenze e le fragilità delle persone. E che cos'è il personaggio di Clooney, Matt King, se non un uomo fragile al di là delle fortune e delle qualità che la vita e il destino gli hanno donato?
    E così la gestione dei fatti Payne la mette in pratica con grande polso autoriale, senza fretta, dipanando i fatti e prendendosi i giusti tempi. Questa a mio avviso è una sceneggiatura ottima, degna di un regista che dà l'impressione di saper bene dove arrivare e come arrivarsi. E poi le musiche, la fotografia MERAVIGLIOSA (proprio come in Sideways!), tutto fa pensare a un prodotto curatissimo, elegante appunto, che sono certo rivedrò con piacere.
    I personaggi: debbo dire che quello di Clooney sbaraglia la concorrenza; il nostro George è praticamente perfetto, con la consueta mimica facciale ad esprimere moltissimo e a catalizzare l'attenzione dello spettatore. Gli altri gli vanno dietro, ma mi pare che ciascuno abbia un suo ruolo piccolo o grande che sia.

    In due parole potremmo dire che Payne fa una gran cosa: dotare una storia non troppo originale di personalità e di sensibilità, intelligenza sopraffine. Rendere cioè particolare il generale.

    Voto: 7,5
     
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    D'accordissimo con te Mac! Pellicola che sa catturare, semplice ma con stile e attori bravissimi ^_^
     
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  9. Fedor Lynch
     
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    Non avevo letto il tuo commento, rispondo ora anche se ad essere sincero si tratta di un film che per quanto mi riguarda è finito presto nel dimenticatoio, è scivolato via lasciando poco o nulla.. Questo per dire che rimango saldo sulle mie posizioni.

    Io non riesco proprio a vedere rispetto nello spettatore in un film che vuole parlare al cuore con un tema anche importante, ma lo fa in una maniera che a me puzza di retorica un po' ovunque, con troppe sequenze inserite non perché necessaria ma semplicemente perché ci devono essere. E gli stereotipi di cui parlavo infatti non si riferiscono a una particolare caratterizzazione dei personaggi troppo reali, ma al suo contrario, ovvero al renderli estremamente cinematografici, ispirati a modelli visti e rivisti su pellicola ed estremizzati al di fuori della realtà. Questo lo rende programmato e ne oscura meriti ed intenti.

    Per me 6,5 e non di più. :)
     
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    Domenica ti tiro le orecchie! :P Non me ne va bene una con te in questi giorni!
    Io invece proprio ieri pensavo a quanto ho già voglia di rivedere questo film per le sensazioni interessanti e piacevoli che mi ha lascianto dentro. Sono in un periodo molto-Alexander Payne, l'altro giorno mi sono visto A proposito di Schmidt che mi è piaciuto tantissimo.
    Sono contento che almeno non sia bocciatura da parte tua, ti esprimi pur sempre con un 6,5.
    :)
     
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    L'ho rivisto due giorni fa; non mi è quasi mai capitato di risontonizzarmi su un film un mese dopo che l'ho visto. Questo è quanto mi è accaduto con Paradiso amaro, per cui rimarco assolutamente il mio parere estremamente positivo di aprile. Un mirabile affresco di sentimenti, incomprensioni famigliari, in cui l'uomo medio ne viene fuori un po' a pezzi e un po' con un'aura di inevitabilità agli sbagli. Il tutto ambientato in un luogo meraviglioso ma soprattutto incorniciato da una fotografia fra le più belle che io abbia mai visto. Payne, come suo solito, si bilancia fra dramma e commedia flirtando con entrambi ma custodendo un piglio autoriale eccellente. La prova di Clooney è altissima, mi sono scoperto a fermare il film in più di un'occasione per rivedere alcune sue micro-espressioni; anche gli altri attori sono molto e i loro personaggi sono dotati di carattere proprio.

    Come voto arrivo anche all'8 ora.
     
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    Ennesima visione: non so che dirvi, per me questo film è pura calamita. Rivisto ovviamente in lingua inglese (sebbene il doppiaggio di Francesco Pannofino di Clooney sia, come sempre, ad altissimo livello). Film giocato su silenzi, su musiche bellissime, su paesaggi da sogno ma che non si sclerotizzano nella loro bellezza (anzi prendono significato da essa per dire che la vita può essere appunto "amara"), su recitazioni riuscitissime, una sceneggiatura di ferro e vari significati su cui riflettere.
     
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41 replies since 1/2/2012, 00:04   717 views
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