Cesare deve morire

di Paolo e Vittorio Taviani

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  1. macina
     
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    Un film da godere più con il cervello che con il cuore.

    L'ultima opera dei fratelli Taviani stupisce e per certi versi sconvolge per un'idea meravigliosamente originale, un coraggio d'azione che rimanda all'estro delle generazioni precedenti di registi, una capacità di fotografare locations e sguardi propria solo dei grandi. Questo e altro fanno di Cesare deve morire qualcosa che verrà ricordato per molto tempo, che tra l'altro pone alla ribalta due ottantenni, i Taviani, a misurarsi con attori non professionisti. Forse questo non è piglio esistenziale? Forse non c'è da togliersi il cappello davanti a questa sincerità di perseguire una personale idea di arte e portarla avanti con palle quadrate?
    Vari gli elementi positivissimi: il bianco e nero perfettamente bilanciato in sede di fotografia, (come già dicevo) un'idea pazzesca, alcune scene molto penetranti (lo sguardo verso l'isola su un poster che si fa viva a dimostrare il sogno del carcerato di uscire dalle sbarre ad esempio), le recitazioni degli attori che appaiono incredibilmente veri ed efficaci, l'ultima scena con
    la frase pronunciata dal carcerato, fortissima, un pugno nello stomaco, e poi i carcerati che uno dopo l'altro, dopo l'esperienza artistica, tornano mesto nelle loro celle
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    Dicevo la frase a inizio commento poiché, almeno per come percepisco io il cinema, un film del genere è molto incidente nella riflessione, nel gusto prezioso che ti lascia dentro anche nei giorni dopo, ma che non mi fa empatizzare del tutto con uno svolgimento che, per preciso intento dei realizzatori, è più legato al documento che alla finzione tout court. Questo ovviamente non va nocumento del gradimento finale e della stima generale (altissima da parte mia, altissima davvero).

    Tutti da vedere i succosi extra del dvd con un incontro con Moretti e i due Taviani in cui i due registi, soprattutto Vittorio, fanno venire la pelle d'oca per la passione che emamano; io lo dico chiaramente senza vergogna: spero di arrivare a quell'età, se mai ci arriverà, con quell'attaccamento alla vita e con la passione per le cose che faccio. E poi bellissime anche le interviste agli attori/carcerati, che dimostrano di avere interiorizzato tantissimo la filosofia del progetto.
     
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14 replies since 4/3/2012, 20:45   303 views
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