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mickes2
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gran bel commento Revu e concordo.
cavaliere “farabutto” errante solitario per la notte effimera e spettrale di Roma, tra lampi di fugace bellezza in mezzo ad un mare “vuoto”, di vuoti a perdere galleggianti nel piattume più assoluto. Sorrentino ne ha per tutti, e tramite i radical chic che non spiaccicano parola (“perché loro ascoltano”), artisti di strada simil-pagliacci-da-circo, religiosi e figurine bidimensionali ci accompagna nella Roma bene, fatta di lustrini e paiette, vacuità e velleitari intellettualismi, chiacchiere e sproloqui (distruttivi) da salottino, “fauna” che si dimena a ritmi indiavolati. echi felliniani evidentissimi e diapositiva sulla dolce vita romana contemporanea riuscita, in cui riesce e trasparire tutta la sua pochezza. magari la capacità di sintesi vive altrove, e non sempre tutti i virtuosismi vanno a segno e cadono nel vuoto, ma il registro grottesco è strabiliante e indiscutibile è il valore, la personalità e la perizia in cabina di regia. rimane qualche riserva per quanto riguarda le riflessioni e i dilemmi sulla Roma attuale, mentre molto più incisiva è la riflessione sulla grande bellezza dell’animo, un ritorno al passato che è purificazione quasi “mistica” e sensoriale data la cifra stilistica che Sorrentino impone.
7,5
Edited by mickes2 - 28/5/2013, 15:10
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