La Grande Bellezza

di Paolo Sorrentino

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    Per chi se li fosse persi, sabato scorso a Che tempo che fa da Fabio Fazio, Paolo Sorrentino e Carlo Verdone hanno presentato il film. Ecco il filmato integrale.

     
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  2. Riki333
     
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    CITAZIONE (badòands @ 21/5/2013, 19:56) 
    immagino ci sia stata la fila per entrare ne film,considerando la visibilità che avrà
    non è una cosa che mi piace molto,ma se serve per realizzare opere importanti posso chiudere un occhio
    a cannes accoglienza contrastata,bocciati dai francesi,lodato dagli inglesi,e molti applausi dalla stampa in sala

    Io sto coi francesi :D
    Un pasticcio, il cui problema principale è nella sceneggiatura.
     
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  3. Ivs
     
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    Visto ieri:

    Al di là dei meriti (molti) e demeriti (pochi), nessun regista - tolto Sorrentino e pochi altri - sembra ormai avere più il coraggio di bypassare le solite commediole familiste e bonarie tanto in voga al botteghino, per raccontare vizi (molti) e virtù (ormai poche) di un Sistema Paese sempre più allo sfacelo. In questo viaggio catartico ci guida Jep Gambardella (uno straordinario Servillo), ricco cinico annoiato (l'ordine degli aggettivi non è casuale), che si aggira sperduto e (apparentemente) impassibile lungo una Roma bella e spettrale, in cerca di qualcosa (l'ispirazione per un nuovo libro? Il ricordo della donna amata? Sé stesso?) o qualcuno che dia senso al suo "horror vacui". Intorno a lui solo figurine bidimensionali, di carta, avvezze al "chiacchiericcio" e con le quali ci si può solamente perdere "nel vortice della mondanità". "La grande bellezza" è un film importante: perché scava nelle piaghe di una società assuefatta a stupidi rituali e ad un mediocre immobilismo, dove il "non pensare" funge da palliativo per chi del denaro e dell'eccesso fa una propria ragione di vita. Perdendo di vista così l'unica cosa vera, autentica: la "grande bellezza".

    Voto: 8
     
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    CITAZIONE (Riki333 @ 21/5/2013, 21:26) 
    CITAZIONE (badòands @ 21/5/2013, 19:56) 
    immagino ci sia stata la fila per entrare ne film,considerando la visibilità che avrà
    non è una cosa che mi piace molto,ma se serve per realizzare opere importanti posso chiudere un occhio
    a cannes accoglienza contrastata,bocciati dai francesi,lodato dagli inglesi,e molti applausi dalla stampa in sala

    Io sto coi francesi :D
    Un pasticcio, il cui problema principale è nella sceneggiatura.

    Visto ieri: io sto con gli inglesi!

    E con Ivs!

    Poi ci torno con calma!
     
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    mi avete convinto, vado venerdì :D
     
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    Sempre più curioso di vedere il film; in realtà, pur non avendolo visto, mi sento dalla parte di Ivs e non vedo l'ora di viaggiare anch'io per quella GRANDE BELLEZZA CHE è la nostra capitale, Roma insieme alla sapienza di Sorrentino.
     
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    Concordo su tutto con IVS, davvero una bella analisi.

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    Insomma per ora Inghilterra strabatte la Francia!
    Mi fa piacere!
    :D
     
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    LaGrandeBellezzaTerrazzo

    La Grande Bellezza è un'opera di Felliniana memoria, impossibile durante la visione che non venga in mente La Dolce Vita del maestro riminese. Ma la pellicola non è derivativa e ha assolutamente una sua autorialità, una cifra stilistica ben marcata da uno dei più importanti autori italiani cinematografici contemporanei: Paolo Sorrentino.

    La Grande Bellezza è un affresco spietato, un caleidoscopio magistrale della vita nei salotti romani, tra superficiali riti mondani e feste notturne, all'insegna di una vacuità morale e contenutistica senza via di fuga. Tutto questo scandagliato quotidianamente tra il surreale, il comico, il grottesco e un feroce umorismo con gli occhi, la mente e il corpo di Jep Gambardella (Toni Servillo), all'interno di un viaggio spirituale e simbolico nei luoghi romani, pieni di una "fauna" al limite della decadenza e della banalità, cui fanno parte attori di contorno calati perfettamente nei loro ruoli come Carlo Verdone (dolente e malinconico davvero credibile), Sabrina Ferilli (spogliarellista fuori tempo massimo bravissima), Isabella Ferrari, Carlo Buccirosso, Galatea Ranzi, Serena Grandi e Roberto Herlitzka.

    Sorrentino è abilissimo a mettere a nudo la nullità di un'Italia mondana romana che è lo specchio di una classe societaria allo sbando e di una mediocrità galoppante che ci logora dall'interno. Un capitolo a parte lo meriterebbe Toni Servillo: immenso ed evocativo, geniale ed empatico, una bellezza per gli occhi, un tumulto per il cuore, ogni ruolo che offre sembra che sia sempre il migliore, da applausi a scena aperta.

    In sostanza un'opera stratificata, densa di significati e simbolica, acuta e raffinata, con una bella messa in scena, dialoghi ficcanti e una sceneggiatura quasi perfetta se non fosse per alcune parti forse un pò troppo lunghe. Rimane un documento di com'è la nostra società, di come siamo diventati e un percorso umano cerebrale e artistico per capire veramente qual'è la grande bellezza, quella vera, non quella spacciata come tale.

    Voto: 8,5
     
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    gran bel commento Revu e concordo.

    cavaliere “farabutto” errante solitario per la notte effimera e spettrale di Roma, tra lampi di fugace bellezza in mezzo ad un mare “vuoto”, di vuoti a perdere galleggianti nel piattume più assoluto. Sorrentino ne ha per tutti, e tramite i radical chic che non spiaccicano parola (“perché loro ascoltano”), artisti di strada simil-pagliacci-da-circo, religiosi e figurine bidimensionali ci accompagna nella Roma bene, fatta di lustrini e paiette, vacuità e velleitari intellettualismi, chiacchiere e sproloqui (distruttivi) da salottino, “fauna” che si dimena a ritmi indiavolati. echi felliniani evidentissimi e diapositiva sulla dolce vita romana contemporanea riuscita, in cui riesce e trasparire tutta la sua pochezza. magari la capacità di sintesi vive altrove, e non sempre tutti i virtuosismi vanno a segno e cadono nel vuoto, ma il registro grottesco è strabiliante e indiscutibile è il valore, la personalità e la perizia in cabina di regia. rimane qualche riserva per quanto riguarda le riflessioni e i dilemmi sulla Roma attuale, mentre molto più incisiva è la riflessione sulla grande bellezza dell’animo, un ritorno al passato che è purificazione quasi “mistica” e sensoriale data la cifra stilistica che Sorrentino impone.

    7,5

    Edited by mickes2 - 28/5/2013, 15:10
     
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    CITAZIONE (mickes2 @ 26/5/2013, 15:00) 
    gran bel commento Revu e concordo.

    E ne sono contento :D anche se l'hai gradita meno riscontrando dei punti che non ti hanno convinto del tutto mi par di capire :)

    Io l'ho trovata un'opera che fa centro sotto praticamente quasi tutti gli aspetti (a parte qualche sfoltita), nel senso che per me non c'è carne a fuoco non cotta, tutto l'ho trovato non a caso, sia simbolicamente, che sarcasticamente, che corrosivamente e sentimentalmente riuscito, un'opera che si presta alle plurime visioni tra l'altro e che secondo me può benissimo crescere col tempo nella mente di chi la guarda :rolleyes:

    Se non si era capito mi ha colpito molto :lol: Grande Sorrentino! :wub:
     
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    CITAZIONE (Revu @ 27/5/2013, 12:25) 
    E ne sono contento :D anche se l'hai gradita meno riscontrando dei punti che non ti hanno convinto del tutto mi par di capire :)

    Io l'ho trovata un'opera che fa centro sotto praticamente quasi tutti gli aspetti (a parte qualche sfoltita), nel senso che per me non c'è carne a fuoco non cotta, tutto l'ho trovato non a caso, sia simbolicamente, che sarcasticamente, che corrosivamente e sentimentalmente riuscito, un'opera che si presta alle plurime visioni tra l'altro e che secondo me può benissimo crescere col tempo nella mente di chi la guarda :rolleyes:

    Se non si era capito mi ha colpito molto :lol: Grande Sorrentino! :wub:

    si, non mi ci sono voluto soffermare più di tanto ma ci divide un punto, ecco per me non è opera così ineccepibile da poter volare così alto, e poi anche per rispettare la (mia) scala dei valori in quanto L'uomo in più e Le conseguenze dell'amore (ma anche Il divo) a mio avviso poggiano su una struttura molto più solida e pregnante, qua alle volte ci si trastulla un po' troppo e c'è uno stacco troppo netto tra battute al fulmicotone, incisive nella loro caustica distruzione e altre più banali e riempitive, e poi vabbè un paio di cadute di stile tra cui la frase sulle radici che sa di un posticcio e un didasclismo imbarazzanti :D certo gli faccio un po' le pulci, ma tant'è :D
     
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    Capisco il tuo pensiero e può essere condivisibile, tanto è che il film ha diviso moltissimo come dicevano altri in precedenza. Io questa volta mi sento di sbilanciarmi e arrivo al voto che ho scritto, ma ho trovato davvero tutto molto orchestrato a puntino, magari non tutto perfetto (ecco le sforbiciate che dicevo io) ma tutto molto ponderato, è piuttosto simbolico sia di luoghi, di gesti e parole, che non è di facile approccio per tutti. L'ho trovata un'opera che è accostabile alle sue altre opere, sia come cifra stilistica, sia come poetica e come importanza. La Grande Bellezza è un affresco di ampio respiro secondo me, che a tratti vorrebbe osare anche di più delle sue opere precedenti come L'Uomo In Più e Le Conseguenze Dell'Amore, ma pecca di compattezza, là dove queste ultime brillano inesorabilmente e anche per me sono superiori (anche se di poco).

    Insomma al di la del voto siamo più d'accordo di quel che sembra, e non pare un'utopia se in futuro entrambi ci "veniamo incontro" con un 8 :D
     
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    CITAZIONE (Revu @ 29/5/2013, 13:13) 
    Insomma al di la del voto siamo più d'accordo di quel che sembra, e non pare un'utopia se in futuro entrambi ci "veniamo incontro" con un 8 :D

    chiosa perfetta :D ^_^
     
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  15. Fedor Lynch
     
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    sto più verso il mickes col gradimento numerico, un po' meno entusiasta di voi nonostante l'abbia comunque apprezzato

    m'è parso un po' "pasticciato" qua e là, non è riuscito a graffiare completamente ed è un peccato perchè la messa in scena è come sempre di altissima qualità
     
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40 replies since 22/5/2012, 21:58   1438 views
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