The Master

di Paul Thomas Anderson

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  1. mickes2
     
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    per me passo indietro rispetto al Petroliere (a cui però assegno un 9 marchiato a fuoco, quindi capolavoro). film che spiazza, ti si attorciglia addosso e ne avverti l'imponenza, prima di tutto tecnica, poi registica nella sua totalità (concordo con Alex sulla mostruosità del duo Hoffman-Phoenix, prove viscerali le loro) e concordo anche col tenente quando dice che alla fine si corre il rischio di rimanere con un pugno di mosche in mano. come già detto, lo sfondo famelico della congrega ipnotico-religiosa è solo l’assunto di partenza (con annessa critica di per sè deboluccia ma utile allo sviluppo) per raccontare due derive rigorosamente umane, sia nell'approccio alla vita che negli obiettivi, nei caratteri, nella personalità; le differenze verrano ben cesellate nel film, inutile elencarle. concordo con Jack quando dice che qua Anderson si fa più sottile e placa i toni magniloquenti, sia di messinscena che di tratteggio dei personaggi, ma secondo me questo smorzare va di pari passo con un pochetto di superficialiltà. qua a tutti gli effetti abbiamo un Master of ceremony, un guru, serpe in seno ad una società inerme e ingenua, allo sbando, debole, provata psicologicamente, incarnata da Freddie. ci sono due personalità vicine ma sempre parallele, quasi interamente specchiate: dove l'uno è impulsivo e scatena istinti primordiali, l'altro è riflessivo, silenzioso, luciferino; dove l'uno esterna tutte le sue pulsioni (soprattutto sessuali) l'altro le reprime di fronte allo specchio di un bagno. è un continuo testa a testa che di lento, prolisso ed estenuante non ha nulla, anzi c'è dinamicità nel contrapporre situazioni di "formazione" caratteriale e nel voler plasmare gli individui a proprio piacimento. è un continuo insidiarsi nelle cavità della mente di entrambi per scindere o accogliere il Bene e il Male da chi il Bene e il Male lo predica. ma, è nell’instabilità dell’uomo che si cela il vero coraggio e la consapevolezza? è nella fragilità dell’animo -soffocato dai ricordi- che si indebolisce l’illusione di un presente sereno? e si alimentano le possibilità di un futuro stabile ma tragicamente in solitudine? incipit e finale che si specchiano (stanza angusta all'inizio, stanza abnorme alla fine) e spiaggia, non restituiscono un senso di estrema compiutezza, e probabilmente danno un tocco onirico francamente superfluo. per ora è un 7, lo voglio rivedere per comprenderlo meglio semmai, e per la lingua originale ovviamente.
     
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38 replies since 1/9/2012, 16:44   2046 views
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