Maps To The Stars

di David Cronenberg

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    Rachel Weisz nel nuovo film di David Cronenberg, Maps to the Stars

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    Ci sarà anche Rachel Weisz in Map of the Stars, il nuovo film che David Cronenberg girerà a Los Angeles a partire dal maggio prossimo.
    L’attrice inglese, alla sua prima esperienza su un set di Cronenberg, si unisce quindi ad un veterano delle collaborazioni con il canadese
    come Viggo Mortensen e al Robert Pattinson che è stato riconfermato al volo dopo il lavoro svolto in Cosmopolis...

    Comingsoon

    Edited by Revu - 29/4/2014, 18:38
     
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    DATA USCITA: 21 maggio 2014
    GENERE: Drammatico
    ANNO: 2014
    REGIA: David Cronenberg
    SCENEGGIATURA: Bruce Wagner
    ATTORI: Julianne Moore, Robert Pattinson, Mia Wasikowska, John Cusack, Sarah Gadon, Olivia Williams, Carrie Fisher, Niamh Wilson, Jayne Heitmeyer, Emilia McCarthy
    FOTOGRAFIA: Peter Suschitzky
    MONTAGGIO: Ronald Sanders
    PRODUZIONE: Prospero Pictures, Sentient Entertainment, SBS Productions, Integral Film
    DISTRIBUZIONE: Adler Entertainment
    PAESE: USA

    La pellicola esplora il lato più crudele di Hollywood attraverso la storia della famiglia Weiss: il padre Sanford (John Cusack) è uno psicoterapeuta, che ha fatto fortuna vendendo i suoi manuali di autostima; la moglie Christina (Olivia Williams) si occupa per lo più di rilanciare la carriera del figlio 13enne Benji (Evan Bird), ex star televisiva appena uscita dalla riabilitazione per droga (era in clinica da quando aveva 9 anni), così come sua sorella Agatha (Mia Wasikowska), anche lei ricoverata perché affetta da piromania e ora tornata in libertà e intenta a distrarsi tra le braccia di un autista di limousine (Robert Pattinson). A questo quadretto si aggiunge Havana (Julianne Moore), uno dei pazienti di Sanford, attrice che sogna di girare il remake di un film di sua madre Clarice, nome noto nel cinema degli anni ’60, il cui fantasma la perseguita durante la notte (bestmovie.it)

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    In concorso al 67° Festival di Cannes

    Edited by Revu - 25/5/2014, 12:14
     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    Imprescindibile come ogni opera del canadese :wub:
     
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    Davvero interessante come pellicola, da vedere assolutamente!!
     
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    Impegnativo, mooooolto impegnativo!!
    Mi occorre una seconda visione ma mi è piaciuto parecchio :)
     
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    gran film, grondante libido, ossessioni e follie, vivisezione antopologica di un mondo decadente e infetto del quale non si risparmia alcunchè; è come abitato da presenze inanimate, senz'anima, dove i modelli (famigliari, industriali) sono oramai prossimi ad un'identità mortifera, che in aggiunta si sovrappongono a quelli che in precedenza erano i vivi. una vitalità clamorosamente ridotta in cenere nella quale si annaspa e si soffoca, rimane solo la "libertà" di un cielo scuro e stellato.
     
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    Pellicola con la quale rimango un pò tiepido, seppur mi sia piaciuta, Cronenberg inscena un'analisi del mondo hollywoodiano con repulsioni, sesso, incesto, volgarità, ansie, aspettative, sogni, redenzione e amore, con un parco d'attori in parte (su tutti splendida Julienne Moore), ma che ha forse nello script (anche questa volta non suo) il neo che lo poteva elevare a ben altro livello, infatti certi argomenti sono già stati sviscerati e analizzati, probabilmente serviva un pò più originalità. Con piccoli rimandi al Cosmopolis procedente (Pattison, la limousine, il primo piano sulla pistola), Cronenberg si distanzia dal cinema che lo ha reso noto ma mantiene sempre quel fascino di grande cineasta.

    Voto: 7

    P.S. Mickes bello scritto, in tre righe scrivi l'essenza dell'opera, però metti il voto :P
     
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    Revu sono in parte d'accordo che il soggetto possieda meno potenziale poichè sviscerato molte altre volte, ma qua la marcia in più, oltre all'impianto estetico e alla direzione attoriale, a mio avviso è data dal personaggio della Wasikowska, vero e proprio angelo sterminatore dei fantasmi-infetti hollywoodiani, che in un mondo in cui la follia è diventata normalità è l'unica - seppur clinicamente malata - sana e innocente, ma ustionata e lesionata all'interno e all'esterno da qualcosa di enorme che non è riuscita a distruggere o purificare nemmeno con un'arma potentissima come il fuoco. il mio pensiero in due parole, ecco, non è un capolavoro ma un gran film, non certo esente da difetti perchè qualche passaggio a vuoto ce l'ha, ma validissimo, molto cinico e sulfureo.
    sono rimasto di sasso all'esultanza di Havana (a proposito grande Moore) per la morte del figlio della collega/rivale.
    il voto per me è un 8 scritto in calce in attesa di rivederlo in originale.
     
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    CITAZIONE (Revu @ 27/5/2014, 13:27) 
    ..ma che ha forse nello script (anche questa volta non suo) il neo che lo poteva elevare a ben altro livello, infatti certi argomenti sono già stati sviscerati e analizzati, probabilmente serviva un pò più originalità

    Più che la sceneggiatura forse manca proprio "la presa" sui personaggi, Moore a parte. O meglio, è proprio la scrittura dei personaggi che sembra deficitaria, lasciandoli scivolare via senza darne un carattere marcato, senza scavare solchi, come spesso invece è stato capace di fare. Può essere che parte della colpa sia nella scrittura, ma da Cronenberg ci si aspetta sempre il meglio, ed in questo caso mi sembra abbia fatto poco per correggere un eventuale poca incisività dello script. Manca anche la tensione, quella tensione sottostante in quasi tutta la sua opera, capace di esplodere con ben altri risultati (quì invece vi si assiste quasi narcotizzati). Il nuovo Cronenberg è ben evidente dai tempi di A history of violence, ed a me piace molto, ma vorrei che tornasse a ruggire, a graffiare e ad esplodere come sa fare ed ha fatto, a partire proprio dal titolo citato.

    Mi attesto anch'io su un 7

    PS: questa non l'ho proprio digerita
    Possibile che nel 2014 non si sia potuto far meglio a livello di effetti speciali? Mi riferisco a quella torcia umana terribilmente finta -_-
     
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    Sono sostanzialmente d'accordo con te Guido, stesse sensazioni e stesso gradimento, e devo dire pure stesse tue aspettative. Però per scrittura dei personaggi e conseguenza "presa" degli stessi tutto è riconducibile appunto a mancanze di sceneggiatura, se per sceneggiatura si intende non solo gli snodi narrativi ma anche i dialoghi e lo scavo psicologico degli attori. Ccome dici, Cronenberg si è adagiato troppo su uno script non suo (di Wagner), senza apportare molto di personale, e ne esce un film valido, affascinante, ma che non sa colpire a fondo come potenzialmente il canadese ci aveva abituato. Per me Cronenberg fino a A Dangerous Method era sempre piaciuto moltissimo, poi non lo so, sembra perdersi e dirigere con la mano sinistra, nonostante Cosmopolis nella sua cripticità mi era piaciuto, però insomma i suoi capolavori sono lontani haimè. Forse deve tornare a trattare altri generi (l'horror?) e prendere in mano totalmente la sceneggiatura, perchè nutro grande stima per un autore che non voglio credere che non sia più capace di sfornare capolavori.
     
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  14. marsellus wallace
     
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    per me delusione, il grande regista per una volta mi ha deluso. Ci sta, il mio amore incondizionato per lui ovviamente non è minimamente intaccato

    Non c'è niente da fare, Cronenberg non è più lui, ormai esaurita l'ossessione per i temi della carne al sangue fritta e rivoltata dall'interno, è diventato sempre più intimista e criptico, affrontando da par suo tematiche sempre diverse che ora sfociano nel marcio di Hollywood, affrontando lo sconvolgimento mentale di alcune piccole stars di cui ne fa la marcia mappa. Il gruppo di personaggi inquieti e corrotti dall'invidia è capitanato da una strepitosa Julianne Moore, attrice fenomenale che interpreta una attrice che ha l'ossessione di avere il ruolo di sua madre, la donna vede continuamente fantasmi di un passato terribile che le parlano (il Sesto senso è citato per definirne le differenze), ogni volta la visione di una giovane la mette di fronte a qualche colpa. Il suo terapista mentale e massaggiatore (John Cusack) ha un figlio che è un baby-divo di una serie di successo, viziato e annoiato, assecondato dalla madre (Olivia Williams) si perde tra ragazzine e comportamenti lascivi. Intanto un autista (Robert Pattinson, che Cronenberg infila sempre in auto bene o male) sogna di diventare una star del cinema. E' proprio lui che accompagna una ragazzina gravemente ustionata (Mia Wasikowska, sempre più brava) in questo mondo inquieto e corrotto. A poco a poco la presenza di lei influenzerà tutti e porterà allo scoperto segreti e ansie sepolte.
    Con questo film Cronenberg raggiunge un obbiettivo, quello di mostrare un Hollywood marcia e corrotta (che gioisce per la morte di un bambino per convenienza ritrovata e ne spreme togliendogli l'innocenza dell'infanzia altri) che fatica a trovare un'identità morale nonostante titoli e diplomi, un intento serio e consapevole che però ha un enorme difetto, la vicenda perde i pezzi dopo poco, i singoli (la Moore in testa) cercano di reggerla ma il lavoro non diventa mai corale e risulta discontinuo, i concetti sono allungati come le frasi fatte e ridondanti che vengono dette, il mistero dietro a tutto è quanto mai banale (ovviamente non lo diciamo), segno prepotente che lontano dalla visionarietà di cui è maestro il regista canadese non riesce a pungere lo spettatore, lo lascia indifferente e tranquillo fino a ritornare interessante solo poco prima dei titoli di chiusura. Troppo poco per un tale autore, che ci ha regalato autentiche perle e che ora sembra essersi fermato a riflettere anche troppo perdendo la forza impattante dell'istinto.

    voto 6
     
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13 replies since 8/11/2012, 16:00   736 views
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