A Proposito Di Davis

di Ethan e Joel Coen

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Spunk
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Pak7 @ 9/2/2014, 01:21) 
    Sono leggermente meno entusiasta dei commenti che mi hanno preceduto.

    Dai Coen in effetti non sai cosa aspettarti, sicuramente non un film "normale", ma sempre qualcosa di particolare e sopra le righe. "A proposito di Davis" è una sorta di via di mezzo, la storia di un musicista e paroliere in cerca di sè stesso. Storia che alterna momenti divertenti a momenti un pò più cupi (non propriamente tristi) e rimane comunque godibile, nella quale Davis incontrerà diversi personaggi "strambi" (ma non troppo). Interpretazione strepitosa del protagonista Oscar Isaac. La Mulligan e John Goodman offrono una prova nella media, non lì ho trovati tanto straordinari, soprattutto rapportati al loro minutaggio nel film stesso. Non mi ha convinto particolarmente il finale, anzi un pò di amaro in bocca me l'ha lasciato.

    7.5

    Ognuno ha le proprie opinioni, però permettimi di dire che se uno da 9 a Il capitale umano e 7,5 a Inside Llewyn Davis è poco credibile. :D
    Il finale poi è la ciliegina sulla torta che completa i significati ed il senso di tutto il film.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    11,133

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Spunk @ 9/2/2014, 21:36) 
    CITAZIONE (Pak7 @ 9/2/2014, 01:21) 
    Sono leggermente meno entusiasta dei commenti che mi hanno preceduto.

    Dai Coen in effetti non sai cosa aspettarti, sicuramente non un film "normale", ma sempre qualcosa di particolare e sopra le righe. "A proposito di Davis" è una sorta di via di mezzo, la storia di un musicista e paroliere in cerca di sè stesso. Storia che alterna momenti divertenti a momenti un pò più cupi (non propriamente tristi) e rimane comunque godibile, nella quale Davis incontrerà diversi personaggi "strambi" (ma non troppo). Interpretazione strepitosa del protagonista Oscar Isaac. La Mulligan e John Goodman offrono una prova nella media, non lì ho trovati tanto straordinari, soprattutto rapportati al loro minutaggio nel film stesso. Non mi ha convinto particolarmente il finale, anzi un pò di amaro in bocca me l'ha lasciato.

    7.5

    Ognuno ha le proprie opinioni, però permettimi di dire che se uno da 9 a Il capitale umano e 7,5 a Inside Llewyn Davis è poco credibile. :D
    Il finale poi è la ciliegina sulla torta che completa i significati ed il senso di tutto il film.

    Bene andiamo sul personale.
    Ma infatti ognuno ha le sue opinioni. E poi tu chi sei per dirmi che io sono poco credibile? Hai presente un minimo di netiquette che si usa su un forum? Io non credo, abbiamo due pareri diversi, ma se mi parli di credibilità vai sul personale. Tu esci della torta, hai zero messaggi, non hai mai commentato un film, arrivi, giudichi gli altri dicendogli che sono poco credibili? :lol: :lol: :lol:
    Comunque aspetto un tuo commento su Il capitale umano( nell'apposito topic, non qua), o c' è già? :lol:
    sempre che tu l'abbia visto, perché di denigratori del cinema italiano che parlano per sentito dire ne è pieno, ma non credo che questo sia il tuo caso......... Spero
     
    Top
    .
  3. marsellus wallace
     
    .

    User deleted


    pur adorando i coen questo film mi sembra un esercizio di stile solo per la loro voglia di fare un film sul folk e che non avevano una storia veramente profonda da raccontare, certo girato molto bene, fotografia di grande pregio e il gatto superstar, però per chi non ama il folk può risultare noioso e l'odissea del perdente piuttosto ripetitiva. Non mi ha dato particolari emozioni che questi autori mi hanno regalato in passato.
     
    Top
    .
  4. Gubizzo
     
    .

    User deleted


    Io invece credo che ci sia una storia profondissima che segua tutto lo svolgimento della pellicola. Il dramma che ha investito tutti, dal protagonista agli altri personaggi. Non voglio spoilerare ovviamente, ma il film una direzione ben precisa. I fratelli Coen riescono come al solito a mescolare le emozioni e il il dramma esce fuori nella musica, ma questa è anche ironica e perché no, riesce anche a divertire.
    E' bellissimo poter ascoltare sul grande schermo canzoni intere e sottotitolate, proprio perché sono parole che narrano, emozionano e mandano tantissimi input allo spettatore.
    Nei film dei Coen ogni personaggio vive un dramma, celato dietro un'amara ironia.
    Io ripeto che per me avrebbe meritato almeno altre quattro, cinque candidature. Accade sempre qualcosa di strano agli Academy.
    Capolavoro
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    9,389
    Location
    Versilia Rock City

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Spunk @ 9/2/2014, 21:36) 
    CITAZIONE (Pak7 @ 9/2/2014, 01:21) 
    Sono leggermente meno entusiasta dei commenti che mi hanno preceduto.

    Dai Coen in effetti non sai cosa aspettarti, sicuramente non un film "normale", ma sempre qualcosa di particolare e sopra le righe. "A proposito di Davis" è una sorta di via di mezzo, la storia di un musicista e paroliere in cerca di sè stesso. Storia che alterna momenti divertenti a momenti un pò più cupi (non propriamente tristi) e rimane comunque godibile, nella quale Davis incontrerà diversi personaggi "strambi" (ma non troppo). Interpretazione strepitosa del protagonista Oscar Isaac. La Mulligan e John Goodman offrono una prova nella media, non lì ho trovati tanto straordinari, soprattutto rapportati al loro minutaggio nel film stesso. Non mi ha convinto particolarmente il finale, anzi un pò di amaro in bocca me l'ha lasciato.

    7.5

    Ognuno ha le proprie opinioni, però permettimi di dire che se uno da 9 a Il capitale umano e 7,5 a Inside Llewyn Davis è poco credibile. :D
    Il finale poi è la ciliegina sulla torta che completa i significati ed il senso di tutto il film.

    E perché mai, spiegami su!
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    11,133

    Status
    Offline
    CITAZIONE (marsellus wallace @ 10/2/2014, 07:53) 
    pur adorando i coen questo film mi sembra un esercizio di stile solo per la loro voglia di fare un film sul folk e che non avevano una storia veramente profonda da raccontare, certo girato molto bene, fotografia di grande pregio e il gatto superstar, però per chi non ama il folk può risultare noioso e l'odissea del perdente piuttosto ripetitiva. Non mi ha dato particolari emozioni che questi autori mi hanno regalato in passato.

    Sono decisamente d'accordo , pur essendo, credo, maggiormente soddisfatto rispetto a te per il risultato finale. Per me i capolavori dei Coen sono altri (Non è un paese per vecchi in primis) :)
     
    Top
    .
  7. Spunk
     
    .

    User deleted


    Il mio non voleva essere un commento offensivo, è solo che i due film sono oggettivamente di un'altra qualità, Inside Llewys Davis è puro cinema poetico, Il capitale umano è un buon film di genere, che vive di riflesso al mare di merda che è il cinema italiano, e che nonostante grandi limiti (personaggi spesso e volentieri ridotti a macchiette, siparietti comici fuori luogo, insomma si porta dietro parte dei difetti della classica commedia all'italiana) ho apprezzato.
    Non sto sindacando il fatto che a te il film di Virzì possa essere piaciuto di più, ci mancherebbe, ho solo detto che il 9 a Virzì e il 7.5 ai Coen è poco credibile. Ma d'altronde sei un appassionato come tutti (credo) qua dentro, quindi alla fine va bene così, e mi scuso per i toni.
    Se fosse stato un critico, con anni di studio del cinema alle spalle, a dare quei voti, allora sarebbe stato grave, sì.

    EDIT: Comunque Non è un paese per vecchi (per quanto sia un ottimo film) è forse il film meno coeniano, e i Coen sono un perfetto esempio di Oscar dato al film che meno rispecchia il loro autore (un po' come Scorsese con Departed).
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    9,389
    Location
    Versilia Rock City

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Spunk @ 10/2/2014, 13:14) 
    Il mio non voleva essere un commento offensivo, è solo che i due film sono oggettivamente di un'altra qualità, Inside Llewys Davis è puro cinema poetico, Il capitale umano è un buon film di genere, che vive di riflesso al mare di merda che è il cinema italiano, e che nonostante grandi limiti (personaggi spesso e volentieri ridotti a macchiette, siparietti comici fuori luogo, insomma si porta dietro parte dei difetti della classica commedia all'italiana) ho apprezzato.
    Non sto sindacando il fatto che a te il film di Virzì possa essere piaciuto di più, ci mancherebbe, ho solo detto che il 9 a Virzì e il 7.5 ai Coen è poco credibile. Ma d'altronde sei un appassionato come tutti (credo) qua dentro, quindi alla fine va bene così, e mi scuso per i toni.
    Se fosse stato un critico, con anni di studio del cinema alle spalle, a dare quei voti, allora sarebbe stato grave, sì.

    E come si suol dire, la pezza è peggiore del buco!!! Già ci sarebbe da fermarsi e chiudere tutto all'affermazione "il mare di merda che è il cinema italiano" (che pure non se la passa benissimo, anzi se la passa proprio male, soprattutto a livello di cinema medio, mentre non manca affatto in quello d'autore altrimenti dovrei dire che ti sei perso qualcosa se non molto per strada). Un'affermazione che è il festival del qualunquismo della peggior specie.

    Poi quel "se fosse stato un critico con anni di studio sarebbe grave", dato che invece sei stato tu, normale appassionato, ma che probabilmente ed evidentemente non te ne intendi tanto (altrimenti sarebbe chiosa inutile e superflua), allora non è grave. Ma dai!

    Allora tanto per aprirti gli occhi ti dico che fior fior di critici, con anni di studio alle spalle, tipo Giona Nazzaro di Rumore ad ora hanno bocciato il film dei Coen ed altri, come Mauro Gervasini, ex Duel e Duellanti, sono stati molto tiepidi assegnando un 6.

    Io non l'ho ancora visto e non mi esprimo a riguardo, i Coen, li adoro molto, hanno sfornato capolavori, ma anche loro in passato non sempre sono stati all'altezza della loro fama, risultando comunque godibili, ma Virzì è un grande autore e non sarà mai troppo tardi quando finalmente la si smetterà di considerarlo autore di secondo piano perché autore da commedia all'italiana e nulla più (che significa poi i difetti tipici della commedia all'italiana: io per commedia all'italiana intendo quella di Monicelli, Risi, Scola, Comencini ecc.. che ha prodotto opere immense, che ha fatto scuola nel mondo e che è uno dei fiori all'occhiello della nostra cinematografia. Non intendo di certo quella dei Genovese, Brizzi, Vanzina, Pieraccioni e compagnia che non è affatto commedia all'italiana.

    Questo suo Il capitale umano è tutt'altro che filmetto di genere (come se poi essere film di genere fosse una colpa o fosse da considerare un ridimensionamento: Psycho è un film di genere come lo è La cosa di Carpenter), ma un film potente, dalla costruzione narrativa complessa e impeccabile, dalla gestione dei tempi e della tensione perfetta e dalla raffinatezza formale mirabile. Condito di personaggi atrocemente veri nella loro povertà spirituale o di personaggi di sconfitti non senza colpe (come la Bruni Tedeschi) di intensa fattura, pur non esente di alcuni difetti nella caratterizzazione forzata di alcuni personaggi di contorno (tipo Lo Cascio). Insomma un acuto e profondo spaccato sociale, cupo, amaro e senza speranza...o forse sì, quella rappresentata dai giovani.

    In definitiva non c'è alcuna lesa maestà nel preferire Il Capitale Umano, avessimo detto Zalone!!! Fine OT.
     
    Top
    .
  9. Spunk
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (michibaldi @ 10/2/2014, 13:40) 
    CITAZIONE (Spunk @ 10/2/2014, 13:14) 
    Il mio non voleva essere un commento offensivo, è solo che i due film sono oggettivamente di un'altra qualità, Inside Llewys Davis è puro cinema poetico, Il capitale umano è un buon film di genere, che vive di riflesso al mare di merda che è il cinema italiano, e che nonostante grandi limiti (personaggi spesso e volentieri ridotti a macchiette, siparietti comici fuori luogo, insomma si porta dietro parte dei difetti della classica commedia all'italiana) ho apprezzato.
    Non sto sindacando il fatto che a te il film di Virzì possa essere piaciuto di più, ci mancherebbe, ho solo detto che il 9 a Virzì e il 7.5 ai Coen è poco credibile. Ma d'altronde sei un appassionato come tutti (credo) qua dentro, quindi alla fine va bene così, e mi scuso per i toni.
    Se fosse stato un critico, con anni di studio del cinema alle spalle, a dare quei voti, allora sarebbe stato grave, sì.

    E come si suol dire, la pezza è peggiore del buco!!! Già ci sarebbe da fermarsi e chiudere tutto all'affermazione "il mare di merda che è il cinema italiano" (che pure non se la passa benissimo, anzi se la passa proprio male, soprattutto a livello di cinema medio, mentre non manca affatto in quello d'autore altrimenti dovrei dire che ti sei perso qualcosa se non molto per strada). Un'affermazione che è il festival del qualunquismo della peggior specie.

    Poi quel "se fosse stato un critico con anni di studio sarebbe grave", dato che invece sei stato tu, normale appassionato, ma che probabilmente ed evidentemente non te ne intendi tanto (altrimenti sarebbe chiosa inutile e superflua), allora non è grave. Ma dai!

    Allora tanto per aprirti gli occhi ti dico che fior fior di critici, con anni di studio alle spalle, tipo Giona Nazzaro di Rumore ad ora hanno bocciato il film dei Coen ed altri, come Mauro Gervasini, ex Duel e Duellanti, sono stati molto tiepidi assegnando un 6.

    Io non l'ho ancora visto e non mi esprimo a riguardo, i Coen, li adoro molto, hanno sfornato capolavori, ma anche loro in passato non sempre sono stati all'altezza della loro fama, risultando comunque godibili, ma Virzì è un grande autore e non sarà mai troppo presto quando finalmente la si smetterà di considerarlo autore di secondo piano perché autore da commedia all'italiana e nulla più (che significa poi i difetti tipici della commedia all'italiana: io per commedia all'italiana intendo quella di Monicelli, Risi, Scola, Comencini ecc.. che ha prodotto opere immense, che ha fatto scuola nel mondo e che è uno dei fiori all'occhiello della nostra cinematografia. Non intendo di certo quella dei Genovese, Brizzi, Vanzina, Pieraccioni e compagnia che non è affatto commedia all'italiana.

    Questo suo Il capitale umano è tutt'altro che filmetto di genere (come se poi essere film di genere fosse una colpa o fosse da considerare un ridimensionamento: Psycho è un film di genere come lo è La cosa di Carpenter), ma un film potente, dalla costruzione narrativa complessa e impeccabile, dalla gestione dei tempi e della tensione perfetta e dalla raffinatezza formale mirabile. Condito di personaggi atrocemente veri nella loro povertà spirituale o di personaggi di sconfitti non senza colpe (come la Bruni Tedeschi) di intensa fattura, pur non esente di alcuni difetti nella caratterizzazione forzata di alcuni personaggi di contorno (tipo Lo Cascio). quella dei giovani. Insomma un acuto e profondo spaccato sociale, amaro e senza speranza...o forse sì, quella dei giovani.

    In definitiva non c'è alcuna lesa maestà nel preferire Il Capitale Umano, avessimo detto Zalone!!! Fine OT.

    Non vedo come il cinema italiano se la possa passar bene, visto che negli ultimi anni a parte Sorrentino, Garrone e se vogliamo anche Tornatore(sicuramente me ne dimentico qualcuno ma non è questo il punto), oltre al già citato Virzì, ha fatto vedere ben poco, se poi vogliamo dire di no ok.

    Mi sono poi dimenticato di specificare "i difetti della commedia italiana degli ultimi anni", e anche lì vabbè siete liberi di pensarla diversamente ma secondo me è proprio quello il problema del film: voler fare qualcosa (che sia thriller piuttosto che noir non importa) portandosi dietro i difetti che contraddistinguono la commedia italiana degli ultimi anni. Che poi ho anche apprezzato Il capitale umano, ripeto.

    Per quanto riguarda i critici, per il mio modo di vedere è grave che un critico mi dica che Il capitale umano vale 9 e Davis 7.5. Sarà che boh non mi piace metterla sui numeri (anche perchè 9/10 vuol dire capolavoro o poco ci manca, per questo i numeri non mi piacciono a prescindere) ma non mi sembrano voti assegnati con oggettività. Anche quì ripeto, c'è il gusto personale, e allora va benissimo dirlo, mi ha solo stranito la differenza numerica. Che poi ci siano critici che dicono stronzate quello lo sanno tutti, la mia affermazione era solo per dire che quei voti ci stanno in base al gusto personale, in base all'oggettivo valore artistico no. Che poi anche questa è una mia opinione, quindi il ciclo si potrebbe ripetere all'infinito, come giustamente hai fatto notare tu.

    Finisco l'OT concordando sul fatto che non c'è lesa maestà preferendo il film di Virzì. Mi ha solo sorpreso, perchè ho trovato nell'ultimo lavoro dei Coen un livello di cinema veramente alto.

    Edited by Spunk - 10/2/2014, 14:30
     
    Top
    .
  10. Malmsteen AdS
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Pak7 @ 10/2/2014, 01:57) 
    CITAZIONE (Spunk @ 9/2/2014, 21:36) 
    Ognuno ha le proprie opinioni, però permettimi di dire che se uno da 9 a Il capitale umano e 7,5 a Inside Llewyn Davis è poco credibile. :D
    Il finale poi è la ciliegina sulla torta che completa i significati ed il senso di tutto il film.

    Bene andiamo sul personale.
    Ma infatti ognuno ha le sue opinioni. E poi tu chi sei per dirmi che io sono poco credibile? Hai presente un minimo di netiquette che si usa su un forum? Io non credo, abbiamo due pareri diversi, ma se mi parli di credibilità vai sul personale. Tu esci della torta, hai zero messaggi, non hai mai commentato un film, arrivi, giudichi gli altri dicendogli che sono poco credibili? :lol: :lol: :lol:
    Comunque aspetto un tuo commento su Il capitale umano( nell'apposito topic, non qua), o c' è già? :lol:
    sempre che tu l'abbia visto, perché di denigratori del cinema italiano che parlano per sentito dire ne è pieno, ma non credo che questo sia il tuo caso......... Spero

    Pak, non te la prendere ma questo discorso de "l'andare sul personale" non mi torna molto.
    Qui vieni in rilievo solo come "Pak7", utente di dvdforum e qualsiasi giudizio su di te, lecito o meno, potrà riguardare solo la tua attività come utente, non di certo la persona che sta dietro ad un nickname.
    Nel caso specifico, la tua credibilità è quella che ti costruisci giorno dopo giorno agli occhi delle migliaia di persone (iscritti e non) che leggono quotidianamente questo forum e di conseguenza i tuoi post. Interventi, i tuoi, che sono numerosi, riguardano quasi esclusivamente il cinema e sono sempre accompagnati da un voto.
    Mettici anche che spesso capita di leggere giudizi dati all'interno di videoteche degli utenti, dove si alternano voti a dei n.v. (non visto), ed il gioco è fatto: tutti possono sapere quali film hai visto, quali non hai visto e che preferenze hai, e non mi sembra il caso di drammatizzare se una persona con pochi messaggi contesta il metro che hai utilizzato per giudicare due film usciti da poco in sala. Magari è il punto di partenza per una discussione certamente più interessante di tante altre dove si è sempre tristemente tutti d'accordo ;)
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    11,133

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Malmsteen AdS @ 10/2/2014, 15:38) 
    CITAZIONE (Pak7 @ 10/2/2014, 01:57) 
    Bene andiamo sul personale.
    Ma infatti ognuno ha le sue opinioni. E poi tu chi sei per dirmi che io sono poco credibile? Hai presente un minimo di netiquette che si usa su un forum? Io non credo, abbiamo due pareri diversi, ma se mi parli di credibilità vai sul personale. Tu esci della torta, hai zero messaggi, non hai mai commentato un film, arrivi, giudichi gli altri dicendogli che sono poco credibili? :lol: :lol: :lol:
    Comunque aspetto un tuo commento su Il capitale umano( nell'apposito topic, non qua), o c' è già? :lol:
    sempre che tu l'abbia visto, perché di denigratori del cinema italiano che parlano per sentito dire ne è pieno, ma non credo che questo sia il tuo caso......... Spero

    Pak, non te la prendere ma questo discorso de "l'andare sul personale" non mi torna molto.
    Qui vieni in rilievo solo come "Pak7", utente di dvdforum e qualsiasi giudizio su di te, lecito o meno, potrà riguardare solo la tua attività come utente, non di certo la persona che sta dietro ad un nickname.
    Nel caso specifico, la tua credibilità è quella che ti costruisci giorno dopo giorno agli occhi delle migliaia di persone (iscritti e non) che leggono quotidianamente questo forum e di conseguenza i tuoi post. Interventi, i tuoi, che sono numerosi, riguardano quasi esclusivamente il cinema e sono sempre accompagnati da un voto.
    Mettici anche che spesso capita di leggere giudizi dati all'interno di videoteche degli utenti, dove si alternano voti a dei n.v. (non visto), ed il gioco è fatto: tutti possono sapere quali film hai visto, quali non hai visto e che preferenze hai, e non mi sembra il caso di drammatizzare se una persona con pochi messaggi contesta il metro che hai utilizzato per giudicare due film usciti da poco in sala. Magari è il punto di partenza per una discussione certamente più interessante di tante altre dove si è sempre tristemente tutti d'accordo ;)

    Certo, ma appunto, essendo un forum, per andare " sul personale" basta un commento del genere. Di certo io mi gioco la mia credibilità su ciò che scrivo, poi uno è libero di ascoltare / ignorare il mio giudizio. Ma senza fare battute e senza definire poco credibile una persona per un voto dato a un film rispetto che a un altro. Non si tratta di drammatizzare, ma appunto c'è modo e modo di porsi ( avessi dato 10 a un cine panettone è un discorso che avrei anche accettato :lol: )
    In ogni caso spunk mi pare si sia chiarito, quindi tutto sto discorso passa in cavalleria, quindi quando qualcuno vorrà parlare del film tanto meglio...
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    9,389
    Location
    Versilia Rock City

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Spunk @ 10/2/2014, 13:59) 
    CITAZIONE (michibaldi @ 10/2/2014, 13:40) 
    E come si suol dire, la pezza è peggiore del buco!!! Già ci sarebbe da fermarsi e chiudere tutto all'affermazione "il mare di merda che è il cinema italiano" (che pure non se la passa benissimo, anzi se la passa proprio male, soprattutto a livello di cinema medio, mentre non manca affatto in quello d'autore altrimenti dovrei dire che ti sei perso qualcosa se non molto per strada). Un'affermazione che è il festival del qualunquismo della peggior specie.

    Poi quel "se fosse stato un critico con anni di studio sarebbe grave", dato che invece sei stato tu, normale appassionato, ma che probabilmente ed evidentemente non te ne intendi tanto (altrimenti sarebbe chiosa inutile e superflua), allora non è grave. Ma dai!

    Allora tanto per aprirti gli occhi ti dico che fior fior di critici, con anni di studio alle spalle, tipo Giona Nazzaro di Rumore ad ora hanno bocciato il film dei Coen ed altri, come Mauro Gervasini, ex Duel e Duellanti, sono stati molto tiepidi assegnando un 6.

    Io non l'ho ancora visto e non mi esprimo a riguardo, i Coen, li adoro molto, hanno sfornato capolavori, ma anche loro in passato non sempre sono stati all'altezza della loro fama, risultando comunque godibili, ma Virzì è un grande autore e non sarà mai troppo presto quando finalmente la si smetterà di considerarlo autore di secondo piano perché autore da commedia all'italiana e nulla più (che significa poi i difetti tipici della commedia all'italiana: io per commedia all'italiana intendo quella di Monicelli, Risi, Scola, Comencini ecc.. che ha prodotto opere immense, che ha fatto scuola nel mondo e che è uno dei fiori all'occhiello della nostra cinematografia. Non intendo di certo quella dei Genovese, Brizzi, Vanzina, Pieraccioni e compagnia che non è affatto commedia all'italiana.

    Questo suo Il capitale umano è tutt'altro che filmetto di genere (come se poi essere film di genere fosse una colpa o fosse da considerare un ridimensionamento: Psycho è un film di genere come lo è La cosa di Carpenter), ma un film potente, dalla costruzione narrativa complessa e impeccabile, dalla gestione dei tempi e della tensione perfetta e dalla raffinatezza formale mirabile. Condito di personaggi atrocemente veri nella loro povertà spirituale o di personaggi di sconfitti non senza colpe (come la Bruni Tedeschi) di intensa fattura, pur non esente di alcuni difetti nella caratterizzazione forzata di alcuni personaggi di contorno (tipo Lo Cascio). quella dei giovani. Insomma un acuto e profondo spaccato sociale, amaro e senza speranza...o forse sì, quella dei giovani.

    In definitiva non c'è alcuna lesa maestà nel preferire Il Capitale Umano, avessimo detto Zalone!!! Fine OT.

    Non vedo come il cinema italiano se la possa passar bene, visto che negli ultimi anni a parte Sorrentino, Garrone e se vogliamo anche Tornatore(sicuramente me ne dimentico qualcuno ma non è questo il punto), oltre al già citato Virzì, ha fatto vedere ben poco, se poi vogliamo dire di no ok.

    Mi sono poi dimenticato di specificare "i difetti della commedia italiana degli ultimi anni", e anche lì vabbè siete liberi di pensarla diversamente ma secondo me è proprio quello il problema del film: voler fare qualcosa (che sia thriller piuttosto che noir non importa) portandosi dietro i difetti che contraddistinguono la commedia italiana degli ultimi anni. Che poi ho anche apprezzato Il capitale umano, ripeto.

    Per quanto riguarda i critici, per il mio modo di vedere è grave che un critico mi dica che Il capitale umano vale 9 e Davis 7.5. Sarà che boh non mi piace metterla sui numeri (anche perchè 9/10 vuol dire capolavoro o poco ci manca, per questo i numeri non mi piacciono a prescindere) ma non mi sembrano voti assegnati con oggettività. Anche quì ripeto, c'è il gusto personale, e allora va benissimo dirlo, mi ha solo stranito la differenza numerica. Che poi ci siano critici che dicono stronzate quello lo sanno tutti, la mia affermazione era solo per dire che quei voti ci stanno in base al gusto personale, in base all'oggettivo valore artistico no. Che poi anche questa è una mia opinione, quindi il ciclo si potrebbe ripetere all'infinito, come giustamente hai fatto notare tu.

    Finisco l'OT concordando sul fatto che non c'è lesa maestà preferendo il film di Virzì. Mi ha solo sorpreso, perchè ho trovato nell'ultimo lavoro dei Coen un livello di cinema veramente alto.

    Ecco bravo, così già meglio! Infatti il cinema italiano non se la passa bene, come avevo scritto anche nella parte evidenziata, soprattutto perché manca il cosiddetto cinema medio di qualità, che è quello che fa sistema, attorcigliato com'è in una serie di commediucole copia ed incolla insulse e all'acqua di rose e dall'estetica paratelevisiva (e intendo la nostra fiction televisiva, non di certo quella americana che ce ne fosse!!!).

    Finché il pubblico le premia però, purtroppo c'è poco modo di cambiare marcia....però, appunto, nonostante ciò (e questo è il miracolo) non è comunque un mare di merda, perché grazie al cielo anche negli ultimi anni, nel cinema d'autore e nel cinema indipendente, si continua a vedere della vitalità, perché ci sono ancora, e son venuti fuori, autori importanti, tra nuovi e vecchi maestri, che fanno e "osano fare" opere di qualità: oltre a Sorrentino, Garrone e Virzì, Crialese, Bechis, Benvenuti, Ferrario, Amelio, Moretti, Ciprì, Soldini, Mazzacurati, Giordana, Dritti, Marco Risi, Bellocchio, a sprazzi Luchetti e lo stesso Salvatores, nonché il gradito ritorno in grande stile di Bertolucci e dei fratelli Taviani.

    I difetti della commedia italiana degli ultimi anni sono evidenti, ma il problema è questo: da chi è purtroppo rappresentata la commedia italiana degli ultimi anni? Ecco il vero tasto dolente.

    E se guardi in questa discussione recente, proprio nel topic de Il capitale umano, non ho di certo fatto finta di non vedere: #entry391149691.

    Virzì è però un'altra cosa, Virzì, come i vecchi maestri, riesce a coniugare autorialità e semplicità di linguaggio, degno erede di quella gloriosa tradizione della commedia all'italiana che pure non ha lesinato di ricorrere anche a stereotipi e personaggi caricaturali, ma usandoli come iperboli grottesche o tragicomiche, perfettamente caratterizzate, adatte allo scopo prefissato e inserite magnificamente nel contesto narrativo, così da fungere da contrasto e da risultare credibili nel loro essere spesso più veri del vero.

    Lo stesso è quello che fa Virzì da sempre e che fa pure in questo Capitale umano, seppur uscendo dai binari canonici della commedia: perché è inevitabile che un autore si porti dietro le proprie caratteristiche, che importi in "generi altri" i propri stilemi (lo ha fatto Monicelli in quel film nero che è Un borghese piccolo piccolo, lo ha fatto Comencini nella sua incursione nel giallo di La donna della domenica eccetera).

    L'importante è il come lo fa e Virzì ne Il capitale umano non fa del macchiettismo spicciolo, ma costruisce personaggi veri, li connota, da loro spessore e carattere, alcuni li deforma in chiave grottesca, altri li prosciuga, ma tutti risultano perfettamente inseriti nel meccanismo narrativo, sono credibili e rappresentativi, sono funzionali e non stonano nella storia. Così il gigionismo di Bentivoglio, il suo personaggio così caricato quasi caricaturale, appare del tutto credibile, rappresenta perfettamente una tipologia di imprenditore mediocre e servile, sedotto dal denaro facile e disposto a tutto per ottenerlo, e funziona da perfetto contraltare tragicomico per i personaggi a cui gravita attorno, come l'affarista senza scrupoli e odioso di Gifuni, e quelli che gravitano attorno a lui e che ne pagano le conseguenze, la moglie e la figlia.

    Poi è vero che in taluni frangenti Virzì esagera e ad esempio il personaggio di Lo Cascio appare forzato, eccessivamente stereotipato e fine a se stesso, come la riunione del consiglio di amministrazione di una nuova gestione del teatro che non vedrà mai la luce, ma sono peccati veniali di un'opera che si muove a tenaglia sui personaggi, che ha una struttura affascinante, tensione narrativa e densità di scrittura, messa in scena avvolgente, atmosfera di latente inquietudine, nonché spessore critico sociale nel mostrare un realistico e crudo quadro di desolazione umana. In definitiva un bel film, anche se non arrivo a quei livelli di voto.

    Sulla seconda parte vedo che hai capito il senso del discorso, e, appurato che non necessariamente e non sempre se un critico ha un parere contrario al proprio ha detto una stronzata (vale anche per noi eh), bisogna sempre per dar forza ad un discorso e ad un giudizio argomentare e vedere le ragioni dell'argomentazione. E posto che ci debbano essere dei criteri di oggettività (seppur adulterati poi dal gusto personale), hai visto come il discorso possa finire in corto circuito, se questa oggettività poi è definita una propria opinione. In generale mi dan noia i giudizi tranchant e non motivati!

    FINE OT (sul serio) Al limite si continua sul topic di Virzì.

    P.S.: ora non mi resta che andare a vedere il film dei Coen!
     
    Top
    .
  13. marsellus wallace
     
    .

    User deleted


    tralascio il discorso dei paragoni tra capitale umano e davis che sono due film tra l'altro totalmente diversi. Pak nel capitale umano ha elaborato i motivi della sua soddisfazione e in un voto personale c'è qualcosa di diverso rispetto a bignami e dettami, come per esempio, citando un critico che se dice stronzate almeno le motiva a fondo, Farinotti, ha dato 5 stelle a O fratello dove sei? al pari di Apocalypse Now o Arancia meccanica, capolavori oggettivi e non soggettivi. Non va bene? Va bene, sappiate che Farinotti quello pensa dice al suo pubblico, poi vedete voi.
    L'intervento di Spunk era diretto all'utente e non al giudizio dell'utente, cosa che in altri tempi di maggior attenzione forumistica e non di crisi del sistema per colpa di tante cose avrebbe portato alla cancellazione del post. Bene ha fatto a difendersi.

    gubizzo scrive: E' bellissimo poter ascoltare sul grande schermo canzoni intere e sottotitolate, proprio perché sono parole che narrano, emozionano e mandano tantissimi input allo spettatore.

    testi tra l'altro per me decisamente poveri di significato, vacui e non certo aulici versi, poi ogni cosa che succedeva sembrava portare diritto alla canzone da strimpellare in compagnia per rinsaldare quel che la vita dura aveva rotto. La filosofia del gatto traghettatore e poi punitore onnipresente quando Davis fa errori, cosa che ho letto da qualche parte, mi sembra tutta aria fritta solo perché essendo un film dei Coen per forza ha significati profondi in ogni inquadratura.

    ot: la commedia italiana va male economicamente perché la gente ha solo voglia di ridere e allora si affossano tutte le produzioni più impegnate, non perché non si facciano, il numero delle copie distribuite varia in funzione della presenza di un cabarettista. E quando qualcuno con il nuovo film esce dal seminato subito viene punito con incassi insoddisfacenti. E' solo e unicamente colpa del pubblico bue che proprio altri film non li calcola di base per malavoglia di impegno. Scusate il nazismo intellettuale ma se almeno noi possiamo parlarne parliamone. E Michi se il film dei Coen vuoi vederlo su grande schermo ti consiglio di non tardare perchè già giovedì rischia di essere fuori distribuzione.






    se avete tempo e voglia qui c'è tutta la mia recensione del film

    www.cine-zone.it/recensioni/5033-a-proposito-di-davis.html
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    DVD Forum

    Group
    Administrator
    Posts
    12,176

    Status
    Offline
    CITAZIONE (marsellus wallace @ 10/2/2014, 23:40) 
    ...Farinotti, ha dato 5 stelle a O fratello dove sei? al pari di Apocalypse Now o Arancia meccanica, capolavori oggettivi e non soggettivi.

    Prendo spunto da quì perché sarebbe interessante una discussione in merito, sull'oggettività e la soggettività nel cinema, o nell'arte tutta.
    Talmente interessante che non è detto non si apra un topic in merito :D

    Sul film e sul godimento globale sono sostanzialmente d'accordo con pak e col voto finale. E' una storia ben raccontata, malinconica e grottesca al tempo stesso, intrisa fino al midollo di temi Coeniani. Alla fine è questo poi il punto, essere più o meno affini al loro modo di fare cinema, tanto universale da rendersi godibili ad una gran parte di pubblico, forse non tanto da entusiasmare tutti.
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Global Moderator
    Posts
    6,634
    Location
    Dalla sala cinematografica

    Status
    Offline
    23231_ppl

    Storia di un artista che cerca se stesso, di un perdente con l'anima di autore. In una New York anni '60 ritratta perfettamente dai Coen, si rincorrono le sorti on the road di un musicista folk, tra un gatto rosso, un ex jazzman, una ragazza incinta e un futuro Bob Dylan. Una parabola poetica e profondamente simbolica dallo stile coeniano con rimandi da loro opere precedenti, narrazione circolare con una perfezione tecnica incredibile (fotografia da oscar, regia impeccabile), che fa riflettere quanto sia importante nella vita saper cogliere l'attimo, credere nelle proprie passioni e cadere anche per esse, ma sapersi rialzare e sapergli dire: "au revoir".

    Voto: 7,5/8
     
    Top
    .
44 replies since 16/2/2013, 13:48   1021 views
  Share  
.