The Wolf Of Wall Street

di Martin Scorsese

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    Visione terminata da un oretta. Tutto gira ancor vorticosamente, sto cercando di assimilare e capire quello che ho appena visto
     
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    Pellicola bellissima e straordinaria di Marty. Scorsese ritorna a ruggire come si deve con quest'opera che si posa moltissimo sull'istrionismo di un Di Caprio strabordante. Opera gargantuesca e orgiastica in un tripudio di scene già cult che rimarranno nell'immaginario collettivo per molto, molto tempo. Capolvaoro!

    Voto: 9
     
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  3. RalphSpaccatutto
     
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    Premessa fondamentale: io reputo come massimo capolavoro formale di Martin Scorsese il primo episodio del film New York Stories.

    Detto ciò, passo all'analisi di questo Lupo di Wall Street.

    Personalmente mi è piaciuto e molto.
    Il parallelo con Quei Bravi Ragazzi può avere un significato solo perchè entrambe sono storie vere, reali, anche se ne Quei bravi ragazzi ci sono moltissime licenze dalla realtà, mentre questo film è assolutamente attinente ai fatti reali accaduti. Di Caprio ha passato ben 18 mesi insieme al vero Jordan Belfort...

    Che dire? Dal punto di vista registico è il solito grande film di Scorsese, con movimenti di macchina come solo lui sa fare e con un montaggio serrato, perfetto, come solo Thelma Shoonmaker sa fare.
    E' un film dotato di ritmo incalzante, senza respiro e sì, nonostante si conosca già la storia ed il suo finale, si è sempre in attesa della scena successiva.

    L'unica critica che mi sento di fare è relativa ad una certa qual indulgenza verso il protagonista, che in particolare Di Caprio sembra voler concedere, con il registro interpretativo adottato.
    Ma per il resto Scorsese sbatte in faccia allo spettatore tutto lo squallore di un certo mondo e la scelta degli attori è assolutamente perfetta, a partire dal "pusillanime" Jonhan Hill, assolutamente perfetto nella caratterizzazione. E anche perfetta è la scelta di visulaizzare il sesso in modo crudo, senza pietà, esattamente come credo sia in quella realtà.

    Mi spiace dunque dissentire, ma per me è un ottimo film. Non il migliore di Scorsese, ma sicuramente fra quelli che meritano di essere visti. E rivisti una seconda volta.
     
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    Francamente non riesco a spiegarmi il perchè di tanto entusiasmo...
    Al di là del solito DiCaprio perfettamente a suo agio nel ruolo del'istrionico Jordan Belfort e della bellissima Margot Robbie, il film appare vuoto quanto la realtà che mira a descrivere.... come una serata di alcol e sesso di cui il giorno dopo resta solo un forte mal di testa! Se il film fosse durato la metà e non fosse stato pompato da un eccessivo hype, il giudizio sarebbe stato sicuramente migliore, ma così come stanno le cose è soltanto una vetrina di tette, culi e droghe utile ad attrarre facili spettatori da cinepanettone!
     
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    The wolf of Wall Street

    Per fortuna è accaduto. “The wolf of Wall Street” è quella pellicola che ci si aspetta di vedere quando il regista italo-americano sta dietro la macchina da presa, quel film che fa utilizzare l'aggettivo scorsesiano per indicarne le caratteristiche peculiari, perché i caduti di Boston ed i malati mentali pur avendo un fascino certamente non secondario, non possono competere con l'esuberanza e gli eccessi che il regista non ci proponeva dai tempi di “Casino”. Ed è proprio questo l'aspetto più interessante della sua ultima opera filmica, la visione dell'eccesso, l'iperbole anarchica che scaraventa lo sguardo in mezzo a corpi da possedere e droghe da provare. Fa quasi da sfondo il personaggio di Belfort, perché a Scorsese più che la persona interessa imprimere sulla celluloide l'improponibilità di una vita simile, completamente dannata, incapace di salvarsi anche quando la redenzione gli viene servita su di un piatto d'argento, perché l'uomo non si accontenta di stagliarsi ai margini dell'immagine, di vivere agiatamente un sogno, ma vuole essere autore maledetto dei propri peccati, assicurandosi che la caduta è da lui voluta proprio come la sua ascesa. Eppure all'inizio la scelta di vivere felicemente è già avvenuta, il protagonista è già sposato con una donna che lo ama a tal punto da assecondarne i suoi sogni che lo porteranno alla disfatta. Belfort quando inizia il racconto ha già una vita, quella che si era costruito fino a 22 anni, ma sarà lui stesso a distruggerla dopo l'incontro con il mefistofelico broker Mark Hannah (un McConaughey che in un paio di minuti imprimerà il ritmo a tutto il film con un motivetto di pugni sul petto). “The wolf of Wall Street” non è tanto un film sulla caduta del sogno, ma sulla nascita dell'incubo moderno, qualcosa di marcio che corrompe chiunque ne entri in contatto, la mela di Biancaneve che tutti vogliono mangiare pur conoscendone le conseguenze. Addirittura i padri non sono più in grado di indicare la via da seguire, dato che vorrebbero essere più giovani per poter godersi vagine pelate e qualche droga. In mezzo a tutto questo delirio Scorsese riscrive la figura della donna moderna, non più semplice bellezza dedita al servilismo maschile (anche se è abilissimo nel presentarla stereotipata quanto basta per sviare lo sguardo), ma vera e propria ripartenza della famiglia, punto cardine dove tornare per cercare il perdono ammettendo le proprie colpe. Ecco forse è questa la cosa più dirompente dell'ultima opera di Scorsese, il filmare la donna moderna per quello che è, ossia la parte più forte del nucleo familiare, perché l'uomo di oggi incarnato da Belfort ci ricorda seppur in modo diverso quel dottor Harford che girava smarrito tra le strade notturne di una New York quasi deserta.

    Film - 8

    A dire il vero non vedo molta differenza tra questa pellicola e le ultime del regista, anzi credo che senza Shutter e The Departed l'estetica di questo The wolf of Wall Street sarebbe stata profondamente diversa.
     
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    Bene bene.. Revu, Ray e altri pareri interessanti e molto positivi...
    A tempo debito tornerò su questa pellicola, intanto rimarco la mia felicità per questo plebiscito nei confronti dell'ultimo Scorsese.
    :wub:
     
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    m'ha preso così tanto, che ho realizzato una locandina stile vintage per questo bellissimo film!!! :wub:

    h9vd

    sistemata ;)

    Edited by metaljack - 3/2/2014, 03:19
     
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  8. Paulinho56067
     
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    CITAZIONE (metaljack @ 2/2/2014, 16:32) 
    m'ha preso così tanto, che ho realizzato una locandina stile vintage per questo bellissimo film!!! :wub:

    e61r

    Bella! Peccato per quel "the" ahahah
     
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    Metal, il "the" prima di Wall Street è agghiacciante :D
     
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    CITAZIONE (raystorm @ 2/2/2014, 16:09) 
    A dire il vero non vedo molta differenza tra questa pellicola e le ultime del regista, anzi credo che senza Shutter e The Departed l'estetica di questo The wolf of Wall Street sarebbe stata profondamente diversa.

    Non metto la mia ingenua recensione, ma sono d'accordissimo su questo, se proprio dobbiamo trovare dei fratelli a questo lupo, stando nella filmografia di Scorsese, anche io metterei gli ultimi film, in particolare questi due.
    Il paragone con Casino e Goodfellas è valido perché il film si inserisce in quel filone americano dove la critica è ambigua e si sovrappone all'esaltazione del soggetto (criticato) il fascino dei personaggi supera (vorrei dire pareggia, ma mentirei) le azioni che compiono (ma è un filone che prescinde da scorsese)
    Cinematograficamente sono film lontanissimi, non solo nel tempo, anzi lo sono molto di più di quanto dica l'anagrafe. Basta rivederli e non fermarsi al respiro epico e al ritmo.

    Poi io sono molto(?) più entusiasta di te in generale del film, che è già tolto alla polvere delle sale per essere stato consegnato, anzi preso dal pubblico che l'ha portato istantaneamente a fenomeno di costume, è già uno di quei film che puoi citare sapendo che quasi sicuramente il tuo interlocutore coglierà il riferimento, è già uno di quei film che "come? non l'hai ancora visto?!" ed è già anche uno di quei film che hanno visto anche quelli che non l'hanno visto, perché lo assorbi dall'esterno, sta già nella vita. Difficile parlare di film così grandi.

    Poi ognuno filtra dalla propria rete culturale e io forse, più di altri, avevo bisogno di un film così grande, dal mio miope punto di vista mancano sempre di più i film Grandi e ci stiamo soffocando di film piccoli, la deriva dell'intimismo è diventata quasi insopportabile per me, ma forse non è così là fuori... è solo una mia impressione indotta dai circuiti che frequento.
     
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    CITAZIONE (nic_baker @ 2/2/2014, 23:50) 
    Poi ognuno filtra dalla propria rete culturale e io forse, più di altri, avevo bisogno di un film così grande, dal mio miope punto di vista mancano sempre di più i film Grandi e ci stiamo soffocando di film piccoli, la deriva dell'intimismo è diventata quasi insopportabile per me, ma forse non è così là fuori... è solo una mia impressione indotta dai circuiti che frequento.

    "Perle ai porci" è il nome di un bellissimo cofanetto contenente la discografia di Elio e le storie tese. Partendo da questo titolo incredibile. mi sento di poter dire che ultimamente molte pellicole sono molto più piccole delle perle, mentre gli sguardi molto più miopi di quelli dei porci, ed infatti ci si ritrova sempre ad elogiare un cinema "d'autore" che di autorialità ne ha veramente poca nel suo dna, perché è accondiscendente, troppo, anzi è l'eye candy per il cinefilo sgrammaticato della domenica o del cineforum del mercoledì. Quindi proprio come te concordo che ci sia bisogno di autori in grado di osare, con le spalle talmente grosse da permettersi d'andare oltre i canoni, ove non esista solo in bianco e nero, ma nelle maglie dei 24 fotogrammi al secondo sia presente anche il grigio.

    Edited by raystorm - 3/2/2014, 08:30
     
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    CITAZIONE (Paulinho56067 @ 2/2/2014, 22:58)
    CITAZIONE (metaljack @ 2/2/2014, 16:32) 
    m'ha preso così tanto, che ho realizzato una locandina stile vintage per questo bellissimo film!!! :wub:

    e61r

    Bella! Peccato per quel "the" ahahah

    CITAZIONE (donnie_darko @ 2/2/2014, 23:49) 
    Metal, il "the" prima di Wall Street è agghiacciante :D

    e c'avete ragione, m'è scappato, pò capità!!! mea culpa ;)
    comunque, l'ho sistemata!! (cavolo, proprio non me ne so accorto!!! :( )
     
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    CITAZIONE (raystorm @ 3/2/2014, 01:05) 
    CITAZIONE (nic_baker @ 2/2/2014, 23:50) 
    Poi ognuno filtra dalla propria rete culturale e io forse, più di altri, avevo bisogno di un film così grande, dal mio miope punto di vista mancano sempre di più i film Grandi e ci stiamo soffocando di film piccoli, la deriva dell'intimismo è diventata quasi insopportabile per me, ma forse non è così là fuori... è solo una mia impressione indotta dai circuiti che frequento.

    "Perle ai porci" è il nome di un bellissimo cofanetto contenente la discografia di Elio e le storie tese. Partendo da questo titolo incredibile. mi sento di poter dire che ultimamente molte pellicole sono molto più piccole delle perle, mentre gli sguardi molto più miopi di quelli dei porci, ed infatti ci si ritrova sempre ad elogiare un cinema "d'autore" che di autorialità ne ha veramente poca nel suo dna, perché è accondiscendente, troppo, anzi è l'eye candy per il cinefilo sgrammaticato della domenica o del cineforum del mercoledì. Quindi proprio come te concordo che ci sia bisogno di autori in grado di osare, con le spalle talmente grosse da permettersi d'andare oltre i canoni, ove non esista solo in bianco e nero, ma nelle maglie dei 24 fotogrammi al secondo sia presente anche il grigio.

    Più che altro ne facevo un discorso ancora più generale. Così generale che ho dovuto per forza premettere che magari è solo una mia impressione.
    Film Grande per me significa un film che si apre su un territorio ampio, che ha l'ambizione di abbracciare un qualcosa di universale nell'arco del tempo. Ambizione come chiave per uscire da questa deriva di austerità di pensiero. Ambizioso non come termine dispregiativo, ma come spinta. Ecco di film ambiziosi ce ne sono sempre meno, mi pare. Non è un discorso sulla durata, sui mezzi o sulla qualità, anzi sono proprio i discorsi di tipo qualitativo (meglio/peggio) che hanno lasciato intendere che ci fosse un coefficiente di difficoltà, che fosse meglio chiudersi in territori più piccoli, fosse quanto meno più difficile sbagliare. Ci sono una caterva di film insignificanti e ci sono, tra i rari film ambiziosi, film sbagliati che sono comunque dei capolavori (tree of life, melancholia)

    Quindi sì, poi alla fine il succo è quello, c'è bisogno di qualcuno che abbia l'ambizione e sia abbastanza intelligente da fregarsene di sbagliare o sia abbastanza arrogante da pensare di non sbagliare mai (Von Trier)
     
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  14. thekingofbronx
     
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    È un vortice questo film, sballi anche te quando lo guardi.... Sesso, droga, alcool, follie, una vita oltre il limite dell'eccesso. Di caprio straordinario, ma tutto il cast ho trovato sublime. Forse non lo vedo come il miglior scorsese ma un Oscar non sarebbe uno scandalo. Ti perdi per tre ore all'interno di un mondo fatto da follie, ti esalta per quasi tutto il film per poi sentirti distrutto e sfinito alla fine della proiezione. Questo è riuscito a fare scorsese almeno nei miei confronti...

    Voto 8
     
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    Dirty, sexy, money. Tre parole che rispecchiano questa pellicola cinica e audace all'ennesima potenza. Tre ore di pura follia cinematografica interpretate da un Di Caprio in grande spolvero!

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    Edited by ilovepablo - 15/6/2014, 16:46
     
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