La Vita Oscena

di Renato De Maria

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  1. marsellus wallace
     
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    Film uscito in poche sale che andrà fuori programmazione con la velocità della luce. Lo segnalo perché uno dei film più coraggiosi del panorama attuale italiano (che piaccia o meno)





    Andrea adora due cose, la poesia e la madre, gioiosa e dall'animo da figlia dei fiori. Ma un brutto giorno lui e sua padre apprendono che l'amata donna ha un male terribile, la famiglia perde ogni voglia di gioire o sorridere di nuovo. Incredibilmente mentre si attende la morte della madre, è il padre a lasciarlo per primo, stroncato da un ictus. Poi morta anche la madre, Andrea decide di andare a Milano per auto-annullarsi fino alla morte, arrivando ad essa tramite eccesso di droghe e di sesso di ogni tipo. Ma la poesia e il suo skateboard potranno ridargli qualche quesito per aggrapparsi alla vita.




    Tradotto in immagini dal dolorante romanzo di Aldo Nove (al secolo Antonio Centanin) e fortemente voluto da Isabella Ferrari (che si è ritagliata la parte della alternativa madre malata), questo film di Renato De Maria (poco prolifico ma che si dedica a trasposizioni non facili, come la vita di Andrea Pazienza in Paz!) è un prodotto alternativo come pochi all'interno del cinema italiano (e non), arrivato in sala solo e unicamente per riempire i buchi estivi di programmazione dopo un anno di sospensione dalla sua produzione.
    Per quanto ostico per il grande pubblico che lo eviterà con cura, si tratta di un prodotto statico, fumato e disperato all'ennesima potenza, La vita oscena ha in se ottimi messaggi su cui riflettere in mezzo al suo doloroso procedere e annullarsi, nel passare dal volto caldo, rassicurante e sorridente della Ferrari con cui si apre la pellicola a quello assente di Andrea/Clement Metayer. La storia di Andrea è quella di un ragazzo che vive di poesia, viaggia con il suo skateboard ed è totalmente innamorato della madre, coadiuvato dal padre amorevole (Roberto De Francesco). La madre è una filosofica erede dei figli dei fiori, rassicurante nel suo voler amare la vita e densa di profondo ottimismo senza urlare contro il destino avverso, come quando le viene diagnosticata una malattia incurabile. Andrea e il padre cadono in depressione e si preparano alla sua dipartita, ma incredibilmente non è lei a lasciare per prima questa dimensione ma il genitore paterno, stroncato da un ictus. Quando anche la donna deve arrendersi fisicamente alla violenza della malattia, Andrea decide, sorretto dal suo professore di italiano che ne coglie le profonde doti scrittorie, di andare a Milano per chiudere l'amara partita con la sua vita, in una sorta di Grande abbuffata si annullerà da solo tra droghe e sesso di ogni tipo.
    Un film di questo tipo ovviamente non potrà essere facile digestione di qualche spettatore distratto che arriva a lui senza preparazione o magari perché quella di Jurassic World non ha più posti, ma di preparati cineforumisti o amanti dell'approfondimento, noi personalmente ve lo consigliamo senza troppe remore in un ambito critico in quanto rappresenta un coraggioso monito di lotta e speranza, magari fatta in fase antecedente alla voglia di auto-annullamento che coglie il disperato Andrea, ispirato dal poeta suicida Georg Trakl e ormai privo di scogli a cui aggrapparsi. La gioventù sembra non essere una scintilla per continuare a vivere, il tempo che ti rimane ipoteticamente lungo o corto che sia se fatto di disperazione e privo di contatto con chi ami ed è scomparso non ha fascino, ma è anche vero che hai più forze per combattere ed è nel giusto indirizzo di pensiero che devi incanalarle per lottare. Con delle scene di sesso che sembrano man mano un percorso dantesco (affascinante quella sadomasochista immersa nel color latte) il film di De Maria coglie il senso del romanzo in pieno e ce lo porta senza nessuna remora di accomodamento, sorretto alla grande da tutti i 3 attori principali e dall'espressionismo lirico/grafico dello stesso regista, sospeso tra Warhol e Burroughs. Se volete una volta tanto mostrare un pizzico di coraggio tirate un gran respiro e sedetevi a meditarlo, altrimenti continuate avanti senza voler pensare per non soffrire.

    Edited by Revu - 14/6/2015, 15:12
     
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    :wub: davvero disamina molto interessante mars, se riesco lo recupero in hv
    Il regista è quello di distretto di polizia, una delle prime serie tv che ho acquistato (e poi, vabbè.. venduto)

    e de "La prima linea", pellicola veramente raccappricciante. ^_^
     
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    Curioso, non conoscevo il film e non ne avevo neanche sentito mai parlare.
    Approfondisco un po'
     
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2 replies since 14/6/2015, 12:22   71 views
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