American Hustle

di David O. Russel

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  1. nic_baker
     
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    Avevo voglia di scrivere e già che ho scritto metto qui, roba noiosa che parla poco del film.

    Non so quale sia la reputazione di Russell, nel senso che proprio mi sfugge, a volte, parlandone o leggendone, mi pare sia il più sottovalutato dei registi americani, altre volte mi pare che il fascino del ragazzaccio cattivo che ha preso a pugni clooney inneschi in molti una sorta di venerazione per quest'uomo che ha fatto quello che vorrebbero fare loro -prendere a pugni clooney- e quindi non credo esista una reputazione per questo regista, nemmeno per contrasto, non si può neanche tirar fuori la rassicurante dicotomia o lo ami o lo odi, perché ha cambiato tanti di quei registri in carriera che, insomma, sono andato a vedere questo American Hustle otto mesi dopo Il lato positivo con lo stesso gruppo di amici e chi aveva amato il secondo ha odiato il primo e viceversa. Otto mesi fa in sala c'era un Russell che sembrava Wilder e oggi c'è quello che prova a fare lo Scorsese, che poi non è vero, non è che gli scimmiotta o che li ricordi, solo che la sensazione è quella e questo cortocircuito, questo camaleontismo, è frastornante, soprattutto per chi vuole o è abituato a il regista-brand che ha i suoi marchi stilistici riconoscibili a cui ci si può fidelizzare, e allora, per combattere lo schock di due film così diversi in nemmeno un anno (scolastico), viene bene aggrapparsi a qualcosa di concreto e io mi aggrappo a due grandissimi.

    Tra i tanti dubbi su cosa alla fine sia Russell c'è una solida certezza: E' uno dei più grandi direttori d'attori del globo. Sì, aveva un cast stellare, ma se gli attori si dirigessero da soli, sarebbe pieno di film grandiosi e quattro quinti dei registi a Hollywood dovrebbero vendere braccialetti della fortuna. Anche perché sarebbe ingenuo dire che è un caso che cinque dei più gettonati attori hollywoodiani del momento tirano fuori una delle loro migliori interpretazioni in carriera nello stesso film e uno -De niro- in tre minuti e una manciata di battute fa meglio del 95% - il 5% restante sta praticamente tutto ne Il Lato positivo- di quello che ha fatto vedere negli ultimi 15 anni (e sto dimenticando quel genio di Louis CK che qui in fondo ci mette il faccione, ed è già molto)

    Si diceva del camaleontismo di Russell, che è la capacità più sottovalutata di un regista, cioè quello di farsi invisibile quando è giusto e tirare fuori sequenze stupende che puntellino il film. Gli è riuscito il miracolo di tirare fuori una sceneggiatura quasi perfetta e un film bello -tranne il finale, per me- come il lato positivo da un libro orrendo. Gli è riuscito di fare grande cinema con una materia che non aveva mai dato con questo American Hustle - non vado più indietro ma in questo ragionamento rientra anche the fighter-. Tra feticismo per i capelli e una tenera passione per l'umano troppo umano, Russell mette su la truffa più grande e, a partire dal trailer -ma quello dubito sia lui, saranno i suoi ignari complici-, ti vende una cosa che non ha, alla fine ci credi che sia la solita incredibile storia americana, ci credi sul serio anche quando ti accorgi che non è che rimanga sullo sfondo, ma che proprio si scioglie in questo circo di personaggi che si mangiano lo schermo e la storia e per cui il regista sembra nutrite sincero affetto paterno, come se fossero sue figure animate. Quanto occupa la storia? quanto è importante? Per me non più del racconto della pesca sul ghiaccio di Louis CK. I personaggi, il loro evolversi, sarebbero lì anche senza questa grande storia(?) di truffe e mazzette. Non è un altro film epico a ritmo serrato che intreccia storie tra bene e male. Ho detto che sembra scorsese e un po' ci credo, eppure Russell manca proprio nel fare ciò che sa fare meglio scorsese con film del genere, manca nel mandare avanti una grande epopea.

    David Russell è un grande regista, ecco cos'è per me, un grande regista che fa grande cinema, ma non fa grandi film, come The fighter, come Il Lato positivo, anche American Hustle alla fine non riesce a farsi grande film, alla parte più romantica di me piace pensare che al regista invisibile, che sa costruire grandi scene, non importi di fare grandi film e si accontenti di fare grande cinema, come un bambino che si ferma davanti a una vetrina mentre sta andando a scuola, Russel si ferma su i suoi personaggi. Il fatto è che dubito che sia davvero così.


    Per me lunghi tratti di grande cinema.
     
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19 replies since 2/1/2014, 04:49   488 views
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