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Premetto che quest'anno, per vari motivi, ho mancato diversi film importanti, specialmente per quanto riguarda la seconda parte dell'anno, che è stata per me una fase un po' balorda che mi ha portato a disertare la sala, e che, dunque, mi mancano ancora all'appello titoli più o meno importanti come To the Wonder di Malick, Lincoln di Spielberg, Flight di Zemeckis, Gravity di Cuaron, Venere in pelliccia di Polanski, Zero Dark Thirty della Bigelow, Wolf Children di Hosoda, Qualcuno da amare di Kiarostami, The Canyons di Schrader, Mood Indigo di Gondry, The spirit of '45 di Loach, No - I giorni dell'arcobaleno di Larrain, Stoker di PCW, Cloud Atlas dei fratelli Wachosky, The Grandmaster di Kar-Wai, Vita di Adele di Kekiche, Il passato di Farhadi, Nella casa e Giovane e bella di Ozon e altri outsider molto quotati come Sacro Gra, La vita di un'altra, Il tocco del peccato di , La moglie del poliziotto, Miss Violence, Spring Breakers, Lo sconosciuto del lago, The act of Killing, Muffa, Two Mothers,
C'è da dire che diversi di questi non sono arrivati qui da me, anche se fortunatamente alcuni sono dati in arrivo, e che altri li recupererò in homevideo o con altre vie, ma comunque voglio intendere in questa classifica, come da tradizione, esclusivamente i film visti in sala nel 2013, anche se alcuni sono del 2012:
Non necessariamente in ordine di preferenza per me i migliori sono stati questi:
I film che mi hanno spaccato, emozionato, sorpreso, stupito, ammaliato, fatto riflettere
Dietro i candelabri di Steven Soderbergh
Soderbergh con grande delicatezza e senza morbosità, svela il dietro le quinte di un'icona luccicante, eccessiva, accentratrice e contraddittoria come è stato il pianista Liberace e ci regala un ritratto d'artista intenso e tragico, con una raffinatezza formale che desta stupore e al contempo al servizio di un duo attoriale che presta al film anima e corpo. Magnifico Michael Douglas.
Holy Motors di Leos Carax
Se qualcuno si chiedesse se c'è ancora chi prova a fare ancora del cinema, un cinema che osi e che si interroghi sul proprio senso, non dei film e delle storie, ma proprio del cinema, ecco la risposta. Film unico, immenso e imperdibile.
Kiki's Delivery Service di Hayao Miyazaki
Una favola semplice e poetica del Maestro che non è altro che il romanzo di formazione di una giovane strega in un mondo a lei sconosciuto. Splendido.
Noi siamo infinito di Stephen Chboski
Basta guardare il volto di Emma Watson e la canzone Something dei Beatles una volta di più trova la sua piena ragione di essere. Film che compie un piccolo miracolo: far rivivere retroattivamente le emozioni dell'adolescenza.
Après Mai di Olivier Assayas
Il cinema libero, "politico", intellettuale, emozionale e sensuale di Assayas. in un viaggio a ritroso nel momento, anche molto autobiografico, nel momento in cui qualcosa nell'aria faceva sentire i giovani parte attiva di un grande cambiamento, poi dopo l'illusione la delusione, ma questa è un'altra storia.
Blue Valentine di Derek Cianfrance
Radiografia di un amore, dall'incanto al disincanto, costruito sapientemente in parallelo e messo in scena magnificamente: un film fisico e lacerante, in cui il regista si attacca alla pelle dei suoi protagonisti che lo ripagano con due interpretazioni eccellenti.
Frankenweenie di Tim Burton
Rifacendo un suo vecchio cortometraggio, stavolta usando l'animazione, Burton ritrova lo smalto e ci offre un incanto dolce, bizzarro e poetico. Un piacere per gli occhi e per il cuore.
Killer Joe di William Friedkin
Geniale pastiche inclassificabile di un grande maestro tornato in forma smagliante, girato come Dio comanda e ricco di spunti formidabili e personaggi strampalati: la coscia di pollo non potrà mai più esser vista come una normale coscia di pollo.
Akira di Katsushiro Otomo
Cult immarcescibile tornato al cinema per il venticinquennale della sua uscita in edizione restaurata e ridoppiata: dal genio di Otomo un film che ha fatto epoca nella storia dell'animazione giapponese, complesso nelle tematiche e splendido nella realizzazione, sostenuto com'è da una messa in scena strabiliante che si giova della eccelsa qualità dei disegni e dell'animazione.
Blue Jasmine di Woody Allen
Un Allen amaro che pur non rinunciando al suo consueto humour vira decisamente sul dramma esistenziale e regala il miglior ritratto d'attrice visto da molto tempo a questa parte.
Questi a parte perché cinematograficamente ambiziosi e potenti, ma diseguali e magnificamente imperfetti, specie i primi due che avrebbero potuto essere anche sopra, forse, ma invece no per punizione (anche se magari ad una seconda visione potrebbero salire o magari invece scendere):
The Master di Paul Thomas Anderson
La grande bellezza di Paolo Sorrentino (alcuni eccessi e banalità, una mezzora finale di troppo)
Come un tuono di Derek Cianfrance
Fuori classifica e fuori categoria i classici restaurati al cinema tra cui capolavori immortali come Vogliamo vivere e L'esorcista!
Altri che ho gradito moltissimo (chi più chi meno) ma che non sono al livello di quelli sopra seppur ben fatti e da vedere, due di questi di due vecchi volponi del cinema americano:
Effetti collaterali di Steven Soderbergh (gran bel thriller di denuncia, che riesce a coinvolgere e a spiazzare: per un po' sembra una cosa e poi si ribalta)
Il lato positivo di David O. Russel (questo davvero un peccato per la parte finale altrimenti sarebbe stato forse non da prima fila ma un film comunque perfetto per storia, personaggi, interpretazioni e messa in scena)
Bullet to the head di Walter Hill (ritorno in grande stile di un grande con un action d'autore in perfetto Walter Hill touch come solo lui sa(peva) fare, concitato, ironico e intriso della consapevolezza che i tempi non sono più quelli là..
Frozen La Disney torna a fare la Disney come ai tempi de La Sirenetta e co, il risultato è lusinghiero, sia visivamente che narrativamente, tranne qualche canzone di troppo, con personaggi secondari veramente indovinati e spassosi e un bel messaggio di fondo. Rimane quasi nulla della fiaba di Andersen, ma vabbè.
Django Unchained: sceneggiatura non delle migliori da lui sfornate, il film infatti decade con l'uscita del dentista (fantastico) e si avvita in un cazzeggiamento troppo insistito e in eccessi troppo esibiti. Peccato perché ha grandiosi momenti, personaggi riusciti, sequenze da antologia e comunque alla fine se ne gode molto. Questo in principio mi aveva parzialmente deluso, poi l'ho un po' rivalutato.
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Un'ultima considerazione finale per La migliore offerta che per quanto non ami Tornatore, rappresenta per me un rammarico in quanto ha dalla sua uno spunto bello ed interessante, un'atmosfera suggestiva, una messa in scena di classe e una notevole interpretazione di Geoffrey Rush. Purtroppo però dopo un bell'inizio il film si siede e si snoda in maniera troppo canonica, seppur raffinatissima con un colpo di scena banale e telefonato.
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Bocciato ed infatti andrà nella flop ten, Solo Dio perdona, vacuo e irritante onanismo autoriale di un Refn che pare voglia autopunirsi per aver fatto Drive :wub ma la fa fuori dal vaso e butta quantità industriale di fumo negli occhi!
Edited by michibaldi - 10/1/2014, 22:57
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