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raystorm.
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Lone Survivor – Patriotti in guerra
Peter Berg è ad oggi il regista militare moderno, ogni qual volta cerchi di staccare il suo cinema dalle missioni reali delle milizie armate statunitensi, esso proprio come un commando di uomini sotto assedio, inizia a disfunzionare e intraprendere le derive più disparate pur di arrivare al termine. Il regista di “The Kingdom” deve rimanere attaccato alla realtà, ha la necessità prima di raggiungerla con lo sguardo per poi immagazzinarla nella sua mente, in modo da rigettarla sotto forma di un cinema livido e muscoloso. Con questa sua ultima pellicola il cineasta americano si cala tra i boschi del Afghanistan per raccontare la missione “Red Wings”, compiuta da un gruppo di Navy Seals nel 2005, confermando ancora una volta la sua predisposizione nel trasformare in immagini la dimensione del campo di battaglia. Quello di Berg è un racconto in tempo reale, dove i “cattivi” sono sempre più veloci dei “buoni”, dove il fuori campo si insegue attraverso un mirino da cecchino, unico vero occhio in grado di riportare la realtà come tale. ”Lone Survivor” è prima di tutto una parabola sull’importanza del cameratismo, ed allo stesso tempo l’esaltazione del patriottismo. Berg non è interessato a raccontarci prima di tutto la battaglia, come fece Scott con “Black Hawk Down”, ma i rapporti di fiducia e rispetto tra commilitoni, pronti ad aiutarsi fino all’ultimo respiro del proprio animo, confezionando un film d’azione dove il viaggio visivo conta più dell’arrivo e funziona perfettamente a patto di essere interessati a questo.
Film: 7.