Last Resort

di Pawel Pawlikowski

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    Tanya (Dina Korzun) e suo figlio Artyom (Artyom Strelnikov) vengono dalla Russia in Inghilterra per trovare Mark, il fidanzato inglese, ma arrivati all'aeroporto nessuno si fa vivo e i due entrano in crisi, in quanto non sanno cosa fare. Nel panico chiedono asilo politico, ma così facendo rimangono incastrati nelle tenaglie della burocrazia e dell'immigrazione inglese. La situazione è critica: non possono ne tornare in Russia, ne andare in Inghilterra, devono rimanere almeno 12/18 mesi in un campo profughi fino a che le carte inoltrate facciano il loro corso e si "sblocchi" la situazione, nel frattempo troveranno sostegno grazie all'aiuto del responsabile del luna park (Paddy Considine). Esordio dietro la macchina da presa di Pawel Pawlikowski, documentarista di origine russa, che dirige un film che parla di solidarietà, rapporti umani sognati e stalli burocratici ridicoli. Con stile a tratti televisivo ma sincero, viene raccontata una piccola storia di anime perse, ormai disilluse dalla vita e da quello che gli può proporre, dei losers che sono caduti e si sono rialzati per ricadere di nuovo e che vogliono una volta per tutte svoltare e lasciare il passato alle spalle. La fotografia sgranata è funzionale a ritrarre una realtà marginale, costituita da reietti di una società troppo cieca per capire le dinamiche umane che la vita può riservare. Infatti l'unico atto di solidarietà in questo mondo grigio e asfittico è da ritrovarsi più nelle persone che ancora provano sentimenti veri come l'amore, che nelle autorità che freddamente svolgono il loro compito senza un minimo di cuore e buon senso. Gli attori sono in parte, il limbo che ci viene proposto è credibile e reale, senza orpelli e senza minimamente spettacolarizzare niente, la macchina da presa si sofferma molto sui primi piani dei protagonisti, quasi a sondare gli stati d'animo. Peccato per certi snodi narrativi poco sviluppati e tralasciati, in questo la breve durata ne limita una maggiore caratterizzazione e forse ne poteva venire fuori un'opera ancora più forte e potente, ma credo che l'intento del regista fosse comunque quello di aprire un piccolo solco, un taglio in una realtà ai limiti, e farci sbirciare appena, per farci scorgere quante contraddizioni esistono nell'uomo.

    Voto: 6,5/7

    DVD: 6 Audio e video sufficiente, quasi totale assenza di extra se non per le filmografie.

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6 replies since 13/2/2014, 13:21   100 views
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