Oculus

di Mike Flanagan

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  1. thekingofbronx
     
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    oculus-2014-film-gillan

    La famiglia Russell è stata colpita da una terribile tragedia che ha segnato per sempre la vita dei fratelli Tim e Kaylie. Dieci anni dopo, Tim, che era stato accusato del brutale assassinio di entrambi i genitori, lascia il carcere con l’unico desiderio di lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare. La sorella Kaylie invece, ancora ossessionata da quella fatidica notte, è fortemente convinta che la morte dei suoi genitori sia stata causata da qualcos’altro. Secondo la ragazza, una forza maligna risiederebbe in un antico specchio che si trovava nella casa di famiglia. Kaylie, determinata a provare l’innocenza del fratello, rintraccia lo specchio e scopre che nel corso dei secoli i diversi proprietari dell’oggetto sono stati tutti vittime di morti violente simili a quella dei suoi genitori. Ora che lo specchio è di nuovo nelle loro mani, Tim e Kaylie sono decisi a scoprire la verità, ma si renderanno conto troppo tardi che l’incubo della loro infanzia è tornato…

    Figo, Figo, Figo, ci torno con calma dopo.... Finalmente un horror come si deve.... Tensione, flashback costanti e ben sviluppati.... Me lo sono goduto...

    Edited by Revu - 22/4/2014, 14:02
     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    Oculus - il dualismo dell'orrore

    E’ inevitabile, quando una persona guarda e analizza una qualsiasi opera dell’ingegno altrui, questa produce un effetto diverso in quanto filtrata dalle proprie conoscenze della materia. Concetto estremamente semplice, di primaria imoportanza, capace però di definire in modo netto la differenza tra recensore e critico di conseguenza tra recensione e critica . La prima ha una struttara precisa che porta ad una valutazione finale il più possibile obbiettiva. Al contrario la critica è molto più simile ad un foglio di carta bianca, dove l’analisi spazia molto più liberamente la materia, magari incrociandola trasversalmente con tematiche esterne, perché la critica al contrario della recensione, nonostante abbia la medesima finalità (ossia la formulazione di una valutazione), deve essere comprensibile anche da persone con poca conoscenza dell’argomento trattato. Quanto appena scritto diviene fondamentale per analizzare “Oculus” di Mike Flanagan, essenzialmente perché è una pellicola interessante ma allo stesso tempo porta a valutazioni completamente opposte. Il film è un horror che ancora una volta tratta le possessioni “da casa demoniaca” a cui viene sottoposta l'ennesima famiglia medio borghese americana, composta da un padre lavoratore integerrimo, una madre casalinga e due figli orgoglio dei genitori e probabilmente croce dei vicini. Niente di così diverso da “Amytiville” se non fosse che non è l’abitazione a riversare l'orrore sui protagonisti (finalmente), ma uno specchio antico dall'oscuro passato. L’adozione di questa variante permette alla pellicola di elevarsi a livello narrativo, raccontando una storia su più piani temporali, ove nel presente due fratelli sono intenti a fermare l'orrore contenuto nell’oggetto che in passato aveva già distrutto la loro famiglia, il quale però li costringe ad affrontare gli spiacevoli momenti vissuti in quella stessa casa attraverso le memorie che questo contiene al suo interno. Trasformare il portatore del male nell’unico depositario di una realtà da dimenticare piuttosto che rivivere, eleva il film di Flanagan ben al di sopra di quanto il genere ci propone, pur raccontando l’ennesima discesa nella spirale della pazzia subita da adulti reietti a rifiutare di ciò che l’occhio vede. “Oculus” è un riuscitissimo film horror, solido e con un’idea affascinante e utilizzata a dovere. All’inizio di questo scritto ho però puntualizzato come la pellicola possa portare a valutazioni contrastanti, infatti come già asserito, è un titolo di genere originale ed intrigante, ma va considerando che la visione procede senza scossoni o spaventi di alcun tipo (anzi più la storia raggiunge il suo epilogo, risulta pure difficile trattenere la risata di fronte alla completa mancanza della tensione necessaria a sospendere l’incredulità), trasforma “Oculus” in una pellicola godibile attraverso occhi che non hanno mai attraversato l’orrore cinematografico, ancora ignari di cosa si celi dentro la propria stanza 237, che questa volta ha le sembianze di uno specchio dall'opprimente cornice, ma dal misero potere immaginifico.

    Film: 5.5
     
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    Pareri discordanti non solo qui ma anche in rete per questo Oculus...

    P.S. King ho ridimensionato l'immagine perchè era insostenibile :)
     
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    Anch'io me lo sono goduto al cinema.

    Non un capolavoro ma sicuramente sopra la media, soprattutto per l'idea di base del film.

    Concordo che risente di una tensione troppo flebile visto il genere ed il proposito che si pone, appunto, di film di terrore.
     
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  5. thekingofbronx
     
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    Pienamente d'accordo sulla parte della tensione. Almeno però non è la solita cazzata splatter senza senso....

    Grazie per l'immagine ero da iPad...

    Potrei dire che è tra i meno peggio dell'ultimo anno....
     
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4 replies since 21/4/2014, 16:11   101 views
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