Boyhood

di Richard Linklater

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    sq_boyhood

    Nel maggio 2002 il regista e sceneggiatore Richard Linklater annuncia che nell'estate inizierà a girare un film, con il titolo provvisorio The Twelve Year Project. Ogni anno, per dodici anni, Linklater ha radunato la stessa troupe e lo stesso cast per girare alcune scene, al fine di seguire la crescita dei personaggi a pari passo con quella degli attori. Le riprese sono iniziate nell'estate 2002 fino a ottobre 2013.

    Il film segue la vita del giovane Mason, dagli otto anni, quando frequenta la scuola elementare, fino ai vent'anni, quando entra al college, raccontando il rapporto con i genitori divorziati e il rapporto conflittuale con la sorella Samantha, seguendo anche i cambiamenti culturali e politici degli anni.

    Presentato in anteprima il 19 gennaio 2014 al Sundance Film Festival, a febbraio è stato presentato in concorso al Festival di Berlino, dove Linklater ha vinto Orso d'argento per il miglior regista.

    Cast:

    Ellar Coltrane: Mason
    Ethan Hawke: Mason Sr.
    Patricia Arquette: Olivia
    Lorelei Linklater: Samantha
    Tamara Jolaine: Tammy
    Nick Krause: Charlie
    Jordan Howard: Tony
    Evie Thompson: Jill
    Sam Dillon: Nick
    Marco Perella: Bill
    Brad Hawkins: Jim

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    Edited by Revu - 27/4/2014, 14:33
     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    Linklater è uno tra gli autori più sottovalutati...purtroppo
     
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  3. badòands
     
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    quoto decisamente,un eccellente regista e sceneggiatore che purtroppo non riesce ad arrivare ad un ampio pubblico,come meriterebbe.
    questo pare un progetto molto rischioso,ma anche stimolante.chissà se avrà una distribuzione da noi
     
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    Non so quanti registi abbiano fatto una cosa del genere, probabilmente in pochi, Linklater ci ha provato, ha preso i suoi rischi e ha vinto. Dodici anni di vita vera raccontati, fanciullezza e adolscenza fino al raggiungimento dei 18 anni. Pellicola molto lineare che non dà molti "scossoni", la storia si è scritta da sola nella sua semplicità. Le due ore e quaranta volano via fino a uno splendido e significativo finale. Lo consiglio.

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    Pellicola che volevo vedere ma che non sono riuscito a recuperare in sala, la curiosità sale :D
     
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  6. marsellus wallace1
     
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    un vero imperdibile gioiello

    Solo un autore sensibile e non allineato come Richard Linklater, regista di Scanner Darkly - Un oscuro scrutare e dei tre Before (Sunset, Sunrise, Midnight), poteva concepire un progetto folle e nel frattempo emozionante come Boyhood, dove la troupe, il cast e il regista si sono riuniti per brevi periodi una volta all'anno per dodici anni, filmando quindi il vero invecchiamento dei personaggi, senza trucchi e senza sostituzioni di persona (il progetto infatti si chiamava in modo provvisorio The Twelve Year Project).
    Il protagonista Mason (Ellar Coltrane) come tutti gli altri è rappresentato dagli otto ai venti anni, e nei credits non vedrete scritto Mason giovane o Mason adulto, sarà sempre lui che cresce naturalmente.
    La storia è quella di una famiglia americana dal 2002 al 2013, dove la madre di Mason, Olivia (Patricia Arquette) divorzia dal marito Mason Evans Sr. (Ethan Hawke, attore feticcio di Linklater). La donna rimane con i due figli, l'altra è Samantha (Lorelei Linklater, figlia del regista), e tra mille difficoltà li cresce, risposandosi e divorziando di nuovo, con addosso insicurezze di ogni tipo che trasmette al figlio già problematico di suo. Mason non riesce a relazionarsi bene con gli altri, subisce il bullismo, ha poca fiducia nel futuro e nelle strade che la vita potrà concedergli, ma ogni volta proverà a realizzare qualche sogno come quello di fare il fotografo.
    Film di lunghezza strong (146 minuti) ma basilare, esistenziale e illuminante, vedere un simile progetto/esperimento riempie il cuore di felicità per il coraggio e la pazienza nel realizzarlo; con la vera crescita di Mason nel corso della pellicola possiamo assaporare anche le vere emozioni che si provavano al tempo durante gli anni, l'America che aspettava e poi viveva Obama, sostenendolo per superare e mai dimenticare l'11 settembre.
    Lo sguardo mai veramente solare e felice di Mason è l'occhio su un mondo più pieno di spine che fiori, lui fotografa soggetti che non sorridono, ogni volta che Olivia trova un uomo che pare sia quello giusto si rivela una bomba a orologeria, Linklater ovviamente non vuole proporre al pubblico il suicidio ma fargli capire che le difficoltà saranno continue ma se ne può uscire con la forza d'animo e in fondo c'è sempre qualcosa in più da scoprire vivendo. A prima vista potrebbe sembrare un mattone di dimensioni colossali da prendere con le pinze e in un cineforum con quattro caffè, invece vi assicuriamo che l'esperienza di questo meritorio progetto realizzato nel corso del tempo con minuziosa certosina pazienza senza pensare al botteghino, si gusta e si vede con totale serenità senza fatica, usciti dalla sala avrete addosso nella mente e nel corpo un gustoso senso di realtà mai provato al cinema, vera storia filmata. Perla rara in un mondo oscuro, non lasciatevela sfuggire.
     
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    per me semplicemente un buon film, di sicuro l'elemento "crescita" ha il suo fascino ed è solo da applaudire a piene mani, ma il contenuto a mio avviso non arriva in profondità ma si lascia solamente seguire e purtroppo affiora il sospetto del non capire quale sia stato il criterio sul quale omettere certi passaggi e includerne altri. più che un film sull'infanzia e l'adolescenza, fino all'età maggiorenne, credo sia un film sulla famiglia e i valori potenzialmente trasmettibili da generazione in generazione, anche se in primis si è commesso degli errori. bello il finale (7)
     
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    Boyhood è un film chiaro, nel senso che si pone subito per quello che vuole essere e si apre infatti sulle note dei Coldplay che sicuramente negli ultimi anni si sono meritati il titolo di icona pop della musica internazionale. Questa scelta potrebbe fare storcere il naso sin dall'inizio a chi quando va in sala ha sempre la speranza di trovare qualcosa di nuovo, lontano dai così detti luoghi comuni che quando presenti rendono quasi sempre inevitabile l'etichetta di film banale. Se è questo il criterio da seguire allora Boyhood è il più banale dei film immaginabili poiché punta a raccontare la vita di una famiglia che è l'immagine stessa del luogo comune. Il fatto che molte scelte narrative del regista possano trovarsi poco interessanti è dovuto dall'essere cose a cui siamo abituati, non ci sorprendono perché li abbiamo vissute o ne siamo venuti a contatto, così ad esempio la scelta del marito ubriaco che picchia la moglie appare noiosa, non avendo in sé nessuna idea degna di nota, quando ci si sta semplicemente ispirando a quella che potrebbe essere la situazione di molte persone.
    Linklater ha messo in scena la vita di Mason senza alcun artificio cinematografico, crea una storia qualunque con un ragazzino che cresce mentalmente e fisicamente, mentre lo spettatore osserva e nota i lineamenti cambiare nel volto di Ellar Coltrane e di tutti i personaggi in generale che, grazie a un immensa dilatazione della durata delle riprese crescono effettivamente in 'tempo reale'. Così ci troviamo quasi a sfogliare un album di famiglia, passando da un giorno, mese, anno all'altro, concentrandoci su particolari momenti di vita che segnano la crescita di Mason.
    L'anima del film è ben rappresentata da una scena padre-figlio in viaggio in auto per un fine settimana lontano da tutto, qui il padre è colpito dal passaggio di una canzone che ama alla radio e prova a spiegare al figlio che la potenza del testo sta nel fatto che sia vero, che l'artista si sia solo limitato a raccontare quello che ha vissuto così come nel film tutto scorre come se fosse realmente accaduto.
    Una menzione speciale a Hawke che nella parte del padre distratto e immaturo si dimostra impeccabile.
    Boyhood si presenta come un progetto lontano dal mondo cinematografico, da cui emerge la grande voglia di un autore di raccontare e che a mio parere riesce nel suo intento.


    CITAZIONE (raystorm @ 26/4/2014, 12:48) 
    Linklater è uno tra gli autori più sottovalutati...purtroppo

    Io penso che invece Linklater sia veramente molto apprezzato, da una parte consciamente per chi apprezza i suoi lavori più artistici come waking life o a scanner darkly, dall'altra per chi, forse anche non conoscendolo direttamente, ha comunque adorato school of rock.
    Personalmente ne ho sempre sentito parlare bene.
     
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    L'impressione a caldo che mi ha lasciato la visione di questo film è la stessa di una interminabile puntata di settimo cielo. Un progetto importante e da ammirare data la lungimiranza, ma con tante pretese e ben poco da dire. Voto 6 -
     
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8 replies since 26/4/2014, 09:35   278 views
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