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Guido75
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Vito anch'io, è m'è piaciuto parecchio, nonostante qualche déjà vu. L'accompagnamento musicale m'ha ricordato Punch drunk love di Anderson, mentre la camera a mano che segue il protagonista, le allucinazioni e qualche tematica di fondo riportano la mente ad Aronofski. Detto ciò colpisce sicuramente la messa in scena, le prove attoriali (Keaton su tutti), alcuni simbolismi e la riflessione generale sul cinema, odierno e non, e sul teatro, così come su chi gravita attorno a quel mondo. Meriterebbe forse qualche riflessione in più il finale, o il doppio finale, se si vuole vederlo tale.
Edited by Guido75 - 10/2/2015, 14:37
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