John Wick

di Chad Stahelski

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    John Wick

    locandina

    DATA USCITA: 22 gennaio 2015
    GENERE: Azione, Thriller
    ANNO: 2014
    REGIA: David Leitch, Chad Stahelski
    ATTORI: Keanu Reeves, Willem Dafoe, Adrianne Palicki, Alfie Allen, Bridget Moynahan, Jason Isaacs, Dean Winters, Lance Reddick, David Patrick Kelly, Kevin Nash
    FOTOGRAFIA: Jonathan Sela
    MONTAGGIO: Elísabet Ronaldsdóttir
    PRODUZIONE: Company Films, Huayi Brothers Media, MJW Films
    DISTRIBUZIONE: M2 Pictures
    PAESE: USA
    TRAMA: Dopo l'improvvisa morte della moglie, John Wick (Keanu Reeves) riceve dalla donna un ultimo regalo: un cucciolo di beagle accompagnato da un biglietto che lo esorta a non dimenticare mai come si fa ad amare. Ma il profondo cordoglio di John viene interrotto quando la sua Boss Mustang del 1969 attira l’attenzione del sadico malvivente Iosef Tarasof. Quando John si rifiuta di vendere la macchina, Iosef e i suoi tirapiedi irrompono in casa sua, rubano l’auto, picchiano John fino a fargli perdere i sensi e uccidono il cucciolo. La banda non sa però di aver risvegliato uno dei più crudeli assassini che la malavita abbia mai conosciuto! La ricerca della macchina rubata, riporta John in una New York che i turisti non conoscono, una città abitata da una ricca e feroce comunità criminale che si muove nell’ombra, della quale John Wick è stato a lungo il killer più spietato diventandone la leggenda. Dopo aver appreso che il suo aggressore è l’unico figlio del boss Viggo Tasarov, un tempo suo principale datore di lavoro, John sposta la sua attenzione sulla vendetta. Non appena si sparge la voce che il leggendario killer è alle calcagna del figlio, Viggo offre una generosa ricompensa a chiunque riesca a fermarlo. Con un vero e proprio esercito di mercenari pronti a tutto sulle sue tracce, John dovrà tornare ad essere la spietata macchina di morte che il mondo della criminalità una volta temeva.

    Edited by Revu - 26/12/2014, 23:08
     
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    Revenge movie che parte bene, con un'idea diversa dal solito, ma che si dissolve pian piano. Azione spesso adrenalica (mezzo voto in più per la scena in discoteca, davvero ben girata), ritmo davvero sostenuto, ma in molti tratti mi è sembrato di assistere a una sorta di videogame in stile Tekken, con corpi a corpo spesso molto simili tra loro. Alcune scelte registiche non vengono svelate, non vengono chiariti alcuni punti del passato di John Wick, cosa che mi ha lasciato perplesso, lasciando allo spettatore molti interrogativi. Finale allungatissimo e davvero troppo scontato. Ideale per una serata a cervello proprio spento. Buona, inoltre, la prova di Keanu Reeves, adattissimo al ruolo.

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    Infierno Mexicano

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    Peccato un'occasione sprecata perchè, secondo me, il personaggio poteva essere molto interessante e forse dare spazio per una seconda parte.

    Praticamente è un film in linea con gli ultimi action movies con tanto fumo e poco arrosto.

    Per serate piovose.
     
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  4. palomu
     
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    Noioso.
     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    John Wick – Supereroi tremate, i russi son tornati!

    “[…]La corruzione a tutti i livelli è il tema di fondo dell’accorta sceneggiatura di Brian Helgeland (L.A. Confidential, Mystic river). Il gonfio, tronfio, ridondante stile di T. Scott – cui bisognerebbe togliere la patente di regia almeno per qualche anno – fa di tutto per rovinarla. E ci riesce.”

    Tratto da “Man on fire” – “Il Morandini – dizionario dei film”.

    La critica cinematografica e i film d’azione spesso non vanno d’accordo, il punto d’incontro tra queste entità sembra essere impossibile. Rileggendo quanto sopra, viene smontato quello che per chi scrive è stato uno dei migliori registi del genere (e per questa affermazione sono pronto a ricevere la classica badilata di letame addosso), ma anche una tra le migliori pellicole d’azione della decade 2000. La ritrosia della critica per lo scomparso regista non l’ho mai compresa, probabilmente non ho ancora conoscenze tali per “apprezzare” i limiti dei suoi lavori, tanto enormemente palesi per alcuni sguardi, quando inesistenti al mio (“Domino” a parte, in quel film non si capisce mai una mazza di quanto sta succedendo). Se “Man on fire” (di cui trovate un disamina su questo stesso blog) comunque fu una delle ultime pellicole in cui si potevano vedere violenza, esplosioni e dei cattivi veramente stronzi, dobbiamo arrivare al 2014 (quindi dieci anni dopo il film di Scott) e ritrovare nuovamente Denzel Washington protagonista, per poter vedere una pellicola di genere dove bianco e nero delimitano dei confini netti, comprensibili a chiunque e soprattutto invalicabili. Proprio grazie a “The Equalizer” di Antoine Fuqua finalmente tornano buoni e cattivi in una sceneggiatura rifinita con una scure. La cosa incredibile è che non solo ritroviamo l’eterno cattivo dei film statunitensi, i russi, ma anche un protagonista che ne ammazza in grande quantità senza troppi problemi (infischiandosene del politicamente corretto), privo di paure o rimorsi (per la serie: fare quel che si deve sempre e comunque). In anni dove il cinema propone dei cattivi che non lo sono fino in fondo e dei buoni per niente tutti di un pezzo, il ritorno ai “valori del cinema reaganiano anni 80″ è graditissimo (almeno per il sottoscritto), divenendo per chi non è cresciuto a pane, Walter Hill e “ti spiezzo in due” persino una novità. Tutta questa lunga introduzione per arrivare a parlare di “John Wick“, che nonostante molti difetti, porta con se dei meriti apprezzabili, tra cui il messaggio subliminale che richiede un coro da stadio:

    “Supereroi tremate, i russi son tornati!”

    Escludendo le parentesi dedicate allo smemorato Jason Bourne, negli ultimi anni l’azione al cinema è stata affidata – con buona pace degli incassi – ad eroi mascherati di ogni tipo. Poco importa che abbiano o meno dei super poteri, quello che sembra bastare è che la storia sia trasportata sullo schermo direttamente da un albo a fumetti. Quindi se già “The Equalizer” con la sua insensata carneficina di criminali russi (ovviamente non sono più comunisti, ma mafiosi, vi ricordo che la guerra fredda è finita), potevamo esultare per il ritorno dell’uomo “normale” costretto a compiere una impresa eccezionale, con “John Wick” di Chad Stahelski e David Leitch, ritroviamo Keanu Reeves in una veste action convincente, ma sopratutto il ritorno del “rispetto” in stile John Woo. La storia di “John Wick” non è un vero e proprio pretesto per inallenare sequenze d’azione sempre più spettacolari, non lo è in virtù del fatto che sarebbe un insuto al termine “pretesto” stesso, su cui Luc Besson e la sua EuropaCorp. hanno fondato tutti i film d’azione con Liam Neeson protagonista. La trama di Jhon Wick è proprio una cavolata indescrivibile se non con un elenco a punti (e ancora fino a quando uno non si vede le scene davanti agli occhi fatica a crederci):

    1 – Muore la moglie del protagonista (di cosa non è importante, vi basti sapere che vedrete l’ennesimo funerale sotto la pioggia);
    2 – John cade in depressione, ma riceve un cane dalla moglie morta (non è un horror, ma meglio non porsi domande che iniziano con : “come è possbile che…”);
    3 – Grazie al cane Wick evita il suicidio, ma a causa della sua “modesta” automobile attira l’attenzione di un gruppo di mafiosi russi, che dopo una conversazione monosillabica decidono di rubargliela.
    4 – I mafiosi russi attendono la notte e si recano a casa di John. Dopo averlo picchiato gli rubano la macchina e ammazzano il cagnolino (il classico “madornale errore”);
    5 – Dopo un giro d’incontri da ricettatori d’auto e telefonate minatorie, la mafia russa comprende che il figlio del boss ha rubato l’auto all’uomo sbagliato, in quanto John Wick non è solamente un prematuro vedovo, ma anche il killer più spietato che i mafiosi russi avessere mai assoldato nel recente passato (cit.”colui che chiami quando devi uccidere l’uomo nero”);
    6 – Dopo una trattativa telefonica non andata a buon fine, John inizia ad ammazzare russi come non ci fosse un domani, per vendicarsi del cagnolino ucciso e dell’auto rubata. Tutto il resto è contorno, tranne il concierge del “Continental” (ma non vi rovino la sorpresa);
    7 – Tutto quello che avete letto qui sopra si svolge nel giro di 5 o 6 giorni nel timing del film, non so se comprendete quindi l’improbabilità del tutto (se non capite da soli cosa intendo forse non siete così intelligente come credo).

    Quindi alla fine dei sette punti emerge chiaramente un concetto base per la fruizione della pellicola di Chad Stahelski e David Leitch: nel caso stiate cercando cinema con una certa profondità, o presunta tale, evitate “John Wick”, rompereste le scatole a chi se lo sta godendo seduto di fianco a voi in sala prendendo in giro la pellicola tutto il tempo, rischiando pure di ritrovarvi con un pugno in faccia dall’esaltato di turno, che al contrario di voi sapeva benissimo cosa stava andando a vedere. Avvisati, salvati.
    “John Wick” funziona per tutta la sua durata, certo non avrà la qualità generale di “The Equalizer”, ma diverte con una spavalda tamarraggine, che si ripercuote anche in alcune scelte di regia (tipo i sottotitoli colorati stile karaoke) non propiamente felici (diciamo che si nota palesemente l’inesperienza della coppia di registi). Ma se pensiamo che vengono uccisi un numero incalcolabile di esseri umani, perchè hanno ammazzato il cane all’uomo sbagliato diviene difficile cercare difetti, anzi è più facile tornare con la mente ai finti trailer del caro “Jack Slater” di “Last Action Hero“, perchè quello che hanno fatto Chad Stahelski e David Leitch è aver trasformato in lungometraggio una di quelle assurde finte avventure contenute nel film di McTiernan.

    Film: 7
     
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  6. marsellus wallace
     
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    Torna Keanu Reeves, fisicamente in forma strepitosa, in un film diretto da David Leitch e Chad Stahelski, che è la classica storia di un ex-professionista della pistola che ha abbandonato l'attività, ma avendo subito un grave torto scatena una vendetta senza limiti, un one man army inarrestabile che guarda al numero elevato di nemici solo come Obelix ai romani, cioè la soddisfazione che più ce ne sono più li può far fuori. John Wick ha abbandonato pistole, omicidi su commissione e azioni armate forsennate per amore, una dolce donna (che vediamo solo in un toccante video sullo smartphone) gli ha toccato il cuore e lo ha mandato in pensione. Ma purtroppo ora la moglie è morta, come ultimo regalo, arrivato postumo tramite corriere, con una lettera strappalacrime preparata negli ultimi giorni di vita, ha fatto recapitare a John un cucciolo, che ridona felicità al super killer distrutto. Ma una brutta notte il figlio di un boss, ex datore di lavoro di John, per rubare una macchina uccide la cagnolina e lo riempie di botte. Inutile dire che nonostante il numero soverchiante di nemici che difendono il vigliacco assassino è tempo di vendetta, senza limiti, senza freno, contro tutto e tutti, aiutato solo da un vecchio amico (Willem Dafoe) esperto di fucili di precisione che lo protegge da lontano.
    Sembra a prima a vista la solita "truzzonata" del passato violento che ti ha troppo permeato che non smette di inseguirti nonostante lo hai rinnegato per nobili scopi, e in effetti lo è, ma se non altro questo ha dei piccoli valori in più, come il fatto di essere realizzato davvero bene e con coreografie di guida e lotte ottime tra stunt e inseguimenti, ma soprattutto l'ironia. Durante 101 minuti di azione totale vediamo un poliziotto che arriva dopo una mattanza in casa di Wick e gli dice "Sei tornato al lavoro John?", lo stesso angelo o diavolo della vendetta si reca in un mega hotel dove soggiornano solo professionisti della morte (e anche letali femme fatale), dove vigono regole ferree d'onore tra assassini che se infrante, per intascare taglie o altro, sono gravemente punite.
    Un film che porta Reeves ai vertici del cinema d'azione senza troppe menate, pesantemente debitore di altro, con tante cose scontate o stereotipo, come la pioggia che arriva nei funerali o nella lotta decisiva, la ferita al costato come se fosse un moderno Gesù Cristo pistolero, il bar termale con le belle donnine e con la scena alla Terminator degli spari in mezzo alle persone che ballano, però come cinema d'intrattenimento funziona bene e non si può certo pretendere di più, un onesto B-movie con i soldi. Nella parte del vecchio boss Michael Nyqvist di Uomini che odiano le donne.
     
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5 replies since 26/12/2014, 22:50   118 views
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