La Teoria Del Tutto

di James Marsh

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    La Teoria Del Tutto

    La teoria del tutto racconta la storia del più grande e celebrato fisico della nostra epoca, Stephen Hawking, e di Jane Wilde, la studentessa di Arte di cui si è innamorato mentre studiavano insieme a Cambridge negli anni 60. All'età di 21 anni, Stephen Hawking, brillante studente di cosmologia, è stato colpito da una malattia terminale per la quale, secondo le diagnosi dei medici, gli sarebbero rimasti 2 anni di vita. Stimolato però all'amore della sua compagna di studi a Cambridge, Jane Wilde, arrivò ad essere chiamato il successore di Einstein, oltre a diventare un marito e un padre dei loro tre figli. Durante il loro matrimonio allo stesso modo in cui il corpo di Stephen si indeboliva, dall’altro lato la sua fama accademica saliva alle stelle. Il professor Stephen Hawking è uno dei più famosi scienziati della nostra epoca e autore del bestseller "A Brief History of Time", che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo.




    DATA USCITA: 15 gennaio 2015
    GENERE: Biografico, Drammatico, Sentimentale
    ANNO: 2014
    REGIA: James Marsh
    SCENEGGIATURA: Anthony McCarten
    ATTORI: Eddie Redmayne, Felicity Jones, Emily Watson, Charlie Cox, Harry Lloyd, David Thewlis, Adam Godley, Simon McBurney, Enzo Cilenti

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    Edited by Revu - 17/1/2015, 15:45
     
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  2. pendra2
     
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    io sono andato a vederlo ieri sera...il film mi è piaciuto però ho trovato la storia di una tristezza infinita...speravo che venisse raccontata in un altro modo...
    non riesco ancora a dargli un voto...
    qualcuno che l'ha visto e ha voglia di esprimere il suo parere?
     
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  3. Mccormick
     
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    Visto anch'io ieri sera. Il film mi ha colpito parecchio.
    Me l'aspettavo un po' più incentrato sui successi e sulle scoperte scientifiche di Hawking, invece è un viaggio nella sua vita privata e personale, visto in un certo senso dagli occhi della prima moglie, durante il suo progressivo "declino".

    E' un film forte, che per certi versi mi ha quasi angosciato. Dal mio punto di vista viene lasciato allo spettatore farsi un'opinione sugli avvenimenti narrati e sulle decisioni prese dai protagonisti. Scelta più o meno criticabile.
    Molto bella e delicata anche la colonna sonora.
    A mio avviso superba l'interpretazione dell'attore protagonista, solo quella merita la visione. Riuscire ad interpretare un personaggio del genere, avendo a disposizione la mobilità di pochissimi muscoli e degli occhi, trasmettendo al contempo emozioni e pensieri, non è assolutamente banale.
     
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  4. marsellus wallace
     
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    La vita di Stephen e Jane Hawking, una coppia decisamente speciale. Lui fisico, astrofisico e cosmologo di importanza mondiale, lei compagna e poi moglie che ne ha visto il progressivo decadimento fisico a causa di una terribile malattia; Stephen dall'età di ventuno anni, mentre il suo cervello elaborava teorie sempre più geniali, il suo corpo progressivamente non riusciva più a coordinare movimenti, fino a rimanere su una sedia a rotelle. Quando per salvarlo dall'ennesima crisi i medici devono praticargli una tracheotomia, l'uomo non può nemmeno più parlare. Come possono affrontare la cosa? Il mondo scientifico non può rimanere senza Stephen Hawking, può farlo Jane Hawking?

    Chi scrive onestamente non sa quanti in Italia conoscono la figura di Stephen Hawking, personaggio notissimo non solo in America ma anche nel Mondo, premiato direttamente dal presidente Obama con la massima onorificenza, la Medaglia presidenziale della libertà, sicuramente chi scrive sa che non sarà questo film a darne, a chi non ne ha mai sentito il nome, la giusta misura e importanza scientifica dei suoi studi e teorie senza eseguire una post informazione usciti dalla sala.
    Hawking è uno dei massimi astrofisici e cosmologi mai esistiti, ha elaborato teorie fondamentali sui buchi neri e l'origine dell'universo, se digitate per esempio su un motore di ricerca "Radiazione di Hawking" scoprirete quanta importanza ha nel mondo scientifico. Il film, invece, si occupa ben poco di questo aspetto per dedicarsi soprattutto alla sua vita privata, vista con gli occhi della ex-moglie Jane che ha scritto la biografia Travelling to Infinity: My Life With Stephen da cui è tratta la pellicola. A Hawking purtroppo all'età di ventuno anni (ora ne ha 73) viene diagnosticata una terribile malattia motoneuronica, progressivamente il suo corpo non sarà più in grado di governarsi, finendo su una sedia a rotelle, i medici pronosticano una aspettativa di vita di due anni. Nonostante questa terribile diagnosi la sua dolce fidanzata Jane (Felicity Jones) non demorde e decide di stargli accanto, mentre il cervello di Stephen elabora teorie sempre più geniali in un corpo ormai ridotto a vegetale senziente dopo una tracheotomia che gli toglie anche l'uso della parola, stargli accanto diventa sempre più dura, nonostante l'arrivo di tre figli.
    Con una interpretazione strepitosa di Eddie Redmayne, identico a Hawking fisicamente e con la sofferenza da immobilismo mostrata in tutto il suo esplosivo dolore (sarà difficilissimo che scappi l'Oscar dopo aver trionfato ai Golden Globe), questo è un film che definire furbo è dir poco, nei suoi meccanismi e nelle sue stesure. All'inizio per farci capire l'estrema differenza tra un corpo sano e uno devastato (come se fosse necessario) vediamo un Hawking in bicicletta, poi dedito al canottaggio come timoniere, mentre Jane sembra la donna perfetta che solo un sogno può darci, che seguirebbe il suo uomo in ogni dove, come e quando. Poi, dopo una spruzzata di sapienza con la veloce esposizione delle prime teorie di quello che diventerà il professor Hawking e liquidato il fastidioso moscone del dovere minimo di informazione del pubblico tanto per salvarsi la coscienza, si passa al melodrammatico e al mieloso spinto, con scene madri che uniscono l'opera (intesa come teatrale) alla tracheotomia, al tradimento di Jane ormai stanca di vivere accanto a un uomo tanto importante quanto immobile fisicamente, la donna inappuntabile lascia il fisico ovviamente non credente per un uomo di chiesa che organizza il coro clericale. La scissione della coppia inossidabile viene giustificata dalla presenza di una bella e intrigante infermiera che sa trattare con pazienza e anche ironia Stephen, nurse che tra copie di Penthouse e letture ottiche della tavolozza alfabetica con colori diverrà la nuova compagna proprio per scelta dello scienziato, un modo efficace per Jane di uscire di scena senza colpe definitive e senza tradimento totale di quel giuramento fatto appena saputa la diagnosi (tradimento fisico già avvenuto in quanto in una scena precedente la supponiamo concedersi al nuovo amore in un campeggio).
    Una ricerca chirurgica e sistematica della lacrima, per colpire nei punti più morbidi i cuori di panna, si introducono anche inserti familiari color seppia per arrivare all'obbiettivo prefissato, si vive di tentativi sempre più fallimentari di mostrare quanta forza abbia quell'uomo pur non possedendola, come le scene sulla scala prese di prepotenza da Il mio piede sinistro. Se si vuol prendere "La teoria del tutto" come celebrazione del lavoro di Hawking non ci siamo, alla fine è una storia di dolore familiare per handicap pesante, un placido placebo invitante per commuoversi. Se non altro, chi non sapeva nulla di lui ora sa almeno che esiste se non ha voglia di approfondirne la conoscenza.
     
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    Dalla tua analisi sembra essere parecchio ricattatatorio, a sti punti valuterò se andarci.
     
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  6. pendra2
     
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    CITAZIONE (Pak7 @ 19/1/2015, 17:25) 
    Dalla tua analisi sembra essere parecchio ricattatatorio, a sti punti valuterò se andarci.

    secondo me ne vale la pena...
    alla fine la teoria dei buchi neri e gli altri supermegacazzi di fisica non sono da tutti...fare un film piacevole sulle sue scoperte credo che sarebbe quasi impossibile per chi non se ne intende un minimo...
    è invece un film secondo me ben riuscito nel dare un'immagine per quanto possibile vicino alla realtà del suo dramma...o meglio non dramma quasi...
    attore protagonista sicuramente da ricordare...così come felicity jones a mio avviso
    bho...per me merita...
    anche se ancora non riesco a dargli un voto
     
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  7. badòands
     
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    non ha niente che non si possa trovare in una fiction con beppe fiorello.peccato perchè il regista promette molto,e il personaggio poteva essere magari desritto sotto un'altra luce.
     
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  8. AlessandroVG
     
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    Io francamente mi aspettavo esattamente un film del genere, che toccasse nei punti giusti le teorie di Hawking, genio assoluto, ma senza approfondirle troppo e che facesse vedere un altro aspetto della vita del cosmologo britannico, che ha sempre portato avanti il suo lavoro nonostante la grave malattia.

    Ottime le prestazioni dei due attori: credo che l'Oscar per il miglior attore protagonista abbia già un vincitore.

    Voto 7,5
     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    La teoria del tutto – Il bello dell’esser ruffiani

    Davanti a delle scelte importanti da compiere, solitamente una persona di intelligenza media inizia scartando le possibilità più improbabili, rimanendo con le più concrete. Tra queste ultime verrà effettuata una ulteriore scrematura, per giungere alla una conclusione ritenuta la migliore e maggiormente adattabile alla propria personalità. Nel caso del regista James Marsh di fronte alle scelte da compiere per il suo ultimo film, “La teoria del tutto”, che racconta parte della vita del fisico Stephen Hawking, si è ben guardato dal rischiare di andare oltre le proprie possibilità, decidendo di non sfidare la fortuna e raccontando al meglio delle proprie effettive capacità una storia già di suo straordinaria, senza scomodare chissà quali stratagemmi cinematografici che potessero renderla maggiormente affascinante.
    “La teoria del tutto” si potrebbe riassumere con: “ennesimo film biografico, che fa leva sugli handicap del protagonista e il rapporto con la moglie (spingendo l’acceleratore su quest’ultimo); compitino perfetto che si dimentica facilmente a fine visione, ma in grado, pur con qualche ruffianata, di a commuovere o comunque emozionare gli animi più sensibili per le sue due ore di durata”. Queste “fredde” parole riassuntive sono però veritiere, anzi fin troppo, ma non fanno trasparire la migliore qualità che la pellicola possiede. Il lavoro di Marsh non stupisce sicuramente per coraggio narrativo, ma riesce a farlo sul fronte della “genuinità” del risultato, al punto da farsi perdonare i difetti di cui esso è afflitto (le ruffianate citate poco sopra). Il regista al bivio tra intraprendere una via che avrebbe creato un prodotto dalla forte identità autoriale (si pensi al “The Social Network” di Fincher), ed un’altra che si “limitasse” a raccontare i fatti annullando negli stessi la propria personalità creativa (piegarsi completamente alla storia), ha scelto quest’ultima, conscio delle proprie capacità edei propri limiti piuttosto ché intimorito dal racconto. Il regista inglese non poteva prendere via migliore, ed ha quindi dato il giusto spazio alla magnifica interpretazione di Eddie Redmayne, sottolineato al meglio le parti più importanti di una sceneggiatura classica nei toni narrativi, che pone l’accento sulla vita privata dello scienziato, più che sulle scoperte, creando una dimensione intima di grezza e magnifica intensità, dove il rapporto marito-moglie è fatto di un amore incalcolabile proprio come i limiti dell’universo. “La teoria del tutto” racconta come nemmeno la formula matematica in grado di tracciare le dimensioni dell’universo, sarebbe in grado di racchiudere l’energia sprigionata da due essere viventi uniti per la vita e che a loro volta hanno la possibilità di essa stessa. La “magia” questa volta non è cinematografica, ma derivata direttamente dalla realtà, perché la propria esistenza è speciale nella sua singolarità in un modo che nemmeno sappiamo quantificare.

    Film: 7

    http://raystormcineblog.altervista.org/la-...ssere-ruffiani/
     
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  10. Fedor Lynch
     
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    L'ho visto anch'io la scorsa settimana, sono tutto sommato d'accordo con Ray anche se numericamente sono più tirchio. Mi aspettavo decisamente peggio, visto il tema facilmente mutabile in fiction pomeridiana, ma in fin dei conti il film funziona (senza eccellere, ma va bene uguale). L'ho trovato sicuramente molto più piacevole e meno "furbo" dell'altro biopic recente (The imitation game), e le vagonate di retorica che mi aspettavo da ogni sequenza alla fine non sono manco arrivate :lol:
    Sulle interpretazioni, molto meglio lei di lui.
     
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9 replies since 16/1/2015, 11:28   285 views
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