Inside Out

di Pete Docter

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  1. marsellus wallace
     
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    Inside out

    Riley è una ragazzina come tante altre, con le sue gioie, i suoi istinti di rabbia, le sue paure, le sue tristezze, i suoi disgusti. Ma chi comanda tramite i ricordi queste pulsioni? Nel nostro cervello ci sono degli esserini senzienti adibiti ognuno a una di queste sensazioni, che tramite una consolle vengono liberate a seconda delle situazioni. Un giorno per un contrasto tra gioia e tristezza cadono dalla loro sede i ricordi base che si disperdono nella grande biblioteca mentale di Riley. Gioia e tristezza, sbalzate fuori dal quartier generale, dovranno superare tutti gli ostacoli della mente per rimettere tutto a posto e far ritornare Riley del solito umore e impedirle di fare degli errori che potrebbero costarle caro.

    Allegato al cartone animato “Lava”, breve surreale storia cantata da Giorgio Caccamo e Malika Ayane di un vulcano che vorrebbe avere vicino a se l'amata. Torna la Pixar, un po' in ombra ultimamente a furia di seguiti e di film non geniali come quelli degli inizi, ed è un vero evento finalmente. Inside out è un cartone adulto e maturo, non dedicato ai bambini che molte situazioni faticheranno a codificarle, che tratta un tema davvero incredibile e inaspettato, quello delle sensazioni della mente e come vengono comandate prima di essere catapultate all'esterno e recepite dagli altri. Il team creativo delle sensazioni è composto da cinque esserini di diverso colore che cercano di agire il giusto prima di comandare il (nostro) corpo dove abitano. Vivono in un quartier generale mentale dove tramite dei comandi e una consolle decidono cosa fare, moti di rabbia, gioia, disgusto, paura, tristezza, ogni cosa che fanno diventa un ricordo di diverso colore a seconda di chi l'ha provocato, i ricordi base hanno un posto speciale perché tramite quelli si generano azioni e conoscenze che servono per la vita. Ognuno ha i suoi cinque abitatori mentali, nel film conosciamo quelli dentro Riley, una ragazzina americana, che vive con mamma e papà. Tutto sembra andare bene, Riley cresce serena, gioca a hockey e ha un'amica del cuore, le sue isole della personalità si sviluppano ognuno in modo ottimale, quella della famiglia, della "stupidera", e via dicendo. Ma un giorno la famiglia è costretta da problemi economici a traslocare a San Francisco (città che per la Pixar deve avere una certa importanza anche dopo Big Hero Six), dove finiscono in una casa fatiscente con dei topi morti, e in più il camion dei traslochi porta i mobili da un'altra parte. Per Riley è un trauma, e Gioia e Tristezza cercando di sistemare le cose fanno un disastro, facendo cadere gli importantissimi ricordi base e loro stesse lontano dal quartier generale. Inizia un viaggio contro il tempo per riportare i ricordi al loro posto, dove le due emozioni troveranno i personaggi dimenticati da Riley e cominceranno a conoscersi meglio, tra zone immaginarie, discarica dei ricordi dimenticati, amici immaginari vaganti, sezione dei sogni che sembra un cinema scassato.
    Incredibile questo ritorno della Pixar, un film sorprendente su più punti di vista, divertentemente educativo impegnandosi a spiegare le varie sezioni della nostra mente, e con delle elaborazioni grafiche davvero ardite in un punto cruciale del film, dove tutto diventa bidimensionale e poi lineare, un tripudio visivo geniale davvero difficile da trovare in un film di intrattenimento generale, eppure qui non ci si fa problemi a cercare esperimentare nuove strade. Il film, pur essendo comunque facilmente leggibile, potrebbe annoiare i bambini troppo piccoli ed entusiasmare i genitori, nella migliore tradizione di capolavori come Wall-E (il miglior Pixar per chi scrive), la vicenda ha anche dei punti non tragici ma infelici, ci sono inquadrature dove dominano i colori scuri dell'infelicità. Si vede che gli autori hanno studiato a fondo il tema per poter esercitare un racconto a 360 gradi, e la caratterizzazione delle 5 emozioni è davvero incredibile, ogni cosa non è a caso, e anche il finale non potrebbe essere migliore di quello che vediamo. Un cavallo vincente che vi consigliamo di non perdere, una fervida apologia della tristezza che serve e aiuta.
     
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2 replies since 25/1/2015, 14:29   98 views
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