La Famiglia Belier

di Eric Lartigau

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  1. marsellus wallace
     
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    Ed eccola qua, la commedia perfetta, briosa, intelligente e che riesce a mischiare efficacemente ironia con sentimenti e situazioni di vario tipo, come l'amore adolescente, l'handicap e i sogni nel cassetto che si scontrano con la realtà per realizzarli, ponendo oltre al limite che uno pensava le proprie capacità. Eric Lartigau, regista, erige un fortino di idee per il suo film, che parla, è proprio il caso di dirlo per quello che spiegheremo dopo, come protagonista di una adolescente molto particolare, Paula Bélier (Louane Emera, cantante esordiente al cinema) unica in una famiglia di sordomuti che parla e sente. Il padre (François Damiens, bravissimo caratterista belga) e la madre (Karin Viard, bella e strepitosa in abiti eleganti) gestiscono insieme a lei e il fratello (anche lui sordomuto) una fattoria di vacche e vitelli, vendono formaggio. Un giorno andando a scuola nel coro Paula incontra un bel ragazzo ma anche il professor Thomasson (Eric Elmosnino) che scopre in lei un vero talento canoro ("Hai una pepita in gola"), l'uomo la incoraggia nel fare un provino a Parigi. Paula è felice di farlo, ma come dirlo alla sua famiglia?
    Un fiorilegio di autentiche perle di simpatia e comicità, con in mezzo delle esibizioni di bel canto opportunamente sottotitolate, questo il sunto di questa commedia imperdibile che vive non solo della grande bravura dei protagonisti a recitare da sordomuti ma anche di una robusta sceneggiatura, giostrata con fioretto da schermidore senza mai perdersi in stoccate sbagliate. Quando mamma Belier si agita e muove e spassosissima, sorride prendendo in giro le persone che sentono ma non possono capirla dato che non sanno il linguaggio dei segni, i componenti della famiglia gestiscono senza ansie il loro handicap, fanno sesso in continuazione e ogni momento si preoccupano teneramente dei figli e se hanno una difficoltà la affrontano, dedicandosi addirittura alla carriera politica per sistemare torti.
    Nonostante i protagonisti abbiano quel tipo di problema, grazie ai sottotitoli possiamo godere di dialoghi spumeggianti, come l'incontro dal sessuologo o quello con il sindaco in carica, senza mai perdersi nella facile sperequazione di una commedia giovanile liceale fatta di situazioni piccanti (una c'è, ma è molto fine e delicata).
    Le canzoni, quanto mai evocativi che parlano di amore estremo e di necessità di abbandonare il nido volando e non fuggendo, non sono interruzioni della trama ma la completano, ogni pezzo che esce dalle ugole è una esibizione di bel canto che ci affascina, il segmento finale che è composto soprattutto da esse è strepitoso, quando i sordi non sentono le parole e i suoni ma vengono scossi dalle vibrazioni del sentimento che provocano sentendo le vibrazioni della gola, o quando Paula canta con il linguaggio dei segni.
    Una commedia sentimentale e di legami famigliari forte, potente e decisa, che vi sorprenderà per la sua originalità. Cinema francese ancora sugli scudi, ma questo è veramente un cavallo vincente sotto tutti i punti di vista.
     
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3 replies since 11/4/2015, 01:57   69 views
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