Il curioso caso di Benjamin Button

Fincher adatta Fitzgerald

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  1. terminator1984
     
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    -7, grande attesa.
     
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  2. Gualty
     
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    L'ho visto in anteprima al Future Film Festival
    pesante e spesso retorico, per me una mezza delusione forse mi aspettavo troppo
     
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  3. Trinità&Bambino
     
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    Visto all'anteprima Rai.

    All'ingresso mi hanno preso i telefoni me li hanno fatti spegnere e li hanno messi in un sacchetto di plastica che poi hanno sigillato.

    Film nel complesso discreto, a tratti il ritmo si abbassa in modo eccessivo e la narrazione viene dilatata oltremodo, in altri invece il film scorre bene ed è bello.

    I 160 minuti sono eccessivi, tutto poteva essere raccontato in un due ore e dieci.

    Per quanto riguarda gli aspetti tecnici tutto è perfetto, in particolare il trucco di Brad Pitt è incredibile.

    Non vincerà il premio ne alla regia ne al film secondo me.
     
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  4. neodie
     
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    Caspita non vedo l'oraaaa!!!!
     
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  5. bragut
     
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    CITAZIONE (Trinità&Bambino @ 9/2/2009, 00:24)
    Film nel complesso discreto, a tratti il ritmo si abbassa in modo eccessivo e la narrazione viene dilatata oltremodo, in altri invece il film scorre bene ed è bello.

    I 160 minuti sono eccessivi, tutto poteva essere raccontato in un due ore e dieci.

    azz... rischio colpo di sonno... son curioso di vederlo
     
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  6. Gualty
     
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    esatto.. prolisso in maniera scandalosa
    allungato per fare durata da kolossal, lo stesso film un'ora in meno non perdeva nulla ma guadagnava in ritmo
     
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    Visto nel pomeriggio, due paroline veloci che non ho ancora mangiato.
    Nel complesso l'ho trovato davvero ben costruito. Trama ottima che si fa seguire con piacere per le sue due ore e mezza senza annoiare o creare vuoti dove il sonno potrebbe attanagliare lo spettatore. La regia di Fincher è ottima e la fotografia risulta ben curata come fu per Zodiac, a tratti per colori e toni del colore lo ricordava. Pitt perfettamente in parte ma vedo lontana la possibile vittoria della statuetta nonostante il make up che va a imbruttire attori e attici all'accademy è sempre piaciuto, molto buono pure il cast di contorno. Cate Blanchett splendida, come potrebbe non esserlo? :D
     
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  8. marsellus wallace
     
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    s u b l i m e

    Il curioso caso di Benjamin Button



    Un film di David Fincher. Con Brad Pitt, Cate Blanchett, Tilda Swinton, Julia Ormond, Jason Flemyng. Taraji P. Henson, Lance E. Nichols, Elias Koteas, Faune A. Chambers, Donna DuPlantier, Jacob Tolano, Ed Metzger, David Jensen, Joeanna Sayler, Mahershalalhashbaz Ali, Fiona Hale, Jared Harris, Joel Bissonnette, Marion Zinser, Deneen Tyler, Elle Fanning, Patrick T. O'Brien, Richmond Arquette, Robert Towers, Ilia Volokh, Wilbur Fitzgerald, David Paterson, Josh Stewart, Louis Herthum, Ted Manson, Tom Everett, Paula Gray, Rampai Mohadi, Troi Bechet, Phyllis Somerville, Clay Cullen, Edith Ivey, Joshua DesRoches, Christopher Maxwell, Don Creech, Taren Cunningham, Myrton Running Wolf, Stephen Taylor, Devyn A. Tyler, Adrian Armas, Ashley Nolan, Katta Hules, Rus Blackwell, Chandler Canterbury, Charles Henry Wyson, Spencer Daniels

    Titolo originale The Curious Case of Benjamin Button. Drammatico, durata 159 min. - USA 2008. - Warner Bros Italia data uscita 13/02/2009.



    Trama: Ben Button è un bambino nato con un destino davvero strano:per lui il tempo e la vita scorrono al contrario, nasce vecchio, con gli arti e la pelle di un ottantenne, per poi diventare sempre più giovane man mano che passa il tempo. La sua vita diviene così una sorta di specchio riflessivo sui tempi con la maturità che aumenta nel corpo che migliora, con le tante problematiche legate agli amori difficili e controversi che una situazione simile impone. Ma Daisy, che più o meno ha la sua età ma che incontra con l'aspetto di un vecchio quando lei è bambina, riesce a dargli la giusta fiducia per credere nella vita in ogni caso. Ma purtroppo il fato con i suoi disegni oscuri è in agguato ...



    Recensione: David Fincher è il grande regista di famosissimi film thriller ad alta gradazione, iniziatori di percorso e seminali come Se7en e Fight Club, ma anche di biografie controverse di serial killer come l'intenso Zodiac. Nei primi due film venne fuori alla grande il talento recitativo di Brad Pitt, nei tempi di Se7en non una stella di prima grandezza come ora.
    In questo stranissimo assunto filmico che narra di un bambino nato vecchio (Brad Pitt) e che man mano diventa sempre più giovane, Fincher abbandona ogni connotazione di tensione per dedicarsi alla poesia e al sentimento, con una storia lunghissima (il film dura quasi tre ore) che ripercorre alcuni momenti di storia americana, partendo dalla fine della prima guerra mondiale, visti con l'ottica di un uomo semplice che è più bambino del solito perchè quando non lo è il suo corpo lo è la sua mente, e viceversa.
    Sulla sua strada, dopo essere stato abbandonato dal padre sulle scale di un ospizio con 18 dollari nella copertina neonatale, troverà tante persone di animo gentile e un unico vero grande amore, quello per Daisy (una meravigliosa rossissima Cate Blanchett, interpretazione eterea e sublime la sua), mentre il mondo procede verso la seconda guerra mondiale, la conquista della luna e tutti i grandi avvenimenti della storia che si susseguono.
    Ben Button come i bottoni del suo nome lega e unisce gli avvenimenti viaggiando, guardando, riflettendo e ringiovanendo, mentre gli ospiti della casa di riposo di New Orleans lasciano a poco a poco questa dimensione, con serenità per aver compiuto in pieno l'arco della vita.
    In un film tanto riflessivo e contemplatore, per renderlo meno pesante alla visione Fincher saggiamente inserisce alcuni piccoli frammenti di divertimento e ilarità, come la spiritosa carrellata del racconto dei sette fulmini (che può avere un senso suo metaforico della forza
    di affrontare le difficoltà nonostante che esse si ripetano in maniera continuativa e cadenzata) oppure il rapporto nel bordello con un vecchio/giovane Benjamin Button.
    Ben per Fincher oltre che per gli avvenimenti è un collante tra le persone, che vedono in lui, uomo strano e apparentemente indifeso, un modo di potersi riunire e sfogare con i racconti di una vita, paradossalmente un aspetto che non corrisponde ad un età permette comunque di poter approcciarsi come se fosse un coetaneo, con serenità.
    Niente da dire sull'aspetto tecnico:Fincher utilizza alla perfezione una indubbia capacità registica per filmare tramonti ed intensi primi piani, personalmente una grande prospettiva la si trova nella scena del tramonto con il padre ormai morente di Ben che osserva lontano la sua mancanza di lungimiranza avuta abbandonando il figlio per disperazione e per orrore del suo corpo deforme e consunto.
    E' intensa anche la parte con Tilda Swinton, una donna sposata, una amante solo apparentemente occasionale che segna profondamente il sentimento di Ben, conducendolo a maggiore serenità e consapevolezza, nelle notti insonni con lei l'uomo capta i respiri ed i bisbigli, il vibrare delle ali piccole ma infinite del colibrì che vola a segnare i momenti salienti, la vita non si ferma o non scorre anomala, si trasforma soltanto passando il testimone a chi ha ancora una materia organica autonoma da poter governare.
    Il make up (avuto utilizzando una tecnica incredibile di motion capture) su Pitt ha dell'incredibile, non solo nel visivo ma anche nell'utilizzo, ogni volta che cambia aspetto è sempre in maniera adatta al tempo e alla situazione, passano i Beatles sul tv e le moto sportive colmano le sue passioni, e lui è pronto ed adeguato nel fisico per viverle a dovere, ovviamente questo è un preciso monito di vita e consapevolezza.
    Un film di questa portata, strutturato alla maniera di Titanic nel racconto e che si chiude iconograficamente come 2001 : Odissea nello spazio, che parla di una malattia che esiste purtroppo non nel suo lato migliore ma solo in quello peggiore, non deve essere visto dallo spettatore come un possibile martirio cinematografico per doverlo seguire con la dovuta intensità, ma come un esaltante prova di assimilazione del sentimento che esprime, nella sua cristallina costruzione priva di qualunque orpello mieloso fuori luogo man mano che il disincanto dei tempi prosegue.
    Paradossalmente Ben Button è più interessante da vecchio che da giovane, maggiormente ficcante nell'entrare dentro di noi nella sua diversità, e questa è una grande forza perchè dimostra come il visivo gradevole sia molto meno importante quando si parla con forza.
    Qualche pezzo potrebbe risultare magari da sforbiciare per confortevolizzare la resistenza di chi guarda (come quello dei bivi del destino del tassista, decisamente abbastanza superfluo, sembra un vezzo registico debitore di Magnolia di P.T.Anderson) ma alla fine il quadro completo è come il corpo tatuato di capitan Mike, un quadro da leggere.
    La chiusura con l'acqua dell'uragano Katrina che arriva all'orologio ormai fermo ed abbandonato è decisamente perfetta.
    In definitiva un film sublime, poetico e pieno di buoni sentimenti, visti in maniera disincantata da chi vive la propria bizzarra diversità con una serenità incredibile vivendo di insaziabile curiosità gli avvenimenti del tempo per poi donarceli secondo la sua ottica, capace di suscitare in noi parecchi sentimenti atavici che sulla nostra pelle non potremmo mai ritenere disturbatori. Lo consigliamo perchè lavoro cinematografico tecnicamente ineccepibile, ma soprattutto per il fatto che vedendo Ben e la sua diversità scopriamo tanta luce nuova che in corpi normali e conformati difficilmente scoveremmo, chiedendo senza tema che qualche raggio arrivi verso di noi, indipendentemente dal fatto che dobbiamo trascorrere un surplus di tempo rispetto al solito al cinema. Dopo la sua visione, sapremo che ogni piccola cosa al mondo, anche il più piccolo battito di ali significa qualcosa.



    pubblicato su Cine Zone
     
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  9. LordofDarknes
     
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    davvero un ottimo commento mars...si vede che il film ti ha emozionato...purtroppo dovrò attendere ancora un pò prima di vederlo
     
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  10. neodie
     
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    Corro stasera!
     
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    My name is Benjamin Button, and I was born under unusual circumstances”.
    Tutto parte da qui, da questa frase.
    Dopo un’introduzione pesantemente lunga inizia la storia di questo personaggio, nato nella contraddizione e cresciuto nell’amore. Quello vero, quello puro, che non accetta compromessi né pregiudizi, non ha paraocchi e non guarda in faccia nessuno. Quello totale.
    E’ una storia d’amore, la storia di una vita vissuta nella solitudine più cupa e vera, ma comunque vissuta intensamente e degnamente. Un inno al vivere come ci è dato e concesso di fare, al meglio delle nostre possibilità, cercando di non rimpiangere alcunché.

    La prima scena, quella che apre le porte alla storia, è emblematica nel suo svolgersi: un padre a cui scoppia nel petto il dolore per la morte della moglie e per un figlio nato mostruoso che vaga, accecato dalla furia, tra la folla che riempie le strade, in festa.
    E questo film, effettivamente, sembra essere il concetto stesso della contraddizione e dell’apparire. A partire dal personaggio, che cresce giovane ed ingenuo in un corpo da vecchio, ed invecchia in un corpo giovane. Ed i continui rapporti che questo bambino ha con i personaggi che ne costellano l’esistenza: da Elizabeth Abbott, che dichiara “tu mi fai sentire più giovane” carico di significato. Dal padre, Mr. Button, e quello strano rapporto d’amicizia. Entrambi vecchi, uno nel corpo, l’altro nello spirito. Uno porta nel cuore la certezza della morte, l’altro la speranza della vita.
    Sino ad arrivare a Daisy, l’unica persona che per età gli è veramente vicina. Un incontro a metà strada atteso tutt’una vita. Due anime che vivono per incontrarsi. Il tutto scandito dai ritmi del tempo che passa, e non necessariamente avanza. Scandito dal tempo, dal cambiamento e dalla solitudine.

    Un personaggio, quello di Benjamin, alla continua ricerca di una guida sicura, che lo accompagni in un mondo che non conosce e che, inizialmente, gli è precluso dalla protettiva madre. E così l’inizio della sua vita è costellato da personaggi totalmente diversi fra loro, a cui lui si appoggia, donando completa e cieca fiducia. E sono questi personaggi che aiutano Benjamin a scoprire la vita. Ognuno gli dona qualcosa in cui credere, un modo di vedere la vita diverso da tutti gli altri. Da bambino vecchio e impaurito dall’idea di ciò che gli è sconosciuto, grazie a loro diventa un giovane uomo cosciente delle proprie possibilità, capace di comprendere quali siano i propri obbiettivi e trovare un modo per raggiungerli. Dopotutto, Benjamin non è poi così diverso da noi tutti altri.
    Brad Pitt meraviglia in questo ruolo. Un’interpretazione basata sugli sguardi, sulle movenze del corpo. La comunicazione è riservata soprattutto agli occhi, al loro modo di comunicare e vedere il mondo, gli altri, sé stesso.
    Cate Blanchett non l’ho mai vista tanto bella. Era folgorante in tutta la sua algida e perfetta bellezza. Un personaggio che basa tutto sull’impressione, ma che dentro di sé cova una grande incertezza: verso sé stessa, verso la vita che la circonda e che non sa come vivere appieno. Solo con l’arrivo di Benjamin e dell’amore che sino a quel momento non era ancora arrivata a provare la si vede diventare donna in modo completo.

    Avrei tralasciato il personaggio adulto della figlia di Daisy, mal caratterizzato e senza una reale importanza e necessità nei riguardi della storia. Una donna anonima, insipida ed apparentemente piagnucolosa, che non sa farsi ascoltare dagli altri, nonostante il suo bisogno di sfogarsi con qualcuno sia ben chiaro.

    Magnifica e spettacolare in tutta la sua crudeltà. La scena della guerra porta brutalmente una realtà dura nella vita di Benjamin. La regia è meravigliosa. Sembra, quel momento, di viverlo su quella nave, insieme a quei marinai che stanno per perdere tutto. Una ferocia disarmante che non dà possibilità di indietreggiare da tutto ciò.

    Il trucco e la fotografia sono curatissimi. Soprattutto la seconda, che segue fedelmente lo svolgersi delle scene ed il racconto, adattandosi ad essi. Ogni epoca ha i suoi colori, le sue inquadrature, la sua personale caratteristica che la differenzia dalle altre.
    Ciò che invece spicca in negativo è il doppiaggio: il sincrono audio-labiale è pessimo, e già dal trailer originale si capisce chiaramente che i traduttori NON sono nati per fare quel lavoro.

    Un film ricco e carico di significati, costellato di grandi interpretazioni e da una regia d’applausi.
    Consigliatissimo.

    Voto: 8.
     
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  12. neodie
     
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    Visto stasera, sono ancora emozionato, esaltato e euforico allo stesso tempo... Un fim grandioso, potente, semplicemente bello.
    Mars ha ragione ad usare l'aggettivo SUBLIME.
    Scriverò qualcosa di più corposo, per il momento posso dire solo che è uno dei film più belli che abbia mai visto...
     
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    sono rimasto piacevolmente sorpreso , un gran bel film ma nn certo da 13 candidature agli oscar , un 8 pieno ma x ora il migliore rimane frost-nixon
     
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  14. bragut
     
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    visto ieri sera Benjamin Button, sala piena di coppiette che dopo la cenetta cercavano il filmettino d'amore per coronare con tanto love-love la festa di San Valentino. E invece si sono beccati quasi tre ore di Benjamin Button. Piccola parentesi, alla fine del film molti hanno esultato perché era finalmente finito, i caduti per sonno più di una decina, sms a go-go per restare svegli, orge bulimiche di popcorn, patatine e dolcetti... insomma, solo io me lo sono realmente goduto. Ah, non ero in un multisala e non c'erano ragazzini, solo adulti over 30. Quindi c'è poco da ridere.

    Passiamo al film.
    Regia fluidissima che accompagna la narrazione in modo naturale, abbondante voice over che però non ho mai trovato molesta, computer graphic non invasiva (avevo paura) e buon doppiaggio.
    Benjamin Button è un film sul tempo: della vita, della storia raccontata nel diario, della Storia americana e infine del film stesso, che è un grande condensato di accelerazioni, rallentamenti e pause temporali. E la lunga durata, da molti criticata, è funzionale proprio a questo tema portante. Brad Pitt in forma smagliante parla poco (nei dialoghi) ma esprime molto e riesce nell'arduo compito di mettere in secondo piano la sua figura divistica interpretando un uomo normale afflitto da un incredibile destino. Insomma, film molto bello anche se non esente da difetti.
     
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    CITAZIONE (bragut @ 15/2/2009, 12:58)
    visto ieri sera Benjamin Button, sala piena di coppiette che dopo la cenetta cercavano il filmettino d'amore per coronare con tanto love-love la festa di San Valentino. E invece si sono beccati quasi tre ore di Benjamin Button. Piccola parentesi, alla fine del film molti hanno esultato perché era finalmente finito, i caduti per sonno più di una decina, sms a go-go per restare svegli, orge bulimiche di popcorn, patatine e dolcetti... insomma, solo io me lo sono realmente goduto. Ah, non ero in un multisala e non c'erano ragazzini, solo adulti over 30. Quindi c'è poco da ridere.

    le sale ormai sono tutte così, una volta (parlo di quando ero piccolo) e si andava nei piccoli cinema vigeva un silenzio da oltretomba, ricordo che non fiatava nessuno. Ora come hai detto succede di tutto, discussioni e chiacchere durante la proiezione piuttosto che intere sessioni di sms queste poi fastidiosissime per coloro che hanno i posti intorno risultano all'ordine del giorno. E' tutta una questione di rispetto che aimè non c'è, oltretutto questa gente ha pagato la bellezza di 5-7 € per guardarsi un film, se proprio vogliono parlare o commentare ogni scena lo facciano a casa loro (risparmiando qualche euro) senza guastare la visione altrui.
     
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219 replies since 12/5/2004, 07:20   7387 views
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