## DVD & Blu-Ray Forum - Cinema & Home Video ##

Posts written by Jack Torrance

  1. .
    CITAZIONE (novocaines @ 21/5/2015, 23:37) 
    Sinceramente sono convinto che il confronto con quello che è lo studio scolastico della letteratura proprio non regga, è inutile generalizzare sul fatto che tra i banchi non si possa rendere giustizia al poeta quando la didattica è ovviamente rivolta ad un gruppo, quindi presentata in maniera tale che anche chi non ha una particolare sensibilità artistica possa comunque riceverne qualcosa. E il discorso diventa ancora più fragile quando lo stesso lavoro di Martone in diversi momenti si limita ad essere la rappresentazione didascalica e per immagini delle poesie leopardiane recitate da Elio Germano, questo è anche uno dei motivi per i quali proprio dalle scuole è arrivata in sala la fetta più grande di pubblico.
    Piccola precisazione anche sull'ultima frase citata da mikz, è una di quelle frasi che si ripetono troppo spesso ed è sicuramente giustificata da tutte le esperienze personali che possono essere state vissute nei propri anni di studio, quante volte l'avrò ripetuta io stesso sminuendo il lavoro di tante persone, ma, sinceramente, è una stronzata.
    Intanto la maggior parte dei professori non li conosco io, come non li conoscerà mai nessuno, in più stiamo parlando di uno dei lavori che veramente può essere tra i più avvilenti , provate a immaginare di parlare per ore ad un gruppo di ragazzi inerti e incapaci di offrire qualsiasi stimolo.
    Insomma è facile parlare male dell'istruzione e di tutto ciò che gli gira intorno quando poi la si considera soltanto una fonte da cui attingere senza mai offrire qualcosa per migliorarla.
    La bravura di Martone è stato proprio nel saper mediare tra l'istituzione Leopardi, eretta a monumento della letteratura mondiale, e la persona Leopardi, la figura misteriosa e peculiare che è invece la parte che più può affascinare tutti e magari portare qualcuno ad immergersi anche tra le parole del poeta.

    Non vorrei essere sembrato aggressivo, è un discorso molto generale però mi andava di farlo.

    Figurati, anzi, vieni a parlare a me di sembrare aggressivi. :lol: Io proprio non potrei prendermela. :D
    Comunque è un discorso che mi interessa molto e hai ragione, quel "maggior parte" era troppo generalizzato. Avrei dovuto usare un'espressione meno eccessiva e fatto intendere che il giovinetto apatico che pure a sbattergli lo Zibaldone in faccia Leopardi non lo vuole vedere è nocivo anche più del professore incapace o poco interessato al far capire Leopardi. I giovinetti apatici sono tanti sicuramente, non saprei dei professori. Personalmente ho avuto esperienze su entrambi i lati dello spettro, con una professoressa talmente fissata con quel fascistazzo di Marinetti che studiammo il Futurismo per un anno, mentre nessuno in classe era capace di legger greco o latino e capirli: se per comprendere una lingua devi usare il vocabolario, quella lingua non la conosci, inutile riempircisene la bocca. Quello ovviamente è un problema del modo in cui ci si ostina a insegnare le lingue in Italia, che si estende un po' a tutto il programma di studio: un problema non tanto dei professori quanto dei programmi e della tradizione. Tornando a Leopardi, per esempio, lo studio della sua opera è superficiale non perché non si studia l'uomo Leopardi (anche se quando le politiche e la filosofia di un autore sono parte integrante della sua opera, come in questo caso, tralasciarle significa studiarlo male a prescindere), ma perché lo si appiattisce, si butta lì "pessimismo cosmico" leggendo L'Infinito e non si approfondisce la filosofia leopardiana necessaria a comprenderlo. Lui era pessimista ma poi vide le ginestre sul Vesuvio e forse diventò un po' più ottimista. Stiamo prendendoci per il culo o che? L'ateismo, l'anticlericalismo, le simpatie repubblicane, la concezione della natura, il pessimismo non in quanto "son storpio e triste" ma in quanto "la vita umana non conta nulla": queste non sono solo parte dell'uomo, distaccate dal suo lavoro e irrilevanti ai fini di una comprensione anche solo generale della sua opera, ma fondamento della stessa.
    Poi devo aggiungere, giusto per un'altra bacchettata agli studenti, che mi mette una tristezza infinita veder gente che studia a memoria il libro, non capisce cosa stia dicendo e prende 9: e lo studente modello in Italia è questo, a mia esperienza.
    Detto ciò, il sistema scolastico italiano, almeno fino al liceo, resta superiore a quelli inglesi e americani: ma questo non vuol dire che non vada migliorato, al posto di peggiorare ulteriormente come pare stia facendo. E questo mio non è un attacco ai professori, che mi sembra siano il gruppo più agguerrito quando si tratta si salvare la scuola (i presidi molto meno).

    Il Giovane Favoloso, comunque, non è scevro da critiche alla superficialità con cui molti, dentro e fuori la scuola, si rapportano a Leopardi: la scena del bar a Napoli, l'esplosione di rabbia. Direi addirittura che quella scena è più didascalica (nel senso proprio di voler insegnare qualcosa) di Germano che recita le poesie.
    Non so quanto Martone fosse interessato all'istituzione Leopardi piuttosto che all'uomo e all'opera: a me pare abbia usato l'istituzione per rendere vero omaggio al poeta.
    Il pubblico dalle scuole, invece, credo sia arrivato semplicemente perché si tratta di Leopardi, un po' come quando cercano di far vedere Il Gattopardo a una classe di sedicenni: un esercizio di masochismo per tutti i coinvolti.
  2. .
    CITAZIONE (Pak7 @ 15/5/2015, 14:47) 
    Il Giovane Favoloso - non mi ha convinto

    Io invece l'ho trovato eccellente, sarà anche perché Leopardi è sempre stato uno dei miei poeti preferiti e qui gli si rende giustizia come poche volte ho visto fare tra i libri di testo e i banchi di scuola (dove la maggior parte della popolazione lo incontra malamente per poi dimenticarlo in fretta). Mi ha fatto molto piacere notare che Martone è studioso ben più acuto della maggior parte dei professori che insegnano Leopardi al liceo.

    Intanto arrivatomi:

    neao47

    Night Moves
  3. .
    CITAZIONE (donnie_darko @ 15/5/2015, 14:43) 
    Pazza!

    Con la dogana mi sarebbe venuto praticamente lo stesso da amazon.com, e al cinema non l'ho visto, quindi non ho speso le 7 sterle o giù di lì (più treno per Manchester) che mi sarebbe costato il biglietto. Alla fine è giustificato. :lol:
  4. .
    Circa 25 sterle da allyourmusic. Troppo, ma non ce la facevo più ad aspettare.
    L'avessi visto al cinema avrei atteso l'edizione UK.
  5. .
    2mxhgs7

    Inherent Vice

    :wub:
  6. .
    Killing Them Softly ==> Non è Jesse James, ma iea.
    Birth of a Nation ==> Si è detto e scritto tanto sull'importanza storica di questo. Magnifico (per forma) e ributtante (per contenuti) al tempo stesso. Lo aspetto a prezzo iea.
    The Long Goodbye ==> Di questo se ne parlò, mi pare, anche nel topic della mia collezione. Capolavoro. :wub:
  7. .
    CITAZIONE (michibaldi @ 21/4/2015, 13:54) 
    Bisognava semplicemente pungolare e rompere i coglioni un po' per tirare fuori il meglio da tutti ed uscire da boutade un po' troppo manichee e/o semplicistiche. :D :P

    Dante Alighier, s’i’ so bon begolardo,
    tu mi tien’ bene la lancia a le reni,
    s’eo desno con altrui, e tu vi ceni;
    s’eo mordo ’l grasso, tu ne sugi ’l lardo;

    s’eo cimo ’l panno, e tu vi freghi ’l cardo:
    s’eo so discorso, e tu poco raffreni;
    s’eo gentileggio, e tu misser t’avveni;
    s’eo so fatto romano, e tu lombardo.

    Sì che, laudato Deo, rimproverare
    poco pò l’uno l’altro di noi due:
    sventura o poco senno cel fa fare.

    E se di questo vòi dicere piùe,
    Dante Alighier, i’ t’averò a stancare;
    ch’eo so lo pungiglion, e tu se’ ’l bue.
  8. .
    2dcfko0

    Il Giovane Favoloso
    Sacco e Vanzetti
    I Soliti Ignoti
    Divorzio all'Italiana
    Ricomincio da Tre
    Ali
  9. .
    Ecco, nel tempo che ci ho messo a legger tutto potevo imparare il tedesco e rileggermi La Montagna Magica in originale. :lol:
    Non risponderò a tutto, al solito michi muove considerazioni più che valide e su certe cose non so se ci sia altro da aggiungere se non per chiarificare le mie posizioni.

    Sul fatto che siamo off topic, non credo nessuno di noi se ne sia mai interessato e almeno la discussione ha adesso acquistato un valore che le sarebbe stato impossibile raggiungere senza questi interventi.

    CITAZIONE (michibaldi @ 19/4/2015, 23:31) 
    In sostanza il buon traduttore deve ricreare nella lingua in cui traduce il testo di partenza il corrispettivo dell'originale per preservarne lo stile, il tono, il ritmo, il significato delle frasi anche tradendole. Stare ad analizzare frase per frase se è uguale o no all'originale non serve senza i presupposti che ho sviscerato sopra.

    Assolutamente, e credo sia io che donnie ci siamo espressi male prima. Quando dico che il traduttore debba annullarsi nella traduzione non intendo certo la versione dal greco del liceo classico, ma esattamente quel che tu descrivi: preservarne stile, ritmo e significato, anche a costo di scelte ben lontane da una traduzione più letterale.

    CITAZIONE (michibaldi @ 19/4/2015, 23:31) 
    I film italiani con i vari Delon, Lancaster, Ingrid Bergman, Eastwood, dei Rossellini, Visconti, Leone li sentite p Mica non riusciamo a vedere I vitelloni perché sono quasi tutti doppiati compreso uno dei protagonisti principali come Franco Fabrizi? Semmai è vero che in questi casi è una scelta precisa del regista e allora, in questo senso sì, si rispetta l'integrità dell'opera.

    L'hai detto tu: integrità dell'opera. Mancando la registrazione sul set ed essendo il doppiaggio pratica comune e/o necessaria (i tanti attori di lingua diversa e così via), non ho alcun problema a vedermi Il Gattopardo in italiano, anzi: non riuscirei a vederlo in inglese, essendo quello un film italiano, scritto in italiano e girato per funzionare in questa lingua. Anche Leone preferisco di gran lunga vederlo in Italiano.

    CITAZIONE (michibaldi @ 19/4/2015, 23:31) 
    In questo ha ragione Luctul: solo padroneggiando una lingua al punto da fare a meno dei sottotitoli si ha la visione completa e pura. I sottotitoli sulla fedeltà e l'accuratezza dei quali si dovrebbe comunque discutere (specialmente quelli non ufficiali e reperiti in rete per vedersi l'ultima puntata di House of cards)son un palliativo, come il doppiaggio. Resta da decidere quale sia il male minore: anche per me i sottotitoli sono il male minore rispetto al doppiaggio, ma non sono così talebano e così come non reputo che chi guarda i film doppiati non sia un vero cinefilo appassionato, così non reputo tale chi guarda solo in originale e poi magari guarda solo i cinecomics et similia.

    Concordo, ma la differenza per me è una: per quanto ci si sforzi a urlare che i doppiatori italiani siano "i più meglio del mondo", la verità è che in gran parte fanno cacare. Il dramma è che uno non se ne può accorgere guardando tutto in italiano, abituandosi alla recitazione al telefono tipica del doppiaggio odierno e che, secondo me, ha inficiato negativamente sulla recitazione di tanti attori italiani che ormai a stento distinguono tra una parte al cinema e una al teatro. Il doppiaggio fatto da cani, che a me pare sia prassi comune in Italia (anche se è tanto, fortunatamente, che non guardo un film doppiato), appiattisce tutto.

    Mi viene in mente un esempio per chiarire.
    In Vallanzasca ci sono due attori non italiani (la ragazza e il tizio coi baffi, non ricordo i nomi né degli attori né dei personaggi) doppiati poi da altri. Ecco, la differenza tra Kim Rossi Stuart e loro è un po' come una stangata in un orecchio.

    CITAZIONE (michibaldi @ 19/4/2015, 23:31) 
    Io, da anni, con delle associazioni locali organizzo dei cineforum e, un mesetto fa, abbiamo fatto Sweet Sixteen di Ken Loach, in lingua originale coi sottotitoli (perché ai cineforum cerco comunque di privilegiare, non sempre perché tante volte, specie se il film non è in inglese, il pubblico non è tanto contento e dopo non ritorna), ma in questo caso ho cercato di imporlo. C'erano anche, in compagnia di una signora sulla sessantina, insegnante di inglese, una sua amica inglese ed una canadese: ebbene la canadese non ha capito una sola parola del film, che è recitato in uno slang scozzese, in quanto non capendo l'italiano non ha potuto seguire i sottotitoli. L'inglese si è salvata perché conosce anche l'italiano ma ha ammesso che molte parole erano di difficile comprensione. Questo a proposito del miraggio di padroneggiare le sfumature linguistiche anche dove si pensa di conoscerle con i film.

    Il film non l'ho visto, ma, per dire, Trainspotting lo seguo bene e in Scozia non ho mai vissuto. Vero è che gli inglesi sono delle bestie quando si tratta di seguire altri accenti, e la mia esperienza coi canadesi non me li ha fatti sembrare particolarmente illuminati. :lol: Poi può anche essere che lo scozzese usato nel film sia talmente stretto da essere equiparabile quasi a un dialetto italiano, ma anche così parliamo di un solo film, laddove la stragrande maggioranza si segue davvero facilmente conoscendo la lingua (come Gomorra non è certo indice della lingua usata nei film italiani).

    CITAZIONE (michibaldi @ 19/4/2015, 23:31) 
    Sono d'accordo che la cultura deve essere libera e universale, aggiungendo però che se nessuno va più al cinema perché c'è internet, tra un po' non ci sarà non solo più niente da andare a vedere, ma anche più niente da comprare e più niente da scaricare. Io vado al cinema spesso, compro i dvd/bluray, tanti, e dunque scarico. Io sarei disposto a pagare un po' di più per rendere completamente legale il download, specie se di film ormai con qualche anno alle spalle. Molto meno lo sono sui film recenti che hanno bisogno di avere un riscontro economico per la sopravvivenza del sistema produttivo. Tu sai bene che anche per girare un cortometraggio con mezzi propri devi spendere e non poco!

    Lo so bene, altroché. Questo è un discorso a sé, credo assai complesso, e dico subito che non ho ancora trovato risposte. Mi ricollego subito qui alle tue considerazioni su internet più giù: laddove sembrerebbe, sì, che l'abitudine a scaricare porti la gente lontano dalla sala e laddove è vero che un film debba guadagnare (porti più giù l'esempio di Kubrick, che io faccio sempre quando mi chiedono "perché non giri un corto?" e cerco di rispondergli "io e quale budget?"), è anche vero che grazie a internet Jennifer Kent ha trovato i soldi per girare The Babadook, e il crowdfounding pare stia prendendo sempre più piede. Non so sinceramente ciò dove ci lasci ne dove ci possa portare, ma non tutto sta andando a puttane, almeno.

    CITAZIONE (michibaldi @ 19/4/2015, 23:31) 
    Ma chi ha parlato di considerare il cinema solo industria, spettacolo e intrattenimento????? :o: Parli con me? :o: :o: :o: Io?

    Macché con te, era un "tu" generalizzato, un anglicismo (che io ormai sento, parlo, scrivo e leggo inglese tutto il giorno, di tanto in tanto 'sti anglicismi brutti sull'italiano spuntano). Concedimelo senza far tanto d'occhi, che è ovvio non mi riferissi a te. :lol:

    Per il resto, non ho la forza ora di entrare in un discorso storico-culturale sul doppiaggio, di cui ovviamente sai anche più di me, quindi mi va bene sedermi e imparare qualcosa.
    Ti cito ancora un po', sempre per chiarificare:

    CITAZIONE (michibaldi @ 19/4/2015, 23:31) 
    Tu dici che il non voler vedere opere in originale coi sub comporta la rinuncia a tante cose che non uscendo doppiate ci perderemmo. Giusto, chi lo nega? Posto sempre il problema della bontà dei sub eh! Questo però è un valore aggiunto e un'opportunità maggiore che abbiamo. In che maniera il doppiaggio che nasce come la traduzione fin dai tempi dei tempi come veicolo di diffusione della cultura ne dovrebbe essere l'impedimento???

    Sulla bontà dei sottotitoli, io con essi, anche quando li usavo solo in italiano, ho avuto molti meno problemi che col doppiaggio. Ovvio che la bontà dei sottotitoli non si debba dare per scontata, ma quello è altro discorso. Sulla bontà del doppiaggio, come sai, io ho molto da ridire.
    L'impedimento è non nel doppiaggio in sé, ma nella pigrizia di chi al doppiaggio è tanto abituato da rifiutare i sottotitoli: se i sottotitoli ci sono ma si rifiuta di usarli perché si vuole il doppiaggio a ogni costo ecco che tanti film validissimi non arrivano, e se alla fine vengono doppiati il risultato è talmente agghiacciante che forse è meglio non vedere il film affatto (mi vengono in mente tanti film asiatici e, ci pensavo un paio di giorni fa, il doppiaggio agghiacciante del primo Metal Gear Solid).

    CITAZIONE (michibaldi @ 19/4/2015, 23:31) 
    Ma poi com'è che poi in quei paesi così virtuosi, accade che i Von Trier e i Refn per togliersi dalla nicchia danese, tranne che nei paesi del doppiaggio, e conquistarsi un pubblico più ampio hanno dovuto cominciare a girare film all'estero e/o in inglese? Non è un appiattimento culturale il fatto che un autore danese per sprovincializzarsi diventi qualcos'altro? Perché non hanno continuato a girare film in danese da distribuire in Inghilterra e in America sottotitolati? O al contrario i film americani, spesso remake, ambientati nei luoghi di ambientazione del film originale ma dove tutti parlano in inglese, vedi Millennium che è ambientato in Svezia ma dove gli svedesi parlano inglese.

    Non ho nulla da aggiungere. L'appiattimento culturale non solo mi irrita ma disgusta anche, e dovresti ormai sapere che ho poca simpatia per gli americani in genere e per l'egemonia culturale americano-anglofona in particolare. Che poi gli anglofoni guardano anime doppiati in inglese da cani anche peggio degli italiani. Lungi da me voler giustificare o, anche peggio, innalzare un tipo di cultura che detesto.
    In sostanza, qui siam più che d'accordo. ;)

    CITAZIONE (michibaldi @ 19/4/2015, 23:31) 
    E proprio per questo, tengo a ribadire, come detto su, che la passione cinefila e la conoscenza globale del cinema non la distinguo sulla base del vedere o meno un film in lingua originale, qualsiasi lingua essa sia, comunque preferibile ed auspicabile, ma soprattutto in base a cosa si guarda.

    Concludo anche io qui, perché avere una laurea in cinema e guardare tutto in originale per poi urlare come le ragazzine al concerto di giastin biberon quando esce Superman e Batman che si scazzottano certo non ti rende magicamente capace di parlare sul serio, a livello anche accademico, di cinema. E ne vedo tanti così, soprattutto di madre lingua inglese (guarda un po' :lol: ).

    Perdonami se non ho risposto a qualcosa, se vuoi ci torno dopo, se me lo fai notare. E fatti Skype. :wub:
  10. .
    CITAZIONE (donnie_darko @ 19/4/2015, 09:57) 
    CITAZIONE (nic_baker @ 18/4/2015, 20:58) 
    Mi ero perso il post di Jack che in modo assai più radicale diceva le stesse cose.. con lui ho discusso di questa cosa diverse volte in privato. In Italia al cinema ci vanno ancora tanto i vecchi, le famiglie etc. etc.

    Ma mi sta bene che la famiglia o il pensionato o lo spettatore del sabato sera guardino i film doppiati. Quello che trovo inspiegabile è che lo facciano degli appassionati veri, quelli che si interessano approfonditamente di cinema e che lo conoscono sufficientemente.

    Ecco.

    In effetti, come fa notare nic, riguardo la pluralità della cultura, è giusto che anche il novantenne possa andare al cinema e guardare un film, e per questo non ho mai urlato "eliminiamo il doppiaggio e basta!"
    Certo io non cercherei di convincere mio padre a guardarsi Bergman in svedese. Il dubbio che il doppiaggio sia a uso e consumo del pigro mi viene, però, quando italiani che vivono in UK per un anno continuano a guardarsi roba doppiata (la stessa gente che a Londra frequenta solo italiani, ovviamente).

    A livello filologico, invece, non c'è in realtà da fare alcuna discussione: se il film è in arabo allora il film è in arabo e basta, tutto il resto è aggiunta posticcia e filologicamente scorretta.
  11. .
    Non quoto niente perché c'è già tanto (quando parte il michi non si ferma manco a cannonate :lol: ), ma volevo aggiungere la mia alla questione sulla diffusione della cultura: io sono uno di quelli che scaricare dovrebbe essere non solo legale ma consigliato, normale, un bene per il mondo in quanto la cultura libera è un diritto di tutti e se vuoi parlarmi di cinema come solo "intrattenimento", "spettacolo" e "industria" allora non ti voglio nemmeno ascoltare. Chi ha mai dato un'occhiata alla mia collezione sa che io compro tanti film, quindi fughiamo ogni dubbio sulla possibilità che io sia uno scroccone o minchiate simili.
    Ecco, nell'era di internet, il doppiaggio non è più uno strumento di diffusione, anzi, è un impedimento alla diffusione della cultura. Gente che rifiuta di guardare film o serie in originale, per cui sottotitoli in italiano si trovano con facilità estrema anche nei casi in cui il doppiaggio non esista, si perderà tanta roba che per un motivo o l'altro in Italia non esce. Senza contare poi che il doppiaggio è un costo aggiunto non da poco e inficia ulteriormente sulla distribuzione di molte pellicole. Come scrive donnie, il doppiaggio come veicolo di cultura magari 40 anni fa, oggi proprio no. E in Svezia, Norvegia e Danimarca mi pare se la sian cavata bene senza doppiaggio anche prima.

    L'adattamento in generale, la traduzione, è un altro discorso. Io lo considero un male necessario e tendo a concordare di nuovo con Donnie sul fatto che il traduttore debba annullarsi nel testo, riportando quanto più fedelmente possibile lo scritto originale.
  12. .
    Brothers Grimm ==> Non visto, avendone sentito parlare come del peggio Gilliam. Magari a poco recupero.
    Babel ==> Lo ricordo come il minore di Iñarritu, ma lungi dall'esser brutto.
    The Life Aquatic with Steve Zissou (Criterion Collection) ==> Concordo col Michi su questo, uno dei miei Anderson preferiti. :wub: Hai mai visto i documentari di Jacques Cousteau a cui si ispira? Validissimi da soli e aggiungono un altro livello di godimento al film.
    Adaptation ==> Il miglior Kaufman/Jonze. :wub:
    Lama Tagliente ==> NV e non so nemmeno cosa sia.
  13. .
    CITAZIONE (Coke81 @ 26/3/2015, 22:26) 
    e chi non guarda film in lingua originale è quindi un cog....one ?? :rolleyes:

    No, assolutamente no. Ci sono mille motivi per guardare film doppiati, e anche il solo non rendersi conto che è possibile (e sarebbe doveroso) guardarli in originale, in dipendenza dal fruitore, è una scusa comprensibile.
    Non esiste però motivo filologicamente accettabile per guardare un film doppiato, come è un po' inutile parlare di recitazione quando non si sa nemmeno quale sia il timbro di voce dell'attore in questione, o di dialoghi quando l'adattamento ne cambia il senso.

    Il problema sorge quando si cerca di giustificare l'essere troppo pigri per leggere i sottotitoli con baggianate del tipo "i doppiatori migliori del mondo". ;)
  14. .
    CITAZIONE (Bl4ze87 @ 26/3/2015, 20:32) 
    Io sinceramente non ricordo l'ultima volta che ho visto un film doppiato..
    Ormai guardo sempre e solo in lingua originale.
    I sottotitoli se ci sono li uso per alleggerire la visione, ma spesso uso quello inglesi perche ricalcano "meno peggio" il parlato..

    Ma guarda, la cultura del guardare un'opera così come è stata concepita scarseggia talmente tanto che spesso i sottotitoli delle edizioni esclusivamente italiane fanno schifo. Ho dovuto smettere di comprare anime in Italia, ormai compro qui in UK o in America anche per quelli. Nomi sbagliati, linee di dialogo non tradotte: e la gente fa storie quando manca il doppiaggio scrauso di 70 anni fa, o, essendo stato registrato sulle musicassette, non l'han reso 7.1.
  15. .
    I doppiatori italiani fanno cacare. Ecco.
    E la stessa voce per 140 attori nemmeno è il massimo della vita.

    CITAZIONE (Indiana Joe @ 26/3/2015, 20:03) 
    Mica possiamo essere dei poliglotti o tornare ai tempi dei film sottotitolati!

    Intendi prima di vent'anni di disgustoso dominio fascista?
    Il mondo civilizzato usa i sottotitoli. Poi se ritieni i paesi scandinavi (dove, guardacaso, un po' tutti riescono a parlare inglese; mi chiedo perché) meno civilizzati dell'Italia, e leggere i sottotitoli una cosa talmente assurda, che ti posso dire. Goditi la stessa voce su Pacino, De Niro e Hoffman (e magari anche Stallone, che tanto), recitazione esageratamente teatrale, traduzione approssimativa e mancanza totale di fedeltà all'originale.

    La scarsa qualità del doppiaggio italiano ha anche rovinato generazioni di attori, che ormai a stento distinguono le differenze tra una recitazione cinematografica e una teatrale.
    Poi menzioni film europei, asiatici o comunque non americani: proprio quelli per cui il doppiaggio vien fatto in fretta e furia e con pochissimi soldi, dando vita a obbrobri da far sanguinar le orecchie. Ci vuole coraggio a veder film così. :lol:
5319 replies since 20/5/2004
.