Vicky Cristina Barcellona

di Woody Allen

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  1. marsellus wallace
     
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    Vicky Cristina Barcelona



    Un film di Woody Allen. Con Scarlett Johansson, Penelope Cruz, Javier Bardem, Rebecca Hall, Patricia Clarkson, Kevin Dunn, Chris Messina, Julio Perillán, Manel Barceló, Josep Maria Domènech. Genere Commedia, colore 90 minuti. - Produzione USA, Spagna 2008. - Distribuzione Medusa



    Trama: Vicky e Cristina sono due belle ragazze americane, una mora e l'altra bionda, giunte a Barcellona per una vacanza offerta da dei conoscenti. Vicky ne approfitterà per approfondire la sua conoscenza della cultura catalana, mentre Cristina, reduce da una storia finita male, potrà fare nuove esperienze in un ambiente diverso. Disinibita e senza troppi problemi, la bella bionda una sera incrocia in un ristorante lo sguardo di Juan Antonio, un pittore di bell'aspetto che non esita ad offrire un viaggio ad Oviedo con fini apertamente sessuali. Vicky, fidanzata stabilmente e in procinto di sposarsi, tenta di rifiutare, ma Cristina in pratica accettando obbliga anche lei a seguirli. Quello che succede dopo è assolutamente inaspettato, anche perchè compare l'ex moglie di Juan Antonio in preda a crisi di gelosia schizofrenica.



    Commento: Torna Woody Allen (che dirige ottimi film con una cadenza temporale ravvicinata impressionante, sembra che se non giri delle pellicole non possa respirare) al quarto film in traferta, dopo i tre inglesi ecco questo quarto girato in Spagna. Da quando ha lasciato l'America il suo tono inventivo sembra tornato ai tempi d'oro oltretutto scrutando orizzonti davevro inaspettati come il thriller, ma nel film odierno si dedica a una storia di triangolo amoroso conflittuale (a volte rischia pure di essere un quadrato), dove due turiste americane, Vicky (Rebecca Hall) e Cristina (Scarlett Johansson, ormai la nuova musa di Allen a tutti gli effetti così come lo era la Keaton) si giostrano il bel Juan Antonio (Javier Bardem, fresco di oscar nel ruolo del killer inarrestabile di Non è un paese per vecchi). Barcellona diventa la nuova Manhattan così come era stato per Londra, gli scorci paesaggistico/culturali della città catalana vengono dipinti da Allen con la consueta maestria e grande capacità, i vicoli prendono profondità e le opere d'arte un grande fascino visivo.
    Vedendo più in dettaglio la trama, vediamo nel racconto come Vicky e Cristina vengano coinvolte da Juan Antonio in un sottile gioco, dove erotismo ed arte si frappongono (lui è una sorta di pittore bohemians), quasi in armonia, per frantumarsi quando fa il suo ingresso in scena la mente ispiratrice di Juan, la schizofrenica moglie di lui, una Penelope Cruz di atteggiamenti duri e decisi, convinta che l'ex-marito può scoparsi altre donne ma decide lei chi e come, e sopratutto deve lasciare aperta la possibilità a lei di entrare nel gioco. Cristina ne rimane invischiata, mentre Vicky che sta per sposarsi ha dei seri dubbi sul suo futuro con l'uomo con cui che sta per condividere tutta la vita, troppo perfetto, troppo asettico e dall'alto tasso di disinteresse dopo poco tempo. Mentre Juan Antonio è un vulcano di insicurezza, ma l'attira terribilmente per il senso del rischio e dell'avventura stimolante.
    Dopo aver saputo che una cara amica (interpretata da Patricia Clarkson) dal matrimonio apparentemente di ferro con un uomo ricco sta attraversando un periodo di crisi per la mancanza di stimoli, Vicky cade in una sorta di terribile disagio, non sa come dire a Cristina del suo desiderio ma dall'altra parte sa che con il pittore bohemians di bell'aspetto nulla potrà essere sicuro.
    Allen inscena abilmente un sottile gioco di specchi contrapposti:vi volete vedere come siete davvero oppure come vi vuole la società? Preferite iniziare una lunga vita senza sussulti dal pingue conto in banca oppure vi stimola il pericolo di una esistenza insicura da ogni lato ma mai soporifera?
    L'arte, che è troppo influenzata dallo stato d'essere, ha un livello produttivo tale quanto la quantità di felicità erotica che produciamo e riceviamo. Dipingere non è solo spalmare dei colori e delle forme/linee, è anche un quantificare la propria felicità. Il triangolo Cruz-Bardem-Johansson funziona perchè i veri produttori dell'erotismo (Cruz-Bardem) hanno un collante (Cristina) che ne smussa la violenza e rende l'esplosione della creatività più morbida e controllata, dando al lavoro finito un senso di maggiore compiutezza artistica. Mentre vediamo come la trama prosegue, ci troviamo quasi allibiti di fronte alla leggerezza con cui Allen affronta il difficile e scabroso tema del triangolo costruito per funzionare:i (casti) baci saffici tra le due donne sono perfettamente integrati nel racconto e non lì solo per attirare consensi, e mentre l'inusuale accordo prosegue vediamo come l'elemento di disturbo (Vicky) soffra del suo matrimonio tradizionale a due perfetto senza emozioni, in quanto sarà un vantaggio che non c'è nulla da regolare ma è pur vero che così davvero si rischia l'appassimento cerebrale. E'difficile scegliere tra ragione e sentimento, e una sezione finale perla ci parla che la verità sta nel mezzo:in ogni storia le cose sono talmente personali che tutto si può fare, basta però scegliere le persone giuste con cui basta uno sguardo per andare d'accordo e capirsi. La Cruz è davvero a suo agio nella parte della pazzoide isterica, sembra aver trovato un regista che dopo Almodovar la sappia valorizzare a dovere, i suoi sguardi sono intensi, duri, potenti. Dobbiamo aspettare un bel po'per vederla, ma quando arriva la sua presenza imprime una svolta decisiva al film. Bardem sa recitare a sguardo spento come pochi, i suoi occhi con le borse e il suo fumare nervoso sono unici nel mostrare la sua insicurezza di fronte agli eventi che non sempre domina. La Johansson e la Hall fanno a gara di bravura a fare la sfrontata libera mentalmente e la sicura di facciata, con tali attori aiutato dall'ambiente spagnolo di grande richiamo Allen non ha fatto nessuna fatica a costruire validamente questa storia d'amore e sesso strano per aiutare l'arte.
    Il regista transfuga polemizza apertamente autocitandosi in maniera nascosta con il suo paese irriconoscente e limitatore della produzione alleniana, al narratore fuori campo fa dire che in Europa c'è molta più libertà di costruire arte che in America, sopratutto ci sono molti più riconoscimenti agli artisti. L'altalena di emozioni che deriva dalla pellicola è a dir poco incredibile, con quella fotografia virata sul giallo ad impreziosire, la vicenda ci sorprende varie volte, e il racconto, pur meno stratificato rispetto ai suoi lavori londinesi, si muove tranquillo pur con molte fasi di discorso e simbolismi più o meno occulti (come la pittura alla Pollock in un momento felice, segno che con il cervello libero da pensieri tutto è più facile).
    In definitiva un nuovo raffinato film di un regista molto produttivo che ogni volta è un piacere vedere, felice di poter parlare di belle donne e sesso diverso con sincerità e senza troppi patemi, confermando quanto la Johansson lo ispira. Scorci come al solito meravigliosi, interpreti convincenti e in palla, narrazione fuori campo che approfondisce i concetti senza pedanteria, musiche perfettamente calate nella trama, il film di Spagna di Allen non è ficcante e pieno come i suoi thriller londinesi, ma è sempre un grande spettacolo, una gran bella soddisfazione poter vedere all'opera un anziano cineasta che non vuole proprio andare in pensione registica dopo aver lasciato le scene come attore (ma non è detto che non ci ripensi). Possiamo tutti davvero dire meno male, perchè all'orizzonte uno con il suo tocco magico davvero non si vede. Olè!



     
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111 replies since 13/5/2008, 17:22   2408 views
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