Black Swan

di Darren Aronofsky

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    Nina (Natalie Portman) è la più ambiziosa ballerina del New York City Ballett, un giorno lo scenografo Leroy (Vicent Cassel) decide di affidargli la parte principale nel balletto Il Lago Dei Cigni, che implica un’interpretazione in doppia veste; di Cigno Bianco e Cigno Nero, due faccie della stessa medaglia, volendo non deludere nessuno sarà ossessionata nella riuscita di questa doppia interpretazione che è il coronamento di un’intera carriera. Darren Aronofsky torna dietro la macchina da presa dopo The Wrestler e lo fà in modo talmente intenso e incisivo che quasi rimaniamo sbalorditi a post visione. Black Swan è una pellicola che incarna più generi; dal dramma, al mèlo, al thriller per passare all’horror, in modo squisitamente sublime e di alto livello. Come è di altissimo livello l’interpretazione viscerale, carnale e portentosa di Natalie Portman (da oscar!), la protagonista che dà tutta se stessa nella doppia veste di cigno bianco, congeniale al suo io, e quella più ardua di cigno nero, che si discosta dal suo modo di essere, che cercherà a tutti i costi di raggiungere varcando ogni limite fisico e metafisico possibile nella riuscita di un’interpretazione che ha sempre sognato di fare, un tuffo nell’oblio più nero, quasi un biglietto di andata (e ritorno?) per l’inferno. Il portare noi stessi al limite e andare anche oltre è un qualcosa che non riesce a tutti, cercare una sorta di metamorfosi (si ricorda molto La Mosca di David Cronenberg) personale è quasi come un voler rinascere a nuova vita, una vita alternativa opposta al nostro essere; nascere bianco e diventare nero, nascere angelo e diventare diavolo, nascere buono e diventare cattivo, nascere puro e diventare impuro, un trasformismo eccessivo forse perfino per i più grandi e bravi attori del mondo, un trasformismo irreversibile che cerca la perfezione ad ogni costo. Dai palcoscenici dei ring si passa ai palcoscenici della danza, con sempre un unico protagonista al centro dei riflettori, un protagonista che buca letteralmente lo schermo e gli occhi di chi guarda.

    Voto: 8

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