A prova di morte - Grindhouse

di Quentin Tarantino

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  1. Alexeleven83
     
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    CITAZIONE (Diane.Selwyn @ 26/11/2009, 19:04)
    Io ho detto cose semplici e banali, che erroneamente sono state prese per approfondimenti eccessivi rispetto alla portata del film. Non capisco perchè vi siete, in generale, allarmati quando ho detto che si tratta di metacinema. Non è forse il cinema che parla di se stesso, questo benedetto metacinema? E allora come mai ritenete che D. P. non sia metacinema? Cioè di cosa parla esattamente? Di uno stantman e di 4 ragazze tutte legate al cinema (una stunt, una controfigura, una modella-attrice, ecc) che lo finiscono a mazzate. A prova di morte è un'auto usata per girare i film, le tecniche registiche sono quelle dei b-movie (le immagini che si inceppano, il montaggio sfalzato ecc.), la conclusione è che Death Proof è un film che parla del cinema, quindi di se stesso, quindi è metacinema. Su questo non credo che si possa tanto stare a discutere, a meno che qualcuno mi dice che Mike non è uno stuntman o che l'auto non è quella usata nei film d'azione (tesi peraltro impossibile da sostenere).

    Allora, fino a qui posso anche essere d'accordo, nulla di allarmante. Anche se trovo che il film rimanga un esile divertissement con alcuni elementi (nemmeno troppo primari) un po più "alti", tipo gli elementi metacinematografici che citi ma che sono molto all'acqua di rose.
    Assolutamente niente di più di questo...mica è Il Ladro di Orchidee :P
    Ed infatti...

    CITAZIONE (Diane.Selwyn @ 26/11/2009, 19:04)
    L'evoluzione, o meglio, la novità nella poetica tarantiniana rappresentata da questo film, è proprio il metacinema. Mike è un uomo che regala illusioni col suo mestiere di stuntman, ne consegue che il cinema regala illusioni, non morte, ma semplice illusione della stessa. Questo film racconta il cinema, o una parte del cinema, e lo fa criticando. Per esempio, le ragazze si vendicano nei confronti di un tipo di cinema (quello dello stuntman, quello dei b-movie) che le ha sempre fatte apparire come pezzi di carne (emblematica la scena dove pezzi di arti volano per aria). Viene ripresa la visione della donna tarantiniana e gli si aggiunge il plus valore della vendetta cinematografica. Vendetta che ritroveremo in Shoshanna, che vendica a tutti gli effetti non un b-movie, questa volta, ma il cinema di regime.

    ...questa seconda metà della tua analisi la trovo veramente forzata.
    Ed il significato più complesso che posso dare all'arto staccato che vola per aria è quello di (ennesima) autocitazione per il suo feticismo pedestre.

    Sarò un sempliciotto io, boh :P :D
     
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327 replies since 11/10/2006, 14:57   3930 views
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