A prova di morte - Grindhouse

di Quentin Tarantino

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  1. macina
     
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    Seconda mia persona visione ad A prova di morte.
    La prima volta mi aveva decisamente sedotto con questo esagerato modo di tributare i doppi spettacoli americani a basso costo dei decenni che furono, quella pellicola "rovinata e puntinata" come se ci si trovasse nel 1977, quel nichilismo nel non voler volutamente lanciare qualsivoglia messaggio o senso generale, quei soliti personaggi fuori dal comune e stupendamente fuori di testa. Intranenimento, certo, ma a cazzo dritto. Inoltre il film mi sembrava così tanto Rodriguez da promuoverlo a pieni voti e scagliarmi contro i detrattori che in questi ultimi anni mi è capitato di sentire.

    Ieri seconda visione dunque e tra l'altro in lingua originale. Ho patito quello che a mio avviso è il maggiore problema dell'opra, ovvero quei pachiedermici dialoghi sia nei primi venti minuti che in apertura della seconda vicenda. Io sono il primo a sostenere che una delle forze del cinema di Quentin siano proprio quelle dissertazioni condite da whisky e sigarette sul tutto e nulla (dall'incipit de Le iene e decine di altri momenti della sua carriera), ma qui si è esagerato, e non si consideri il participio passato in senso buono. Sono scambi di battute, lubrificati da scurrilità al fulmicotone, che dopo un po' stancano, spossano, perdono di mordente. Certo che le ragazze sono fighe, il cast è altissimo, deve forse anche essere così, però Quentin si è lasciato troppo perdere la mano.
    Ne consegue un film davvero che non ambisce nemmeno lontanamente a formulare una sceneggiatura precisa e consequenziale; un film il cui unico punto di partenza sta nel fatto che uno schizofrenico misogino, Stuntman Mike, si aggira per le polverose vie a stelle e strisce con una macchina super strutturata per ammazzare donne o dare loro fastidio. Questo in realtà mi piace e Tarantino riesce a far digerire questa apparente carenza di passaggi trasformandola in una virtù. A prova di morte allora si fa intrigante, divertente, pastoso, sudato, volgare, accattivante e fottutamente spettacolare. Vi sono anche scene degne di nota (Stuntman Mike che mangia bulimicamente cibo messicano al tavolo di una locanda e viene preso per il culo da altri due avventori), un clima pazzoide che non può non conquistare e poi lui... Sua maesta Kurt Russel, che ha saputo imporre un personaggio iconico e da restituire ai posteri. Che volto! Vi è scritta una storia in faccia!

    Ripeto: continuo ad apprezzare la pellicola anche se con qualche riserva rispetto ad anni fa.
    :)
     
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327 replies since 11/10/2006, 14:57   3930 views
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