Vizio Di Forma

di Paul Thomas Anderson

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  1. nic_baker
     
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    Premessa doverosa: A Anderson sono proprio affezionato, fa parte di quella manciata di registi che mi hanno accompagnato in diversi momenti importanti e con cui "sono cresciuto", il suo cinema mi piace, l'unica cosa che odio è il pubblico che lo segue (di cui faccio parte, purtroppo). Credo convintamente che There will be blood sia uno dei 4-5 film americani degli '00 più importanti. The Master è per me la dimostrazione che la decostruzione del romanzo americano si possa fare anche al cinema, o meglio, funzioni allo stesso modo sul fruitore. Per tutti questi motivi mi sono trovato in difficoltà all'uscita del cinema.
    Altra promessa doverosa. Il romanzo è grandioso ma io ho da tempo slacciato le sinapsi che obbligano a mettere a confronto una pagina scritta con un frame, però in questo caso la fedeltà di Anderson non si limita al materiale ma anche allo stile e la faccenda si fa più complicata dal momento che, come detto, già The master sembrava preso da un romanzo di Pynchon.
    E tra le poche certezze che ho ora è che The Master funziona meglio, almeno su di me.
    Tra le cose che mi pare (parlo più per suggestioni che per altro, non ho letto molto) siano state apprezzate di più di questo Inherent Vice, ci sia una certa maturità stilistica e l'abbandono di vanità che avevano appesantito in alcuni frangenti i suoi primi film. Può darsi, ma mi pare che quella vanità fosse anche parte dell'importante scarto tra Anderson e molti dei registi della sua generazione. E non sono così convinto che questa mutazione meno barocca, più fine più incline alla sottrazione sia un bene, e in alcuni casi mi pare che l'esaltazione del pubblico e critica per questa deriva ( ripeto parlo per suggestioni e per quello che ho sentito e letto distrattamente) sia più figlia del voler ostentare la propria sensibilità sensibilissima per cui tu-non-ci-vedi-grande-cinema-perché-non-hai-occhio piuttosto che per reale convinzione. Ma queste sono acidità che non hanno nulla a che fare col film. Ci giro intorno perché mi è difficile parlarne. quindi in modo spicciolo. Mi è piaciuto? sì, e nemmeno poco. E' un Capolavoro? è una domanda che spesso trovo idiota, ma comunque oggi non credo che lo sia. Gli attori sono bravi? come in ogni film di Anderson. Dove sta nel resto della filmografia di Anderson? dietro a diversi film per come la vedo io. Avevo aspettative inattendibili? E' senza dubbio il film che abbia visto in sala su cui avevo più aspettative. Oggi mi sembra che sia il film di un regista talentuosissimo che non ha più intenzione di dimostralo e di mostrarlo in modo evidente, il che è un bene e sarei d'accordo a chiamarla maturazione se questa evoluzione corrispondesse a un miglioramento, e secondo chi scrive non è questo il caso.
    In ogni caso, Pynchon, Anderson, postmodernismo... immagino che gli scritti di altissimo spessore spuntino come funghi ed è pieno di gente la fuori che saprà spiegare del perché questo è, al di là di ogni ragionevole dubbio, un capolavoro.


    P.S.
    Nonostante io sia sempre per andare al cinema ogni qual volta possibile, Il film in questione è da vedere assolutamente in sala deserta, che è altissimo il rischio di trovarsi vicino il fenomeno che non capisce che non tutti i pensieri devono avere per forza forma sonora e non sa tenere per se gli indispensabili commenti su come, quando, dove e perché ridere o sorridere -e ineluttabilmente è lui il primo a scoppiare in una risata sbragata quando non c'è cazzo da ridere- che a furia di condividere la sala con questi personaggi ho nostalgia dei sabati pomeriggi passati a sgomitare coi tamarretti con le spille sull'orlo dei jeans e berretto da baseball con visiera piegata fino al naso che passavano tutto il film a lanciare pop corn e a far sentire agli amici tutte le suonerie del 3310.
     
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15 replies since 30/8/2014, 14:41   543 views
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