Top Ten 2015

I più bei film visti nel 2015

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    CITAZIONE (Guido75 @ 19/1/2016, 10:33) 
    Non lo so, non mi convinci. E non perché dubiti delle cose che dici, che hai letto o a cui credi (a livello storico e culturale, potremmo discutere a lungo ed avere visioni diverse, ma non mi sembra il caso di avventuraci in quel campo). Mi limito a giudicare il film, appunto, ed in quanto tale non mi sembra un film di propaganda, o almeno non più di quanto possano esserlo stati molti altri film di genere. La figura di Chris Kyle, per quanto idealizzata all'inverosimile, sempre considerando la realtà dei fatti a cui ti attieni, alla fine ci restituisce solo il simbolo di un certo tipo di americano, neanche così granitico, piuttosto vittima, del proprio credo e dei fatti (la guerra) in cui è coinvolto. Mi sembra che l'occhio di Eastwood sia verso di lui più compassionevole che di ammirazione (quest'ultima comunque ben presente). Per essere sintetici e concreti, cosa c'entra Kyle con Bush? Tutto posso aver compreso tranne che il film sia un'istigazione alla guerra o un atto di ammirazione verso l'amministrazione americana.

    A livello tecnico e di regia non sono affatto d'accordo. Il film per me è ben girato; non so a cosa esattamente ti riferisci nel parlare di alcune scelte registiche finalizzate a ricattare lo spettatore, quando in alcuni casi io vedo esattamente il contrario. Tanto per fare un esempio, è un eroe chi spara ad un bambino? Chi può digerirlo? Nessuno, protagonista compreso. Scena simbolo (oltre che di gran pathos, almeno per me, e confezionata benissimo a livello tecnico) delle contraddizioni e delle atrocità di un conflitto, da qualunque parte lo si guardi.

    Aspetta, io non ho fatto considerazioni di tipo politico, non ho espresso giudizi né su Bush né su Kyle, ne ho fatto solamente un discorso di fatti. Possiamo discutere per ore se sia giusto o meno un intervento militare in una determinata zona, ma la discussione su cosa c'entri l'Iraq con le torri gemelle dura il tempo di un battito di ciglia, perché la risposta è "Nulla" e non è un giudizio ma un fatto storico. Non è una cosa che ho letto, che dico o a cui credo, è una verità storica come lo è che la Germania ha invaso la Polonia, né più né meno. Affermarlo non è esprimere un giudizio politico e negarlo non è esprimere un giudizio politico opposto, è solo negare o affermare la verità. Il film invece lascia intendere che sia così, che dall'attentato alle torri si passi al marzo del 2003 all'invasione in Iraq, ora siamo su un forum di cinema e non è certo il posto per sciorinare un conflitto che ha radici ben più lontane del 2003, ma comunque si tratta di una menzogna evidente come una foca in cucina, non è politica, solo Storia. Citavo Bush non per fare un parallelo e nemmeno un discorso polito, ma solo perché era il presidente degli stati uniti in quel momento e dopo un confuso cianciare di terrorismo ha sempre giustificato l'intervento in Iraq (ripeto, due anni dopo l'attentato) con le armi di distruzioni di massa e Saddam, il film poteva semplicemente attenersi alla realtà visto che a quello ambiva o sennò prendere la strada di Tarantino, quella che ha preso a me sembra evidentemente la strada melliflua della menzogna. E ripeto non è un discorso politico, perché per quello che ho detto finora io potrei pure essere d'accordo o essere in totale disaccordo con l'intervento in Iraq.

    Anche io credo che Kyle sia vittima di tante cose. La scena del bambino per me è una delle peggiori, il vero Kyle la racconta come potrebbe raccontarla un oggetto inanimato con la capacità della parola, nel film non solo Kyle pare combattuto ma addirittura viene lasciato intendere che se avesse sparato a un bambino disarmato avrebbe dovuto fare i conti non solo con la sua coscienza ma anche con la legge. Fantascienza. Con la guerra credo non abbia nulla a che fare, non solo nel pathos, ma soprattutto nelle dinamiche, è noto che nessuno se non in casi eccezionali abbia mai davvero pagato quando ha ucciso un civile (bambino vecchio donna o uomo) ma soprattutto non esiste nessun conflitto in Kyle, in quello che fa. E a me andrebbe bene l'umanizzazione di Kyle, se non fosse che unita alle menzogne sopra citate e alla disumanizzazione degli antagonisti mi pare ne esca un film, come detto, di bassissima propaganda. Mentre a Kyle è concessa una (inesistente nella realtà) profondità, una morale, un'altissima considerazione della lealtà e un enorme spirito di sacrificio a costo di proteggere valori altissimi come la libertà o i suoi compagni, al cecchino suo antagonista non è concessa altra spinta se non il denaro. E se nella realtà possiamo sfogliare i pensieri di Kyle e scoprire che non vi è traccia di nessuna o quasi di tutte quelle belle cose che il film gli appiccica addosso, non possiamo dire altrettanto del cecchino a cui Kyle ha infilato un proiettile da quasi 2 km di distanza, non ci è dato sapere se davvero fosse mosso solo dal denaro.
    Comunque non credo fosse il topic per discuterne in questo modo :D ma è un mio talento quello di andare sempre e comunque OT.
     
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    Ho tirato in ballo la politica perché alla realtà dei fatti (anche politici) ti attieni per dire che il film è una "menzogna" storica. Ed anche in questo campo, comunque, chi dice, nel film, che l'America è dovuta intervenire? Forse, più semplicemente, un solo americano (e chissà quanti altri lo avrebbero fatto) ha deciso che voleva intervenire. Sia chiaro, Eastwood non fa nulla per dire il contrario, ma m'è sembrato più opportuno spostare la mira dalle istituzioni ai singoli uomini o solo uno di essi. Kyle, per l'appunto. Che è anche, questo è quello che vedo, l'oggetto del film. Non l'America, non l'Iraq, ne forse il protagonista stesso in quanto Chris Kyle, ma in quanto americano; uno di quegli americani, appunto, nella parentesi più su.

    Ed ancora nella seconda parte, quando critichi la scena citata, ti riferisci di nuovo a fatti reali, a come viene raccontata da lui (nel libro?) ed a cosa succede sui veri campi di battaglia. Ma non ti soffermi invece su cos'altro possa suggerire, ad esempio, il più banale ma anche il più concreto, su cosa faresti tu. E quì cadono per me tutti i discorsi, ma resta solo un senso di spaesamento di fronte a scelte scellerate alla base (appunto politiche, quelle a cui accenni tu, ma facendo un discorso inverso ed opposto).

    La memoria non mi assiste granché, quindi non riesco a controbattere sul cecchino iracheno, che rispetto a quanto già detto è un trascurabile dettaglio. Ma poco importa, è "American Sniper" non "American & Iraqi Snipers" :P
     
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    CITAZIONE (Guido75 @ 19/1/2016, 13:38) 
    Ho tirato in ballo la politica perché alla realtà dei fatti (anche politici) ti attieni per dire che il film è una "menzogna" storica. Ed anche in questo campo, comunque, chi dice, nel film, che l'America è dovuta intervenire? Forse, più semplicemente, un solo americano (e chissà quanti altri lo avrebbero fatto) ha deciso che voleva intervenire. Sia chiaro, Eastwood non fa nulla per dire il contrario, ma m'è sembrato più opportuno spostare la mira dalle istituzioni ai singoli uomini o solo uno di essi. Kyle, per l'appunto. Che è anche, questo è quello che vedo, l'oggetto del film. Non l'America, non l'Iraq, ne forse il protagonista stesso in quanto Chris Kyle, ma in quanto americano; uno di quegli americani, appunto, nella parentesi più su.

    Ed ancora nella seconda parte, quando critichi la scena citata, ti riferisci di nuovo a fatti reali, a come viene raccontata da lui (nel libro?) ed a cosa succede sui veri campi di battaglia. Ma non ti soffermi invece su cos'altro possa suggerire, ad esempio, il più banale ma anche il più concreto, su cosa faresti tu. E quì cadono per me tutti i discorsi, ma resta solo un senso di spaesamento di fronte a scelte scellerate alla base (appunto politiche, quelle a cui accenni tu, ma facendo un discorso inverso ed opposto).

    La memoria non mi assiste granché, quindi non riesco a controbattere sul cecchino iracheno, che rispetto a quanto già detto è un trascurabile dettaglio. Ma poco importa, è "American Sniper" non "American & Iraqi Snipers" :P

    Sulla prima parte mi pare una forzatura, ma anche non lo fosse il film è critico con uno solo dei personaggi della parte giusta che è Lee, l'unico scettico nei confronti della guerra e che Kyle liquida dicendo che è morto proprio perché nutriva dei dubbi, insomma si era intenerito e l'hanno ucciso. E anche questo mi pare un bel segnale su quale sia la strada che il film sceglie di prendere.
    Quella scena, quella del bambino, credo suggerisca principalmente una cosa, che Kyle abbia dei sentimenti e che ha fatto bene a sparare, ha ucciso un bambino ma non lo avesse fatto sarebbero morti un sacco di uomini, al centro della scena non c'è lo spettatore ma il protagonista che attraverso quella scena ci da la categoria giusta a cui dobbiamo aggrapparci lungo tutta la visione del film "È una guerra, e i cattivi la combattono anche coi bambini, per quanto crudele possa essere, per quanto io possa esser combattuto devo sparare anche in testa a un bambino" e noi lo accettiamo, nessuno credo ne evinca qualcosa di più d'impatto, poi dopo attraverso le nostre lenti e alle nostre esperienze possiamo parlare di un sacco di cose che vengono suggerite o, più realisticamente, che noi vogliamo e crediamo di vedere, ma la scena funziona così, la grammatica del film dice quello, la nostra testa, il nostro cuore poi sono altra cosa. Ma il messaggio a me pare chiarissimo perché in modo chiaro viene detto. Poi sono felice che a te abbia suggerito qualcosa di più profondo, ma credo sia per tua sensibilità piuttosto che per la costruzione della scena.

    Non è questione di american o iraqi snipers, è questione di come si decide di inserire un personaggio, se lo inserisci spesso come un foglio di carta e lo contrapponi a un personaggio sfaccettato stai facendo una scelta, una scelta che non mi piace mai, nemmeno quando si parla di supereroi o di mostri, perché è una scelta retorica bassissima (nel caso di American Sniper) ed è anche una pessima scelta drammaturgica per come la vedo io, lo è sempre quella di contrapporre a un buono di spessore un cattivo banale. Non serve una mezz'ora di film per liberare un personaggio dalla bidimensionalità e concedergli uno spessore, che non significa farlo passare da cattivo a buono ma dargli appunto uno spessore, anche in negativo. Io sono uno sprovveduto, ma non al punto da non sapere cosa aspettarmi da un film del genere, basato su fatti del genere girato da un regista che non ha mai nascosto le proprie idee, quindi non è che mi aspettassi o pretendessi altro in termini di idee, solo che qui c'è tutto il peggio a cui riesco a pensare, dalla disonestà nei confronti della Storia a pessime scelte registiche e in fase di scrittura. Ed è uno di quei casi in cui è impossibile che cambi idea (e su alcuni film l'ho cambiata radicalmente), per me American Sniper è e rimane spazzatura, quindi colpa mia che ti ho trascinato in una discussione dove non credo né io né te ci muoveremmo dalle nostre posizioni :D
     
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    Mai pensato di farti cambiare idea, ne il contrario. Semplici (diverse) vedute.
     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    CITAZIONE (Guido75 @ 20/1/2016, 14:53) 
    Mai pensato di farti cambiare idea, ne il contrario. Semplici (diverse) vedute.

    Siete proprio fighi voi due :lol: :lol: :lol: Ovviamente ho letto tutto con interesse e non saprei proprio chi dei due ha più ragione.

    Ad ogni modo, provo a dire la mia sul film, poi tornate a aprlare di politica medio orientale quanto volete. :D

    Se penso ad Eastwood ammetto che lui ha diretto dei gioielli quali "Mystic River", "Gran Tornio", "Gli spietati" ma anche "Changeling", "Bird", "Million Dollar Baby", "I ponti di Madison County" (con questo ammetto che riesco pure a versare qualche lacrimuccia di commozione). Poi come regista affianca ai gioielli dei film veramente belli quali "Flags of our Father" (sempre trattato più male di quanto meriti), "Letters fron Iwo Jima", "Mezzanotte nel giardino del bene e del male" (di cui si parla sempre troppo poco), "Brivido nella notte", "Il texano dagli occhi di ghiaccio", "Fino a prova contraria". A queste due categorie già di per se nutrite, si aggiunge quella dei "Filmazzi", pellicole che potrebbero essere dirette anche da qualsiasi altro regista e sarebbero comunque dimenticabili/trascurabili come ad esempio "Bronco Billy", "Luomo nel mirino" (che possiamo considerarlo il suo comic movie) o "Honkytonk Man". Ho fatto questa distinzione perchè è importante capire come leggo il cinema di Eastwood per comprendere quanto segue.

    "American Sniper" è una pellicola di mezzo, non tra i gioelli e i film belli, ma tra questi ultimi e i "filmazzi", per molti motivi, uno su tutti alcune cadute di stile discutibili, anche se essendo partigiano nei confronti del regista alla fine io tendo a mettere la storia del cecchino tra i film belli. Sapete perchè questo? Adesso ve lo dico.

    Per il sottoscritto "American Sniper" non è altro che un film d'azione, niente di più ne di meno, altrimenti non saprei proprio come trattarlo (specie in momenti dove sembra essere più un filmato di intermezzo preso da un qualsiasi Call of Duty, che non è un male visto che Nolan in "Inception" ha rubato dal titolo Activision l'intera sequenza innevata). Quindi il personaggio stereotipato, la situazione stereotipata, tutto è un enorme manifestone stelle strisce che ricorda i toni de "Il giorno più lungo" piuttosto di un "Salvate il soldato Ryan" (che in quanto a patriottismo non è secondo a nessuno), che mi fa intendere "American Sniper" non propriamente come un film riflessivo e dall'impronta autoriale quale potrebbe essere "La sottile linea rossa", ma un bel blockbuster d'azione creato a tavolino, ma che non disdegna una riflessione nel suo sottotesto narrativo, anche se questa non necessariamente deve arrivare a chi guarda. Quindi metre se anche Clint avesse fatto piomabre John Wayne a cavallo in aiuto del suo cecchino non sarei rimasto stupito, la cosa che ho apprezzato è come egli si fermi a descrivere un paese, l'America, mai così vulnerabile come in questi anni, bisognoso di eore e figure "classiche" a cui aggrapparsi per poter credere in un futuro qualsiasi ma di stampo positivo. Un po' come dire: non importa quanti cattivi combatteremo, perchè un nostro eroe vale 100 di loro". Ma la verità sembra che nonostante l'eroismo ed il patriottismo, l'unico funerale che si consuma è quello del mito americano.

    La regia ad ogni modo non la boccio perchè alla fin fine è un film che tenta di svecchiare una formula visiva intimista e lo fa magari con eccessi, a volte deliranti come la camera sul proiettile, ma alla fine la pellicola tiene il ritmo e la tensione. Poi dopo averlo visto al cinema me lo sono pure dimenticato e se non era per questa classifica, veramente non l'avrei più ripescato dalla memoria. Assolutamente ingiustificabile la candidatura a miglior film, ma comprensibile viste le leggi non scritte che regolamentano l'Academy.

    Ecco a voi il mio delirio :lol: :lol: :lol: :lol:
     
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  6. Falcuz
     
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    Provo a stilare anche io una mia top 5 personale dei film visti al cinema nel 2015:
    -American Sniper
    -The Imitation Game
    -Il Ponte delle Spie
    -The Walk
    -Selma: la Strada per la Libertà
     
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    Ci provo anche io! metto ciò che ho visto al cinema nel 2015

    1- Mad Max fury road
    2- Mommy
    3- Whiplash
    4- Gone Girl
    4- Babadook
    5- Birdman
    6- Predestination
    7- Star Wars Il Risveglio della forza
    8- Ex-Machina
    9- La teoria del tutto
    10- Imitation Game
    11- Spectre
    12- American Sniper
    13- Chappie
    14- Crimson Peak
    15- Fury


    Lo so ho barato ne ho messi 15 ma non ce l'ho fatta :D e sicuramente me ne sono scordato qualcuno
     
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