Giorni e nuvole

Albanese e Buy con Soldini

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  1. marsellus wallace
     
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    Giorni e nuvole

    Un film di Silvio Soldini. Con Margherita Buy, Antonio Albanese, Giuseppe Battiston, Alba Caterina Rohrwacher, Carla Signoris, Fabio Troiano, Paolo Sassanelli, Arnaldo Ninchi. Genere Drammatico, colore 116 minuti. - Produzione Italia, Svizzera 2007. - Distribuzione Warner Bros Italia

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    Trama: Elsa e Michele sembrano una coppia perfetta, felici e ricchi, si permettono doni e viaggi senza problemi. Un giorno una momentanea mancanza di sicurezza di Michele fa venire alla luce la verità, cioè che lui da due mesi non lavora più e ora sono sull’orlo della bancarotta. Impreparati a una simile situazione la caduta verso il basso sembra inevitabile e oltretutto pare che per un ex-dirigente caduto in disgrazia adattarsi a fare lavori più umili sia una cosa tutt’altro che facile …

    Commento: Soldini torna alla regia con un film che parla di un tema tanto caro (a lui poi particolarmente, dato che è stato trattato anche in altri suoi film precedenti) ai giorni nostri, (in cui il precariato sembra essere ormai l’unica possibilità di lavoro esistente per chi vuole entrare a far parte di qualunque azienda, almneo in mnaiera temporanea), la disoccupazione, vista da parte di chi il lavoro lo aveva, di alto livello e ben remunerato, e poi dopo lo ha perso per voler credere in propri ideali e cocciutaggine. Michele (un Antonio Albanese di buon livello anche se non del tutto convincente per via delle sue mossette che in una parte drammatica molte volte stonano) è un personaggio ancorato a convinzioni e blocchi psicologici che gli impediscono di ricominciare (emblematica la scena delle bottiglie di plastica, dove la costrizione fisica di comprimere è un simbolo di quanto il sistema possa bloccare le aspirazioni di ognuno che deve rimpicciolire e occupare meno spazio per esistere al meglio), mentre Elsa (una Margherita Buy una spanna sopra il compagno in intensità e che una volta tanto non fa la moglie tradita) è più dinamica, meglio disposta ad affrontare la situazione difficile adattandosi man mano. La coppia come logico, per quanto si possa voler bene, in un regime di difficoltà economiche si incupisce, perde ogni certezza che aveva e oltretutto ha delle difficoltà a rapportarsi con amici e parenti per comunicare la caduta in disgrazia, e Soldini in questo è preciso e perfetto, lavora a gradini di racconto per far decidere man mano che cosa lasciare indietro nella vita (la lussuosa casa, la barca e poi via via le altre cose) facendo trasparire sempre di più il concetto che il lavoro è parte integrante della nostra vita e che serve soprattutto per nobilitare se stessi dando un senso preciso al denaro che invece è solo un prodotto e non una coscienza, un rapportarsi/valutarsi con gli altri nella convivenza forzata della necessità del dovere quotidiano.
    La storia deve fare i conti anche con la figlia, grande ed emancipata, che invece si giostra tra fidanzato non accettato e correlazioni familiari, che si dimostra ben più matura e lungimirante del genitore che si mette a nudo in una doccia per pulirsi ma non di fronte a chi dovrebbe, soprattutto alla situazione nuova creatasi e a se stesso. Soldini gioca sull’assonanza arte necessità di vita con l’esplorazione dell’affresco e i suoi progressivi stati di visione, dove le persone devono perdere la propria scorza difensiva esterna per mostrarsi in maniera diversa e meno ruvida, comunque vera, come fa il fidanzato della figlia (Ricky, odiato dal padre ma buono e comprensivo, interpretato da Fabio Troiano) assonanza che raggiunge il culmine nel finale dove cielo e stelle fanno presagire che è ora di guardare avanti ma sinceramente. Trama in fondo abbastanza monocorde, senza particolari accenni al volersene uscire dai binari di racconto, con un sottobosco di personaggi gradevole anche se un po’ troppo manieristici (bontà e semplicità per concludere sempre sul valore del denaro che non cambia lo spirito, ci sia o non ci sia, delle anime che hanno conosciuto uno stop di vita comunque normale e mai troppo agiato).
    Una regia attenta non si perde in cose inutili, non immette fastidiose macchiette lasciando la scena ai due protagonisti per quasi tutto l’intero film , con le loro contrapposte reazioni al fallimento economico.
    Sono questi film con cose già viste certamente, ma mai del tutto consolanti oppure scontati, che possono valere benissimo per una serata all’insegna dell’intrattenimento intelligente con temi che ci toccano da vicino.
    Certo, dall’autore di Pane e Tulipani ci si poteva aspettare qualcosa di un po’ più corposo, ma non lamentiamoci di un cinema italiano che comunque vuole raccontare qualcosa senza spocchia anche e soprattutto per ribadire dei problemi e delle condizioni umane e sociali. Soprattutto quando altro cinema italico nella stessa settimana d’uscita si dedica ad attirare folle con prodotti inutili e del tutto privi di qualunque merito, notando che i capitali pubblici Svizzeri che hanno aiutato a crearlo sono sicuramente meglio spesi di quelli italiani.

    Edited by hellboy1 - 29/9/2011, 15:52
     
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  2. nana78
     
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    Ottima recensione,la aspettavo,credo che vedro' questo film anche per via del buon cast che mi ispira tanto grazie alla Buy(una delle piu' brave attrici italiane) e al bravo Albanese che ormai si cimenta sempre piu' spesso in ruoli drammatici.
     
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1 replies since 27/10/2007, 17:59   237 views
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