Across the universe

Julie Taymor

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  1. marsellus wallace
     
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    una autentica perla imperdibile

    recensione della settimana del 23 novembre 2007 1 di sette

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    Across the Universe

    Un film di Julie Taymor. Con Jim Sturgess, Evan Rachel Wood, Joe Anderson, Dana Fuchs, Martin Luther, T.V. Carpio, Spencer Liff. Genere Commedia, colore 131 minuti. - Produzione USA 2007. - Distribuzione Sony Pictures

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    Trama: Inizi anni 70, il giovane Jude, stanco della vita monotona e ripetitiva dei docks di Liverpool, si reca a New York a cercare nuovi stimoli emozionali. Lì trova una città in fermento culturale creativo ma anche in piena protesta contro la disastrosa guerra in Vietnam che sta mietendo vittime tra i ragazzi Americani. Lì però incontra anche l'amore, che ha la faccia pulita di una ragazza bionda e degli altri giovani in cerca di indipendenza personale. Il gruppo costruitosi attorno alla figura della cantante Sadie sembra rimanere fuori dal coinvolgimento diretto della guerra, se non fosse che all'improvviso uno di essi viene chiamato al reclutamento ...


    Commento: Una spiaggia, un uomo solo, improvvisamente arriva il canto che riempie la solitudine e toglie le barriere dello spazio per calare il nostro status di singoli, in nome della musica gli animi si riempiono e non siamo più soli. Così parte questo bellissimo Across the universe diretto da Julie Taymour (autrice di Frida con Salma Hayek) strepitoso omaggio agli immortali versi resi con anima sonora sublime dei Beatles, che fanno da autentico leitmotiv e motore del racconto. Jude (il nome del protagonista è riferito di fatto alla canzone con ritornello che lo ricorda) è il traghettatore di emozioni che unisce idealmente la città dei quattro scarafaggi (una Liverpool grigia e monotona, senza emozioni e dalla vita qualunque) alla America fine anni sessanta sconvolta dalle vicende del Vietnam.
    Come per altri film musicali la grande ferita americana (oggi chiusa per via di quelle nuove aperte e in fondo ricordata e ripresa più dal cinema che da altri riferimenti storico/culturali odierni) non è vista direttamente nel suo svolgimento (le scene belliche sono intense ma brevissime) ma quanto più nelle sue conseguenze sull'humus socio culturale della popolazione, con il convivere dell'evento dei movimenti hippie e della pop art del pre/dopo Woodstock. La regista non lesina di fornire iconografie dirette sin da subito, come la scritta Freedom sul ponte vicino al luogo dove Jude e Prudence fanno l'autostop, oppure con frasi al vetriolo che condannano il falso perbenismo (“siete tutti così pulitini, e poi potreste essere quelli che ammazzano a martellate nonna” dice Sadie) o altre che indicano di guardare dentro nell'animo e non solo all'apparenza ( “Non c'è specchio nel bagno” indicando la necessità di andare ben oltre a un lavaggio esterno con il sapone).
    Il film vive di incredibili momenti onirici (bellissime sia le coreografie del balletto nella caserma al momento del reclutamento, tante quanto quelle stile Atalante nell'acqua oppure quelle psichedeliche del circo con gli uomini blu) ma il tutto è calato in una atmosfera serissima di condanna alla guerra, di ricerca della libertà personale come quella culturale di tutti senza dover poi diventare come chi si condanna (“credevo che le bombe le usassero gli altri”) per eccessiva folle miopia nel perseguire i propri ideali. Le parole dei Beatles vengono messe addosso a personaggi di ogni estrazione sociale (neri, disadattati, mendicanti, uomini comuni di strada) e modificati di stile, con un gusto incredibile per la sperimentazione intelligente. Impossibile non emozionarsi mentre sui tetti si canta “All you need is love”, mentre tutto intorno parla di odio e di incomprensione, con la legge che teme più i canti di protesta che gli atti criminali densi solo di odio.
    Come si sottolinea “La musica è l'unica cosa che riesce ad avere un senso per poter scacciare i demoni” quando l'intransigenza delle parti non permette nessun dialogo.
    Le scenografie non sono ricchissime, fondamentalmente l'arte che ne compone gli elementi visivi è abbastanza povera, ma i balletti sono talmente densi di fascino e pieni di arte da lasciare impietriti dall'emozione (e ci scappa pure una citazione de Il grande Lebowsky), in un graduale riversamento dal terreno all'onirico (come dimostra il cambiare del titolo del bar dove vanno i ragazzi da Delicatessen a Psychedelic Delicatessen). Sul lato attoriale (in fondo privo di grandi nomi) bravissimo Jim Sturgess (che fa Jude) mentre la bionda protagonista Evan Rachel Wood (dopo Thirteen e Down in the valley una bella conferma) è il ritratto acqua e sapone di un america che da Happy days diventa da Scream days (facendoci perdonare la citazione di un serial tv del 1974 nella creazione è posteriore alle date degli eventi del film).
    Un film in definitiva stupendo, perfetto nel voler trasmettere in maniera completa un messaggio, grandioso nel chiudere un cerchio narrativo e dalla narrazione originale e suggestiva utilizzando le canzoni immortali di un tempo che fu. Attraverso l'universo d'accordo, ma anche attraverso l'animo di noi tutti per un film imperdibile che non deve per nessun motivo essere tralasciato, indipendentemente che piaccia il film musicale o meno in quanto buca completamente il genere per rivolgersi a tutti noi in maniera completa, donando un messaggio di pace e amore unico non platonico. Perderselo sarebbe davvero imperdonabile, anche se non si capisce perchè ogni tanto i sottotitoli italiani (essenziali in un film che muove le immagini e il racconto con la comprensione dei testi delle canzoni) spariscono senza senso. Guest star Bono Vox nella parte di un folle imbonitore stile circense.
    Hey Jude ...
     
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    ottima recensione, Marsellus. adesso la mia curiosità è aumentata esponenzialmente
     
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  3. jake&elwood
     
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    idem come sopra, spero di riuscire a vederlo in settimana ^_^
     
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  4. ednorton85
     
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    azzo.....c'è pan per i denti sta settimana
     
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  5. futuregista
     
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    IO LO VOGLIO VEDERE!!!
     
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  6. redmeteor
     
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    lo vedo di sicuro
     
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    Me lo consigli Mars? :lol:
     
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  8. Trinità&Bambino
     
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    Lo avrei visto anche io, solo che a Pisa non è uscito, in settimana provvedo di sicuro!

    Budd questo ti tocca!

    :lol:
     
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  9. marsellus wallace
     
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    CITAZIONE (Alexeleven83 @ 24/11/2007, 21:27)
    Me lo consigli Mars? :lol:

    alex, questo non è un mattone non preoccuparti. è poesia allo stato puro che utilizza la canzone come mezzo di locomozione del racconto, utilizzando immagini oniriche per visualizzare il pensiero e la filosofia di ribellione alla guerra del vietnam. sono pronto a rimborsarti il biglietto se non ti piace! non barare ovviamente! :lol:
     
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    CITAZIONE (marsellus wallace @ 25/11/2007, 08:25)
    CITAZIONE (Alexeleven83 @ 24/11/2007, 21:27)
    Me lo consigli Mars? :lol:

    alex, questo non è un mattone non preoccuparti. è poesia allo stato puro che utilizza la canzone come mezzo di locomozione del racconto, utilizzando immagini oniriche per visualizzare il pensiero e la filosofia di ribellione alla guerra del vietnam. sono pronto a rimborsarti il biglietto se non ti piace! non barare ovviamente! :lol:

    Odio anche i film così :lol:

    Però ci provo :D
     
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  11. ednorton85
     
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    stat' a' cas'Paris
     
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  12. anais
     
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    Ok ultimamente io e marsellus abbiamo decisamente gusti diversi :P
    L'ho visto ieri sera mossa da una mia amica fan sfegatata dei Beatles.
    Lo ammetto, in genere i film "cantati" o con buona parte cantata non mi piacciono.. sarà che forse i sottotitoli tradotti mi distraggono dalla visione, ma posso reggere un paio di caznoni a dire tanto.. l'80% :lol: cantato proprio va fuori il mio budget!
    L'idea del film è carina: prendiamo dei miti musicali che hanno scandio una fetta importante del nostro passato politico e culturale in anni ricchi di spunti continui come i seventies, e ci costruiamo attorno una storia.
    Quindi, badate bene.. non è una storia supportata da canzoni, io credo che siano le canzoni al centro, e di contorno la storia.
    Non c'è che dire, la regia e la fotografia sono ottime, alcuni effetti onirici sono davvero strabilianti, forse se fossi entrata in sala con qualche stupefacente sulle spalle li avrei apprezzati ancora di più :P
    Gli attori sono bravi, godibilissimi i cameo a cui mi permetto di aggiungere, oltre a quello di Bono Vox, quello di Joe Cocker nella veste di un barbone di strada, di Salma Hayek, sexy infermierina da campo, e ovviamente Yoko Ono.
    Alcune parti sono eccessivamente lunghe..quando ti stai appassionando alla storia e all'avvicendamento del gruppo la narrazione viene interrotta dalla canzone e alla lunga un meccanismo di questo tipo, troppe volte ripetuto, stanca giacché fa sì che il film duri due ore piene, troppe per la storia.
    Credo che sicuramente ci siano sotto dei rimandi seri alla storia e alla discografia dei Beatles perché io, da conoscitrice sino ad un certo punto, son riuscita a scorgere alcune chicche su certe coreografie, su altre che mi sono parse folli no.. e forse c'era qualcosa che mi sfuggiva.
    Insomma..non mi ha convinta, mi ha un pò annoiata, non lo rivedrei ma ammetto che forse possa piacere, che sia comunque un film particolare.
    Voto: 6-
     
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  13. Trinità&Bambino
     
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    Vedo che non ti ha entusiasmato Daniela, io comunque sono molto attratto da questo film.

    Me lo persi alle festa del cinema, magari oggi trovo il modo di vederlo.

    :)
     
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  14. marsellus wallace
     
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    Alcune parti sono eccessivamente lunghe..quando ti stai appassionando alla storia e all'avvicendamento del gruppo la narrazione viene interrotta dalla canzone e alla lunga un meccanismo di questo tipo, troppe volte ripetuto, stanca giacché fa sì che il film duri due ore piene, troppe per la storia. anais

    le canzoni non interrompono la storia, è la storia che interrompe le canzoni che la stanno scrivendo. bisogna vederla come una frammenazione del racconto a più strati : mentre io ti parlo di questo
    ragazzo di Liverpool che vuole conoscere la realtà di New York e di un mondo lontano ma a lui vicino, ti introduco senso e cognizione con la canzone e poi con essa te la faccio emozionare, sottolineo continuando e non circoscrivo interrompendo. I numeri musicali che ti hanno fatto trovare il film troppo segmentato (io lo chiamo splendidamente stratificato) sono il necessario plusvalore per dare il senso di arte (l'atalante), del messaggio portato da tutti e che arriva a tutti (le canzoni le cantano tutti, joe cocker barbone oppure il bambino nero terrorizzato), il senso dello spettacolo (il circo) per trovare completamente il succo di noi tutti intellettualmente colpiti in quanto esseri umani (le fragole punte sul muro e poi spremute). All you need is love ... poi vediamo quello che c'è da fare, partendo da lì saremo sicuri che lo splendore non potrà mai mancare.
    Sono film da vedere al di là della forma e della logica di racconto lineare, in quanto per poter volare hanno bisogno di ali libere da qualsiasi piombo narrativo comune.
     
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  15. anais
     
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    mh sarà..che non è il mio genere allora, ma alla lunga troppe canzoni mi danno noia e producono quell'effetto anche perché, come nel mio caso, se non conosic bene l'inglese finisci col seguire il sottotitolo e ti perdi la bellezza delle coreografie..se vedi le coreografie e non capisci il testo, le vedi come interruzioni alla storia :)
    ripeto: non è un film brutto, è molto particolare.
    dico solo che non è nelle mie corde
     
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18 replies since 24/11/2007, 13:08   737 views
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