Il diario di una tata

riecco Scarlettona

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  1. ednorton85
     
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    Il diario di una tata

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    Regia Robert Pulcini
    Sceneggiatura Robert Pulcini

    Data di uscitaVenerdì 30 Novembre 2007

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    Il film - Il bestseller americano del 2002 Il diario di una tata, scritto a quattro mani, diventa film e mantiene una costante: la regia è doppia! Infatti, è stata firmata da Shari Springer e dal marito Robert Pulcini, già in nomination per l'Oscar nel 2003 per American Splendor. Insieme hanno adattato la trama del libro alla sceneggiatura cinematografica. Si tratta, infatti, della storia di una giovane donna, Annie (Scarlett Johansson), che allontana da sé le scelte di lungo termine preferendo vivere alla giornata, facendo la babysitter nell'Upper East Side di Manhattan.

    Shari e Robert spiegano il perché di questa scelta congiunta alla presentazione USA del film.

    Si parte dall'esperienza diretta - "Indubbiamente quello dell'Upper East Side è un universo che ci sta accanto ogni giorno" spiega Shari "ma che non ci appartiene. Praticamente serve un passaporto per arrivare in certe strade e non si può non far caso al fatto che ogni signora vestita Burberry ha un cane con il cappotto che fa pendant col suo". Marito e moglie si sono così concentrati sull'osservazione di quello che accade al di là della barriera sociale, immaginando cosa può nascondere il lato più intimo di alcune situazioni familiari, anche dal punto di vista dei bambini. "In più... abbiamo una tata" aggiunge Robert "e ci siamo fatti spiegare qualcosa delle sue esperienze precedenti in quell'ambiente. Ci ha stravolti!".

    Il codice delle tate - "Non siamo sicuri che questo codice esista davvero" prosegue Shari "e siamo certi che ci siano un mare di tate che dicono ai bambini che vogliono loro bene. Ci siamo ispirati molto a Mary Poppins e lei aveva un certo codice". Anne, però, fa un errore, ed è quello di violarlo, provando fin troppo affetto per il bambino che accudisce, pur sapendo che dovrà andarsene, prima o poi. "La nostra tata", racconta Shari, "fa questo lavoro da vent'anni e ci ha detto che è devastante il momento in cui lasci una casa in cui hai lavorato per molto, ma sai quando deve accadere ed è durissima staccarsi dal bambino".

    Scarlett, la strana tata - "Scarlett è divertentissima!" esplode Robert "lavorare con lei è stato un vero piacere, e penso che abbia portato la giusta dose di umanità e humour al personaggio. Tutti sono abituati a vederla in ruoli terribilmente sexy e qui, per la prima volta, è una donna insicura, che non sa cosa vuole e veste prevalentemente in tuta e maglione". Indubbiamente la Johansson non mancherà di stupire il pubblico, che non si aspetta di vederla in certi ambiti, ma ha un piccolo segreto, che Shari rivela a fine conferenza: "Ci ha detto di aver fatto la babysitter per alcuni anni, quando studiava!".

    tra questo e Cassandra nn ci capisco piu' nulla.....aaaaaaaaaaaaaaaaaaa :wub:

    Edited by hellboy1 - 24/9/2011, 15:10
     
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  2. LordofDarknes
     
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    Certo ke è proprio bella e bona la Scarlett
     
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  3. jake&elwood
     
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    :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: image image image image image image
     
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  4. Kurtz
     
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    IERI guardavo il trailer e non facevo che ripetermi: ahò sarà una cagata, la solita robetta hollywoodiana.. ma quanto me ne frega??? c'è SCARLETTONA BELLA E BRAVA :wub:
     
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  5. jake&elwood
     
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    tutti in sala solo per la Scarlettonaaaaaaaaaaaa! :lol:
     
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  6. marsellus wallace
     
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    mediocre filmetto nobilitato solo dalla aurea presenza di 2 dee

    rece 2 di 5

    Il diario di una tata

    Il diario di una tata
    (The Nanny Diaries)
    Un film di Shari Springer Berman, Robert Pulcini. Con Scarlett Johansson, Laura Linney, Paul Giamatti, Nicholas Reese Art, Alicia Keys, Chris Evans, Nathan Corddry. Genere Commedia, colore 105 minuti. - Produzione USA 2007. - Distribuzione 01 Distribution

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    Trama: Annie Braddock è una ragazza di bell'aspetto neolaureata. Non trovando una giusta collocazione nel mondo lavorativo si ritrova quasi casualmente a fare la Tata di un bambino di una famiglia altolocata. Ma quello che sembra un ingresso idilliaco dentro un mondo di fiaba si rivela invece un terribile scontro di culture e abitudini tra lei e la sua altezzosa datrice di lavoro ...

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    Commento: i registi Springer German e R.Pulcini riprendono e omaggiano (a più riprese) l'immortale film madre di tutte le tate della Disney Mary Poppins, inserendo nella trama la splendida Scarlett Johanson, studentessa di buone maniere, alle prese con una madre superba della alta borghesia newyorchese (l'algida ed altera Laura Linney, ricordiamola per Kinsey).
    La trama è abbastanza vuota e scontatissima, la giovane inesperta entra in un mondo di sogno non suo anche se sconsigliata dall'amica del cuore (una splendida Alicia Keys), che di fiabesco ha solo gli orpelli materiali strumentali ma è privo rispetto emozionale. Si sa, poi l'animo puro combattendo la sua battaglia indomita riuscirà comunque a farsi forza nei contrasti e nelle differenze dei ceti sociali, superando l'impotenza economica con quella spirituale ed umana.
    Per accentuare il concetto di Tata=donna di servizio, signora=altolocata tenuta e pretenziosa, la splendida Scarlett Johanson viene vestita in modo qualunque ordinario, mentre la splendida come non mai Laura Linney (davvero una battaglia di bellezza ad altissimi livelli) è vestita con splendidi capi a tubino oppure di grandissima classe.
    Era interessante l'idea di inserire in un contesto Sex and the city il film sulla tata dai ricordi anche della serie televisiva a lei dedicata (ampie le derivazioni dalla serie televisiva, a partire oltre che da New York alle Manolo Blanik, al nome del dolce spasimante, Aidan, interpretato dalla fiammeggiante Torcia Umana dei Fantastici 4 della Marvel Rick Evans), ma non ha davvero un riscontro di grande movimento sullo schermo. Il film gira parecchio a vuoto su se stesso, si ripete in continuazione nelle meccaniche di confronto, è poco divertente e il contenuto dallo sfavillante contenitore davvero povero. Alla fine ci si annoia parecchio vedendo il pusillanime comportamento della ricca signora e le contromosse della dolce tata preoccupata ormai solo per il bimbo e non più per il suo futuro economico, mentre il lato in cui si scava nelle porcherie del marito che vengono ignorate per etichetta e il non sporcare la propria immagine agli altri, la ciliegina insapore messa sopra una torta con gli ingredienti giusti per fare una buona commedia ma dal sapore risaputo che le nostre papille gustative cinematografiche ormai riconoscono come privo di quel tocco di classe e gusto in più oltre al buon presentarsi. Di fatto è inutile continuare a battere sugli stessi tasti per tutto il film, introdurre un personaggio maschile bello, buono e corretto (tutti sprezzanti nell'alta società, mariti amici e signore, ma lui guarda caso il massimo del trovabile) per poi ridurre il tutto a una filippica patetica per darci la moralina sull'essere madri prima che signore viziate.
    Un lavoro che poteva essere decisamente migliore, concentrato tutto sul cast e non sulla storia, poco coinvolgente e decisamente privo di vere virtù reali che quelle introdotte a forza con blandi concetti senza vera capacità non fanno sentire. Se vi piacciono le due splendide attrici, i ricordi Sex and the City con i suoi outfit da sogno, potrà forse accontentarvi, per gli altri vale davvero la pena dirigersi verso altre commedie, di Big (l'eterno grande amore di Carrie Bradshaw, la protagonista del serial tv più volte qui citato) in questa pellicola c'è davvero poco.

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  7. ednorton85
     
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    bhe credo tutti se l'aspettassero...ma infondo credo che nn freghi proprio nulla,ci si và per lei...certo onestamente avrebbe fatto piacere se il film fosse gradevole...cmq si và lo stesso,certo che si và...

    sempre puntuale Mars :D
     
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  8. Kurtz
     
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    Oggi mi chiama un’amica carissima e mi dice tu che sei un fissato coi film e vai sempre al cinema perché non m’accompagni stasera a vedere Il diario di una tata? Motivazione dell’amica: s’è laureata da pochi mesi e sta facendo la tata a un ragazzino da quasi altrettanti mesi. Desiderava dunque questo processo di immedesimazione; esperimento cui io ho subito contribuito offrendo la mia compagnia (e la mia auto) per due motivi: motivo a) era da tempo che non vedevo la cara amica e mi faceva piacere far due chiacchiere; motivo b) avevo già deciso che comunque avrei visto Il diario solo perché c’era Scarlett.
    Quindi, lo dico subito, non mi lancerò in filippiche e in critiche salate a questo film qui, perché sarebbe doppiamente inutile: motivo a) se vai a vedere un film del genere sai già cosa ti aspetta (stereotipi sui ricchi, finale con morale inside, melassa e buonismo a palate); motivo b) ho pagato il biglietto per vedere la scarlettona sullo schermo per un’ora e quaranta. Che poi, okay, mi scoccia un po’ che Scarlett è un po’ di film che, escluse le woody-trasferte, stia recitando con il profilo di scorta, adoperando le solite smorfiette (e a volte neanche quelle). E basta, su, donna, tu che puoi e sei brava torna ai tuoi livelli.
    Tra l’altro poi il film non inizia neanche male: c’è un andamento surreale-ironico molto curioso, che poi purtroppo per il film viene del tutto abbandonato nel resto della pellicola. Ma è anche vero che nel mare di spreco del potenziale interpretativo (oltre alla Nostra aggiungo il grande Giamatti, qui sacrificato in un ruolo inutile) si salva la sempre divina Laura Linney*, in un ruolo da miss-bitch che lei contribuisce a liberare da qualche stereotipo di troppo (qualche, non tutti). E in più ho scoperto che Alicia Keys sa pure recitare, oltre che cantare divinamente; anche se, conoscendo bene la sua voce suadente era difficile abituarsi a quel doppiaggio del kaiser (che, lo dico spesso, andrebbe interdetto anche per la Scarlett, perché ci priva di quella sua meravigliosa voce un po’ abrasiva, che è very sexy).

    *qui abbiamo ancora i brividi ogni volta che ricordiamo quel suo terrificante monologo “assolutorio-compromissorio” del marito-Sean Penn nel finale di Mystic river.

    5.5

    Scarlett con gli occhiali: 8
    Scarlett vestita da bandiera: 8
    Scarlett coi jeans ultracalati che mostra le mutande e il suo culone: eeeeeh.... si. :rolleyes:

    però, mo, scarlè, marsch! torniamo a fare film seri eh? -_-

    @marsellus la tua recensione (insindacabile come al solito) mi ha fatto pensare a una cosa: è un po' triste che Hollywood non riesca più a girare delle commedie caruccie, di quelle come dire senza nulla a pretendere ma comunque deliziose, leggere, senza pretese ma tuttavia piacevoli. Pare che gli script ormai debbano per forza annegare nelle solite viete due o tre "idee" viste e straviste. E' questione di pigrizia proprio, perché è evidente, come dici e come ho letto anche altrove, che poi le premesse qui non erano così fetide, si poteva trarre qualcosina un po' più degna.
     
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  9. marsellus wallace
     
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    onestamente my colonel io mi aspettavo molto di più da questa commedia di quello che ho trovato, pensavo ad uno spettacolo comunque frizzante e spedito, una sorta di apologia del bello che vive di momenti esilaranti di commedia degli equivoci. Ormai non sapendo bene come fare inseriscono a forza Scarlettona (come anche altri esempi) per avere un innocuo e placido successo di pubblico. Che a furia di ingannarlo alla fine collasserà di noia indipendentemente dai nomi in cartellone ... se non si osa nulla, bisogna dare comunque colpa agli attori che per dimostrare di essere grandi non devono accettare ogni copione che gli viene proposto, ma selezionare. Senza lei nel cast, questo film non sarebbe manco partito in pre produzione. E purtroppo, lo ripeto sempre, prodotti simili infoganno il programma della settimana lasciando meno visulaità a produzioni ben più degne.
     
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  10. Kurtz
     
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    Speriamo che il pubblico collassi così sti film vengono aboliti; ma ci credo poco
    ad ogni modo bisogna sempre pensare al sistema Hollywood: Scarlett come molti altri attori ha un contratto con le Major, tipo devi fare tot film in tot tempo. E a un certo punto forse scelgono dei titoli anche facendo un po' di calcoli di mercato. Una botta al cerchio e una al secchio (che nel caso scarlett potrebbe voler dire Woody).
     
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  11. marsellus wallace
     
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    bisogna anche dire che attori di peso di fronte a registi nullità sanno anche imprimere un diverso modo di vedere il film con proprie idee inserite nel copione. Scarlett evidentemente questo peso non lo ha ancora, o magari quando non ha Woody dietro non ne ha le capacità, e poi onestamente ormai credo che la scusa dei tot film in tot tempo sia solo un modo di giustificare lavoro di impegno minimo (probabilmente i momenti di scaxxo ce li hanno tutti) perchè essere ricchi non vuole dire che i soldi fanno schifo. E poi questo non doveva essere un lavoro fill-in visto le premesse, poi invece per colpe di tutti, figuranti e direttori, lo è diventato.
     
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10 replies since 26/11/2007, 20:58   173 views
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