Bianco e Nero

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    Genere: Commedia
    Titolo originale: Bianco e Nero
    Nazione: Italia
    Anno produzione: 2007
    Durata: 100'
    Regia: Cristina Comencini
    Cast: Fabio Volo, Ambra Angiolini, Aissa Maiga, Eriq Ebouanay, Katia Ricciarelli, Franco Branciaroli, Anna Bonaiuto, Maria Teresa Saponangelo, Awa Ly, Bob Messini, Billo
    Produzione: Cattleya, Rai Cinema
    Distribuzione: 01 Distribution
    Sceneggiatura: Cristina Comencini, Giulia Calenda, Maddalena Ravagli

    Una difficile storia d’amore

    Elena (Ambra Angiolini) è una mediatrice culturale. Ha fatto dell’integrazione razziale la sua ragione di vita, forse per bilanciare il razzismo latente della sua famiglia. Questa sua «foga perbenista» la porta a costringere il marito Carlo (Fabio Volo) a presenziare a una serata di beneficienza – in cui lui si sente assolutamente fuori posto - in favore dei bambini africani. Proprio in questa occasione Carlo incontra Nadine (Aïssa Maïga), una bellissima ragazza di colore, che è la moglie di Bertrand (Eriq Ebouaney) un collega di lavoro di Elena. Tra i due nasce subito un’intesa profonda e, nonostante le prime reticenze e i sensi di colpa, la passione prenderà il sopravvento. L’ira dei due coniugi traditi non può fermare la storia fra i due, che tra lo stupore generale di amici e parenti coltivano la loro relazione. Ma le differenze sono tante, forse troppe...anche per il loro amore?

    Fonte: spaziofilm.it


     
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  2. Alex84
     
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    Questo mi interessa sembra carino
     
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    CITAZIONE (Alex84 @ 11/1/2008, 13:45)
    Questo mi interessa sembra carino

    Già anche a me... in sto periodo mi sono dato alle commedie, e questa non pare nemmeno banale... e poi Volo in versione attore, non mi è mai dispiaciuto.
     
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  4. MANDRAKE80
     
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    Fabio Volo ultimamente non sta sbagliando un colpo, conto di andarlo a vedere quanto prima :)
     
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  5. MrBlù
     
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    da-trailer-promette-bene,mi-attira!
     
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    [ Mono No Aware ]

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    Ieri sera al TG (non chiedetemi quale poichè non me lo ricordo proprio) non ne han parlato benissimo di questo film...
    Attendo qualche vostro commento prima di decidere se andarlo a vedere al Cinema.

    Edited by [pako] - 13/1/2008, 16:12
     
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  7. alebia
     
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    a me non attira niente invece... a me volo attore proprio non piace..
     
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  8. marsellus wallace
     
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    Bianco & nero

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    Un film di Cristina Comencini. Con Fabio Volo, Ambra Angiolini, Aïssa Maïga, Eriq Ebouaney, Anna Bonaiuto, Franco Branciaroli, Katia Ricciarelli, Maria Teresa Saponangelo, Awa Ly. Genere Drammatico, colore 100 minuti. - Produzione Italia 2007. - Distribuzione 01 Distribution

    Trama: Elena e Carlo sono due coniugi dalla vita apparentemente tranquilla, lei impegnata nel sociale in una organizzazione pro africa, lui invece riparatore di computer socio in una società dai risultati altalenanti. Carlo non sembra interessarsi molto alle attività in cui crede ed è coinvolta la moglie, ma una sera di malavoglia è costretto a partecipare ad una riunione dell'associazione, dove conosce la bella Nadine, compagna del collaboratore e collega nero di Elena. Anch'essa stanca di sentire storie sull'Africa da aiutare, si ritrova a condividere con Carlo molto di più di quello che sembrava fosserci all'inizio di questo incontro occasionale, per colpa soprattutto di un pc truffaldino che ...

    Commento: Cristina Comencini torna alla regia dopo l'ottimo La bestia nel cuore con Giovanna Mezzogiorno, con un film che parla di interazione razziale e di rapporti difficili tra persone di pelle di colore contrario. O almeno bisognerebbe dire, cerca di parlare. Di fatto la storia di Elena (Ambra Angiolini, che torna dopo la presenza in Saturno contro di Ozpeteck, che qui fa un po' la Mezzogiorno dei primi tempi e dell'Ultimo bacio), moglie tradita da Carlo (Fabio Volo, che dopo Uno su Due sembra non voler abbandonare la ricerca di cinema con denuncia), è parecchio incolore e invece di diventare caffelatte appare parecchio trasparente e priva di convincenti sfumature.
    La Comencini ci racconta di un uomo apparentemente innamorato della moglie, senza particolari stimoli ma senza neppure troppa voglia di cercare chissà che avventure, che casualmente incontra la splendida Nadine (Aïssa Maïga), moglie del collega nero di Elena, che è impegnata nel sociale in una campagna pro Africa. Carlo e Nadine si innamorano perdutamente, ma ovviamente avendo ognuno dei figli ed un compagno la cosa non è certamente semplice, soprattutto perchè sentono addosso i pregiudizi sia di una parte che dall'altra parte. La regista, figlia del grande Luigi, si impegna a mettere la cornice ma non il quadro, ci parla di difficoltà razziali quando di base queste non sono invece nulla nell'economia della storia. Un po' come quei film sciocchi ed ingenuotti che ci parlano delle difficoltà di integrazioni dei gay quando ormai gli stessi sono una realtà consolidata e ben accettata da tutti senza problemi in una società tollerante che , in questi casi e in questi tipi di confronti, pensa più alla propria integrità dei nuclei pensanti che a una vera minaccia delle realtà esterne, il film ci mostra una comunità nera romana assolutamente autosufficente in Italia e completamente sofferente nel proprio paese, ci dice che anche la famosa scena della doccia nella fontana di Trevi di Anita Ekberg nella “Dolce Vita” di Fellini può essere girata con un attrice nera (e quale problema di base ci fosse stato? L'iconografia del tempo fu fatta non certo pensando a un problema razziale, non erano certo film girati al tempo del nazismo e non aveva come regista la Riefensthal portatrice di propaganda), ci urla contro che di fronte all'amore nulla può il mondo che lo ostacola, ma dimentica completamente che il vero problema di base non è l'unione tra persone di colore diverso, ma il fatto che ognuna delle due parti ha una famiglia propria fatta di figli e di coniugi. Per cui il film ci comunica una visione distorta da dove sembra voglia parare, e alla fine se girassimo la sceneggiatura a colori invertiti oppure monocromatica alla fine tutto sarebbe uguale perdendo l'istinto di ogni denuncia di razzismo (comportamenti legati blandamente agli orripilanti e farneticanti discorsi del cognato di Nadine) con una sequenza priva di senso come poche che vede un palazzo sede di una conferenza del consolato del Senegal pieno di neri con camerieri bianchi, valida solo per riempire la metratura in quanto ha un dubbio significato di comparazione del tutto vuota. E soprattutto, particolare non da poco, Nadine non è una nera qualsiasi, ma una realizzata workwoman (“Quale carta di credito vuole?”) splendida e avvenente per bianchi, gialli rossi o a pois. Si perde nel lavoro, a furia di assommare banalità (con la ricerca ogni momento del mischiare i colori, le mani bianche con le nere e via dicendo per ribadire l'assodato) ogni valore di approfondimento che sembrava voler cercare l'incipt, per poi risultare alla fine una commedia italiana della sopravvivenza alle corna come tante già viste.
    Come quasi ogni film americano che parlava dell'argomento (citiamo su tutti lo splendido “Specchio della vita” di Douglas Sirk) viene accennato il discorso della bambola (qui una Barbie) che è più bella bianca o viceversa.
    Famiglie con macchiette (il padre di Elena, Franco Branciaroli, che racconta l'intenso amore con la Nera Maramba all'infinito, che ha una moglie , Anna Bonaiuto, altera e con un dispotico atteggiamento protettivo, oppure come la madre di Carlo, Katia Ricciarelli, comprensiva ed indulgente dimenticando la nipotina abbandonata in nome degli ormoni) fanno da corollario non certo originale alla vicenda. Alla fine rimane di buono l'impegno oppure la furbizia di voler accennare all'argomento, con un finale tracimante, senza però minimamente riuscire a dare una visione ma quanto più un quadro personale banale del tutto implume che non vola.
    In definitiva un film molto leggero rispetto alle aspettative, semplicemente gradevole passatempo da vedere ma banale di fondo, che non deve minimamente essere fautore di speranze previsione, con argomenti sociali messi lì dentro a forza in una vicenda dallo svolgimento ben diverso. Certo che se film/furbata così sono considerati di interesse culturale siamo a un livello concettuale ben basso. Dicono che per meglio concettualizzare ed aiutare lo spettatore bisogna anche saper essere leggeri nell'esplicazione dell'argomento, ma del resto andrebbero almeno date le basi per un eventuale approfondimento, anche perchè chi visiona è molto più furbo di quanto chi propone pensi.
     
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  9. luca2012
     
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    CITAZIONE (alebia @ 11/1/2008, 18:33)
    a me non attira niente invece... a me volo attore proprio non piace..

    D'accordissimo :lol:
     
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  10. Sixx^
     
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    CITAZIONE (alebia @ 11/1/2008, 18:33)
    a me non attira niente invece...

    ;)
     
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  11. marsellus wallace
     
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    CITAZIONE (MrBlù @ 11/1/2008, 15:35)
    da-trailer-promette-bene,mi-attira!

    purtroppo lo svolgimento rinnega le intenzioni di base mr. commento esteso più sopra.
     
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  12. MrBlù
     
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    si-ho-appena-finito-di-leggere,il-tutto-è-narrato-all'acqua-di-rose
    in-effetti-la-trama-non-è-delle-piu-innovative,ma-ci-si-poteva-cmq-aspettare-qualcosa-di-piu
    invece-la-banalizzazione-del-racconto-sembra-aver-fatto-da-padrona...non-so,forse,lo-salto..
     
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  13. snap
     
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    Partiamo dal voto... io resto su un classico 6

    Allora, che dire... a me è piaciuto... ma questo è soggettivo... del resto rimane un film che può deludere parecchio, e in parte lo ha fatto anche con me.
    E' un film d'amore, non di integrazione razziale... che i due protagonisti siano un italiano e una senegalese... poco importa, potevamo esserci io e la panettiera sotto casa... il fulcro di tutto è l'amore, la paura del cambiamento... del mollare tutto per ripartire da capo... ok... con la difficoltà dell'integrarsi insieme.

    Volo mi piace perchè recita come mangia... e io ho avuto modo di vederlo a tavola :lol: :lol: :lol: lei stupenda... mamma mia... davvero una bellissima donna.

    Tutto il contorno è una commedia all'italiana... di quelle che non piacciono proprio a noi italiani appassionati di cinema... ma si è visto di peggio come di meglio naturalmente. I soldi del biglietto a prezzo pieno sono sprecati, meglio andare quando c'è il ridotto o aspettare il noleggio o il passaggio su Sky.

    Io ormai son tirato dentro da questo genere, e andrò a vedere tutto il resto che verrà offerto in questo periodo... vedi il Muccino, il Bova... ok ok... voglio farmi del male... ma tant'è.

    In sintensi, film deludente se ci si aspetta chissà quale messaggio social-democratico-integrativo-razziale. Un film piacevole se si vuole pensare alle storie d'amore di tutti i giorni.

    Ciao!
    A.
     
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  14. penny
     
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    Visto ieri sera.

    Appena termina la proiezione non ho potuto evitare di fare una considerazione: i film sono per un verso un prodotto artistico (cioè il tentativo di un autore di comunicare allo spettatore la propria visione di un aspetto dell'animo umano) e per un altro un prodotto d'intrattenimento (uno strumento per far trascorrere al fruitore 1 ora e mezza in maniera piacevole).
    Se la Comencini intendeva (e non credo) costruire una commedia d'evasione simpatica e leggera , allora devo dire che i film raggiunge lo scopo. I personaggi sono simpatici , la storia è divertente e il film scorre via veloce.
    Ma se la regista aveva in animo di affrontare il tema dell'integrazione razziale e della multiculturalità , allora non solo siamo assolutamente fuoristrada, ma direi che cascano le braccia e siamo su livelli di stereotipi , superficilità e luoghi comuni che si prova un senso fortissimo di imbarazzo ad accettare che il nostri cinema posso affrontare temi seri in maniera così volgarmente macchiettistico.
    Il film narra di una famiglia medio borghese in cui la Moglie Ambra lavora per una onlus assieme ad un colto collega Senegalese, la cui moglie, funzionario d'ambasciata s'innamora (ricambiata) del marito della Angiolini , dopo un fortuito incontro ad una conferenza. Da li (secondo la Comencini) si costruirebbe un novello "Indovina chi viene a cena" se non fosse che qui non si inserisce nella sceneggiatura un solo elemento realistico.
    Prima di tutto la famiglia nera è descritta come composta da due benestanti e colti coniugi di estrazione sociale elitaria, che ( non si capisce perchè) sono però imparentati e frequentano solo loro connazionali che vivono ed orbitano in ambienti socialmente a loro estranei. Per fare capire la protagonista si veste da Armani , lavora all'Ambasciata , è figlia di un medico , gira con un pacco di carte di credito , è sposata con un coltissimo dirigente laureatosi in Francia , ma appena esce dall'Ufficio dove si respira aria di privilegio sociale, finisce da una improbabile sorella che gestisce una parruccheria nei pressi della stazione, che è sposata con una sorta di "teppistello" di quartiere maschilista e disoccupato che passa le giornate a rimorchiare donnine allegre.
    Insomma si verrebbe denunciare un presunto razzismo italico (che secondo me non esiste) e si dipinge il nero come Bongo Bongo.
    Ora senza voler analizzare oltre il film , che è di una povertà intellettuale disarmante (anche se come commedia d'evasione a me è piaciuta) , vorrei invece confutare la tesi del film.
    Io vivo in un contesto sociale simile a quello della famiglia bianca del film. Siamo una famiglia medio borghese, che vive in un quartiere abitato da impiegati e professionisti , confinante con il quartiere popolare della città, il che consente ai nostri figli di frequentare una scuola pubblica in cui i bimbi appartengono a più o meno tutte le classi sociali. Nella classe dei miei figli ci sono diversi bambini di colore (sia neri che asiatici) , e NON è affatto vero che bimbi neri provengano da famiglie che vivono ia margini.
    Alcuni sono figli di architetti e giornalisti e nessuno nel quartiere fa caso alla pigmentazione della loro epidermide. Alle festicciole di compleanno i miei bimbi invitano i compagnetti con cui hanno legato (la maggior parte sono ovviamente bianchi, per motivi statistici, ma alcuni sono neri o gialli e nesuno si stupisce come nel film quando entrano alla feste, perchè sono bambini che vediamo tutti i giorni).
    Così come i miei bimbi hanno amichetti figli di professionisti ed altri di operai (perchè a loro non frega nulla del titolo di studio dei loro genitori) bianchi e neri.
    Poi è ovvio che io pur dandomi del tu con quasi tutti i genitori dei bimbi, ho fatto più amicizia con quelli con cui ho affinità culturale , ma ciò prescinde dal colore della pelle.
    Nella vita tutti tendiamo ad accompagnarci con chi ci è affine , il che non ha nulla a che vedere con lo stipendio o il titolo di studio, ma concerne magari le idee politiche, la sensibilità individuale, i gusti sul modo di trascorrere il tempo, l'educazione etc. Io non ho affatto la percezione che gli immigrati vengano emarginati in quanto neri , ma semmai il problema è molto più ampio.
    Io ho numerosi colleghi arabi ad esempio , alcuni dei quali sposati con mie amiche e io manco faccio caso che siano arabi. Poi è ovvio che non ho amici tra gl iambulanti Senegalesi, ma non perchè siano neri. Io per motivi culturali non ho nessun amico tra gli ambulanti sardi , non perchè li snobbi, ma perchè non ho occasione di incontrarli e perchè probabilmente non avremmo nulla in comune. Ma mio figlio ha amichetti figli di persone con cui io non ho affinità e a me fa piacere che frequenti bimbi di ogni estrazione sociale.

    Insomma il film fotografa una realtà macchiettistica che non esiste affatto , almeno nella mia esperienza.
     
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  15. MrBlù
     
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    ottima-disamina/raffronto
    l'ho-letta-con-interesse,peccato-che-un-tema-cosi-interessante
    (ti-consiglio-la-giusta-distanza-di-mazzacurati)
    si-sia-lasciato-sopraffare-dalle-facili-ideologie-stereotipate.
    Quantomeno-poteva-raccontare-una-storia-dello-scorso-decennio/ventennio,
    ormai-il-tabu-della-commistione-etnica-è-superato
     
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14 replies since 11/1/2008, 13:43   140 views
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