Shine A Light

Il film di Martin Scorsese sui Rolling Stones

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  1. Petrucci
     
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    Shine A Light, il film di Scorsese sugli Stones presentato a Berlino

    "Martin Scorsese voleva solo una performance dei Rolling Stones e non fare un film qualsiasi. Non ci ha imposto nulla. Noi suonavamo e lui girava". Così Keith Richards a proposito di Shine A Light, il film documentario del grande regista presentato in anteprima mondiale al Festival di Berlino. "Sul palco o dietro la macchina da presa ci sono gli stessi problemi: bisogna recitare, ha detto invece Mick Jagger a proposito del film che propone oltre due ore di musica della band, classici come Satisfaction, e duetti con star come Jack White, Buddy Guy e Christina Aguilera. "In questi casi - ha spiegato Scorsese - bisogna usare le macchine da presa in maniera corretta: ci si deve muovere come in una danza. Bisogna dialogare con quello che succede sul palcoscenico senza esserci".

    Il film è stato registrato al Beacon Theatre di New York il 29 e il 31 ottobre dello scorso anno. Dopo aver omaggiato la carriera di Bob Dylan con il documentario No Direction Home, l'autore di Gangs Of New York si è dedicato a Jagger e compagni realizzando una pellicola musicale che, pur ambientata ai giorni nostri, racconta la storia della band inglese attraverso le sue canzoni, tornando quindi indietro fino al 1962, l'anno della fondazione degli Stones.
    www.delrock.it

    da www.corriere.it intervista a Martin Scorsese

    Perché gli Stones e perché adesso? «Ah, è una domanda difficile… non c’è mai stato un motivo per non fare questo film». Come si è preparato a girarlo? «Nella mia storia personale c’è la loro musica, che ha influenzato molti dei miei film. Non li conoscevo un tempo. Li ho visti soltanto in concerto qualche volta nel corso degli anni. Negli anni dell’epoca formativa dei Rolling Stones la loro musica era davvero essenziale per me, io con la musica ci vivevo. Alla fine la loro musica ha alimentato film come Mean Streets e non solo. Toro scatenato fino a un certo punto, ma certamente Quei bravi ragazzi e Casino ». Ha utilizzato «Jumpin’ Jack Flash» e «Tell Me» con grande effetto in Mean Streets… « Mean Streets ha un debito verso gli Stones. Addirittura la visualizzazione di scene e sequenze in questo film deriva in larga parte dalla loro musica, dall’aver vissuto e ascoltato la loro musica. Nel corso degli anni, mi sono accorto che la loro musica nasce dal blues. E guarda caso io amo molto il blues. In un certo senso, la loro musica mi ha fatto scoprire il blues». «Non ne ero consapevole, io mi limitavo ad ascoltare la musica, poi immaginavo le scene nei film. E il ruolo degli attori. Non si trattava semplicemente di immaginare la scena di una carrellata sul volto di una persona o una sequenza in macchina. Era davvero come trasportare nei film gesti ed avvenimenti della mia stessa vita, quasi volessi interpretarla, per farne una storia. E avevo la sensazione che quelle canzoni mi ispiravano a realizzare tutto questo. Mi permettevano di farne un film, mi indicavano un modo per trasferire quelle storie in un film. Confesso che il mio debito è incalcolabile. Mentalmente, ho già realizzato questo film quarant’anni fa. È solo un caso se l’ho girato adesso».
    Martin Scorsese
    È vero che per assicurarsi i diritti di «Jumpin’ Jack Flash» e «Tell Me» in Mean Streets lei spese 30mila dei 750.000 dollari del suo budget? «Pare proprio di sì. Jonathan Taplin era il mio produttore, gli dissi che quella musica era indispensabile. Volevo anche un altro brano, “The Last Time”, ma non siamo riusciti a trovare i soldi». Gli Stones hanno ripescato un brano di «Exile on Main Street», appunto «Shine a Light», e lo hanno inserito nel loro album live «Stripped»: perché ha scelto proprio questo pezzo come titolo del film? «È una canzone in stile gospel. Mi piace la luce (light), l’idea di fare le riprese al Beacon Theater (beacon = faro). È come puntare un fascio di luce ancora una volta sugli Stones. Per illuminare la loro musica e il contributo che quella musica ha dato alla cultura, e a me. Anche se poi, nel film, “Shine a Light” non viene eseguito, si sente solo nei titoli di coda». Per prepararsi ha visto — o rivisto — altri classici film degli Stones, come Sympathy for the Devil, Gimme Shelter o Cocksucker Blues? «Ho guardato Cocksucker Blues, un film che amo molto. Gimme Shelter l’avevo rivisto di recente. Ho rivisto anche Sympathy for the Devil: davvero fondamentale. Quel fermo immagine, con le vignette intercalate da Godard (il regista Jean-Luc Godard) e le sessioni di prova ne fanno un film tuttora straordinario. Ti fa riflettere, ridefinisce la tua visione della vita, della realtà e della politica».

    In una delle scene iniziali di Shine the Light si vede Jagger, prima del concerto, che esamina un modellino del palcoscenico al Beacon Theater. Non gli piace: «Sembra una casa delle bambole» dice stizzito. Più tardi vediamo Scorsese stesso, preoccupato perché non gli hanno ancora dato la scaletta per lo spettacolo, e scene intercalate mostrano Jagger su un aereo e poi in un hotel, che studia tranquillamente la lista delle canzoni. Quindi informa la telecamera che la scaletta sarà probabilmente decisa all’ultimo minuto… Nel frattempo, Martin si strappa i capelli — o finge di strapparsi i capelli — perché deve assolutamente sapere quale sarà la canzone di apertura per poter posizionare le cineprese… Si vede chiaramente che tutto fa capo a Jagger. Mick l’ha invitata a far parte della sua cerchia più intima? «Certo che sì. Per realizzare un film come questo è chiaro che ognuno di noi ha le sue difficoltà particolari». Ma Mick solleva obiezioni sul modellino del palcoscenico… «Non importa chi solleva obiezioni e a che cosa. Quello che importa è lo spirito con cui si fanno le cose. Anch’io mi lagno sempre: lagnarsi fa parte dell’intero procedimento. Se non mi lamento, vuol dire che non mi diverto, ah ah!».

    È risaputo che Mick detesta le interviste: come ha aggirato questo ostacolo? «Ma io non l’ho mica intervistato! Cosa potevano aggiungere le interviste? Sono 40 anni che gli Stones vengono filmati, registrati; hanno detto tutto…Che cosa più si può voler sapere su di loro? Nulla, tranne la musica e lo spettacolo. È questo che mi ha dato ispirazione ». Gli Stones incarnano ancora la fiaccola della ribellione degli anni Sessanta nella nostra epoca? «Solo nel senso che la verità della loro musica deriva dal blues. È la loro versione del blues. È la loro riaffermazione, la loro rielaborazione. Questo è duraturo. E il blues incarna certi aspetti, certe sensazioni che noi tutti condividiamo in quanto esseri umani. E questo uno lo sente o non lo sente dentro di sé». Nel caso che non fosse ancora chiaro, Martin Scorsese adora la musica. Il suo documentario su Bob Dylan, No Direction Home (2005) è stato accolto con immenso favore dalla critica. E il suo film sugli ultimi concerti di The Band — The Last Waltz (1978) — con tanti cantanti illustri è il più grande film sulla musica di tutti i tempi. Ascolta altra musica? «Mi piace David Gray. Ascolto sempre Van Morrison, ovviamente. E i nuovi album di Bob Dylan. Tutto quello che fa Clapton. E mi piacciono anche i White Stripes: per me, sono una novità».

    E gli Arctic Monkeys? «Anche loro, molto interessanti. Li ho visti in concerto. Ma devo ammettere che mi sembra di non aver più la capacità di ascoltare musica nuova, forse perché tanta di questa musica nuova sembra nascere dalla musica che ha accompagnato la mia gioventù. In fondo, mi piace risalire a musica sempre più antica. Qualcuno forse si sorprenderà, ma tutto sommato la musica che preferisco ora risale al periodo barocco». Ci sono altri musicisti sui quali le piacerebbe girare un documentario? «In questo momento, no». E allora ecco i capezzoli di Mick, i (nuovi) denti di Keith, le braccia scarne di Ronnie… Shine a Light rivela tutto di questi nonni, sempre in forma invidiabile, lì sul palco ad agitare i fianchi. Qual è il segreto dell’ottimo rapporto tra Jagger e Richards? «Uh. (Pausa). Affascinante. Osservandoli mentre lavorano insieme e si esibiscono, sembrano quasi forze opposte. Mick si muove a scatti. Keith si muove anche lui, ma molto lentamente! Sembrano controbilanciarsi in modo straordinario ». Perché restiamo ancora affascinati da questi quattro sessantenni che giocano a fare i ragazzini? «È ancora il potere della musica. È l’effetto che la loro musica e il loro spettacolo hanno sul pubblico. Che è ancora fonte di ispirazione per me. Perciò non potevo resistere: dovevo fare questo film».

    Edited by hellboy1 - 13/9/2011, 11:30
     
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  2. .Makko.
     
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    http://www.bestmovie.it/template.asp?id=1640&view=trailer

    qui troverete il trailer (e anche altre informazioni) :)

    questo film non me lo perdo, spero solo sia sottotitolato per sentire le vere voci dei rolling e di martin :lol:
     
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  3. Sixx^
     
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    Rlling stones + Scorsese, tutto il resto è noia.
     
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  4. Petrucci
     
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    Quoto :)

    Sarebbe da vedere per i fansi delle Pietre che rotolano anche il suo illustre predecessore e cioè quel 'Simpaty for the Devil' di un certo Godard targato 1968

    http://italian.imdb.com/title/tt0063665/
     
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  5. .Makko.
     
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    ho letto sul venerdì di repubblica, che Scorsese ha in progetto dopo questo sui rolling stones, anche un film sui Beatles e su Bob marley :woot:
    speriamo bene :)
     
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  6. DjVìtToRìO_
     
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    ho sentito alla radio (deejay) già da tempo che martin he in progetto un film su bob marley, ma non parlavano dei beatles.... :unsure:
     
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  7. marsellus wallace
     
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    semplicemente sublime !!!

    Rolling Stones - Shine a light

    Regia: Martin Scorsese
    Genere: Documentario
    Durata: 122'
    Cast: Rolling Stones



    Trama: Beacon Theater di New York nell'autunno del 2006. Le riprese dei due concerti della mitica band diventano un film, ad opera del grande Martin Scorsese, intervallate da piccoli spezzoni costituiti da immagini di repertorio. Due ore di musica sfrenata e brani leggendari con Mick Jagger scatenato capogruppo e mattatore della scena all'età di 63 anni, al tempo in cui si tennero i concerti.

    Commento: Che incredibile esperienza che è questo docu-film (ma sarebbe più corretto definirlo cine concerto, con la sala piena ci si potrebbe alzare e ballare al ritmo delle musiche senza che nessuno protesti in quanto a tutti gli effetti una, splendida, ripresa dal vivo), che Martin Scorsese ha girato al Beacon Theatre di New York nell'autunno del 2006, tra le perplessità iniziali di Mick Jagger che riteneva il numero eccessivo di telecamere un fastidio per il pubblico presente. Ma sotto la direzione di Scorsese questi diventano dettagli, il maestro americano all'inizio della pellicola (che parte in bianco e nero) ci indica come avverranno i movimenti delle camere da presa, senza che nessuno spettatore intervenuto per godersi la band se ne accorga e gli arrechi fastidio. Di fatto il risultato finale è incredibile, le riprese sono di una perfezione cristallina in quanto ogni minimo movimento importante viene filmato con continui stacchi che il montaggio perfetto ha reso scorrevolissimo, ci godiamo le espressioni di Keith Richards (che suona imperterrito la chitarra con la fedele sigaretta tra le labbra), i riff di Ronnie Wood, l'altro chitarrista, la perfomance del più compassato del gruppo, il batterista Charlie Watts, e last but not last il grandissimo animale da palcoscenico che è il capogruppo e anima della band, quel Mick Jagger classe 1943 capace con il suo esile fisico di muoversi in maniera fluida, fulminea e indiavolata, in modo non proprio aggrazziato ma denso di una energia senza pari. Scorsese dopo l'inizio in cui ci spiega alcuni dettagli tecnici, lascia che sia il concerto a parlare da solo, fa partire il tutto e ci rende partecipi in una sala acusticamente idonea (il cinema) a un vero e proprio concerto a prezzo"biglietto ridotto" della mitica band, al tempo avversaria dei Beatles di cui sono stati la controparte meno formale e più scatenata. Brevemente le riprese dell'esibizione dei Rolling sono intervallate da brevi spezzoni con filmati di repertorio sottotitolati (vedrete un curioso Jagger in erba, senza tirare in ballo lo scandalo droga in cui lui e Richards rimasero coinvolti) in cui si raccontano aneddoti, curiosità e viene tirata in ballo la famosa frase "ma a sessant'anni pensi di fare ancora quanto fai adesso?" con risposta un laconico "Certamente!".
    Vengono i brividi durante la proiezione di questo "Cineconcerto", sembra che non si sia assistendo a un film ma che noi stessi siamo presenti nella sala dove si suona, mentre le quattro sempiterne pietre rotolanti snocciolano un repertorio rock di grandisismo livello. Davvero incredibile questa idea venuta al grande Martin di girare e distribuire in film realizzato con questi canoni, siamo portati a ballare ed applaudire, a fare anche noi come il pubblico a rispondere agli incitamenti che arrivano dallo schermo, per due ore diventato una grande cassa acustica con immagini in movimento. Anche chi non ama i Rolling, ma ama la musica e comunque rispetta la band per la sua storia (e abbiamo dentro incredibilmente anche una canzone country!) non può non amare questo film che coinvolge ed entusiasma, con musiche leggendarie (anche capolavori come Apocalypse Now hanno preso a prestito una loro canzone), vediamo che l'esperimento voluto fortemente dal maestro è riuscito, non ci si strania neppure un momento di fronte all'anomalia strutturale del non-film, che tanto bene si era aperto si chiude in maniera irriverente e perfetta, con la luna sopra Manhattan che diventa la famosa linguaccia simbolo del gruppo. Le top miliari compresa "I can't get no satisfaction" sono in fondo all'esibizione, ma anche la scelta delle altre racchiude il meglio di quanto hanno realizzato.
    Sono presenti vari ospiti che intervengono cantando e suonando, tra cui Christina Aguilera, che si esibisce con Jagger in un sensuale ballo corpo a corpo, e non dimentichiamo che abbiamo la possibilità di vedere Keith Richards cantare in assolo.
    In definitiva un film entusiasmante, coinvolgente, una esperienza cinematografica anomala che va visto assolutamente da ogni amante della musica anche se non è un rolling fan (questi impazziranno letteralmente), in quanto comunque la confezione perfetta di Scorsese raggranella emozioni sprizzate dall'energia della band e nel contempo ci regala qualche curiosità di repertorio, tanto che alla fine del film ci sentiamo di fare una standing ovation.
    Questa luce risplende davvero alla grande!
     
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  8. wizard89
     
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    Commento sublime Mars :wub:
    Acche tu sei una luce che risplende :D

    Spero solo di riuscirlo a vedere al mio paese, anche se la vedo difficile visto l'andazzo :cry:
     
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  9. luca2012
     
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    https://dvd.forumcommunity.net/?t=12743297
     
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    dato che sono impossibilitato (almeno per il momento) ad andare a palermo non posso vederlo, perchè nella mia città di merda film comequesto vengono bellamentesnobbati. aspetto pertanto con ansia la prima edizione blu ray che mi capita a tiro.
    complimenti a mars per la sua ottima recensione
     
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  11. Sixx^
     
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    Mamma :wub: :wub: :wub:
     
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  12. Ringo79
     
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    questo mi eccita .... ma a bg non lo danno
     
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  13. Sixx^
     
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    è andato un mio amico qua a Prato e ha detto che è stato bellissimo :wub:
     
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12 replies since 8/2/2008, 23:55   242 views
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