Persepolis

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  1. ednorton85
     
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    locandinakq6


    Titolo: PERSEPOLIS
    Genere: FILM D’ANIMAZIONE
    Durata: 95′
    Paese d’origine: FRANCIA
    Data d’uscita in Italia: 29 FEBBRAIO 2008

    Le voci

    Marjane Satrapi: PAOLA CORTELLESI
    Tadji Satrapi (la madre): LICIA MAGLIETTA
    Edi Satrapi (il padre): SERGIO CASTELLITTO
    Marjane da piccola: ANGELICA BOLOGNESI
    Nonna: MIRANDA BONANSEA
    Anouche: ANGELO MAGGI


    persepolis02dr0


    Marjane Satrapi è la regista e la sceneggiatrice (assieme a Vincent Paronnaud) di Persepolis, il film d’animazione vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes, che uscirà nelle sale cinematografiche di tutta Italia venerdì 29 febbraio, pronto a ripetere il grande successo già ottenuto in Francia e Germania. Nomination agli oscar miglior film d'animazione

    scrivo due righe della novel( :wub: ):

    con "Persepolis" si rimane subito affascinati e rapiti dalla semplicità/profondità dei dialoghi,ma soprattutto dalla naturalezza dei disegni della Satapri.
    Persepolis è l'autobiografia di Marjane stessa,che descrivendosi finisce per abbracciare piu' di un decennio di storia iraniana,l'infanzia va a braccetto con la guerra,l'adolescenza con la Repubblica Islamica,la prima partenza con Saddam.
    Marjane essendo figlia di genitori liberali,ottiene un'istruzione laica,che entrerà totalmente in contrasto con l'integralismo del suo paese; la Satapri si racconta con sincerità,nostalgia,ironia,rendendo questa graphic novel non solo un tratto biografico,ma anche storico,divertente,dolce!
    sbavo :wub: :wub: :wub:


    Trailer





    Edited by hellboy1 - 13/9/2011, 15:27
     
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    il film mi intriga non poco ma il doppiaggio è immondo (tanto per cambiare)
     
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  3. luca2012
     
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    E' vero. Paola Cortellesi ha fatto un lavoro pessimo, soprattutto quando canta, eppure mi sembra che se la cavi con il canto.
     
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  4. .Makko.
     
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    Questo film lo andrò a vedere sicuramente :)
    ma che è sto doppiaggio....mi sembra scadentino :(
     
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    La graphic novel è un capolavoro, il film sembra ben fatto, il doppiaggio è abominevole.
     
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    Eddd!! quando me ne hai parlato via msn non avevo capito una cippa lippa ma stasera ho visto il trailer e ho capito cos'è! beh meglio tardi che mai! avevo letto della graphic novel un pò di tempo fa... mi ispira moltissimo... spero di riuscire a vederlo!! :wub:
     
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  7. jake&elwood
     
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    anche questo mio presto! ^_^
     
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  8. kris1986
     
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    a me sto film fa venire proprio il voltastomaco...... lo so verrò criticato ma dovevo dirlo. per me sto film fa C****e è bruttissimo.....
     
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    e perchè andare a vederlo? si può sempre optare per 30 giorni di buio o filmoni del genere...
     
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  10. jake&elwood
     
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    bene, siamo alla critica pre-visione... -_-
     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    Per quanto sia curioso il chara di questo cartone proprio non mi piace, lo recupererò in home video.
     
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  12. ednorton85
     
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    cmq aldilà delle critiche gratuite(ormai non se ne può piu')
    consiglio caldamente a tutti di leggere la novel :wub:
     
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  13. marsellus wallace
     
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    Persepolis

    Persepolis
    Un film di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud. Genere Animazione, colore 95 minuti. - Produzione Francia, USA 2007. - Distribuzione Bim

    image

    Trama:La vita autobiografica di Marjane Satrapi, tratta dal suo fumetto e trasposta in film sotto forma di cartone animato. Le paure, le difficoltà di una donna in cerca di libertà nella Teheran dai tempi della caduta dello Scià di Persia al rigido regime degli ayatollah. Tra privazioni del proprio gusto personale e difficili viaggi all’estero, Marjane cresce e si consapevolizza della condizione delle donne musulmane e di quanto è difficile viverne la condizione.

    Commento: Acclamato all’ultimo festival di Cannes dove ha vinto il gran premio della giuria, arriva finalmente in Italia il film d’animazione di Marjane Satrapi che narra la sua vita nella Teheran del velo, del proibizionismo per le donne e della repressione del pensiero e delle libertà. Cresciuta in una famiglia progressista e quindi venuta a contatto con realtà diverse rispetto a quelle di altre sue coetanee, grazie a dei viaggi in Europa e una passione particolare per le letture e la musica occidentale, sviluppa un gusto proprio reazionario che la porta a scontrarsi con i pasdaran del governo venuti al potere dopo la caduta dello scià di Persia. Lì scopre che l’ideologia di libertà è totalmente fasulla dopo un iniziale stimolante momento di entusiasmo, accetta suo malgrado di tenere il chador (il velo islamico), poi durante la guerra tra Iran e Irak emigra in Austria dove conosce nuove persone ma incontra tante difficoltà per la disillusione di trovarsi in un posto diverso da quanto si aspettava. Il ritorno in Iran dopo una cocente delusione d’amore corrisponde alla sua piena maturità e presa di posizione, conscia ormai di tutti gli sbagli commessi dal suo paese nel gestire la comunità femminile e il potere.
    Alla fine, meno male che dopo inammissibili ritardi questo bel film viene distribuito dalla Bim nelle sale italiane.
    Sarebbe stato un vero peccato perderselo per colpa della miopia del mercato cinematografico italiano, teso a promuovere e mettere in vetrina solo prodotti di facile richiamo e vacuo impegno.
    Marjane Satrapi dirige (traendolo dal suo fumetto), coadiuvata da Vincent Paronnaud, con uno stile di animazione molto particolare, con i personaggi 2d che sono derivati dalla tecnica quasi underground del disegno schizzato e semplice, con giochi perfetti di luci ed ombre, lontano dagli scintillii del 3d, quasi totalmente in bianco e nero e solo con sprazzi di colore quando si è fuori dalla narrazione passata, stile completamente ideale per la tipologia di storia che viene mostrata sullo schermo.
    La storia di questa ragazzina (poi donna) anticonformista che indossa il velo, scarpe nike e una scritta “Punk is not ded” ascoltando i Bee Gees e la musica Metal Rock, per trovare nella piena maturità sulle note di Eye of the Tiger le sue connotazioni complete, è davvero penetrante, ci appassiona e ci lascia stupiti di trovare una realtà tanto difficile per il nostro gusto occidentale, che conoscevamo sicuramente ma che forse non abbiamo mai davvero soppesato a dovere, in quanto pensavamo magari che le donne iraniane non si ponessero il problema di come esternare dei gusti occidentali in quanto non si preoccupavano di conoscerli neppure. L’incredibile è che a un certo punto del film, vedendola tanto emancipata e sofferente, pensiamo che se Marjane riuscisse ad arrivare in Europa o in America trovava la sua felicità, invece la regista ci racconta che non è proprio così, in quanto in fondo i problemi, anche se ben diversi, da affrontare ci sono lo stesso, solo che non c’è nessuno che ti impedisce di gestire il tuo look oppure la tua camminata per strada (“non deve correre così ancheggia troppo” gli dice il pasdaran “e allora non guardate le mie chiappe!” risponde lei).
    In Europa l’odio o l’invidia come la dabbenaggine sono uguali nel privare anche se si manifestano in forma diversa, dove l’amore per l’arte è una scusa per farsi uno spinello, come il fatto che la padrona di casa in Austria è grezza e insofferente verso ogni sua necessità. E quando poi crolla per la disillusione di un amore tradito, sembra che tutti i grandi sogni che poteva realizzare fuori dalla sua Teheran vengano spazzati senza nessuna pietà su delle panchine che la ospitano in mnaiera inadeguata.
    Sembra quasi che il dover fare le cose in sotterranea in Iran (le piccole feste proibite come i ritrovi illegali) renda il tutto più vero in quanto si è tutti uniti nelle difficoltà, mentre la libertà totale rimanda a delle cognizioni meno concrete che fanno vivere le emozioni in maniera leggera e poco personale, parlando della guerra come un avvenimento fico o delle lotte ideologiche per nulla studiate e capite come una sorta di icona rock (come dimostrato dagli annoiati amici che si lamentano di passare il natale in famiglia, proprio in faccia a lei che adora i suoi genitori liberali).
    Molto importante il personaggio della nonna, moderno e ispiratorio, che dimostra come la radice di pensiero delle donne iraniane anche di un altra generazione, abbia vissuto non solo il desiderio di non obbedire alla severa legge islamica (parla del chador come di una sorta di maschera claustrofobica, porta perle e ha sempre una acconciatura ricercata) ma anche di cercare un senso a quanto sono obbligate a fare senza trovarlo. Emblematica la scena del respiro del mare.
    Da sottolineare anche le scene nell‘istituto d‘arte, dove una modella completamente coperta da lunghe vesti che sembra una pera tutta uguale da qualunque punto la guardi, mancanza di forme ed elementi visivi, impedendo ogni sviluppo di studio. E la ribellione contro questa privazione del mostrarsi che avviene successivamente, dove i maschi invece possono permettersi qualunque cosa, uno dei discorsi più belli sulla libertà di espressione personale.
    Un film come si intuisce composito e disilluso, dallo stile anticonformista nel mostrarsi al pubblico (e non poteva essere diversamente) che non deve essere visto come un passatempo, ma che non è per nulla criptico, difficile o che parla per enigmi. Il messaggio è chiarissimo, parte e arriva diretto e completo, permettendosi di divagare a volte nelle forme e nelle espressioni dalla sua oscurità di base (dovuta alle scene di repressione o di privazione in Iran).
    La versione italiana purtroppo ha la voce completamente inadatta di Paola Cortellesi (in quella francese abbiamo Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve), troppo carica, eccessivamente squillante per il tipo di racconto, anche se dobbiamo ammettere che l’ideale sarebbe vederlo in lingua originale (magari con la Satrapi stessa che parla) con i sottotitoli.
    In definitiva un gran bel film, per pensare e riflettere senza scorticarsi il cervello, su quanto possa essere difficile convivere con le difficoltà di tenersi pensieri e stili di vita dentro un vestito che non vuoi portare.
    E, soprattutto, che non basta cambiare locazione geografica per risolvere tutto, in quanto anche se la possibilità di espressione è più libera, bisogna sempre sapersi gestire a dovere in quanto maggiore è la consapevolezza che ci sono minori problemi di sopravvivenza, più facile è il dover guardarsi da chiunque in quanto possono e vogliono prendersi anche quello che non t‘aspetti per puro divertimento oppure crudeltà, privandosi di ogni ideologia, in modo peggiore di chi ti toglie la libertà ma almeno te lo dice e ti da i rigidi parametri di riferimento
     
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  14. jake&elwood
     
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    mi ero dimenticato di postare anche qui il mio mini-giudizio, certo dopo mars è dura... comunque:

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    Persepolis (Persepolis) di Vincent Paronnaud e Marjane Satrapi

    notevole, decisamente notevole ^_^
    bella trasposizione della graphic novel di Marjane Satrapi, e ne rispetta bene anche lo stile grafico nello splendido bianco e nero (con qualche sprazzo di colore) che porta con sè echi neorealisti ed espressionisti


    Eravamo così impegnati a cercare felici che non ci importava se non eravamo liberi

    8,5
     
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  15. marsellus wallace
     
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    jake, il topic più brutto è quello privo di proposizione, come l'oltraggio peggiore ad un film è di essere proiettato in una sala vuota. E citare una frase che dice tutto in una riga come hai fatto è come un'alba che ci illumina d'immenso. Non conta solo il bello di quanto si parla se si hanno delle cose da dire (giuste o sbagliate l'importante è che siano sentite da dentro l'animo) ma anche il silenzio di poche parole per un film stupendo che ti toglie il fiato di dirne troppe.

    Applaudo a scena aperta la tua splendida sintesi, amico mio.
     
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41 replies since 13/2/2008, 19:19   557 views
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