Wanted - Viaggio a Boot Hill

Lo spaghetti western - 1964, 1978

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  1. barbuti75
     
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    Il western-spaghetti è un western prodotto e concepito in Italia, girato nei paesi mediterranei, che si conquista il mercato di serie B tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70: alla levigatezza e alla stessa possanza fisica dei western tradizionali hollywoodiani si contrappongono qui attori smilzi, impolverati: ironia e violenza di un mondo senza legge.
    I padri del genere furono considerati in tre e tutti venivano da esperienze poco felici nel genere peplum, che sembrava davvero aver esaurito la vena produttiva: Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci.
    I loro western, fondati sulla violenza spinta fino al paradosso, erano in alcuni elementi storicamente più esatti di quelli statunitensi: descrivevano il mondo violento e selvaggio della Frontiera, senza nessun addolcimento moraleggiante tipico della retorica hollywoodiana. Un mondo dove i cimiteri si chiamavano "boot hills" perché a quei tempi la gente moriva con gli stivali ai piedi, e dove la vita umana valeva poco più di un pugno di dollari. Nel western-spaghetti si muore con facilità e si muore male, anche i rumori delle armi da fuoco sono più cattivi di quelli dei films statunitensi. E poi ci sono le torture, generalmente subite dal protagonista nel secondo tempo: pestaggi, amputazioni, accecamenti, crocifissioni, frustate. Il realismo del western-spaghetti si ferma qui: ai ceffi dei cattivi, ai costumi, alla violenza. Non ci fu nessuna particolare attenzione alle tematiche storiche del periodo, i western-spaghetti erano azione pura: storie di vendette, duelli, rapine, sfide, tradimenti, in un crescendo di violenze, azione e morti cinematografiche.
    Per dare un'idea approssimativa del fenomeno che esplose in questi anni, è sufficiente pensare che tra il 1964 e il 1969 vennero girati circa 400 film!!!
    Non si può certo dire che tutti gli spaghetti furono deicapolavori, anzi....solo ebbero il grande merito di uscire al momento giusto, e dato che dovevano sembrare film americani, la maggioranza dei registi e degliattori si "regalarono" uno pseudonimo.
    Il termine "Spaghetti-western" viene coniato in quanto il film era si prodotto da diverse nazioni europee (Italia e Spagna su tutte), ma la maggior parte di essi era scritto e girato da registi e sceneggiatori italiani.
    Ma quali erano le storie dello spaghettone???
    Essnzialmente 3:

    1 - la ricompensa per denaro - un eroe solitario arriva in un paese dove i cattivoni fanno il bello e il cattivo tempo, lo ripulisce da cima a fondo e come ricompensa vuole solo un bel gruzzolo di dollaroni ed essere libero di andarsene per la propria strada.

    2 - la vendetta - il film inizia con un massacro di una famiglia da parte di un gruppo di banditi, che compiono l'errore di lasciare in vita un bambino...ovviamente questo coverà rancore, diventerà uno dei più abili pistoleri del west e appena cresciuto darà la caccia ai cattivoni per farli fuori tutti...nel 99% dei casi ci riesce (esiste anche la variante del cattivone che uccide la fidanzata o l'amico più caro).

    3 - il tesoro - un gruppo di pistoleri sono a caccia di un tesoro (numero variabile, ma di solito 3 o 4) e cercano di giocarsi brutti tiri per non dover dividere con nessuno il bottino. Solitamente questi sono meno ricchi di sparatorie dei precedenti due filoni.

    Infine mi sembra opportuno anche segnalare i sottogeneri dello spaghetti wetsern:

    a - il filone dei Leoniani - nel gran numero di epigoni, rientrano storie e caratteristi che derivano tutti dai films di Sergio Leone. Nell'ambito del b-movie siamo spesso davanti a film-spazzatura.
    Per dare un idea di cosa si intende per cloni leoniani, si pensi alla figure di spicco che sono emerse nel genere: Gemma è un esempio lampante, ed esplode con "Una pistola per Ringo" dove interpreta un pistolero funambolo, dalla battuta pronta e dal sorriso smagliante: ha la "faccia d'angelo", diversamente dai pistoleri alla Django. A differenza dei bounty-killers dei western leoneiani, i personaggi di Gemma non vogliono dollari ma chiedono solo di tornare a ricoprire i ruoli di marito felice e cittadino esemplare. Si vedano i ruoli interpretati nei films di Tonino Valerii "I giorni dell'ira" (1967) e "Il prezzo del potere" (1969).
    Tra i cattivi sono il bravissimo Klaus Kinski. Ma da ricordare è anche un minore come Fernando Sancho (l'attore è morto nel 1990). Specializzato nell'interpretazione del desperado messicano grasso, sporco, baffuto, che indossa giacche militari con alamari sulle spalle e bandoliere incrociate sul petto. Cattivissimo. Il nemico per eccellenza di Giuliano Gemma. I films migliori in cui i due si fronteggiano sono: "Una pistola per Ringo" (1964), "Il ritorno di Ringo" (1965) regia di Tessari, "Arizona Colt" (1967) regia di Michele Lupo. In "Arizona Colt" è la scena in cui si rivolge agli uomini della sua banda: «Vedete questo? [chiede mostrando un orologio da tasca con solito carillon] Era di mio padre. Un giorno mi disse: Figliolo, quando morirò , questo orologio sarà tuo. Cinque secondi dopo... era mio!».

    b - il tortilla-western - il sottofilone del western-spaghetti che abbiamo denominato tortilla- western è dato dai films ambientati in Messico (girati sempre in Spagna, ovviamente). Alla base di questi film è sempre la difficile amicizia tra un messicano di umili origini e un professionista, yankee o europeo. Il mercenario anglosassone è al solito bello, intelligente, inossidabile; il messicano è povero, disgraziato, gli vanno sempre tutte le cose storte: è la continuazione del personaggio leoneiano del Tuco.

    c - le parodie - premettiamo che tutto il western-spaghetti è una parodia, cosciente, del western americano. Ma all'interno del genere si sviluppa parallelo un filone più espressamente comico. Esso diverrà preminente quando il genere tenderà a esaurirsi.
    Tipiche parodie comiche del c-movie sono filmacci come "I magnifici Brutos del West" (1965) regia di Marino Girolami, "Per qualche dollaro in meno" (1966) regia di Mario Mattoli con Lando Buzzanca e Raimondo Vianello; e i parodiatori per eccellenza del c-movie, il duo comico Franco Franchi e Ciccio Ingrassia: "Per un pugno nell'occhio" (1965) regia di Michele Lupo, "Il bello, il brutto e il cretino" (1967) regia di Giovanni Grimaldi. E' una produzione di c-movie che ha come unico mercato l'Italia. :sick:

    Questo thread nasce per essere di aiuto agli amici del forum che hanno voglia di approfondire la conoscenza di un genere che troppo spesso è stato bistrattato dalla critica e bollato come "pattume".
    Nei prossimi interventi inserirò alcuni dei film più rari e particolari dello spaghetti western, ovviamente reperibili in dvd (uscite italiane, import e anche da edicola) e inserendo il link dove è possibile acquistarli.
    Volutamente ometto i film di Sergio Leone, che considero una storia a se stante...e non sono nemmeno rari o di difficile reperibilità :lol:

    Un ringraziamento ai ragazzi di www.spaghettiwestern.altervista.org/western.htm e di www.girodivite.it/antenati/cinema/cin3_wit.htm



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    L'Uomo, L'Orgoglio, la Vendetta

    Luigi Bazzoni - 1968
    Cast: Franco Nero, Klaus Kinski, Lee Burton, Tina Aumont.

    Sinossi:
    Josè, Un giovane sottufficiale dell'esercito spagnolo, viene degradato per essersi fatto sfuggire una prigioniera di nome Carmen. Rintracciata la ragazza, il militare rinuncia a condurla in prigione e ne diviene l'amante. Successivamente l'uomo uccide un ufficiale sorpreso in un atteggiamento intimo con la giovane e fugge nelle montagne associandosi ad alcuni fuorilegge amici della donna. Ricercato dalle autorità il nuovo bandito vuole sposare la ragazza e decidono di assaltare una diligenza che trasporta un carico d'oro, ma insieme alla banda c'è anche l'ex marito di Carmen, un criminale assetato di sangue che provoca una strage. Il colpo riesce ma...

    Questo è uno spaghetti western molto atipico, con poche scene di azione che si basa soprattutto sulla storia di un amore tragico non corrisposto dalla bellissima Tina Aumont.
    Molto bella l'edizione tedesca edita dalla Black Hill.

    Drammone per un amore non corrisposto mascherato da western.
    Il film parte lento e solo verso la metà, grazie soprattutto alla location utilizzata, alla fotografia, all'atmosfera e a qualche sparatoria, arriviamo alla parte spaghetti (ma che spaghetti in realtà nn è).
    Bazzoni ci sa fare come sempre e il film è una gioia per gli occhi, Franco Nero interpreta bene il ruolo del folle innamorato, Klaus Kinsky è truce e cattivone come sempre, Tina Amount è talmente bella e stronza che lo stesso spettatore avrà una voglia matta di prenderla a schiaffi più volte durante la visione.
    Gitane e spagnoleggianti le musiche di Rustichelli, colori vividi e lucenti, nonostante i graffi e le spuntinature, per il master della Surf che ha però una traccia audio troppo bassa.
    Più un buon dramma che un buon spaghetti, chi cerca solo violenza, sparatorie e situazioni fumettose galoppi altrove, gli amanti del buon cinema (che prescindono dal genere) si gettino tranquillamente nella visione.

    Titoli di Testa

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    Wanted

    Giorgio Ferroni - 1967
    Cast: Giuliano Gemma, Teresa Gimpera, Serge Marquando, Daniele Vargas, Nello Pazzafini, Carlo Pisacane.

    Sinossi:
    Nominato sceriffo di una cittadina dove si ha ragione di sospettare che qualche losco individuo operi nell'ombra a danno della pacifica comunità, David Ryan subisce un attentato nel corso del viaggio di trasferimento.
    Giunto comunque sul posto, prende possesso del suo ufficio, ma prima di poter intervenire efficacemente, cade vittima di una macchinazione e viene incolpato dell'uccisione d'un uomo inerme.
    Nonostante la fiducia del giudice distrettuale, Ryan è costretto a fuggire, colpito dalla taglia di 5000 dollari, ed a ricercare tanto le prove della propria innocenza quanto quelle della colpevolezza di Frank Lloyd, aspirante sceriffo, e di Gold, il corrotto sindaco della città...

    Discreto spaghettino con poche sparatorie ma con venature da giallo, diretto da Ferroni, tratto da una sceneggiatura in cui ci sono anche le manine del buon Fernando Di Leo.
    Protagonista il solito Giuliano "Faccia D'Angelo" Gemma, da ricordare la particolare e divertente interpretazione di Pazzafini in versione fraticello, discrete le musiche di Gianni Ferrio.
    In conclusione nulla di memorabile ma un western sicuramente godibile!

    Titoli di Testa

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    Una Pistola per Ringo

    Duccio Tessari - 1965
    Cast: Giuliano Gemma, Fernando Sancho, George Martin, Lorella De Luca, Nieves Navarro.

    Sinossi:
    Sancho bandito messicano e la sua banda assaltano una banca di una tranquilla cittadina.
    Lo sceriffo li insegue, ma la banda prende in ostaggio il maggiore Clyde e sua figlia Rudy, fidanzata dello sceriffo.
    Questi quindi chiede l'aiuto di Ringo, pistolero simpatico ma senza scrupoli...

    Primo spaghetti western di Duccio Tessari che lanciò il personaggio di Ringo e con lui Giuliano "Faccia d'angelo" Gemma.
    Con la solita sceneggiatura di classe di Fernando Di Leo, ricca di citazioni a capocchia, la pellicola è un capostipite di tanti prodotti successivi anche perchè Leone, Corbucci e Tessari formarono la santa trinità del western all'italiana.
    Un misto di commedia (spettacolo la sequenza in cui Ringo gioca a campana), violenza e tragedia con numerose ottime trovate (la roulette con i messicani, il proiettile che carambola sulla campana ecc.) e ottimamente girato.
    Stupende le musiche del grande Ennio Morricone dirette da Nicolai, Maurizio Graf canta la bellissima "Angel Face"...
    "Ringo, with his angel face and the woman who was waiting for his return...".
    Un piccolo capolavoro, da vedere assolutamente "...è una questione di principio".

    Trailer

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    10.000 Dollari per un Massacro

    Romolo Guerrieri - 1966
    Cast: John Garko, Fernando Sancho, Claudio Camaso, Loredana Nusciak.

    Sinossi:
    Il bandito Manuel si vendica di un ex collega traditore che ora si è ritirato e vive in pace. Questi gli rapisce la figlia.
    L'uomo decide di rivolgersi ad un silenzioso pistolero cacciatore di taglie, arrivato in città, questi in cambio di 10.000 dollari accetta di riportargliela.
    Il pistolero si mette sulle tracce del bandito Manuel e di suo padre un'altro sanguinario assassino.
    Il pistolero trova la figlia dell'uomo che lo ha pagato, ma questa è ormai innamorata del bandito Manuel. Quest'ultimo insiema alla sua banda assaltano una diligenza, uccidendo tutti compresa una giovane donna di cui il pistolero era invaghito...

    Gran bel spaghetti, romatico e crepuscolare con un grandissimo Gianni Garko e uno spietatissimo Claudio Camaso (il fratello di Gian Maria Volontè).
    Il buon Romolo Guerrieri, su un soggetto di Martino e Gastaldi, dirige ottimamente la storia di un pistolero che aveva ucciso sempre e solo banditi per incassarne le taglie ma che quando dovrà compiere la sua vendetta si tramuterà in uno spietato assassino al pari della feccia che eliminava con la sua pistola.
    Bellissimo il tragico, cruento ma romantico finale, buone le musiche...da vedere!

    Extra:
    Antonio Bruschin parla di 10.000 dollari per un massacro di Romolo Guerrieri

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    Per 100.000 Dollari T'Ammazzo

    Giovanni Fago - 1967

    Sinossi:
    Durante una lite Clint uccide il padre, e fa ricadere la colpa sul fratellastro John che verra arrestato.
    Dopo 10 anni di galera John esce di prigione e trova suo fratello che è divenuto un pericoloso fuorilegge.
    Ma quando Clint si mette contro una banda di fuorilegge, John aiuta il fratello a sgominare i malviventi, ma la natura di Clint...

    Altra perla della premiata ditta Martino/Gastaldi (10.000 Dollari per un Massacro) stavolta diretta con mestiere da Fago.
    Anche questo è quindi uno spaghetti disperato, crepuscolare, pessimistico ma in fondo molto romantico.
    La caratterizzazione dei due fratelli, Garko (il Buono) e Camaso (il Cattivo, fratello di Volontè) è carica di risvolti psicologici grazie anche a sapienti e numerosi flashback.
    Tutta la vicenda è infatti incentrata sul rapporto di odio-amore di due fratelli il cui duello fiinale, rimandato per tutta la durata della pellicola è alla fine inevitabile.
    Un finale tragico, forte e struggente con una chiusura immaginaria dell'aldilà di grande effetto..."La Morte a volte è una liberazione".
    Consigliato!

    Trailer

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    Una Lunga Fila di Croci

    Sergio Garrone - 1969
    Cast: Anthony Steffen, William Berger, Nicoletta Rangoni Machiavelli, Riccardo Garrone, Mario Brega.

    Sinossi:
    Due bounty killer, Brandon e Murdock, detto "Bibbia", si sono associati per riscuotere i ventimila dollari di taglia che pendono complessivamente sugli uomini di Fargo, un individuo arricchitosi importando clandestinamente dal Messico i peones che risultano essere mano d'opera a buon mercato...

    Spaghetti Western molto "Leoniano" (vedi il triello finale) diretto con mestiere, economia e creatività dal buon Sergio Garrone.
    Grandioso e divertente il personaggio di "Bibbia", interpretato dal sempre ottimo Berger, un bounty killer che legge la Bibbia, parla educatamente, beve lattuccio al posto degli alcolici ma se ne va in giro ammazzando per soldi con un fucilone a 5 canne!
    Steffen invece regala le solite tre espressioni facciali con gli occhi storti, favolose e gasantissime le musiche di Vasco Vassil Koyucharov con tanto di main theme presente anche in versione cantata con il titolo "Maya" (Non mi aspettare più).
    Un western poco conosciuto ma davvero ben riuscito e di grande intrattenimento...consigliato!

    Trailer

    Extra:
    Antonio Bruschini parla di una lunga fila di croci, film di Sergio Garrone

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    Spara Gringo, Spara

    Bruno Corbucci - 1968
    Cast: Brian Kelly, Fabrizio Moroni, Keenan Wynn, Erica Blanc, Rick Battaglia, Folco Lulli.

    Sinossi:
    Stark, che ha disertato il reggimento per vendicarsi di un certo Warner, uccide quattro dipendenti di un "ranchero" messicano.
    Catturato e condotto in presenza di costui, ha salva la vita a patto che gli riporti a casa il figlio David, aggregatosi alla banda di Charlie Doneghan, detto "Il Maggiore"...

    Primo western di Bruno Corbucci con una buona storia, buon mestiere registico e alcune trovate originali come quella del pistolero con la frusta alla Indiana Jones.
    Poca violenza e sparatorie a buone musiche e un buon ritmo, Little Tony canta: Rainbow!
    In conclusione un discreto spaghetti per chi è appassionato del genere, tutti gli altri potrebbero anche annoiarsi!
    Pessimo il DVD Millennium!

    Titoli di Coda (Rainbow)

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    Buon Funerale Amigos!...Paga Sartana

    Giuliano Carmineo - 1970
    Cast: Gianni Garko, Daniela Giordano, Antonio Villa, Ivano Straccioli.

    Sinossi:
    Il pistolero Sartana, che ha assistito all'uccisione di Benson, un cercatore d'oro, si reca a Indian Creek per scoprire i mandanti del delitto.
    Qualche tempo dopo giunge nella cittadina una nipote del morto una donna di nome Jasmine, che ha ereditato da lui un appezzamento di terreno.
    Incontratosi con la giovane, Sartana conquista la sua fiducia e la convince a rifiutare qualsiasi offerta d'acquisto del suo possedimento, poiché è convinto che in esso si trovi oro in quantità, il banchiere Hoffman, che è il vero responsabile dell'assassinio di Benson cerca di eliminare Sartana...

    Altro capitolo della saga di Sartana, il pistolero becchino, stavolta interpretato dal grande Gianni Garko.
    Spaghetti divertente e a tratti violento con alcune trovate simpatiche, marchio di fabbrica di Carmineo, come il mazzo di carte taglienti.
    Sempre gasanti le musiche del maestro Nicolai, sicuramente inferiore (secondo me) a Gli Fumavano le Colt ma in definitiva godibile e mai noioso!

    Trailer

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    Matalo!

    Cesare Canevari - 1970

    Cast: Lou Castel, Corrado Pani, Luis Davila, Claudia Gravy, Antonio Salines, Ana Maria Noe, Miguel del Castillo.

    Sinossi:
    Bart, un giovane fuorilegge così avido e spietato da uccidere freddamente alcuni banditi che lo avevano salvato dalla forca per impadronirsi del loro oro, si unisce a tre loschi individui - Phil, Ted e Mary - per assaltare una diligenza che trasporta duecentocinquantamila dollari.
    Durante il colpo Bart viene colpito e resta a terra, mentre i suoi complici raggiungono col bottino una cittadina abbandonata, Benson City, con l'intenzione di restarvi nascosti per qualche giorno.
    Qualche tempo dopo arrivano nella cittadina una vedova e un giovane australiano, Ray, un pacifico giovanotto le cui uniche armi sono alcuni boomerang.
    Insospettiti, Phil e gli altri imprigionano i due malcapitati e li seviziano per strappare loro una inesistente ''verità''...

    Spaghetti western psichedelico e surreale diretto da Cesare Canevari ma che per qualità tecniche e inventiva registica sembrerebbe quasi un lavoro di Bava.
    Quasi un film muto con pochissimi dialoghi e una colonna sonora rock/elettronica (particolare l'intro rock di quasi 9 minuti senza uno straccio di dialogo).
    Grandissima l'interprezione di un gigionissimo Corrado Pani, da ricordare l'introduzione e l'utilizzo di un'arma nn convenzionale nel genere: il boomerang!
    La sequenza in cui vediamo Castel utilizzare il boomerang seguito nella traiettoria e nei suoi volteggi fino al bersaglio dalla mdp è qualcosa che rimane impresso.
    Un film visionario, particolare a tratti sperimentale..consigliato!

    Trailer

    Extra:
    Antonio Bruschini parla di matalo, film di Cesare Canevari

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    Gli Fumavano le Colt...lo Chiamavano Camposanto

    Giuliano Carmineo - 1971
    Cast: Gianni Garko, William Berger, Franco Ressel, Nello Pazzafini, Jhon Fordyce.

    Sinossi:
    I fratelli Mc Intire, tornati nel loro paese dopo una lunga permanenza a Boston, non tardano a rendersi conto che le buone maniere apprese in città servono a poco in una zona dove vige ancora la legge del più forte.
    Il loro tentativo di opporsi a una banda di taglieggiatori, che sfrutta i coltivatori locali, si concluderebbe tragicamente se in loro aiuto non intervenisse ripetutamente Camposanto, un killer legato da un debito di riconoscenza al padre dei due giovani.
    Nell'intento di sbarazzarsi di Camposanto, i taglieggiatori ingaggiano il "Duca", un noto pistolero, che riesce a mettere in seria difficoltà il rivale...

    Uno spaghetti western fumettoso e godibile forse con qualche scenetta comica di troppo.
    Ottimo Gianni Garko che veste i lugubri panni di un pistolero che dopo aver perso la sua famiglia è divenuto freddo, silenzioso e letale, bravo anche William Berger che interpreta il bel personaggio de "Il Duca".
    Alle Musiche gasanti c'è un ispirato Bruno Nicolai.
    Gli amanti del genere avranno di che divertirsi!

    Trailer

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    Viva la Muerte...Tua!

    Duccio Tessari - 1971
    Cast: Franco Nero, Eli Wallach, Marilù Tolo, Eduardo Fajardo, Lynn Redgrave.

    Sinossi:
    Ai tempi della rivoluzione messicana, una giornalista irlandese simpatizzante, corrompe uno sceriffo per far evadere "El Salvador".
    In realtà però "El Salvador" è morto, così lo sceriffo approfittando del fatto che la donna non conosce il rivoluzionario, fa evadere al suo posto il bandito Lozoya, con lui evade anche un truffattore pistolero detto "Lo Zar".
    Il motivo è mettersi alla ricerca di un tesoro nascosto, ma alla fine finiranno per essere coinvolti dalla rivoluzione e scegliere da che parte stare...

    Uno spaghetti particolare che innesta tanta ironia al genere rivoluzionario.
    Una sorta di parodia con un Eli Wallach che gigioneggia alla grande ("Io voglio andare all'inferno perchè ci sono le puttane") e il sempre presente Franco Nero che però ricalca troppo il suo personaggio de "Il Mercenario" di Corbucci.
    In certi momenti più ironici, anche se c'è lo zampino di Morricone, il commento sonoro è proprio da commedia sexy!
    Un buono film d'azione abbastanza godibile ma mediocre come spaghetti western anche perchè Tessari ha fatto molto, molto di meglio nel genere!

    Titoli di Testa

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    Ammazzali Tutti e Torna Solo

    Enzo G. Castellari - 1967
    Cast: Chuck Connors, Frank Wolff, Franco Citti, Alberto Dell'Acqua, Ken Wood.

    Sinossi:
    Alla fine della guerra di Secessione, il comando sudista, affida al bounty killer Clyde una pericolosa e criminale missione: impadronirsi di un grosso carico d'oro dei nordisti.
    Questi dopo aver messo su una banda di altri 5 elementi deve impadronirsi dell'oro dei nordisti e non lasciare nessun testimone.

    Bellissimo spaghetti western firmato dal grande Enzo Castellari, con una caratterizzazione dei personaggi davvero notevole. Bravissimi Franco Citti (proprio lui, il Pasoliniano) e il granitico Frank Wolff...
    Questo per me è un MUST HAVE.
    Acquistabile qui... www.kultvideo.com/scheda.asp?item=17416&type=DVD

    Titoli di Testa

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    Il Grande Duello

    Giancarlo Santi - 1973
    Cast: Lee Van Cleef, Peter O'Brien.

    Sinossi:
    Clayton, ex sceriffo di Jefferson, salva dall'assedio di alcuni bounty killer il giovane Philip, che è stato ingiustamente accusato dai tre prepotenti fratelli Saxon di aver ucciso il loro padre. Credendo, però, che anche Clayton sia un cacciatore di taglie, Philip cerca di stare alla larga da lui, che l'ha invece preso sotto la propria protezione. Finisce, però, nelle mani dei Saxon, uno dei quali, dà ordine di procedere alla sua impiccagione. Interviene Clayton, che confessa ai fratelli Saxon...

    Sicuramente uno dei miei spaghetti wetsern preferito, ricco di venature gialle che ne fanno un prodotto appetibile da palati non solo westernati.
    Tarantino affermò in un'intervista che le musiche di questo film sono tra le sue preferite in assoluto... :wub: :wub: :wub:
    Un altro MUST HAVE
    Acquistabile qui... www.kultvideo.com/scheda.asp?item=16967&type=DVD

    Trailer

    Extra:
    Antonio Bruschini parla de il grande duello

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    Le Colt Cantarono la Morte e Fu...Tempo di Massacro

    Lucio Fulci - 1966
    Cast: Franco Nero, George Hilton, Nino Castelnuovo.

    Sinossi:
    Tom Borbett, al disperato richiamo di un vecchio amico di famiglia, Carradine, torna al suo paese natale e trova il fratello Slim distrutto dall'alcool, la fattoria della famiglia in mano a Scott, un avido e perfido signorotto locale, insomma tutto che sta andando a rotoli.
    Cerca allora di far uscire il fratello dalla sua passività e di far piazza pulita dei malavitosi: sarà una strage...

    Gran cult di Fulci per una pellicola dove non vengono risparmiati omicidi, infanticidi e parricidi, il tutto scandito dal tema centrale "Back Home Someday (A Man Alone)" di Sergio Endrigo.
    Grande western iperviolento come da stile dell'inconfondibile Fulci, protagonisti azzeccati e trama avvincente..."You left to find a pot of gold..."...consigliatissimo!

    Trailer

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    I Lunghi Giorni della Vendetta

    Florestano Vancini (Stan Vance) - 1967
    Cast: Giuliano Gemma, Francisco Rabal, Gabriella Giorgelli, Nieves Navarro.

    Sinossi:
    Ted Barnett scappa dal carcere deciso a ritornare nella cittadina di Carltown per vendicarsi di coloro che ingiustamente lo hanno condannato e che ha assassinato suo padre. Metterà in atto un meticoloso piano fino al finale dove affronterà il vero colpevole delle sue disgrazie...

    Ecco, questo è uno dei dieci film che consiglierei a chi volesse avvicinarsi allo spaghetti (Leone a parte).
    La storia è scritta in modo impeccabile da Fernando Di Leo, che reinterpreta a modo suo la figura del Conte di Montecristo.
    Gemma perfettamente a suo agio sia nelle sparatorie violente che nella lieve ironia che pervade in certi momenti la pellicola.
    MUST HAVE
    Per chi fosse interessato all'acquisto segnalo che la versione della Nocturno è quella integrale italiana da 117 minuti, che ho preferito al posto della tedesca x rated che ne dura solo 90!!! (qualità che purtroppo scade un po' in quella della Nocturno... ma almeno è integrale in italiano) ;)
    www.kultvideo.com/scheda.asp?item=6481&type=DVD

    Titoli di Testa

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    Mannaja

    Sergio Martino - 1977
    Cast: Maurizio Merli, John Steiner, Donald O'Brien, Philippe Leroy, Sonia Jeannine.

    Sinossi:
    Merton un cacciatore di taglie detto Mannaja per via di come usa l'accetta, ritorna al suo paese natio per vendicare l'assassino del padre, quando scoprirà la verità non avrà pietà per nessuno dei malvagi.

    Strepitoso tardo spaghetti western con protagonista il Commissario di ferro Maurizio Merli!!!! Questa è per me una gemma dimenticata del nostro panorama cinematografico.
    Film tiratissimo e violento (uscì nelle sale con il VM18!!!!! :o: ), Merli stupendo come sempre, Martino che dirige da par suo e musiche dei De Angelis davvero da ricordare...insomma un gran bel film...se poi considerate che ora si trova a 6,90€!!!! Da recuperare assolutamente!!!!
    www.kultvideo.com/scheda.asp?item=13616&type=DVD

    Trailer

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    Requiescant

    Carlo Lizzani - 1967
    Cast: Lou Castell, Mark Damon, Pier Paolo Pasolini.

    Sinossi:
    In Messico, un bambino scampato all'eccidio della famiglia, viene allevato da un prete protestante finchè una volta divenuto adulto è costretto a lasciare la famiglia per andare alla ricerca della sorella scappata di casa.
    Quest'ultima è finita in mano agli uomini di un ricco "padrone" senza scrupoli, che ha costretto la ragazza a prostituirsi.
    Gli uomini ben presto si rendono conto della destrezza del ragazzo con la pistola, quindi non disposti a lasciare libera la giovane donna, la uccidono e poi incolpano dell'omicidio il giovane "Requiescant".
    Pessimo sbaglio, quest'ultimo si scatenerà con estremo ferocia...

    Sorta di Western d'autore girato dal Maestro Lizzani.
    Lou Castel ci regala un altro memorabile personaggio degli spaghetti western: un pistolero che porta una cinta da monaco per cinturone, una bibbia e una colt letale, prima uccide i cattivoni e poi gli elargisce l'estrema unzione con la frase: "requiescant in pace!".
    Da ricordare nel cast anche la presenza di Pier Paolo Pasolini nella parte di un prete messicano a capo di un ridotto gruppo di rivoluzionari.
    Tra le sequenze memorabili c'è il bellissimo duello sugli sgabelli dove il ticchettio dell'orologio scandisce i cambi d'inquadratura, musiche di Riz Ortolani nn tanto ispirate.
    Ottimo ma ancora troppo caro il DVD Medusa.
    Da recuperare!

    Titoli di Testa

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    Il Mercenario

    Sergio Corbucci - 1968
    Cast: Franco Nero, Tony Musante, Jack Palance, Eduardo Fajardo, Giovanna Ralli.

    Sinossi:
    Il proprietario di una miniera messicana fa intervenire i "regulares" per sedare una rivolta da parte di Paco Roman e i suoi compagni, più banditi che veri rivoluzionari.
    Paco allora assolda un mercenario chiamato "Il Polacco", per combattere la sua rivoluzione personale contro i ricchi proprietati terrieri ma ben presto "il Polacco" con le sue idee farà nascere in lui altri ideali e altre strade.

    Il film tocca tematiche western ma si colloca in un clima di avventura con pochi colpi di pistola e grandi ballate di Morricone, qualche buon ingegno stilistico da parte di Corbucci (fautore dello spaghetti western già nel più blasonato Django) nel porre una maschera comica all'ingenuo Paco (Tony Musante).
    Da vedere perchè ben sviluppato tecnicamente, benchè nella sceneggiatura diversi passaggi sono-lasciatial caso e la caratterizzazione dei personaggi non è troppo approfondita, come per il cattivo di turno.

    Trailer

    7dollari

    7 Dollari sul Rosso

    Alberto Cardone - 1966
    Cast: Anthony Steffen,Elisa Montes, Fernando Sancho, Loredana Nusciak, Gianni Manera, Jerry Wilson.

    Sinossi:
    Johnny Ashley passa la vita alla ricerca dell'uomo che gli ha ucciso la moglie e rapito il figlio di due anni.
    Sul cadavere della moglie il bandito detto "Lo Sciacallo" gli lascia 7 dollari, il prezzo che per lui aveva quella donna.
    Da quel giorno Johnny Ashley, va alla caccia di tutti i banditi del West.
    Gli anni passano e suo figlio ormai cresciuto tra i banditi...

    Questo film merita a pieno titolo di entrare nella top 10 dello spaghetti western...un capolavoro firmato da Cardone con uno Steffen in stato di grazia.
    I sette dollari del titolo sono quelli gettati sulla gonna rossa della moglie del protagonista uccisa da Sancho all'inizio del film.
    Da avere assolutamente!!!
    Reperibile import della Koch media in digipack a prezzo molto buono...
    http://kultvideo.com/scheda.asp?item=18985&type=DVD

    Tragedia greca innestata allo spaghetti western per uno tra i migliori film del genere.
    7 Dollari sul Rosso vanta un plot ben costruito che tiene incollato lo spettatore fino al tragico ed inevitabile epilogo che viene addirittura anticipato nella citazione biblica ad inizio pellicola.
    Anthony Steffen ci regala la sua miglior interpretazione nel western all'Italiana coadiuvato dal buon Fernando Sancho spietato cattivone di turno.
    Alberto Cardone dirige magistralmente e con pulizia puntanto più sul dramma che sull'azione e le sparatorie (che forse potevano essere curate un pò di più).
    Epiche, malinconiche e di gran classe le musiche di De Masi, ottimo il master del DVD import con audio Italiano della Tedesca Koch Media che ha come extra un documentario di 40 minuti dedicato alla memoria del maestro De Masi con una prima parte dedicata al film.
    In conclusione siamo tra i migliori prodotti del genere anche se si punta meno sulla violenza e più sulla tragedia...consigliato!
    "...chi conversa coi saggi sarà saggio, chi con gli stolti sarà simile a loro...".

    Trailer

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    Sella D'Argento

    Lucio Fulci - 1978
    Cast: Giuliano Gemma, Ettore Manni, Sven Valsecchi.

    Sinossi:
    Un bimbo, Roy, di appena dieci anni, vendica l'assassinio del padre per mano di Luke, un bravaccio al soldo della famiglia Barker.
    Da adulto diventa un sanguinario pistolero, noto come Sella d'Argento.
    Il caso vuole che Roy salvi la vita al piccolo Thomas Barret e gli si affezioni.
    Deciso a portare fino in fondo la vendetta nei confronti dei Barker, non riesce a non legarsi al piccolo Thomas.
    Presto si troverà coinvolto in una serie di intrighi orditi da Thomas Barret senior ai danni del nipotino e della sorella Margaret.
    Prima di rendersi conto della colpevolezza del vecchio Barret, Roy, a fianco di "Serpente Due Colpi", dovrà combattere contro Turner, uomo del suo avversario, e contro la banda di Garrincha...

    Terzo, ultimo e tardo western diretto da Lucio Fulci con poca violenza rispetto ai precedenti lavori (Tempo di Massacro, I 4 dell'Apocalisse) in cambio di più ironia e molto sentimentalismo.
    Ovviamente stiamo parlando di Fulci e nonostante tutto è presente qualche zampata da poeta del macabro e il sangue finto e i buchi dei colpi nei corpi sono sempre presenti in gran quantità.
    Simpatico il personaggio di "Serpente", bella la canzone che scandisce i momenti salienti del film.
    Un western per famiglie divertente e godibile girato con la solita bravura dal ns. unico e inimitabile terrorista di generi!
    Ottimo il DVD Medusa con un master sfavillante!

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    Giù la Testa...Hombre!

    Demofilo Fidani - 1971
    Cast: Jeff Cameron, Klaus Kinski, Hunt Powers, Gordon Mitchell, Renzo Arbore.

    Sinossi:
    Macho Callagan, tenente delle Guardie Federali, assuntosi il compito di sbaragliare la banda capeggiata dai fuorilegge Butch Cassidy e Testa di Ferro, riesce ad entrare in contatto con quest'ultimo, facendosi passare per un bandito.
    I due fuorilegge, dopo un diverbio per motivi di interesse, decidono di separarsi per costituire due bande autonome.
    Macho riesce a convincere Testa di Ferro ad attaccare l'ex-complice e lo scontro sarà disastroso...

    Serie Z ai massimi livelli, un western poverissimo realizzato con quattro spiccioli e con una trama demenziale e senza senso.
    Attori ridicoli, dialoghi da barzelletta, musiche disturbanti e ripetitive ne fanno un'altra delle perle di Demofilo Fidani.
    Inutile la comparsata di Kinski nei panni di un prete dal cazzotto facile, che viene utilizzato per 10 minuti del film per poi scomparire nel nulla e nn tornare più (costava troppo tenerlo per qualche altra scena?!?), narrativamente ha solo lo scopo di mettere il protagonista sulle tracce dei cattivoni...sic!
    Da segnalare anche la presenza di un giovane Renzo Arbore. Inufficiente il DVD del Cecco!
    Uno spaghetti brutto e noioso e nemmeno divertente per quanto è povero e trash...evitare gente, evitare!

    Titoli di Testa

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    Prega il Morto e Ammazza il Vivo

    Giuseppe Vari - 1972
    Cast: Klaus Kinski, Paul Sullivan, Dean Stratford, Victoria Zinny.

    Sinossi
    Dopo aver compiuto, con la propria banda, una rapina ai danni di una banca che gli ha fruttato 100.000 dollari, il fuorilegge Dan Ogan si accinge a lasciare gli Stati Uniti per mettersi al sicuro in territorio messicano.
    Un giovane avventuriero, John Webb, si offre di fare da guida ai banditi, chiedendo per la sua collaborazione la metà dell'intero bottino: Ogan accetta le condizioni poste.
    Nel corso del viaggio, Webb riesce a seminare la discordia fra i banditi...

    Western particolare con una prima parte che si svolge prevalentemente in interni (stazione telegrafica/ranch) per poi proseguire e concludersi nel deserto.
    Si ricorda soprattutto per l'ennesima gande e isterica interpretazione di un Kinski in gran forma che caratterizza e ci regala un cattivone da antologia...folle, freddo e violento.
    Discreta la realizzazione tecnica del buon Giuseppe Vari, mediocre il resto del cast, perfino il protagonista buono è completamente oscurato dalla grande maschera di Kinski! Buono il DVD della Surf!
    Uno spaghettino godibile...Kinski come al solito vale la visione!

    Titoli di Testa

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    Faccia a Faccia

    Sergio Sollima - 1967
    Cast: Tomas Milian, Gian Maria Volontè, Carol Andrè, William Berger, Iolanda Modio, Gianni Rizzo.

    Sinossi:
    Un professore colto e pacifico si trasferisce nel West, dove pensa che il sole può aiutarlo a guarire dalla sua tubercolosi.
    Qui viene preso in ostaggio dal fuorilegge Beauregard Bennet, daprima il professore tenta in tutti i modi di redimere il bandito, ma poi pian piano, affascinato dal tipo di vita avventurosa, decide di unirsi alla sua banda.

    Gran bel spaghetti sicuramente un must have, che ruota tutto intorno alla psicologia mutante dei due protagonisti, mentre il professore (Volontè) si trasforma da intellettuale moralista a criminale senza pietà, il bandito (Milian) conoscendo il professore ne assorbe l'animo nobile tanto da trovare un barlume di speranza.
    Ottima regia di Sollima e le interpretazioni dei due protagonisti principali.
    Musiche di E. Morricone. Molto bella l'edizione DVD che fa parte della colt collection della MHE, buon video audio 5.1 (anche se poche scene ne usufruiscono) e una interessante intervista al regista come extra.

    Trailer

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    Una Donna Chiamata Apache

    Giorgio Mariuzzo - 1976
    Cast: Pier Luigi Conti, Corrado Olmi, Yara Kewa, Rick Boyd.

    Sinossi:
    Tommy, come prima missione, prende parte a una spedizione condotta da un intransigente sergente contro un piccolo gruppo di indiani che, alla ricerca di cibo, sono sconfinati dalla riserva. L'accampamento viene distrutto; gli indiani presenti tutti uccisi, salvo una ragazza rimasta svenuta e creduta morta; Tommy, a sua volta finito in un cespuglio, quando rinviene si trova solo con la ragazza che chiama "Apache" e che prende con se, sperando nella sua guida per raggiungere Fort Cob. Un poco alla volta i due passano dalla comprensibile diffidenza, al reciproco aiuto e all'amore. Intanto devono salvarsi dai soldati superstiti, che sono inseguiti da alcuni indiani decisi a vendicare la tribù...

    Molto interessante questo film di Mariuzzo, che deve buona parte ditutto il suo lavoro alla passione per "Soldato blu".
    Oltre all'atmosfera western il bello del film è dato dal rapporto tra uomo e donna, divisi dalla razza e dalla diffidenza, ma uniti dall'amore...e dalla tragedia. Un film da riscoprire nonostante la povertà di mezzi con cui fu girato. Davvero affascinante...da vedere!

    Piccolo gioiellino del cinema bis nostrano e non dello spaghetti, infatti di western c'è ben poco a parte il periodo storico.
    Con pochissimi mezzi (ci sono 4 indiani, 4 cavalli e tutto è girato nella campagna Romana) Giorgio Mariuzzo, sceneggiatore di alcuni cult-horror di Fulci, scrive e dirige un "Soldato Blu" (o anche un "Apache") de noialtri puntanto sulla violenza, sul razzismo, sull'amore impossibile e sul dramma più puro, confezionando un film senza speranza ma di forte impatto nonostante il low-budget!
    Ottimo Al Cliver (doppiato dal mitico Ferruccio Amendola) nei panni del soldato nordista, Yara Kewa invece, nei pani della sexy-indiana, si limita a recitare per monosillabe ma non importa anche perchè è nuda per tutta la durata del film, buone le folli, fredde e truci caratterizzazioni degli altri comprimari e dei cattivoni di turno (lo psicotico, lo sciacallo, la sadica...ecc.).
    Discrete le musiche, stupenda la malinconica canzone, ottimo il DVD della Next Video.
    In conclusione "Una Donna Chiamata Apache" è un piccolo cult del cinema bis (e non dello spaghetti badate bene)...
    consigliato!

    Titoli di Testa

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    Django il Bastardo

    Sergio Garrone - 1969
    Cast: Anthony Steffen, Paolo Gozlino, Rada Rassimov.

    Sinossi:
    Durante la guerra di secessione, il tradimento di tre ufficiali sudisti consente alle truppe nordiste di massacrare un intero reparto nemico.
    L'unico superstite della strage, Django, finita la guerra si mette alla ricerca dei tre traditori, deciso a vendicare la morte dei compagni. Eliminati due dei responsabili, Django si accinge a regolare i conti con il terzo...

    Altra buona pellicola di Garrone che ci regala un western dalle particolari venature horror/gotiche, proprio a tal proposito il Django (Steffen) di questo film viene presentato come una figura spettrale, misteriosa...quasi come se fosse un fantasma!
    Le caratteristiche di questo spettrale Django ben si adattano con le particolari espressioni (a mongoloide) di Steffen, che qui forse ci regala la sua migliore interpretazione, le sue apparizioni/sparizioni disorientano i cattivoni di turno e lo stesso spettatore.
    Anche se durante la visione si scopre che Django è un uomo e può essere ferito, il finale con l'ultima sapiente sparizione ci lascia con il dubbio.
    Ottima la regia di Garrone con zampate tecniche di alto livello, buone le musiche.
    Sufficiente il DVD del Cecco nonostante i graffi e le spuntinature...
    da vedere!

    Titoli di Testa

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    I Giorni dell'Ira

    Tonino Valerii - 1967
    Cast: Giuliano Gemma, Lee Van Cleef, Walter Rilla.

    Sinossi:
    In una cittadina dell'Arizona, Scott sta aspettando l'occasione giusto per dimostrare quanto vale.
    Quando uno straniero dalla pistola facile si presenta in città, il ragazzo non esita e unirsi alla banda superando il suo capo in maestria e spietatezza.
    Tuttavia, a seguito dell'omicidio dello sceriffo per il quale nutriva un profondo affetto, Scott tornerà sui suoi passi...

    Tra i migiori spaghetti con una coppia Gemma-Van Cleef maestosa, qui per la prima volta insieme sullo schermo.
    La trama è infarcita con un pò di psicologia spicciola ma è piena di violenza a volte anche gratuita.
    Parecchie sequenze memorabili (il duello a cavallo), trovate interressanti (la pistola modificata) e dialoghi suberbi (le 10 regole del pistolero), bellissima la musica con un Ortolani che ci regala una colonna sonora trascinantissima (citata anche in Kill Bill Vol.1 da Tarantino).
    Ottimo il video del DVD Medusa ma con una traccia audio troppo bassa.
    Consigliatissimo!
    "Lezione numero dieci: Quando inizi a uccidere, non puoi più fermarti".

    Titoli di Testa

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    Blindman

    Ferdinando Baldi - 1971
    Cast: Tony Anthony, Ringo Starr, Lloyd Battista.

    Sinossi:
    Blindman è un commerciante di prostitute, ha pagato 50 donne per portarle all'esercito americano. Ma un bandito messicano e la sua banda glie l'ha portate via, sottovalutato perchè cieco Blindman agirà a modo suo, portando molte croci al cimitero sulla collina...

    Uno strano personaggio arriva in paese, è cieco e sta cercando tre umoni che gli devono della merce, poco dopo quegli uomini sono cadaveri. Così inizia questo travolgente western firmato da Baldi. Tony Anthony interpreta in maniera sublime questo personaggio inquietante e pittoresco. Il film è ispirato alla storia giapponese Blind-Samurai, storia che ha avuto molti ispiratori, tra questi il film di Takeshi Kitano con la storia del samurai cieco in "Zatoichi". Nel cast anche un bravo Ringo Starr ex-Beatles.
    Bellissimo film, con uno dei personaggi più caratteristici che si siano mai visti sullo schermo, infatti ha consegnato "Blindman" alla leggenda e al culto dei cinefili di tutto il mondo. Adorato in Giappone e in quasi il resto del mondo, il grande capolavoro di Ferdinando Baldi è purtroppo quasi sconosciuto in casa nostra. Resta comunque uno spaghetti western che nessun vero appassionato di cinema può lasciarsi sfuggire.
    Assolutamente da AVERE!!!

    Trailer

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    Cipolla Colt

    Enzo G. Castellari - 1975
    Cast: Franco Nero, Martin Balsam, Sterling Hayden.

    Sinossi:
    Un giovane cipollaro, Onion, acquista a Paradise City il solo appezzamento ancora verde e coltivabile, essendo tutto il resto del territorio diventato proprietà, con la forza, della compagnia petrolifera di Petrus Lamb.
    Così come aveva eliminato il precedente proprietario, Foster, che si era rifiutato di cedergli il terreno, Lamb scatena ora i suoi sgherri contro Onion, il quale, in tutta Paradise City, può contare soltanto sull'aiuto di un anziano e coraggioso giornalista e sui due figlioletti di Foster, Caligola e Nerone...

    Sottofilone dello spaghetti, discreto western-commedia anche se nn siamo ai livelli dei cult di Carmineo e Barboni (Trinità, Tresette).
    Alcune trovate funzionano come il cavallo che parla in romanesco, i vice sceriffo Gay o i due bambini che si comportano da uomini duri, altre invece sono troppo demenziali come l'uso di effetti sonori ridicoli o delle espressioni troppo caricaturali.
    Franco Nero è sempre un grande attore anche se non rende al meglio nelle parti comiche, Castellari è un grande artigiano ma qui dirige senza il suo solito estro, carine come al solito le musiche dei fratelli De Angelis.
    Il DVD Millennium nonostante i difetti è cmq accettabile.
    Cipolla Colt è un filmetto molto fumettoso, non è di sicuro un capolavoro (anche nel sottofilone c'è di meglio) ma non ci si annoia...
    gli amanti dei vari Trinità possono darci un'occhiata gli altri si astengano pure.
    "Cipolla o pistola?".

    Trailer

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    O' Cangaceiro

    Giovanni Fago - 1969
    Cast: Tomas Milian, Ugo Pagliai, Eduardo Fajardo.

    Sinossi:
    Siamo in Brasile nella regione di Agua Branca dove il governatore Branco, vuole sfruttare un giacimento petrolifero presente nel sottosuolo, ma deve fare i conti con i Cangaceiros, bande selvagge che vivono nella zona capitanate da Espendito (Tomas Milian) detto il Redentore per i suoi ideali religiosi e di giustizia.
    Il redentore viene convinto a ad eliminare altre bande presenti nella zona in cambio dell'immunità e di una fazenda.
    Ma non tutto andrà come promesso...

    Uno spaghetti-western politico godibile con qualche bella scena e un bravissimo Milian.
    Sicuramente non tra i migliori del genere tortillas.
    DVD della Storm appena sufficente per per la parte audiovisva e senza nessun contenuto extra.

    Trailer

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    Il Tempo degli Avvoltoi

    Nando Cicero - 1967
    Cast: George Hilton, Frank Wolff, Eduardo Fajardo, Pamela Tudor.

    Sinossi:
    Don Jaime Mendoza fa picchiare a sangue Kitosh, un giovane cowboy alle sue dipendenze, perchè si era permesso di corteggiarne la moglie.
    Kitosh abbandona il ranch pieno di rancore ed incrocia la sua strada con il famigerato bandito Tracy il Nero, iniziando così la carriera del fuorilegge.
    Presto Kitosh si accorge del perverso piacere che Tracy prova nell'uccidere, ma alla proposta di perpetrare un crimine ai danni dell'odiato Don Jaime accetta senza remora alcuna.
    Così i banditi rapiscono la moglie di Don Jaime per chiederne il riscatto...

    Violento spaghetti diretto da Nando Cicero, regista di famose commedie scollacciate anni '70 (W La Foca!, L'Insegnante, Cotechino, dottoresse, soldatesse e liceali varie), originariamente vietato ai minori di 18, cosa piuttoto particolare per un western dell'epoca.
    Sadismo e torture in gran quantità (tra le tante un uomo inchiodato alla porta di casa) allietate da un paio di sequenze con donnine seminude intente a farsi il bagnetto.
    Non esaltante Hilton che interpreta un pistolero donnaiolo un pò ebete anche perchè a rubare la scena è il personaggio di Wolff, Tracy il Nero: pazzo, epilettico, sadico, torturatore e tutto vestito di nero.
    Brutte le musiche di Umiliani, ottimo il DVD Surf!
    Uno spaghetti bello truce, non siamo ai liveli dei cult di Fulci ma resta cmq un western godibile.

    Titoli di Testa

    Extra:
    Antonio Bruschini parla de il tempo degli avvoltoi

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    Lo Chiamavano Tresette...Giocava Sempre col Morto

    Giuliano Carmineo - 1973
    Cast: George Hilton, Evelyn Stewart, Sal Borgese, Chris Huerta, Rosalba Neri, Tony Norton, Nello Pazzafini.

    Sinossi:
    Tresette, abile pistolero, arriva a "Mela Bacata" dove viene a sapere che cercano un uomo coraggioso per trasportare un milione di dollari in oro attraverso una valle infestata dai banditi.
    Insieme al falso sceriffo Bamby, una sua vecchia conoscenza, accetta di trasportare l'oro a Dallas.
    Camuffando la diligenza come un carrozzone da venditore ambulante riesce sempre a sfuggire agli agguati dei banditi.
    Arrivati a Dallas però, Tresette e Bamby rischiano l'impiccagione...

    Giuliano Carmineo sulla scia dei Trinità introduce il suo clone tale Tresette, un vagabondo cacciatore di taglie e uomo dai mille trucchetti, con tanto di emulo di Bud Spencer.
    Un western-commedia con una comicità molto demenziale e le solite assurde trovate marchio di fabbrica di Carmineo: torte in faccia, travestimenti da donna, le trappole/carillon di Tresette, i duelli dello sfortunato Veleno (un Alfio Caltabiano immenso), il cavallo Sign. Thompson e tutte le varie bande di fuorilegge con le cadenze dialettali: gli emigranti napoletani, i siciliani (Sal Borghese fantastico picciotto), i pugliesi (doppiati da Lino Banfi...la scena della lozione e dei capelli che ricrescono è da scompisciarsi), i frati romanacci ecc.
    Ottima la coppia Hilton-Huerta anche se nn siamo ai livelli di Hill-Spencer, spettacolari tutta la serie di caratteristi presenti nella pellicola tra i quali i mitici Pazzafini (Aureola Joe) e D'Orsi doppiati da Amendola e Fiorentini.
    Simpatiche le musiche di Nicolai che insieme a Carmineo cita anche il più famoso carillon di Leone e Van Cleef.
    Il DVD Flamingo nonostante nn sia restaurato (graffi e spuntinature presenti) ha colori molto vividi e un master accettabile.
    In sostanza uno spaghetti western-commedia carino e divertente uno dei migliori tra i tanti cloni di Trinità...
    consigliato per una divertente serata nel west, nello spaghetti-west!

    Trailer

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    Yankee - L'Americano

    Tinto Brass - 1966
    Cast: Philippe Leroy, Adolfo Celi, Thomas Torres, Mirella Martin.

    Sinossi:
    Quando Yankee arriva in città viene subito avvisato da un abitante che si trova nella terra del grande Concho, un bandito sanguinario. Nella piazza della città ci sono i corpi di tre banditi che hanno cercato di sottrarre il bottino di una rapina al grande Concho.
    Ma questi ha mandato i suoi sgherri a cercarli e li ha fatti impiccare.
    All'appello manca soltanto l'ultimo bandito ma...

    Unica e ottima incursione di Tinto Brass nello spaghetti western per un film davvero curioso, ultilizzato come mezzo di sperimentazione registica.
    Brass tenta di impostare il film come un fumetto, cercando di immortalare le scene come se fossero tavole disegnate, utilizzando primi piani tagliati e angolature particolari ed esasperando il tutto in fase di montaggio.
    L'idea di Brass era quello di riprendere i dettagli invece dell'insieme come se stessimo leggendo un fumetto e così abbiamo una gran quantità di primi piani di occhi, orecchie, bocche, zoccoli di cavallo, speroni, pistole ecc.
    Peccato che a causa di questo fatto Brass litigò con la produzione che voleva uno spaghetti più convenzionale, tanto che ancora oggi disconosce il film anche perchè potè realizzare e sperimentare solo in parte quello che aveva in mente, sperimentazione e idee che poi completerà e metterà meglio in scena nel suo "Col Cuore in Gola".
    Già in questa pellicola si può notare l'amore di Brass per l'erotico grazie alla presenza di donnine seminude e alla mdp che indugia sapientemente sui loro corpi e sui loro attributi.
    Ottima la coppia Philippe Leroy - Adolfo Celi (vestito come se fosse un imperatore romano ma con frustone annesso), quest'ultimo dopo il successo di "Thunderball" gigioneggia alla grande col suo personaggio.
    Da ricordare la sequenza con la luce rossa che illumina Yankee legato alla ruota mentre la donna di Celi si avvinghia a lui nel momento in cui il cattivone rivela di aver capito che lei era stata a letto con l'americano, la tortura dello scorpione vista da terra attraverso una base di vetro utilizzata per riprenderla da sotto e tutta la lunga scena d'azione nel villaggio abbandonato.
    La Trama (molto Leoniana) è semplice, quasi irrilevante, compensata cmq da una sperimentazione registica validissima, ottime le musiche di Nini Rosso con tanto di tormentone fischiettatto, buono il DVD della Storm.
    Un gran bel spaghetti da un regista che all'epoca non amava soltanto riprendere culi, pelo e tette...
    da riscoprire...consigliatissimo!

    Trailer

    Extra:
    Antonio Bruschini parla di Yankee di Tinto Brass

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    Execution

    Domenico Paolella - 1968
    Cast: John Richardson, Dick Palmer, Franco Giornelli, Piero Vida, Nestor Garay, Romano Magnino.

    Sinossi:
    Clips e il messicano Juarez sono sulle tracce del bandito John Cooler, sul cui capo c'è una grossa taglia.
    Il giovane fratello di John viene costretto sotto tortura a rivelare il nascondiglio del bandito.
    Comincia una spietata caccia all'uomo in una spettrale città morta...

    Domenico Paolella dirige uno spaghetti che non convince un pò in tutto.
    Trama troppo tirata via, attori fuori parte (soprattutto nel doppio ruolo), regia e montaggio mediocri per una pellicola poco avvincente e divertente.
    Ad evitare l'abbiocco c'è solo il cattivone di turno con qualche sequenza di tortura con un Nestor Garay che utilizza una mazza chiodata rotante e qualche sanguisuga!
    Inutile anche il colpo di scena e il triste flashback finale dei due amici che nn riesce a impennare la qualità del tutto.
    Stranamente orecchiabili le musiche di Lallo Gori, ottimo come al solito il DVD Medusa.
    Fiacco e poco godibile...evitabilissimo!

    Trailer

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    Dio Non Paga il Sabato

    Tanio Boccia - 1968
    Cast: Larry Ward, Robert Mark, Furio Meniconi, Max Dean, Maria Silva, Daniela Igliozzi.

    Sinossi:
    Proprio mentre il boia sta per eseguire l'impiccagione di Braddock, luogotenenti a capo di una banda di uomini lo liberano.
    Una volta sterminati i componenti della banda per riprendersi il denaro pagato, rubano una cassa piena di dollari e trovano rifugio in una città fantasma, o almeno così credono...

    La trama è praticamente quella di "Matalo!" infatti sembra che Canevari non sapesse che fosse già stata utilizzata per un altro film e avendo la sceneggiatura tra le mani confezionò la sua pellicola con lo stesso script.
    "Dio non paga il Sabato" è antecedente alla pellicola di Canevari ed è un western molto più convenzionale ma proprio per questo ne risulta inferiore anche per vari motivi: il cast di "Matalo!" è strepitoso (Pani, Castel), la regia di Canevari è visionaria e particolare e lo script viene infarcito con un pò più di ironia e parodia.
    Il cast del film di Boccia invece è mediocre, le scene di azione latitano, sono poco incisive e quindi rimane solo il valido script e la sua violenza che con la messa in scena più convenzionale forse risulta più d'impatto.
    Bella "Il Prezzo dell'Oro" la canzone del film, ottimo il DVD Surf.
    In conclusione "Dio non paga il Sabato" non è nemmeno tanto malvagio ma visto dopo o prima "Matalo!" perde parecchi punti e poi volete mettere Castel e il suo Boomerang volteggiante...eh!
    Insomma per gli amanti dello spaghetti la visione è interessante anche per il confronto tra le due pellicole, tutti gli altri si buttino su "Matalo!".

    Trailer

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    Arizona si Scatenò...e li Fece Fuori Tutti!

    Sergio Martino - 1970
    Cast: Anthony Steffen, Marcella Michelangeli, Aldo Sambrell, Roberto Camardiel, Rosalba Neri.

    Sinossi:
    Sul capo di Arizona Colt pende una grossa taglia, per un presunto assalto a una diligenza.
    Recatosi in città con il suo amico "Doppio Whisky" per capire, viene imprigionato dallo sceriffo del luogo e condannato all'impiccagione.
    Dopo essere riuscito, con un ingegnoso espediente, ad evitare la condanna, si vede proporre da un ricco proprietario del luogo, don Alvaro Moreno, un compenso di cinquantamila dollari per uccidere un bandito, col quale Arizona ha già avuto modo di scontrarsi.
    Egli rifiuta, sospettando un accordo tra i due, ma Kean, dopo aver gravemente ferito "Doppio Whisky", riesce a fermare Arizona.
    Ma la vendetta di Arizona sarà ben più feroce del previsto...

    Buon spaghetti della premiata ditta Martino/Gastaldi, la pellicola parte molto comica grazie a tutte le battute di "Doppio Whisky", interpretato dal buon Camardiel, ma poi d'improvviso vira sul drammatico infarcito anche da molta violenza.
    Martino dirige discretamente regalando anche qualche zampata registica notevole e inserendo pari pari tutta la sequenza della tortura a testa in giù con relativa uccisione della donna amata presa da "Per 100.000 Dollari Ti Ammazzo" di cui fu produttore.
    Buono Steffen che stavolta veste i panni di Arizona, ottime tutte le scene d'azione.
    Nicolai anche stavolta centra l'obbiettivo inserendo una simpatica canzoncina molto hippy-yeah che però poi stona con la parte drammatica, buono il DVD Flamingo.
    In conclusione uno spaghetti spudoratamente popolare (marchio di fabbrica di Martino) ma divertente e di puro intrattenimento...
    consigliato!
    "i guess i gotta get my gun, i guess i gotta shoot someone...bang bang...hey-hippy hippy-yeah!"

    Titoli di Testa

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    7 Winchester per un Massacro

    Enzo G. Castellari - 1967
    Cast: Guy Madison, Edd Byrnes, Rick Boyd, Louise Barrett.

    Sinossi:
    Al termine della guerra di secessione americana, il colonnnello sudista Thomas Blake rifiuta di cessare le ostilità e messosi a capo di una banda di malviventi, semina il terrore nelle regioni al confine tra gli Stati Uniti e il Messico.
    A Blake che sta tentando di recuperare una cassa contenente duecentomila dollari, si presenta un certo Stewart, il quale rivela di sapere il luogo nel quale è nascosto il denaro.
    Superata l'iniziale diffidenza, Blake, accompagnato dai suoi uomini più fidati, accetta di seguire Stewart...

    Primo western (accreditato) per Castellari che confeziona una buona pellicola che ha come punto di forza le scene d'azione in cui è un vero specialista.
    Cast coatto con tanto di sotto Clint Eastwood con un Byrnes che quindi interpreta il ruolo dello straniero con acconciatura di sapiente imitazione.
    Ottimo Madison nel ruolo dello spietato colonello, fumettistica la caratterizzazione dei cattivoni (il resto della banda del colonnello): l'indiano abile col coltello, il pistolero forte con la frusta e il tizio che usa gli speroni per sfregiare i suoi nemici con salti mortali e capriole annesse.
    Degna di nota e dalle tinte horror la sequenza finale nel cimitero indiano, discrete le musiche di De Masi con tanto di canzoncina.
    Pessimo il DVD Millennium, pessimo a tal punto che se nn si autodistrugge subito dopo la visione merita di stare solo in un posto: l'immondizia.
    Per poter godere di questo spaghetti quindi è meglio buttarsi nell'edizione francese della Seven7 davvero ottima!
    In conclusione un bel spaghetti...violento, avvincente e con molte idee...consigliato!

    Titoli di Testa

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    Django Sfida Sartana

    Pasquale Squitieri - 1970
    Cast: George Ardisson, Tony Kendall, Josè Torres.

    Sinossi:
    Django il pistolero, giunto a Tombstone, scopre che suo fratello Steve è stato ucciso, la banca rapinata e la figlia del banchiere, Maria, rapita.
    Tutti indicano Sartana come colpevole. Dunque, sarà sfida all'ultimo sangue fra Django e Sartana.
    Ma, forse, la verità è un'altra...

    L'idea di un confronto tra due grandi eroi dello spaghetti avrà sicuramente esaltato all'epoca i fans del western ma sarebbe sicuramente stato meglio se quello scontro fosse rimasto solo nella loro immaginazione.
    Django Sfida Sartana è un poverissimo western girato da Squitieri con quattro spiccioli e un cast coattissimo (notare nel primo duello di Django l'attore che interpreta il corvo...sic).
    Kendall nn è Franco Nero ma risulta comunque passabile nei panni di Django a patto di non vedere come lo hanno vestito (povertà di mezzi anche nei costumi), Ardisson interpreta un Sartana inguardabile nel suo costumino che ricorda molto Zorro.
    Squitieri dietro la mdp nn fa nulla per aiutare la pellicola e le musiche e la canzoncina sono anonime come lo stesso film, buono il DVD del Cecco nonostante i difetti.
    E' un peccato perchè in fondo qualche idea c'è, come ad esempio la lirica scena in cui Django ritornato al suo villaggio trova il fratello impiccato mentre la pioggia cade pesantemente, ma tutto è troppo povero e a livelli di serie Z tanto che Sartana ha solo una pistoletta come trucco a sua disposizione.
    Django e Sartana non abitano qui, sono altrove...evitabilissimo.

    Titoli di Testa

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    Non Aspettare Django, Spara

    Edoardo Mularglia - 1968
    Cast: Sean Todd, Pedro Sanchez, Rada Rassimov, Gino Buzzanca, Alfredo Rizzo, Franco Pesce, Celso Faria.

    Sinossi:
    Il bandito Navarro uccide il padre di Django, derubandolo di centomila dollari, frutto della vendita di una mandria di cavalli. Django inizia la propria caccia ai banditi per vendicare il padre e recuperare il denaro. Li raggiunge e ne fa strage ma non trova la refurtiva. Deve ancora fare i conti con il crudelissimo mandante. Per fortuna tra una sparatoria e l'altra si è fatto un amico prezioso...

    Discreto spaghettino con un granitico Sean Todd nei panni di Django.
    Mularglia dirige senza infamia e senza lode la solita storia di vendetta e dollari.
    Buone e abbastanza violente le scene d'azione che vanno a spezzettare la voluta lentezza di fondo della pellicola che si ricorda soprattutto per la calda e asfissiante atmosfera che regna sovrana...fa talmente caldo sullo schermo che alla fine si ritrova sudato anche lo spettatore.
    Una serie di caratteristi (il becchino e l'ubriacone) si occupano della parte comica che strappa anche qualche sorriso, discrete le musiche, buono il DVD della Passworld nonostante i soliti difetti.
    In conclusione un western gradevole ma non esaltante.

    Titoli di Testa

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    Il Bianco, il Giallo, il Nero

    Sergio Corbucci - 1974
    Cast: Tomas Milian, Giuliano Gemma, Eli Wallach.

    Sinossi:
    Black Jack uno sceriffo tutto d'un pezzo (Wallach), Blanc de Blanc un malvivente italo-svizzero (Gemma) e Sakura un aspirante Samurai (Milian) sono sulle tracce di una tribu indiana che ha rapito un pony sacro per il quale l'imperatore giapponese ha messo a disposizione ben 1.000.000 di Dollari per riaverlo...

    Uno spaghetti - western parodia e lo si capisce dall'incipit con il monologo della moglie di Black Jack fatto di soli titoli di spaghetti-western e con un cast d'eccezione formato da tre attori che hanno reso celebre il genere. Il film e' divertente, davvero spasosa la trovata di T. Milian-samurai (poi ripetuta in Delitto al ristorante cinese) e con un buon ritmo ma forse a volte un po troppo demenziale...simpatiche pure le musiche.
    Dvd della Storm sufficente e con un interessante serie di interviste negli extra.

    Titoli di Testa

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    Per il Gusto di Uccidere

    Tonino Valerii - 1966
    Cast: Craig Hill, Rada Rassimov, George Martin, Fernando Sancho, Piero Lulli, George Wang.

    Sinossi:
    Lanky Fellow è un bounty killer che a differenza dei suoi colleghi non va a caccia di persone ma solo di convogli che trasportano denaro da una banca all'altra, aspettando che uomini malintenzionati li attacchino per impossessarsi della merce trasportata.
    A quel punto lui entra in azione, si mette sulle tracce dei banditi, e dopo averli sterminati tutti con la sua carabina munita di un cannocchiale, intasca i soldi della taglia, riportandoli alla banca e percepisce anche una congrua percentuale.
    In una di queste azioni Lanky arriva ad Omaka per riportarvi l'oro che i banditi avevano sottratto poco prima ad un carro blindato.
    Qui Collins, ricco proprietario di miniere, propone a Lanky - che accetta - di investire i diecimila dollari che ha appena guadagnato per assicurare un suo deposito di oro.
    Nel caso che la banca fosse attaccata dai banditi e l'oro rubato, egli, Lanky, perderebbe i suoi diecimila dollari, in caso contrario raddoppierebbe la cifra...

    Prima regia western per Tonino Valerii che si era già fatto le ossa come assistente di Sergio Leone.
    Non è visibile ancora la sicurezza (anche creativa) dei suoi successivi lavori ma la preparazione tecnica è già presente e la sa si percepisce soprattutto nelle grandi panoramiche che esaltano una stupenda location (geniale l'intro iniziale).
    L'eroe di turno è interpretato da Craig Hill (che personalmente nn ho digerito più di tanto) un bounty killer freddo e senza scrupoli che sorveglia vagoni blindati come un avvoltoio in attesa che vengano attaccati dai banditi di turno, con relativa strage di guardie, per poi richiedere la giusta ricompensa con taglie annesse dopo aver fatto piazza pulita dei cattivoni ed aver recuperato il bottino.
    Carina l'idea dell'utilizzo di un fucile di precisione con tanto di mirino utilizzato per inquadrature d'effetto.
    Da segnalare nel cast la presenza del coattissimo George Wang con parruccone arruffato.
    Ottima la fotografia di Stelvio Massi, buone le musiche di Nico Fidenco con canzone in omaggio, bello il master del DVD Surf.
    In conclusione un buon spaghetti davvero godibile ma manca ancora qualcosa per renderlo un cult del genere!

    Trailer

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    Ehi Amico...C'è Sabata. Hai Chiuso!

    Gianfranco Parolini - 1969
    Cast: Lee Van Cleef, William Berger, Pedro Sanchez, Nick Jordan, Gianni Rizzo.

    Sinossi:
    Il pistolero Sabata, recupera un bottino di una rapina e riceve una lauta ricompensa, dopo aver scoperto gli organizzatori principali della rapina, di cui fanno parte anche personaggi illustri e importanti, Sabata decide di ricattarli, ma questi tentano in tutti i modi di eliminarlo...

    Parolini "inventa" il personaggio di Sabata, così come aveva fatto con Sartana (Se incontri Sartana, prega per la tua morte) e il pistolero arriva dritto al pubblico: nelle sale la gente apprezza subito le trovate del regista, le battute divertentissime e le armi spettacolari, ripetute anche in altri film.
    Questo è Parolini: la pistola di Sabata (una Derringer) ha quattro canne, ma finiti i quattro colpi, il pistolero la alza e dal manico (sul quale è incisa una "S", al rovescio, a dire il vero) si apre un coperchio che svela altre tre canne e -di conseguenza- altri tre colpi!
    Il personaggio di Banjo (Berger) è ai livelli di Sabata per spettacolarità: è un chitarrista, soprannominato Banjo proprio perché suona e porta sempre con sè il banjo (perfino a letto, conla prostituta del saloon). Ma quando quattro vogliono farlo secco, Banjio gira lo strumento e lascia scoprire che vi nascone un winchester.
    E' proprio in questo momento che viene fuori una delle battute più belle dello Spaghetti Western (non solamente del film). Banjio ha appena ucciso i quattro, rivelando che non è un tonto come sembrava e Sabata commenta: «Tutti al cuore, come sempre». La prostituta (anzi, come dice Kramer nell'intervista presente nel DVD, la "puttanella") si sorprende e gli chiede: «Ma come...lo conosci?» e Sabata: «Un tempo... suonavamo assieme!». Chiaro il senso della battuta e del "suonavamo", poi ripreso dal regista in "Indio Black, sai che ti dico, sei un gran figlio di..." quando a Yul Brinner l'amico gli chiede se vuol suonare assieme e lui gli risponde di «non stonare».
    Con questo film, Kramer/Parolini conquista l'amicizia di Van Cleef, che accetterà ben volentieri di girare -due anni dopo- il seguito del film (per me leggermente inferiore al primo). Finalmente un regista utilizza l'attore per un personaggio "simpatico" e "positivo".
    Le musiche di Marcello Giombini riescono a creare la giusta atmosfera: lo Spaghetti Western di Kramer è fatto di battute e genialate (come il caricatore per il winchester di Indio Black, inserito nel porta-sigari) e Giombini riesce a sottolineare i momenti topici del film. Lo stesso Parolini, nell'intervista presente negli extra del DVD, sottolinea l'importanza del tema musicale nei suoi film.
    Fanno da contorno i due personaggi/alleati Garrincha e Gatto Mammone. Il primo è un'attore che "accompagna" Kramer anche in altri film. In questo, quando si gratta la testa, sfila i coltelli da dietro il collo e li lancia alla gente. «Non grattarti i pidocchi, Garrincha», gli dice Sabata in una scena. Gatto Mammone anticipa notevolmente Terence Hill e i suoi salti impossibili in Trinità e altri film.
    Cult assoluto, consigliatissimo!

    Trailer
    Clip Video

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    Dio li Crea...Io li Ammazzo!

    Paolo Bianchini - 1968
    Cast: Dean Reed, Peter Martell, Piero Lulli, Agnès Spaak, Linda Veras.

    Sinossi:
    Slim è un cacciatore di taglie e abile pistolero. Chiamato in una cittadina per riportare l'ordine, si troverà ben presto contro tutta la cricca dei potenti, sindaco, banchiere, possidenti terrieri, persino lo sceriffo. Prima cercheranno di incastrarlo con false accuse, poi di farlo uccidere da pistoleri mercenari...

    Divertente e godibile spaghetti scritto e sceneggiato da Fernando Di Leo che ha come protagonista il cantante Dean Reed.
    Nonostante le manine del buon Di Leo la trama nn riserva troppi brividi (dialoghi a parte) ma è cmq buona la caratterizzazione del protagonista: una sorta di agente segreto pistolero (non per i trucchi e i gadget però anche se c'è la carrozza con mini-bar nascosto all'interno), sciupafemmine che veste, mangia e beve di classe e dalla battuta/pistola facile.
    Buona la regia di Bianchini con ottime scene d'azione e picchi di violenza gratuita (soprattutto grazie al sadico cattivone di turno).
    Simpatico e in fondo convincente Dean Reed anche se quel ciuffo biondo proprio non si può guardare!
    Carine le musiche con tanto di canzoncina cantata dallo stesso Reed, ottimo (ed economico) il DVD della IIF.
    Non siamo dalle parti del cult ma è cmq un prodotto che intrattiene e diverte senza tanti fronzoli...
    da vedere!

    Titoli di Testa

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    Un Uomo Chiamato Apocalisse Joe

    Leopoldo Savona - 1971
    Cast: Anthony Steffen, Eduardo Fajardo, Mary Paz Pondal, Fernando Bilbao, Ugo Adinolfi, Stelio Candelli.

    Sinossi:
    Joe preferirebbe fare l'attore piuttosto che il pistolero; ma, se gli pestano troppo i piedi, non è tipo da lasciarsi sopraffare senza reagire.
    E se battaglia dev'essere, battaglia sia! Con tutti i mezzi, con tutte le forze, fino a quando non ci sarà più nessuno sulla sua strada...

    Il prode Steffen stavolta interpreta il ruolo di un eroe prima attore shakespeariano e poi, solo perchè costretto, pistolero.
    Apocalisse Joe resta attore anche quando si muove per uccidere, ed è proprio la sua dimestichezza con i trucchi e i travestimenti a fare la differenza nello scontro con i suoi nemici e a regalare l'unica novità in una pellicola che ha la solita trama senza troppi brividi.
    Nonostante il solito script le buone scene d'azione e le varie sparatorie (con travestimenti e non) mantengono viva l'attenzione dello spettatore.
    Savona dirige con pulizia, Nicolai regala la solita buona musica, ottimo (ed economico), titoli di testa a parte, il DVD della IIF.
    In conclusione uno spaghetti divertente e gradevole ma non troppo esaltante!
    "A proposito Joe, con chi ce l'hai l'appuntamento?" - "Con Shakespeare!".

    Trailer

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    3 Colpi di Winchester per Ringo (Lo Chiamavano Ora Pro Nobis)

    Emimmo Salvi - 1966
    Cast: Gordon Mitchell, Mickey Hargitay, Dante Maggio, Milla Sannoner, Ivano Staccioli, Nico Fuscagni.

    Sinossi:
    Ringo e Frank sono due implacabili pistoleri, temuti in tutto il Texas. Quando Ringo si innamorerà di Jane, le loro strade si dividono. Si rincontreranno da nemici, e dovranno battersi, Ringo per difendere la sua famiglia, Frank per assecondare le trame dei banchieri suoi complici. E quando resteranno solo tre colpi nel suo winchester, Ringo...

    Spaghetti poco violento a base di amicizia, amore, tradimenti e vendetta con un granitico Gordon Mitchell nei panni del Texano il cattivone di turno.
    Il Ringo d'imitazione è interpretato da Mickey Hargitay che ovviamente non è Giuliano "Faccia d'Angelo" Gemma.
    Situazioni un pò esasperate come la perdita e il ritrovamento della vista di Ringo a suon di mazzate in testa.
    Buona la regia di Salvi anche se in qualche frangente si nota una certa povertà di mezzi, Baviana la fotografia, carino il main theme musicale, di altri tempi ma innovativi i titoli di testa, master decente anche se troppo scuro in alcune scene per il DVD della IIF.
    In conclusione un western curioso che si lascia guardare...for fans only!

    Titoli di Testa

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    Oremus, Alleluia e Così Sia

    Alfio Caltabiano - 1972
    Cast: Luc Merenda, Alfio Caltabiano, Roberto dell’Acqua, Dante Maggio, Antonio Guerra, Claudio Ruffini, Roberto de Angelis.

    Sinossi:
    Le incredibili peripezie di quattro fratelli acrobati, che sotto la guida "professionale" dei noti banditi Oremus e Così Sia organizzano incredibili rapine a danno delle banche per poter ricostruire il loro circo.

    Sottofilone dello spaghetti-commedia con il buon Luc Merenda tra i protagonisti.
    Situazioni circensi alla Parolini, volgarità, siparietti comici ed espressioni caricaturali per uno dei tanti cloni di Trinità.
    Immenso, in tutti i sensi, Caltabiano nel ruolo di Oremus, da applausi a scena aperta la caratterizzazione del simpatico cattivone di Tanio Cimarosa che è quello che riesce a strappare più di un sorriso, agilissimi i quattro bambini con le loro prodezze da circo.
    Senza infamia e senza lode la regia di Alfio, buone le musiche di Bruno Nicolai, divertenti e con tanto di canzoncina trash cantata da Caltabiano e i 4 bambini, mediocre il DVD della IIF.
    In conclusione una visione che strappa qualche risata, consigliato agli amanti dei vari Trinità...tutti gli altri possono anche astenersi.

    Titoli di Testa

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    Ringo del Nebraska

    Antonio Roman (Mario Bava - Uncredited) - 1965
    Cast: Ken Clark, Yvonne Bastien, Piero Lulli, Renato Rossini, Alfonso Rojas, Antonio Gradoli, Paco Sanz, Livio Lorenzon.

    Sinossi:
    Il giovane Ringo, cow-boy con un passato da pistolero, trova lavoro presso una fattoria del Texas. Ma su quella terra ha messo gli occhi l'avido Carter, che con un colpo solo vuole impadronirsi della fattoria, e prendere per se la moglie del proprietario. Quando quest'ultimo verrà gravemente ferito Ringo dovrà difendere la terra e la donna di cui, suo malgrado, è innamorato...

    Western poco spaghetti e molto classico girato da Antonio Roman e Mario Bava (non accreditato) tanto che ancora oggi si specula su quale sia stato il suo ruolo, aiutava il figlio Lamberto che in questo film era aiuto regista, era co-regista, regista effettivo non accreditato o solo responsabile degli effetti speciali?
    Un western al'americana poco violento con un Ken Clark che per tre quarti del film spara solo per disarmare, ottima la rude interpretazione del cattivone di turno da parte del buon Piero Lulli.
    Buone le musiche con tanto di canzoncina spagnoleggiante ("Quando tramonta il sole"), ottimo il master del DVD IIF!
    In conclusione un western poco spaghetti e poco esaltante...for fans only!

    Titoli di Testa

    Extra:
    Antonio Bruschini parla di Ringo del Nebraska di Mario Bava e Antonio Román

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    Little Rita nel West

    Ferdinando Baldi - 1967
    Cast: Terence Hill, Rita Pavone, Fernando Sancho, Gordon Mitchell, Lucio Dalla.

    Sinossi:
    Little Rita è una terribile pistolera che percorre instancabilmente i sentieri del west alla caccia di spietati banditi. Ella odia il male, ma soprattutto l'oro, poiché è convinta, insieme ad un capo indiano suo amico, che sia questa la causa principale della malvagità degli uomini. L'oro che toglie pertanto ai banditi, tra cui Ringo e Django, viene nascosto in una grotta della valle della Morte...

    Film di altri tempi che commistiona il musicarello, in voga negli anni '70 per lanciare giovani cantanti, allo spaghetti-commedia.
    Un cast spettacolare che vede la presenza di cantanti del calibro di Lucio Dalla, che gigioneggia, balla e canta e di attori quali Gordon Mitchell (che nn si può guardare nei panni del capo indiano...sic!), Fernando Sancho e un giovane Terence Hill che è l'unico che praticamente tenta di recitare veramente nonostante ciò che lo circonda.
    Pessima Rita Pavone nei panni della pistolera protagonista anche perchè quando non canta non si può proprio sentire!
    Simpatiche le canzoni e i balletti ma soprattutto alcune citazioni dello spaghetti che in qualche modo non fanno addormentare il non amante dei musical: gagliarda la citazione di Django con mani martoriate che si tracina la bara con tanto di mitraglione all'interno, le battute sui film di Leone (anche se si confonde il Clintone nazionale con Ringo) e Nino Rosso con tromba e motivetto Morriconiano!
    Buona la regia di Baldi (lo stesso del cult Blindman...sic!), ottimo il DVD della Alan Young!
    Sulla cover del DVD si parla di un piccolo cult da riscoprire, personalmente nn mi ha per nulla divertito ma magari gli amanti del musical potranno trovarlo un prodotto particolare e interessante, i fan di Lucio Dalla invece devono vederlo assolutamente quelli dello spaghetti galoppino altrove!

    Trailer

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    ...E Continuavano a Chiamarlo Figlio Di...

    Rafael Romero Marchent - 1972
    Cast: Fabio Testi, Simonetta Vitelli, Riccardo Garrone, Antonio Gradoli, Piero Lulli.

    Sinossi:
    Dopo dieci anni dalla morte del padre Roger, avvenuta in circostanze poco chiare, il timido Fred Macaslim giunge appena in tempo per prendere possesso del ranch ereditato che altrimenti verrebbe messo all'asta dal giudice distrettuale. Il fatto manda in fumo i sogni di Wagner signorotto interessato al possesso del terreno sul quale passerà la ferrovia. Questi per sbarazzarsi dell'intruso, ordina al manutengolo Book di rapinare la banca e di fare in modo che Fred ne venga incolpato. Al processo, le prove false sembrano talmente vere da indurre il giudice a pronunciare la sentenza capitale. Ma prima che venga eseguita, don Diego riprende le sembianze di Zorro...

    Strana pellicola che mixa lo spaghetti allo Zorro-movie, Fabio Testi interpreta uno Zorro (però) pistolero e anche un pò ninja (ridicolo il costumino...sic!) e il suo alterego con baffetti da sparviero falsissimi!
    Siamo nella serie z, in primis perchè la pellicola è assemblata con materiale di riporto, e poi perchè la scenografia del buon Demofilo Fidani come al solito è pronta ad affossare il tutto.
    Da segnalare nel cast la presenza di una serie di volti noti del cinema bis tra cui il solito Piero Lulli cattivone!
    L'azione (anche reciclata) latita, Marchent dirige e fa montare come può, Lallo Gori compone la solita musica già sentita da altre parti, buono il DVD della IIF.
    Fiacco e poco esaltante...da saltare a piè pari!

    Titoli di Testa

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    Johnny Oro

    Sergio Corbucci - 1966
    Cast: Mark Damon, Ettore Manni, Valeria Fabrizi, Franco De Rosa, Andrea Aureli.

    Sinossi:
    Ai fratelli Perez, una banda di briganti che spadroneggiano sull'intero paese, si oppone Johnny Oro, famoso pistolero e mercenario, che mira a intascare la taglia posta sulle loro teste. Con l'aiuto di Bill, l’onesto e coraggioso sceriffo del paese, di un'affascinante donna e di qualche tubo di dinamite Johnny Oro...

    Uno degli spaghetti meno conosciuti dello "specialista" Sergio Corbucci, un western divertente, ricco d'azione e violenza, insaporito da qualche situazione e personaggio volutamente trash.
    Mark Damon scazzato, ironico, beffardo ed eccentrico, baffetti finti a parte, interpreta alla grande un altro personaggio cult del genere tale Johnny Oro: un bounty killer ossessionato dall'oro che agisce solo ed esclusivamente per esso (e suo tornaconto) a tal punto che è tutto vestino di nero (alla Django) ma con pistola, speroni, borchie e bocchino per sigaretta tutti d'oro!
    Corbucci in fase pre Django, dimostra già di possedere un'abilità rara nel giocare col genere smontandolo e demitizzandolo (geniale a tal proposito la trovata per il duello finale o il fischiettare per chiamare il cavallo autocitando la colonna sonora) e la sua tecnica registica è già notevole.
    Un pò trash gli indiani nostrani (e vabbè), i baffetti di Damon, i messaggi scritti in Italiano e la canzoncina del film ("Non gli importava dell'amore, a Johnny Oro...il suo unico amore era l'oro..."...sic!), ma il tutto viene conpensato da ottime scene d'azione, sparatorie d'impatto, grandi esplosioni e violenza gratutita (uccisioni a sangue freddo con tanto di testa colpita da un tomahawk).
    Accettabile il master integrale del DVD Minerva nonostante i graffi e le spuntinature.
    In conclusione un buon spaghetti non il miglior Corbucci ma sempre un Corbucci: divertente, violento e d'intrattinemento...consigliato!

    Trailer

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    Testa T'Ammazzo, Croce...Sei Morto...Mi Chiamano Alleluja

    Giuliano Carnimeo - 1971
    Cast: George Hilton, Roberto Camardiel, Fiori Agata, Bosic Andrea, Charles Southwood, Emiliano Ramirez, Rick Boyd.

    Sinossi:
    In Messico, durante l'impero di Massimiliano, il pistolero Alleluja riceve l'incarico dal generale rivoluzionario Ramirez di impadronirsi di una borsa di gioielli che l'imperatore sta inviando negli Stati Uniti per ottenere in cambio armi.
    Alleluja si accinge all'impresa non tanto sospinto dalla ricompensa promessagli dal committente, quanto dall'intenzione di tenere per sé l'intero frutto del colpo.
    Sulla sua strada egli incontra, però, numerosi concorrenti: Krantz, un losco trafficante di armi, un sedicente principe russo, una suora, che in realtà è un agente del servizio segreto degli Stati Uniti...

    Siamo dalle parti del sottofilone parodistico/commedia o meglio siamo in pieno stile Carmineo con trovate bizzarre e divertenti.
    Dopo Sartana il buon Carmineo introduce Alleluja interpretato alla grande da George Hilton perfetto in questi ruoli un pò macchiettistici.
    Carmineo da grande artigiano del cinema dirige con mestiere regalando le solite trovate brillanti quali la macchina per cucire "Senger" anche mitragliatrice e lanciarazzi, chitarrine come cannoni, torte esplosive ecc.
    Gran cast di caratteristi con Camardiel generale rivoluzionario Messicano e Southwood bandito di madre Russia, c'è anche quella gran gnocca di Agata Flori agente segreto travestita da sexy suora!
    Divertenti le musiche di Cipriani con canzoncina rivoluzionaria annessa, ottimo e sfavillante il master del DVD import della tedesca Koch Media (con audio ITA) contenuto nell'Halleluja Italo-Western Box che contiene anche una lunga intervista a Carmineo con aneddoti sui vari spaghetti da lui girati.
    In conclusione un western parodia davvero godibile, ovviamente più adatto agli amanti del sottofilone...per chi ama Sartana, Sabata e Carmineo la visione è obbligatoria!

    Trailer

    halleluja

    Su le Mani, Cadavere! Sei in Arresto

    Sergio Bergonzelli - 1972
    Cast: Peter Lee Lawrence, Espartaco Santoni, Franco Agostini, Aldo Sambrell, Helga Liné, Mari Zanandrea, Tomas Blanco, Aurora de Alba, Giovanni Santoponte.

    Sinossi:
    A Springfield, un disumano ex-capitano dei nordisti fa il bello e il cattivo tempo, con la collaborazione delle persone più influenti della cittadina. Egli costringe con la violenza i proprietari dei ranch circostanti a vendergli sottoprezzo i propri terreni, sui quali sarà costruita una ferrovia. Quando anche il padre di Eleonor sta per subire la stessa sorte, interviene il ranger Sando-Kid, legato da amicizia con la ragazza...

    Puro spaghetti western duro, brutale, carico di violenza e sparatorie.
    Un sornione e spaccone Peter Lee Lawrence interpreta il ruolo di Sando-Kid (sic!) ex sudista diventato un ranger che prima uccide e poi mette le manette ai polsi anche ai cadaveri.
    Molti i personaggi bizarri e brillanti quali "Frate Bamba" (Franco Agostini) ex soldato diventato frate che prega e fa mea culpa mentre commette atti di violenza, benedice le pistole quando gli amici le usano e assolve i peccati di quelli che vengono uccisi in nome della legge; poi c'è il capitano dei ranger, travestito da bounty killer, chiamato "Dollaro" (Espartaco Santoni) abilissimo pistolero che spara e ride in continuazione, Aldo Sambrell è il cattivone di turno con mano monca e trucchetto annesso in fase di duello!
    Bergonzelli dirige con pulizia regalando ottime scene d'azione e violente sparatorie utilizzando anche molto succo di pomodoro.
    Trama un pò tirata via, discrete le musiche con annessa canzoncina inglese, ottimo il master del DVD import (audio ITA) della Tedesca Koch Media contenuto nell'Halleluja Italo-Western Box.
    Non un capolavoro ma un buon spaghetti western che fa il suo dovere...i fan del genere apprezzeranno!

    Trailer

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    Arizona Colt

    Michele Lupo - 1966
    Cast: Giuliano Gemma, Fernando Sancho, Corinne Marchand, Nello Pazzafini, Andorea Bosic, Roberto Camardiel.

    Sinossi:
    Una terribile banda infesta la zona di Blackstone Hill: il suo capo è Gordon Watch che, quando ha bisogno di uomini, assalta una prigione e recluta i prigionieri marchiandoli con una "S" sul braccio. Nel corso di uno di questi reclutamenti, viene preso anche Arizona Colt, un pistolero il quale chiede una dilazione di tempo prima d'accettare l'offerta del bandito. Recatosi al villaggio, Arizona incontra Kay, un uomo della banda, che vistosi scoperto da Dolores, la figlia di Pedro, padrone del saloon, la uccide. Pedro decide di vendicarsi e chiede l'aiuto di Arizona che accetta a condizione di trascorrere una notte con Jane, la sorella della ragazza uccisa...

    Altro piccolo gioiellino con Giuliano "Faccia d'Angelo" Gemma che stavolta veste i panni di "Arizona Colt" diretto dal buon Michele Lupo.
    Ottimo soggetto del grande duo Gastaldi e Martino il quale riprenderà il personaggio di Arizona (ma anche quello di "Doppio Whisky") dirigendo il suo "Arizona si Scatenò...e li Fece Fuori Tutti!" con Anthony Steffen.
    Gastaldi in fase di sceneggiatura arricchisce la pellicola con ottimi dialoghi carichi di ironia che giocano molto col genere e con lo spettatore.
    "Mio padre mi disse: quando morirò questo orologio sarà tuo. Cinque minuti dopo...era mio!"
    Sempre grande il sorridente Gemma come protagonista, qui in una forma fisica davvero strepitosa nelle scene d'azione, il resto del cast è stellare con Fernando Sancho truce ma ironico cattivone, il grande caratterista Nello Pazzafini e Roberto Camardiel nei panni del divertente "Doppio Whisky".
    Michele Lupo confeziona una pellicola divertente e piena di ritmo, il Maestro De Masi compone un'ottima colonna sonora inserendo anche una stupenda canzone.
    "...no one could say
    just where he came from,
    no one could say
    where he was going..."
    Buono, nonostante graffi, spuntinature e qualche imperfezione, il master del DVD import (con audio ITA) della Tedesca Movie Power.
    In conclusione un'altra chicca del genere, uno spaghetti ben scritto e recitato, divertente e pieno di ritmo...consigliato!
    "Quando vedo una stella la pistola spara da sé".

    Main Title Song

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    Anda Muchacho, Spara!

    Aldo Florio - 1970
    Cast: Fabio Testi, Eduardo Fajardo, Massimo Serato,Alan Collins, Josè Calvo.

    Sinossi:
    Un ex galeotto riesce a trovare rifugio in un villaggio di minatori, qui trova che questi sono sottomessi e taglieggiati da tre lestofanti, che li hanno sottomessi con la violenza. Ben presto si scaglieranno anche contro di lui...

    Buon e poco conosciuto spaghetti con protagnista Fabio Testi per la regia di Aldo Florio.
    Trama ricca di citazioni e omaggi alla trilogia del dollaro di Leone con un bravo Fabio Testi che per caratteristiche del personaggio e costumi ricorda molto Clint Eastwood.
    Ottime scene di sparatorie e buona violenza (anche sessuale) con un uso compiaciuto dei buchi in testa causati da pallottole e la solita brutale tortura dell'eroe protagonista.
    Toni a tratti drammatici con tanto di rivendicazione razziale per uno script un pò confunsionario in certi punti a causa dello spiegone finale inserito solo all'ultimo momento con l'immancabile flashblack.
    Pulita ma senza fronzoli la regia di Florio, buono il cast con un ottimo Eduardo Fajardo nei panni del cattivone arricchito, bello lo score del grande Nicolai con punte malinconico/drammatiche d'effetto, niente male il master del DVD IIF a prezzo economico.
    In conclusione uno spaghetti godibile e crudo...da non sottovalutare!

    Trailer

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    E per Tetto un Cielo di Stelle

    Giulio Petroni - 1968
    Cast: Giuliano Gemma, Mario Adorf, Anthony Dawson, Rick Boyd.

    Sinossi
    Billy Boy, un pistolero che vagabonda nel West truffando chiunque gli capiti, convince l'ingenuo minatore Harry ad affidargli del denaro e scompare con il malloppo. Harry parte alla ricerca di Billy ma una volte ritrovato tra i due nasce una sorta di amicizia. Sulle tracce di Billy intanto c'è una banda di criminali al soldo di un certo Pratt, che vuole eliminare Billy dopo che lui gli aveva ucciso i suoi due figli in duello...

    Buon spaghetti western che si distingue soprattutto per le sinergie che si instaurano tra Gemma e Adorf che sembrano anticipare la coppia Hill-Spencer di Barboni...
    Bellissima la colonna sonora...uno spaghetto che funziona ancora ...eccome!!!

    Trailer

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    Un Treno per Durango

    Mario Caiano - 1968
    Cast: Anthony Steffen, Enrico Maria Salerno, Mark Damon, Dominique Boschero, Roberto Camardiel, Jose Bodalo, Aldo Sambrell, Manuel Zarzo, Lorenzo Robledo.

    Sinossi:
    In Messico un treno è attaccato da alcuni banditi e una cassaforte è trafugata.
    Due avventurieri, un americano e un messicano, si mettono temerariamente sulle tracce dei fuorilegge, decisi a impossessarsi della cassaforte.
    Durante le numerose peripezie cui vanno incontro, i due avventurieri sono salvati a più riprese da un eccentrico personaggio che appare nei momenti più critici...

    Divertente spaghetti-commedia che nonostante le situazioni comiche non sfocia mai nel pecoreccio o nella parodia estrema che contraddistingue un sottofilone del genere.
    Scritto da Duccio Tessari (anche se Fernando Di Leo sostiene che la sceneggiatura sia tutta merito suo) è una specie di anticipazione del tortilla western a venire.
    Gran cast con il solito Anthony Steffen (che risulta anche simpatico in questa pellicola), un gigionissimo Enrico Maria Salerno, un Mark Damon molto fighetto e Roberto Camardiel simpatico cattivone di turno.
    Il gran Mario Caiano dirige ottimamente, buone le musiche di Rustichelli, ottimo e sfavillante il master del DVD Medusa.
    Divertente e ritmato ma poco fumettoso e violento, chi cerca solo sparatorie e sangue cavalchi altrove, tutti gli altri si gettino tranquillamente nella visione.

    Trailer

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    ...E Venne il Tempo di Uccidere

    Vincenzo Dell'Aquila - 1967
    Cast: Anthony Ghidra, Jean Sobieski, Dick Palmer, Leonora Ruffo, Men Fury.

    Sinossi:
    Le bande rivali di Rock Mulligan e Manuel Trianas si affrontano in una lotta sanguinosa, mentre lo sceriffo Joe Donnel assiste passivamente nonostante il suo vice faccia di tutto per risvegliare in lui sentimenti quali coraggio ed onore. Grazie all'intervento delle truppe federali i membri delle due bande vengono catturati, eccetto Mulligan che medita vendetta...

    Grande e poco conosciuto spaghetti che nonostante la povertà di mezzi (e soldini) e un cast per nulla stellare ha il suo punto forte nell'ottima sceneggiatura di quel volpone di Fernando Di Leo.
    Grandissimo Anthony Ghidra che interpreta "Tequila Joe" uno sceriffo ormai alcolizzato che ha perso coraggio e dignità dopo che gli hanno un ucciso un parente e lascia i cattivoni di turno a fare il buono e il cattivo tempo nel villaggio sotto la sua giurisdizione mentre si dedica esclusivamente alla bottiglia volgendo lo sguardo altrove.
    Arriva il vice sceriffo Burt (interpretato da Sobieski) che cercherà di ristabilire l'ordine in città e di far tornare "uomo" il pavido Tequila con rivelazione finale annessa.
    Dell'Aquila dirige con pulizia e senza fronzoli, ottime e gasanti le musiche del maestro De Masi, Raoul canta "A Man Alone", buono il master del DVD Surf!
    In conclusione un ottimo spaghetti che ha il suo punto forte nella sceneggiatura di grande impatto...da riscoprire!
    "Dio creò l'uomo, l'uomo creò la colt...e venne il tempo di uccidere!"

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    Edited by Guido75 - 27/1/2021, 14:44
     
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    Corri Uomo Corri

    Sergio Sollima - 1968
    Cast: Tomas Milian, Donal O'Brien, Linda veras, Chelo Alonso, John Ireland, Marco Guglielmi, Josè Torres, Edward Ross, Nello Pazzafini, Gianni Rizzo, Dan May.

    Sinossi:
    Finito per l'ennesima volta dietro le sbarre, Cuchillo, un ladruncolo messicano straccione e abilissimo nel maneggiare il coltello, conosce il poeta rivoluzionario Ramirez ed evade insieme a lui dal carcere. Mentre Ramirez sta per spirare, colpito a morte durante un assalto dal predone Reza, ha tempo di confidare a Cuchillo le istruzioni per trovare l'oro che dovrà servire a finanziare la rivoluzione. Al recupero del quale, però, sono interessati a vario titolo molti altri individui: il capo rivoluzionario Santillana, lo sceriffo Cassidy, Reza e i suoi predoni, nonché due agenti francesi al soldo del governo di Città del Messico...

    Terzo e ultimo capitolo della grandissima trilogia di Sergio Sollima con l'immenso Tomas Milian nuovamente nei panni di Cuchillo.
    Sicuramente inferiore ai capitoli precedenti, anche perchè si aveva a disposizione un budget inferiore e un co-protagonista non ai livelli di Volontè e Van Cleef ma un O'Brien un pò di legno, resta comunque un grandissimo spaghetti western e il più "politico" della serie.
    Ovviamente tutto il film ruota intorno a Milian che con Cuchillo, abile con il coltello ma anche nello scappare dai propri inseguitori, diventa un vero simbolo per i giovani dell'epoca tanto che Lotta Continua adotta la frase "Adiòs, non mi prenderete mai, Cuchillo se ne va!" come tormentone.
    Il film è godibilissimo, intrattiene e diverte anche se data la lunghezza accusa qualche piccolo rallentamento, la regia di Sollima è sempre di altissimo livello con le solite sequenze memorabili, il cast vanta la presenza del grande Nello Pazzafini e di quelle due belle gnocche di Linda Veras e Chelo Alonso.
    Grandissime le musiche di Bruno Nicolai (anche se in giro si vocifera che siano del maestro Morricone) con tanto di canzoncina rivoluzionaria "Espanto en el corazon" cantata dallo stesso Tomas Milian, ottimo e sfavillante il master del DVD Medusa arricchito da extra interessanti con interviste a Di Leo, O' Brien, Donati ecc.
    Gran bel spaghetto rivoluzionario, consigliatissimo insieme a tutta la trilogia di Sollima.
    "Adiòs...Cuchillo se ne va!"

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    Quien Sabe?

    Damiano Damiani - 1966
    Cast: Gian Maria Volontè, Lou Castel, Klaus Kinski, Martine Beswick, Andrea Checchi, Carla Gravina.

    Sinossi:
    Durante la rivoluzione messicana, per un compenso di centomila pesos, un giovane americano, Bill Tate, accetta l'incarico di uccidere, per ordine dei governativi, il generale Elias, capo dei rivoluzionari. Per giungere fino alla sua vittima, Tate riesce ad aggregarsi ad un gruppo di ex-ribelli comandati da El Chuncho, il quale cerca di trarre profitto dalla rivoluzione assaltando i treni militari e le caserme per procurarsi delle armi da vendere ad Elias...

    Bellissimo spaghetto rivoluzionario, ma nn definitelo tale o ditelo a bassa voce anche perchè il regista Damiani potrebbe prendersela a male: "...se metti dei messicani su un cavallo non fai western...fai qualcos'altro...".
    La pellicola miscela sapientemente il messaggio politico allo spettacolo e all'intrattenimento (le scene d'azione insomma), ottima la sceneggiatura con dei dialoghi superlativi ma quello che eleva il tutto è un cast stellare con una delle più belle interpretazioni (nel genere) di Gian Maria Volontè, un buon Lou Castel e il solito folle personaggio di Klaus Kinski.
    Location bellissime e azione ben diretta per un paio di sequenze che rimangono impresse: Klaus Kinski travestito da fraticello che lancia bombe maledicendo e scomodando la Santa Trinità; la sparatoria con la "mitragliadora" con Volontè che gigioneggia libero e divertito; il grandissimo finale forse inaspettato ma di quelli che restano.
    Bellissime anche le musiche di Loius Bacalov con "Ya Me Voy" canzoncina rivoluzionaria annessa, buono il DVD della General Video, anche se è cut di qualche scena e ne presenta altre insertate in inglese con i sottotitoli, ma dovrebbe esserlo anche il DVD Surf uscito da poco, che contiene anche un'intervista a Damiani come extra.
    Tra i migliori western rivoluzionari, visione inprescindibile e obbligatoria anche per chi non ama il genere...
    consigliatissimo!
    "Cristo è morto tra due banditi...Dio è con i poveri e gli oppressi, se sei un buon prete devi saperlo".

    Titoli di Testa (Ya Me Voy)

    Trailer

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    Vamos a Matar Companeros

    Sergio Corbucci - 1970
    Vamos a Matar Companeros (Italia - 1970)
    Regia: Sergio Corbucci
    Cast: Franco Nero, Tomas Milian, Jack Palance, Fernando Rey, Karin Schubert.

    Sinossi:
    Nel villaggio messicano di San Bernardino, "El Blasco" capeggia i peones contro l'esercito, purtroppo è ingannato dal generale Mongo Alvarez che lui crede combatta per il popolo, ma invece è solo un bandito che ha trovato nella rivoluzione il modo più semplice per arricchirsi. Intanto in paese arriva Yod Peterson, un mercante d'armi chiamato "Lo Svedese", questi s'impegna a liberare l'unico che conosce la combinazione della cassaforte che si trova in città, il prof. Vitalino Xantos capo anche di un gruppo di ribelli messicani. Aiutato da El Blasco tra disavventure e colpi di scena anche Lo Svedese finirà per simpatizzare con la rivoluzione messicana e quando El Blasco capirà le vere intenzioni di Alvarez si schiererà dalla parte di Xantos insieme allo Svedese...

    Un mio cult personale e (in my opinion) tra i migliori spaghetti di sempre.
    Vamos a Matar Companeros è un tortilla western sessantottino (non siamo ai livelli "politici" dei lavori di Sollima però) che miscela ironia e situazioni picaresche alla classica violenza da speghetti western.
    La pellicola è anche una sorta di remake de "Il Mercenario" dello stesso Corbucci ma è nettamente superiore a quest'ultima grazie alla presenza di un Tomas Milian mattatore!
    La trama non è che sia questo capolavoro ma tutto funziona alla perfezione e il film diverte e intrattiene alla grande soprattutto grazie ad un cast spettacolare.
    Il film vanta la presenza del già citato Tomas Milian che qui interpreta un altro grande personaggio dello spaghetto dopo Cuchillo: El Basco.
    Milian caratterizza nei minimi particolari il suo personaggio a partire dal basco che porta in testa per tutto il film (notevoli anche il machete e le cartucciere) e si doppia anche da solo in un dialetto che miscela cubano-spagnolo-romanesco con parolacce annesse che strappano più di un sorriso (Rien ne va plus" - "Che cazzo hai detto?"; "Mortacci tua, vita mea!").
    Grandissimo anche Franco Nero, attore feticcio di Corbucci, che veste nuovamente i panni del mercenario senza scrupoli (stavolta è svedese però) ma che in più di un occasione torna ad essere di nuovo Django (autocitazione di Corbucci?) con tanto di mitraglione e falciamento di cattivoni.
    Superlativo anche il granitico Jack Palance villain di turno che fuma spinelli e ha la mano di legno con falco annesso come unico amico; c'è anche il buon Fernando Rey capo rivoluzionario e professore, che combatte più con le parole che con la violenza, al quale sono affidati i dialoghi più "rivoluzionari e politici" della pellicola.
    Grandissima regia di Corbucci, vero specialista dello spaghetti, che regala sequenze memorabili: Milian che fa finta di avere le vertigini e che canta una canzoncina sugli occhioni blu di Franco Nero mentre cerca di liberarlo da un cappio al collo; Palance strafatto che ride insieme ad un Milian sotto tortura; Milian e Nero (con grandi battute finali di Palance che arriva in seguito) che tentano di passare la frontiera travestiti da fraticelli...e poi la violenza spaghettara a base di spadoni, machete, mitraglioni, falchetti fatti arrosto e mangiati allo spiedo e tante altre trovate come le tartarughine usate alla Pollicino!
    Grande successo e incassi da capogiro all'epoca per un film che fece breccia nei cuori dei sessantottini soprattuto grazie alla meravigliosa e trascinante colonna sonora di Ennio Morricone che dichiara di avere preso la melodia da un canto gregoriano: "...tanto, figurarsi se la gente si accorge di cose del genere".
    Indimenticabile la canzone del film, vero tormentone che ti entra dentro e non ti lascia più per parecchio tempo...dopo averla sentita non puoi far altro che canticchiarla continuamente!
    "Levantando en aire los sombreros
    Vamos a matar, vamos a matar, companeros
    Pintaremos de rojosol y cielos
    Vamos a matar, vamos a matar, companeros
    Hay que ganar moriendo, pistoleros
    Vamos a matar, vamos a matar, companeros
    Hay que morir venciendo, guerrilleros
    Vamos a matar, vamos a matar, companeros
    Luchando con el hambre, sin dineros
    Vamos a matar, vamos a matar, companeros
    Estudiantes, rebeldes, bandoleros
    Vamos a matar, vamos a matar, companeros
    Hermanos somos, reyes y obreros
    Vamos a matar, vamos a matar, companeros"
    Gran finale indimenticabile con Nero a cavallo che parte alla carica incitando i companeros e Milian che si gira verso la camera sorridendo sornione...il tutto sulle note della mitica canzoncina di Morricone...applausi a scena aperta!
    Ottimo il master del DVD import (con audio ITA) della Anchorbay (ma anche Blue Underground perchè sono identici) con interessanti interviste a Milian, Nero e Morricone.
    Un film che diverte e intrattiene per tutta la sua durata, consigliatissimo a tutti anche ai non amanti dello spaghetti, un cult indiscusso che dopo averlo visto la prima volta non puoi far a meno di avere in collection!
    "Ma perchè mi avevi dato questo dollaro?" - "Perché mi ero ripromesso di dare un dollaro al primo stronzo che incontravo".

    Trailer

    Extra:
    Antonio Bruschini parla di Vamos a Matar Companeros

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    Django

    Sergio Corbucci - 1966
    Cast: Franco Nero, Eduardo Fajardo, Josè Bodalo, Loredana Nusciak, Angel Alvarez, Jimmy Douglas (Gino Pernice).

    Sinossi:
    Uno straniero spettrale che si trascina una bara, arriva in un villaggio ai confini con il Messico, qui spadroneggiano le bande rivali del bandito Hugo e dello spietato generale razzista Jackson. Lo straniero di nome Django comincia a mettersi contro le due fazioni, sgomina la banda di Hugo con un mitragliatore nascosto nella sua bara, ma il generale Jackson lo cattura e gli fa spezzare le mani...

    Cultissimo in tutto il mondo, trionfo dello spaghetti violento e sporchissimo e lancio di Franco Nero (che poi non doveva nemmeno fare il film) come attore internazionale.
    Con Django Corbucci confeziona un western anti-leoniano trasformando il sole e la sabbia di Leone in un cielo grigissimo e plumbeo e schiaffando fango e sporcizia dovunque, il suo Django inoltre non usa mai il cavallo e si sposta sempre a piedi cosa stranissima per un western!
    "Mi ero messo a farlo alla mia maniera, con crudeltà, esagerazione, fango, schifezze, morti a raffica...per contrappormi a Leone che propendeva per una linea solare, fatta di sabbia e sole. Mi ero ispirato un pò alla linea giapponese, ai film di Kurosawa...". (Corbucci)
    Sporchissime le location del film esaltate da una fotografia cupa e da un cielo grigio, plumbeo e con pochissimo utilizzo della luce.
    Il fango e le pozze sono dovunque e i costumi e gli stivali di tutti gli attori sono perennemente insozzati dalla fanghiglia...tutto è talmente sporco che mentre lo vedi ogni tanto controlli se qualche goccia di lerciume ti sia schizzata addosso!
    Grandissimo incipit con Django vestito di nero che si presenta trascinando una bara nel fango mentre sullo schermo passano i titoli di testa di colore rosso (sangue) sulle note di "Django" di Bacalov cantata da Rocky Roberts.
    La leggenda narra che Corbucci abbia preso l'idea del pistolero che si trascina la bara da un fumetto e su questa idea di base sia partita poi la sceneggiatura.
    Django è un antieroe cupo e malinconico che nn vede nessuna speranza nel futuro a causa del suo triste passato, nemmeno la vendetta potrà riscattarlo tanto che quando gli chiedono cosa ci sia nella sua bara lui risponde: "Uno di nome Django".
    Nel cast oltre al "Djanghissimo" Franco Nero c'è Loredana Nusciak che fa la mignotta innamorata del nostro eroe e l'ottimo Eduardo Fajardo cattivone di turno a capo di una banda di razzisti che odia i messicani pechè hanno il colore della pelle più scuro in puro stile Ku Klux Klan con tanto di cappucci di colore rosso (Deodato dice che l'idea dei cappucci fu usata per nascondere i volti delle comparse che erano lo scarto del tempo e davvero brutti a vedersi).
    Robusta la regia di Corbucci aiutato anche da Ruggero "Mr. Cannibal" Deodato che regala sequenze memorabili stampate nei cuori dei fans di tutto il mondo: Django che apre finalmente la sua bara rivelandone il micidiale contenuto e cioè la sua fida mitragliatrice e sterminando così una quarantina di cattivoni incapucciati; il tiro a bersaglio con i messicani opera di Fajardo tiratore scelto; la violentissima scena del taglio dell'orecchio a Pernice che poi gli viene anche fatto mangiare prima delle pistolettate finali; lo spappolamento delle mani di Django prima con il calcio del fucile e poi con gli zoccoli del cavallo; il duello finale nel cimitero con Django e le sue mani spappolate che usano la croce della moglie morta come appoggio per la colt modificata al grilletto.
    Bellissime le musiche di Bacalov con la stupenda canzone "Django" cantata da Rocky Roberts che ti entra dentro e non ti lascia più.
    "Once you loved her, whoa-oh...
    Now you've lost her, whoa-oh-oh-oh...
    But you've lost her for-ever, django.
    When there are clouds in the skies, and they are grey.
    You may be sad but remember that love will pass away.
    Oh django!
    After the showers is the sun.
    Will be shining..."
    C'è anche la notevole versione italiana di Roberto Fia incisa sul 45 giri.
    "Django, Django hai amato solo lei
    Django, Django ma dimentica se puoi
    che si vive, che si ama...
    che si ama una volta sola...
    Django, Django hai amato solo lei
    Django, Django non è più vicino a te
    l'hai amata, l'hai perduta...
    l'hai perduta per sempre Django
    Django dopo il dolore verrà...la speranza"
    Ottimo il master del DVD import (audio ITA e credo Uncut) della Blue Underground nonostante qualche graffio, spuntinatura e imperfezione in qualche sequenza, interessanti le interviste inserite come extra a Franco Nero e Ruggero Deodato.
    Violento, crudele, cinico, sporco e fangoso, carico di morti e sangue...Django è un cult assoluto di Sergio Corbucci, un western che poi (come per Leone) ha ispirato e scatenato un grandissimo numero di spaghetti d'imitazione...
    una visione imprescindibile per tutti gli amanti dello spaghetti, un film da avere in collection senza se e senza ma!

    Trailer

    Titoli di Testa con Django cantata da Rocky Roberts

    Django cantata in versione italiana da Roberto Fia

    Extra:
    Antonio Bruschini parla di Django di Sergio Corbucci

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    Se Sei Vivo Spara

    Giulio Questi - 1967
    Cast: Tomas Milian, Marilù Tolo, Piero Lulli, Roberto Carmardiel, Patrizia Valturri, Milo Quesada, Miguel Serrano, Paco Sanz, Ray Lovelock, Sancho Gracia, Mirella Panphili, Daniel Martin, Angel Silva.

    Sinossi:
    Tradito dai suoi compagni dopo una rapina e dato per morto, l'uomo senza nome ritorna dall'inferno per vendicarsi dei suoi assassini che si sono rifugiati in una cittadina devastata dalla violenza, dalla corruzione e dalla perversione. La presenza del bottino dei banditi scatena l'avidità degli abitanti, che non si fermeranno davanti a nessuna turpitudine pur di mettere le mani sull'oro dei fuorilegge...

    Unico e cultissimo spaghetto di Giulio Questi che confeziona un western strano, delirante, visionario, onirico (Giusti lo definisce anche pop) e violentissimo.
    Il film inizia con il mezzosangue Tomas Milian che spunta fra dei morti accatastati in un fossa comune, non si capisce (volutamente credo) se viene resuscitato o curato/salvato da due indiani un pò maghetti (a dire il vero i costumi degli indiani sono davvero ridicoli) che arrivano in suo aiuto.
    Il flashback racconta di una rapina con dell'oro e del tradimento con massacro annesso ad opera del mitico Piero Lulli, questo in breve il perchè del mazzolamento di Milian e dei suoi compagni.
    Gli indiani un pò maghetti fonderanno l'oro rimasto a Milian (dopo il tradimento) in pallottole e con queste il nostro eroe dovrà compiere la sua vendetta fino a che non resterà nemmeno uno di quei preziosissimi colpi.
    Non sarà facile...stavolta il cattivone non è uno solo perchè per compiere la sua vendetta il nostro mezzosangue dovrà recarsi in un villaggio abitato da gente ambigua e senza scrupoli che farà di tutto per impossessarsi dell'oro che i banditi hanno portato in città credendo di aver trovato rifugio.
    Tantissime le scene di violenza: cattivoni che vengono martoriati vivi per recuperare le pallottole d'oro all'interno dei loro corpi crivellati dai colpi; scotennamenti con scalpo in omaggio; impiccati con la lingua da fuori i cui corpi straziati vengono appesi e messi in mostra come monito in pubblica piazza; cavalli sbudellati dalla dinamite; pistoleri che danno calci a cani e bambini; donne che vengono spacciate per pazze e vengono rinchiuse in casa come in un carcere per garantirsi la fedeltà coniugale; corpi bruciati vivi dall'oro liquefatto...unico e vero cattivo della storia.
    Come se ciò non bastasse Questi (il regista) non si ferma e inserisce anche un pò di ambiguità sessuale grazie a Roberto Camardiel e alla sua banda di ceffi nero vestiti (e anche un pò gay) che durante una fiesta sfocerà anche in violenza sessuale di gruppo (che si fa intuire ma non viene mostrata) ai danni di un giovanissimo Ray Lovelock che per la vergogna poi si suiciderà.
    Cast stellare con Tomas Milian in una parte molto seriosa e spettrale, Roberto Camardiel capobanda gay, Piero Lulli cattivone che dura poco (verrà straziato dai cittadini che bramano le pallottole d'oro nel suo corpo), il giovanissimo Ray Lovelock che si suicida dopo uno stupro di gruppo in cui farà la parte della vittima e la bella Marilù Tolò (non sopravviverà nemmeno lei).
    Ottima regia di Questi con una bellissima fotografia per un film che ha un montaggio spettacolare e davvero innovativo per i tempi in cui venne confezionato il film.
    Stupende le musiche di Ivan Vandor, gasanti ma particolari, ottimo e sfavillante il master del DVD della Alan Young che come extra contiene un divertente commento audio al film presenziato dallo stesso Giulio Questi.
    Originalissimo spaghetti da recuperare, malsano e violento, onirico e surreale, ambiguo e delirante...ovviamente siamo dalle parti del cult, da avere in collection!
    "Mangiare, bere e contemplare la propria vittima...non c'è niente di più sensuale".

    Trailer

    Titoli di Testa

    Extra:
    Antonio Bruschini parla di Se Sei Vivo Spara di Giulio Questi

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    Tepepa

    Giulio Petroni - 1969
    Cast: Tomas Milian, John Steiner, Orson Welles, Josè Torres, Luciano Casamonica, Anna Maria Lanciaprima, George Wang, Giancarlo Badessi.

    Sinossi:
    Il governo del "compagno" Madero non soddisfa il peone Tepepa, che continua a la sua battaglia contro le truppe insieme ad un gruppo di fedeli combattenti, sentendosi preso in giro dall'ex-rivoluzionario ora capo dello stato. Tepepa si trova più volte a fronteggiare il temibile colonnello Cascorro, ed è costantemente perseguitato da un dottore inglese, Henry Price, desideroso di vendicare una ragazza appartenete ad una ricca famiglia, di cui il medico era innamorato, suicidatasi per colpa di Tepepa...

    Sicuramente questo è uno Spaghetti "indispensabile", ben girato con riferimenti politici, ma anche con tematiche classiche e con tre attori bravissimi (Milian su tutti perfetto per il ruolo, qui recita con la sua voce), musiche come al solito bellissime di Morricone.
    Un vero classico sulla scia dei western rivoluzionari e un autentico capolavoro dello spaghetti western.
    Bella anche l'edizione DVD in slipcase con film versione integrale di 136' e qualche extra interessante e il CD con la soundtrack di Morricone.
    "...cosa vuoi che sia una senorita al cospettto della revolution...".

    Grande tortilla rivoluzionario diretto da Giulio Petroni con poca violenza e più "autorialità".
    La sceneggiatura di Solinas (quello di "Quien Sabe?") miscela la parte prettamente rivoluzionaria alla classica storia di vendetta da compiere.
    Buon script con parecchi dialoghi rivoluzionari interessanti e d'impatto come quello che vede Milian imbastire un discorso contro Madero.
    Tuttavia per intrattenimento e confezione non siamo ai livelli della trilogia di Sollima o dello stesso "Quien Sabe?" di Damiani anche perchè il film è abbastanza lunghetto manca di quel pizzico di ironia che fa sempre bene e ha una narrazione un pò appesantita dall'utilizzo di troppi flashback...va anche detto però che nonostante questo non ci si annoia per nulla.
    Cast stellare con il sempre presente Tomas Milian nell'interpretazione di un altro grande peone stavolta tale Tepepa, eroe rivoluzionario "Tierra e Libertà" ottimamente tratteggiato che però ha i suoi scheletri del passato da nascondere.
    Il film vanta l'unica presenza nello spaghetti di un attore internazionale del calibro di Orson Welles che veste i panni di un generale calmo ma sanguinario, c'è anche il sempre bravo John Steiner qui nel suo primo film in Italia e il piccolo Luciano "Paquito" Casamonica che crescerà nutrito a pane e rivoluzione!
    Gran finale con Milian sul tavolo operatorio e il dottor Steiner in cerca di vendetta che prima lo salva ma poi sentendo la celebre frase "che cos'è una donna paragonata alla rivoluzione?" (sapientemente fatta rimbombare con eco ossessivo) lo uccide venendo poi ucciso dal piccolo Paquito che incarna ormai dentro di se tutti i valori della rivoluzione e tutti gli insegnamenti di vita di Tepepa: "Perchè l'hai ucciso non ti gustava il Gringo?" - "No...al Gringo non gustava il Messico!".
    Il tutto è innalzato dall'ennesima ispirattissima musica del buon Morricone che compone un'altra bellissima colonna sonora.
    Ottimo il master del DVD Alan Young in confezione lussuosa (slipcase) con CD della colonna sonora di Morricone allegata, tra gli extra si segnala il commento audio con Petroni.
    Tra i classici del western rivoluzionario, anche se inferiore per chi scrive ad altri prodotti del genere, è sicuramente un film da vedere ma anche da avere in collection grazie alla lussuosa edizione nostrana.
    "...che cos'è una donna paragonata alla rivoluzione?".

    Trailer

    Titoli di Testa

    Extra:
    Antonio Bruschini parla di Tepepa di Giulio Petroni

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    La Grande Notte di Ringo

    Mario Stefano Maffei - 1966
    Cast: William Berger, Adriana Ambesi, Eduardo Fajardo, Armando Calvo, Walter Maestosi, Tom Felleghy.

    Sinossi:
    In una cella della prigione di Carson City si trovano Braccio Rotto e Jack; questi vorrebbe sapere dove si trovano i 200.000 dollari che, secondo il giudice Elian, Braccio Rotto avrebbe nascosto dopo una violenta rapina. Jack riesce a evadere e travestitosi da agente federale, si reca a Tombstone. Nella cittadina riesce a rintracciare tutti i componenti della banda di Braccio Rotto, rischiando costantemente la vita fra duelli e imboscate...

    Piccolo e poco conosciuto spaghettino con protagonista William Berger qui al suo debutto nel western in un ruolo importante che ricoprirà poche volte in seguito.
    Il film ha una trama banalotta ma mette in scena qualche trovata abbastanza originale e altre abbastanza assurde come l'evasione compiuta grazie ad un paio di pantaloni (sic!).
    Ringo nn c'entra niente ovviamente e viene schiaffato nel titolo come richiamo per il pubblico inserendo poi la trovata finale che il pistolero protagonista in realtà è conosciuto come il grande Ringo...bah!
    Interessante il fatto che tutta la storia si svolga nel giro di una notte con tanto di scorrere del tempo mostrato attraverso i movimenti della luna (effetti speciali di altri tempi con mascherini e nuvole dipinte e un'illuminazione artificiale con proiettori sgamatissima...sic!), Giusti e Bruschini affermano che il plot si rifà un pò a "1997 Fuga da New York"...mah!
    Nonostante il ritmo non manchi il film è abbastanza fiacco e poco esaltante anche a causa dei pochi mezzi e soldi a disposizione e di una regia di Maffei non all'altezza (Giusti afferma che l'assalto alla diligenza è stato girato da Castellari).
    Nel cast spiccano solo William Berger (che però io preferisco nei ruoli ben più riusciti da coprotagonista come in Sabata, Una Lunga Fila di Croci, Faccia a Faccia) e il solito cattivone arricchito interpretato da Fajardo, bruttine le musiche di Rustichelli appiccicate alla pellicola anche in malo modo, buono il master del DVD Cecchi Gori (colori limpidi) nonosante presenti graffi e spuntinature, come extra c'è un intervista a Giusti che considera il film abbastanza carino.
    Fiacco e poco esaltante...for fans only!

    Titoli di Testa

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    Il Pistolero dell'Ave Maria

    Ferdinando Baldi - 1969
    Cast: Leonard Mann, Peter Martell, Luciana Paluzzi, Alberto De Mendoza, Pilar Velasquez, Luciano Rossi, Piero Lulli, Jose Manuel Martin.

    Sinossi:
    Al ritorno dopo la guerra, il generale messicano Carrasco viene assassinato da Thomas, un avventuriero che, approfittando della sua assenza, gli ha carpito l'amore della moglie. I due figlioletti dopo aver assistito all'uccisione del loro genitore, riescono a fuggire. Ma quindici anni dopo meditano vendetta...

    Tragedia greca (Sofocle) in salsa spaghetti per un bellissimo western diretto da uno dei nomi noti del genere: Ferdinando Baldi.
    Punto di forza del film è la notevole sceneggiatura, in cui ci sono anche le manine del buon Cerami, che miscela tragedia, melodramma e pistolettate da puro spaghetto.
    La vicenda narrata è di grande presa anche se a tratti un pò complicata; viene messa in scena una storia a base di genitori criminali, parricidi, figli ossessionati dal fatto che la propria mammina (molto ninfomane) abbia ucciso con la complicità di un'amante il suo stesso marito nonchè loro padre davanti ai loro occhi...riusciti a fuggire dopo tanti anni il passato tornerà a bussare alla loro porta e l'implacabile vendetta nonostante il sangue del proprio sangue farà il suo inevitabile corso.
    Cast di attori minori con un Leonard Mann forse un pò troppo psicopatico nelle sue espressioni, un grande Peter Martell nel ruolo tristissimo di un uomo reso impotente dal solito cattivissimo pistolero di Piero Lulli, la gnocchissima Pilar Velasquez costretta a sposare un umile bottegaio mentre il suo amato Martell (ormai impotente) deve fuggire lontano per salvarsi promettendole di ritrovare il fratello messo in fuga dalla sua stessa madre/serva (di lui) dopo il parricidio compiuto dalla cattivissima mammina (di lei) Luciana Paluzzi insieme al suo amante un pò violento interpretato da Alberto De Mendoza...lo so è complicato ma a guardarlo regge.
    Gran finale con sangue e melò dove nessuno è in realtà quello che doveva essere.
    Ottima la regia di Baldi con trovate affascinanti come i rintocchi della campana che ossessionano Leonard Mann facendogli ricordare il giorno della tragedia, uso buono ma sfrenato dello zoom e delle inquadrature ai particolari (gli occhi di Mann e Martell o gli speroni, le pistole, le mani, gli zoccoli dei cavalli nell'incipit), buona la fotografia e il montaggio (molto innovativo).
    Malinconiche ma stupende le musiche di Roberto "La Corrida" Pregadio, ottimo il master del DVD della Cecchi Gori che vede come extra anche un'interessante intervista a Baldi.
    Grande spaghetto, molto particolare che convince soprattutto grazie alla notevole storia raccontata e alla sempre buona regia di Baldi, ben recitato e musicato è una piccola chicca del genere che deve essere assolutamente recuperato dagli appassionati del western all'italiana...consigliato!

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    Il Venditore di Morte

    Lorenzo Gicca Palli - 1972
    Cast: Gianni Garko, Gely Genka, Klaus Kinski, Franco Abbina, Luciano Catenacci, Gualtiero Rispoli, Alan Collins, Giancarlo Prete, Laura Gianoli, Andrea Scotti, Alfredo Rizzo, Giuseppe Castellano, Luigi Casellato, Luciano Pigozzi, Pietro Torrisi.

    Sinossi:
    Chester Conway, accusato di aver ucciso alcune persone durante una rapina nel saloon di un villaggio del West, viene condannato a morte non essendo in grado di fornire un alibi. La proprietaria del saloon decide di aiutarlo, rivolgendosi all'avvocato Plummer. Così entra in scena Silver, un pistolero a riposo che dietro lauto compenso comincia le indagini...

    Altro spaghettino particolare che in questo caso commistiona il giallo al western per la regia di Lorenzo Gicca Palli che aveva già scritto (senza dirigerli) gli altri due filmetti con "Silver" il pistolero un pò Sherlock Holmes.
    Il film parte come un giallo all'italiana, siamo nel 1972 e il giallo argentiano "tira" non poco, con tanto di soggettiva dell'assassino che uccide una povera fanciulla, contemporaneamente però avviene una rapina nel saloon della città e vengono fatti fuori, da tre uomini mascherati, il barista e una prostituta.
    A quel punto la pellicola prosegue come un giallo classico con parti da toga movie con i due "casi" di cui sopra che ovviamente andranno ad incrociarsi.
    Prima che tutto s'incroci però si decide di sbattere in carcere, preventivamente e senza prove, la pecora nera del luogo interpretato da Klaus Kinski (con quella faccia da psicopatico come biasimare i poveri cittadini se s'incazzano?!?) sempre in voga in questi ruoli da cattivone un pò folle e un pò ambiguo.
    Kinski è accusato della rapina e dei morti ad essa relativi, lui ammette di aver un alibi ma preferisce tenerlo per se perchè...beh perchè sono fatti suoi.
    Un esimio avvocato anche un pò (molto) ubriacone prende a cuore la sua causa e con il finanziamento della prostituta a capo del saloon, che vuole uccidere il Kinski con le sue stesse mani, assolda il nostro "indagatore con la pistola" chiamato Silver e interpretato da Gianni Garko che lo fa diventare anche un pò (molto) Sartana con tanto di trucchetti e pistola in miniatura!
    Per rallegrare il tutto il Palli inserisce anche qualche siparietto comico demente e delle scazzottate alla Bud Spencer e Terence Hill che non c'entrano una cippa con la trama!
    Gran finale dove non ci si risparmia in modo da poter regalare al pubblico affezionato un bel doppio colpo di scena!
    La leggenda urbana parla anche di una versione con inserti hard...sarà vero?
    Un pò improvvisata la regia del Palli, mediocri e ripetitive le musiche del Migliardi , ottimo il master del DVD della Perseo anche se con zero extra.
    Spaghettino particolare molto più giallo che western ma abbastanza godibile grazie agli ottimi Garko e Kinski e soprattutto perchè dopo averlo iniziato si deve pur sapere chi è il colpevole alla fine no?

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    Pochi Dollari per Django

    Leon Klimoski (in realtà Enzo G. Castellari) - 1966
    Cast: Anthony Steffen, Frank Wolff, Thomas Moore, Gloria Osuña, Josè Canalejas, Adolfo Rojas.

    Sinossi:
    Un cacciatore di taglie, Django, è alla ricerca di Trevor Norton, il boss di una banda spietata che ha appena fatto un grande colpo alla banca di Abilene. Intanto anche due feroci banditi cercano di scovare il capo del gruppo fuorilegge. Il fratello gemello di Norton zio della bella Sally decide di intervenire ostacolando Django. Giunti tutti in un paesino, lo scontro diviene inevitabile...

    Discreto spaghetto accreditato al vecchio Klimoski ma in realtà diretto dal grande Enzo G. Castellari al suo esordio e al suo primo western.
    Sorta di sotto Django che non ha nulla a che vedere con il cult di Corbucci e il cui unico punto di contatto è il nome del bounty killer protagonista che si chiama Django Regan.
    Solita trama Leoniana che invece delle due bande rivali mette in guerra allevatori contro coloni nel cui marasma sguazza con scopi da bounty killer ma fingendosi sceriffo il nostro Django Regan interpretato dal solito Anthony Steffen.
    Steffen a parte il film vanta la presenza del sempre ottimo Frank Wolff qui in una parte molto tranquilla rispetto i folli personaggi da lui interpretati.
    Nonostante le manine del buon Castellari la regia non è molto esaltante e l'azione (e le sparatorie) non è ai livelli degli altri suoi lavori, belle le musiche di Carlo Savina con "There will come a morning" cantata da Don Powell, ottimo e sfavillante il master del DVD Minerva che non presenta nessun extra come bonus.
    Discreto spaghetti for fans only consigliato agli amanti del genere e a quelli che vogliono vedere proprio tutto del western all'italiana, gli altri possono anche astenersi tranquillamente!

    Trailer

    Titoli di Testa

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    I Vendicatori dell'Ave Maria

    Bitto Albertini - 1971
    Cast: Tony Kendall, Alberto dell'Acqua, Ida Meda, Peter Thorrys, Spartaco Conversi, Alberto Farnese, Attilio Dottesio, Remo Capitani.

    Sinossi:
    Una troupe di saltimbanchi assiste a una rapina. Uno di questi, ferito, resta a terra. E' John Parker, figlio di un ricco proprietario terriero. Finito in prigione, il giovane è liberato dal padre dopo aver ucciso lo sceriffo e la sua famiglia. Ma i saltimbanchi...

    Westernino poco spaghetto con situazioni circensi che farebbero rabbrividire perfino Parolini.
    Siamo rigorosamente nella serie Z in quanto il film è realizzato con quattro spiccioli e pochimissimi mezzi.
    Costumi fetentissimi, scenografie inguardabili, musiche di riciclo per un trama "brillante" fatta di scazzottate, capriole e salti mortali per un film adatto a tutta la famiglia dove la gustosa violenza spaghettara è del tutto assente.
    Ovviamente dell'Ave Maria del titolo nn c'è neanche l'ombra ed essendo in zona circo abbiamo due stuntman Pietro Torrisi e Alberto Dell'Acqua tra gli attori principali con tutti i limiti recitativi (ma anche atletici a dirla tutta) del caso.
    L'unico vero attore (che recita o meglio tenta di recitare) è Tony Kendall (cioè Luciano Stella) che in tale contesto riesce anche ad elevarsi dal mucchio.
    Regia artigianale per Bitto Albertini, musiche reciclate ma anche circensi, ottimo il master del DVD della Cecchi Gori con un'intervista a Luciano Stella come extra.
    Poco spaghetto, poverissimo e fiacco con una sceneggiatura che nn diverte nemmeno i più piccoli, tutto contribuisce ad affossarlo: la regia, il cast, la musica, i costumi, la scenografia...
    serie Z da vedere per completezza (ma con difficoltà) solo dagli appassionati del genere...
    tutti gli altri galoppino velocemente altrove!

    Intro

    Spezzoni

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    Dio Perdona...Io No!

    Giuseppe Colizzi - 1969
    Cast: Terence Hill, Frank Wolff, Bud Spencer, Gina Rovere, Luis Barboo, Francisco Sanz, Remo Capitani.

    Sinossi:
    Il bandito Bill Sant'Antonio assalta un treno e s'impossessa di 300.000 dollari dopo aver ucciso tutti i passaggeri.
    Una delle vittime, prima di morire, rivela il nome del rapinatore. L'agente assicurativo Earp e il pistolero Doc si mettono sulle sue tracce, il primo per recuperare i soldi, il secondo per regolare un conto in sospeso con Bill Sant'Antonio...

    Proprio con questo film nasce una delle coppie più celebri del cinema italiano e cioè quella di Bud Spencer e Terence Hill.
    In questo primo incontro voluto dal destino (Terence Hill sostutuirà all'ultimo momento un altro protagonista che si ruppe una gamba prima di inziare le riprese) i due non formano ancora una vera coppia in quanto s'incontrano/scontrano solo in alcune parti del film ma quando appaiono insieme sullo schermo il film sale di livello e il pubblico si diverte a tal punto da volerli vedere di nuovo insieme e più spesso...da qui la nascita di un mito.
    Naturalmente abbiamo tutti limiti del primo incontro anche perchè questo è anche l'esordio cinematografico del gigante Bud e così le peculiarità che hanno reso famosa la coppia devono ancora andare a definirsi, già si nota però la vena comica di Spencer e si vanno a formare gli stilemi (abusatissimi ovviamente) del furbone che fa coppia con il pacioccone che regalerà loro parecchio successo.
    Non siamo ancora dalle parti di Barboni e Trinità anzi questo è uno spaghetto abbastanza serioso e cupo anche se la violenza viene sottintesa e poco mostrata.
    Trama e regia di Colizzi molto "leoniana" con Terence Hill che fa il sotto Django (sosia di Franco Nero) e Bud Spencer che "interpreta" il gigante forzuto abile anche con la pistola...ma come al solito la scena la ruba l'ennesima caratterizzazione da cattivone dell'immenso Frank "Bill Sant'Antonio" Wolff!
    Insipide le musiche, accettabile il master del DVD della General Video con graffi e spuntinature annesse che contiene anche delle interviste a Bud Spencer, Terence Hill e al figlio di Colizzi.
    Nascita di una dell più celebri coppie del cinema italiano per uno spaghetti godibile, serioso, classico e di buona fattura...
    da recuperare!

    Titoli di Testa

    La Prima Scazzottata tra Bud Spencer e Terence Hill

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    Il Prezzo del Potere

    Tonino Valerii - 1969
    Cast: Giuliano Gemma, Fernando Rey, Ray Saunders, Van Johnson, Manuel Zarzo, Maria Cuadra, Warren Vanders, José Suarez, Angel Alvarez, Antonio Casas, Jose Calvo, Benito Stefanelli, Norma Jordan.

    Sinossi:
    Il presidente degli Stati Uniti James Garfield (realmente esistito), deciso a ricostruire il paese, provato dalla guerra di Secessione appena conclusa, sulla base della libertà e dell'uguaglianza dei popoli, viene assassinato a Dallas.
    I colpevoli vengono individuati in William Willer e Jack Donovan, due texani che durante la guerra avevano combattuto per l'esercito nordista, proprio agli ordini dell'allora colonnello Garfield.
    Mentre Donovan "il negro" viene ucciso durante il trasferimento in prigione, Willer, riuscito a liberarsi, inizia per proprio conto le indagini sul delitto...

    L'omicidio di Kennedy in salsa spaghetti!
    Il buon Tonino Valerii commistiona fatti di cronaca e western all'Italiana annaffiando il tutto con argomenti seriosi quali il razzismo e la politica.
    Così si infarcisce la storia di JFK (mischiata a quella di James Garfield) con la classica azione "spaghettara" (pistolettate, scazzottate ecc.) esaltata dal solito grande Giuliano Gemma in una strepitosa forma fisica.
    Cast stellare con Van Johnson, Fernando Ray e un grandissimo Ray Saunders che interpreta con grande struggimento il più bel personaggio della pellicola ("il negro" Jack Donovan).
    Grande regia di Tonino Valerii che ha dalla sua la lezione imparata da Leone, buon budget con ottime scenografie e locations, ottima fotografia dello specialista Stelvio Massi e gran musiche del maestro Bacalov.
    Ottimo il master del DVD Medusa, anche se presenta una traccia audio un pò troppo bassa, che ha come extra un'intervista a Valerii dove però parla maggiormente della paternità de "Il Mio Nome è Nessuno" e degli screzi con Leone relativi a quel film.
    Curioso spaghetto ben recitato e diretto, un film poco violento e con l'azione un pò latitante ma godibilissimo e di buona presa grazie ad una buona sceneggiatura (nonostante l'abusato argomento trattato) che commistiona sapientemente cronoca e western all'Italiana...
    da recuperare!

    Trailer

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    Joko Invoca Dio...e Muori

    Anthony Dawson (Antonio Margheriti) - 1968
    Cast: Richard Harrison, Claudio Camaso, Sheyla Rosin, Werner Pochath, Paolo Gozlino, Ignazio Spalla, Mariangela Giordano, Ivan Scratuglia, Luciano Pigozzi.

    Sinossi:
    Joko, Mendoza, Rikie e Domingo architettano un colpo ai danni di alcuni banditi che si sono impadroniti di un prezioso carico d'oro. Ma Domingo tradisce i suoi amici e Mendoza scompare nel crollo di un sotterraneo mentre cerca di coprire la fuga degli altri. Rikie, fuggendo con l'oro, viene catturato da cinque fuorilegge e ucciso perché non vuole rivelare il luogo nel quale si doveva incontrare con Joko. Mentre Domingo paga il suo tradimento con la vita, Joko si mette sulle tracce degli assassini di Rikie...

    Discreto spaghetto diretto da Antonio Margheriti uno degli "specialisti" del gotico nostrano.
    Grandissimo il violento incipit della pellicola che vede un ragazzo legato con cinque corde (gli arti e la testa) a cinque ceffi a cavallo e che viene smembrato (fuori schermo) prima dei titoli di testa.
    La storia è di quelle banalissime e poco esaltanti che narra della solita ossessiva rincorsa alla vendetta con "death list" annessa e cattivone finale da scoprire.
    Nemmeno il cast è memorabile anche perchè il protagonista "Joko" è interpretato da un Richard Harrison che nonostante buchi lo schermo risulta spesso e volentieri troppo legnoso; notevole invece Claudio Camaso (il fratello di Volontè), anche se appare poco purtroppo, nei panni del particolare cattivone di turno: un folle, malato di non si capisce bene cosa (lo si evince utiizzando il trucco ceruleo) e con gusti sessuali poco chiari, che è soprannominato "il professore" per via dei suoi piani criminali geniali ma che è aiutato nelle sue imprese da una pietra di zolfo che porta legata al collo e che gli serve da infallibile amuleto.
    Insomma il film non ha la sua forza nella trama o nel cast ma risulta interessante perchè commistiona spaghetto e gotico grazie alla caratterizzazione del villain di Camaso, che nel finale poi si rifugerà in una oscura caverna accentuandone la vena gotica (ma anche peplum).
    Presenti anche alcune zampate horror grazie al tocco del buon Margheriti che dirige ottimamente con grande tecnica e utilizzando parecchie inquadrature particolari e geniali.
    Celebri un paio di sequenze: Joko che squarta la gola di un cattivone con gli speroni; Joko costretto ad arrostire i propri occhi al sole, prima di un duello, grazie ad un paio di stuzzicadenti (o qualcosa di simile) infilati negli occhi in modo da farglieli tenere aperti (vi ricorda qualcosa?).
    Buone e a tratti gasanti le musiche di Savina con la canzoncina "Vengeance" cantata da Don Powell, non esaltante il master (non restaurato) del DVD della Surf Video con colori sbiaditi e davvero pessimo nelle sequenze notturne, a parte il trailer gli extra stanno a zero.
    In conclusione abbiamo uno spaghetto poco esaltante che diventa interessante grazie alla commistione strana e particolare col gotico, alle cupe atmosfere, alla folle interpretazione di Camaso e alla grande tecnica di Margheriti...
    i fans dello spaghetti non rimpiangeranno per nulla la visione, gli altri come al solito possono anche galoppare altrove.

    Titoli di Testa con "Vengeance" cantata da Don Powell

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    Colorado Charlie

    Roberto Mauri - 1965
    Cast: Giuseppe Addobbati, Charles Andersen, Nando Angelini, Andrea Aureli, Luigi Batzella, Jacques Berthier, Erika Blanc, Brunella Bovo, Luigi Ciavarro, Livio Lorenzon.

    Sinossi:
    Wild Bill, il più veloce ed infallibile tiratore del west, in occasione delle sue nozze con Nora, accetta di lasciare la carica di sceriffo per trasferirsi presso la fattoria del suocero.
    Nel frattempo il feroce bandito Colorado Charlie assalta la banca del villaggio ed uccide il nuovo sceriffo...

    Poverissimo western di stampo classico e poco spaghetto confezionato in evidentissima povertà di mezzi e con quattro spiccioli.
    Si cerca di rifare il western all'americana con quello che passa il convento e quindi abbiamo una trama molto classica e poco violenta.
    C'è il solito pistolero abilissimo e velocissimo tale "Wild Bill" che per amore è costretto ad appendere la colt al chiodo, non sono d'accordo i cattivoni di turno, che hanno ancora da levarsi qualche sassolino dalle scarpe e che vorrebberlo farlo fuori nel classico singolar tenzone.
    Dopo un lungo ed estenuante tira e molla alla fine la stessa mogliettina, sull'orlo dell'esaurimento nervoso (supportata da un figlio adottivo che non vuole un padre codardo), decide finalmente di far sparare il caro maritino ridandogli la pistola che aveva furbescamente nascosto nella borsetta...
    così dopo gli 80 minuti di ammorbamenti vari che il nostro eroe ci ha fatto sciroppare in circa 40 secondi (poco più, poco meno) finalmente fa strage di cattivoni in un finale alla mezzogiorno di fuoco (si fa per dire)...
    si aveva talmente voglia di chiudere il filmetto che la scena del duello il Mauri la dirige in pochi secondi alla faccia dei tempi dilatati del buon Leone!
    Il duello è così rapido e montato a cazzi di cane che ad un certo punto sembrerebbe che il nostro pistolero venga anche aiutato in seconda battuta nell'eliminare i cattivoni estranei al singolar tenzone, in realtà non è così ma è lui che è veramente più veloce della luce...però un pò di dubbio allo spettatore rimane...mah!
    Fortunatamente, per chi proprio si vuol far del male nel vederlo, c'è anche qualche parte comica con il simpatico ubriacone di turno ad evitare l'abbiocco.
    Cast trucissimo con Livio Lorenzon e il suo parruccone nei panni di "Colorado Charlie", l'americano Jacques Berthier (che Mauri afferma essere alto e bello come Gary Cooper...sic!) eroe di turno, Paul Solvay (anche regista e al secolo Luigi Batzella) e la prima apparizione di Erika Blanc che qui ancora doveva scegliere bene come farsi chiamare optando per un bel Erika White!
    Regia di Mauri minimale come i mezzi e i soldi a sua disposizione, locations rigorosamente romane, musiche brutte e insopportabili con piccolo (ma piccolo eh) accenno di canzoncina intitolata "Cita a las tres".
    Pessimo il master del DVD della Perseo Video che non è altro che un riversamento da VHS, zero gli extra.
    Bruttino forte ma anche se c'è molto di peggio in giro essendo poco spaghetto lo si può tranquillamente saltare a piè pari!

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    L'Ira di Dio

    Albert Cardiff (Alberto Cardone) - 1968
    Cast: Montgomery Ford (Brett Halsey), Howard Ross (Renato Rossini), Fernando Sancho, Wayde Preston, Dana Ghia, Frank Farrell (Franco Fantasia).

    Sinossi:
    Mike Barnett, recatosi in casa della fidanzata Jane Harris, per ritirare diecimila dollari destinati all'acquisto di un terreno, scopre che la ragazza è stata uccisa. Contemporaneamente, sette uomini lo aggrediscono, picchiandolo selvaggiamente. Ritornato in sé, Mike, al quale i banditi hanno lasciato, in tutto, sette dollari, decide di vendicarsi, ponendosi sulle loro tracce...

    Delirante spaghetto con una trama folle e sconclusionata a base di vendetta e relativa "death list" per la regia di Alberto Cardone (al secolo Albert Cardiff).
    Abbiamo il solito abile pistolero che ha deciso di smetterla con la vita sacrificata e pericolosa in favore di una bella zappa e un pò di terra anche perchè così ha più tempo per dedicarsi anima e corpo alla sua bella fidanzata.
    Il nostro ha preparato 10.000 dollaroni per acquistare un bel pezzo di terra dalle mani di un suo caro amico, però un giorno ritornando a casa dopo una passeggiatina per la campagna trova la moglie morta e sette brutti ceffi ad aspettarlo.
    I sette brutti ceffi lo mazzuolano per bene piantandogli anche una bella pallottola nella spalla, tuttavia alla fine decidono di non ammazzarlo perchè convinti al 1000 per 1000 che questo povero cristiano non li ritroverà mai (sic!).
    Mentre il nostro eroe è ancora stramazzato per terra arriva il caro amico (quello della terra di prima) che lo aiuta a riprendersi e gli leva anche la pallottola della spalle, il nostro pistolero ripresosi dalle mazzate prima controlla se ci sono i dollaroni nel cassetto e poi va a vedere la fidanzata morta (e vabbè).
    Ovviamente i dollaroni non li troverà perchè li hanno presi i sette ceffi di cui sopra che però sono stati in un certo qual modo anche magnanimi e gli hanno lasciato l'amabile cifra di sette dollari (Cardone è fissato con questi sette dollari maledetti!).
    Il nostro allora prende i sette dollari, in modo da poterli poi buttare in segno di sfregio/rivalsa sui corpi crivellati dei sette ceffi, e si avvia per la giusta vendetta.
    Stranamente li troverà subito questi sette ceffi qua che invece pensavano che la cosa fosse alquanto impossibile, e sempre stranamente questi sette ceffi che l'anno mazzuolato appena un giorno prima non lo riconosceranno per nulla e lui senza colpo ferire farà calare su di loro "L'Ira di Dio" del titolo!
    Nel frattempo però mentre sta compiendo questa ira di Dio, durante una sparatoria nel deserto, arriva anche il suo caro amico (sempre quello della terra) che lo saluta e se ne va, questa cosa fa nascere all'improvviso un grande alone di mistero e fa crescere l'ansia nello spettatore...ma state tranquilli tutto verrà svelato nell'amabile twist finale...si c'è anche un'amabile twist finale!
    Nel drammaturgico finale infatti in nostro eroe scoprirà che i sette dollari non bastavano per compiere la sua vendetta ma in realtà ce ne volevano ben otto perchè il vero capo del progetto criminale era proprio quel caro amico (avete capito, quello della terra) che lo era anche andato a trovare nel deserto solo per salutarlo...
    motivi del piano criminale?
    Facile, ovviamente il caro amico era innamorato della sua (del pistolero) donna e pensava furbescamente che levandogli soldi e terra sicuramente gli avrebbe levato anche la donna (potere dei soldini e delle proprieta edilizie).
    Buona le regia di Cardone che però si fissa troppo con le folli zoommate negli occhi degli attori, cast non troppo esaltante con Montgomery Ford (al secolo Brett Halsey) eroe protagonista e Fernando Sancho (che appare poco comunque) sotto-capo-cattivone di turno, belle le musiche con le meravigliose trombe di Michele Lacerenza (famoso per le trombe di "Per un Pugno di Dollari").
    Accettabile il master del DVD della Eagle Pictures nonostante i graffi e le spuntinature ma che purtroppo diventa mediocre nelle scene buie/notturne, zero gli extra.
    Fiacco spaghetto con trama assurda e delirante che quasi si eleva per il drammaturgico finale...quasi...
    se proprio volete un western all'italiana con i sette dollari buttatevi su "Sette Dollari sul Rosso" sempre di Cardone e lasciate perdere questo!

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    20.000 Dollari Sporchi di Sangue (aka Kidnapping! Paga o Uccidiamo Tuo Figlio)

    Albert Cardiff (Alberto Cardone) - 1969
    Cast: Montgomery Ford (Brett Halsey), Herman Lang (Germano Longo), Teresa Gimpera, Fernando Sancho, Howard Ross (Renato Rossini), Antonio Casas, Eugenio Battisti, Gino Marturano.

    Sinossi:
    L'ex-sceriffo Fred Leinster, cacciato da Dixon perché ritenuto colpevole di aver provocato, per ubriachezza, la morte dei suoi familiari, viene coinvolto suo malgrado nel rapimento del piccolo Jerry, figlio di Jane, una vedova proprietaria di una fattoria.
    Catturato da Bill Cochram, l'uomo che gli è succeduto nell'incarico di sceriffo, Fred, che ha convinto Jane della propria innocenza, riesce a liberarsi e...

    Altro spaghettino del buon Alberto Cardone (al secolo Albert Cardiff) che questa volta abbandona la trama a base di sette dollari per mettere in scena la classica storia di rapimento con riscatto.
    Protagonista del film è un ex sceriffo che a causa della sua passione per la bottiglia ha provocato la morte della sua stessa famiglia (in realtà non è stata colpa sua).
    Allontanato dalla sua città il nostro si strugge con i ricordi e i rimorsi venendo tormentato dai fantasmi del passato, unica via di fuga o ancora di salvezza è l'acool verso il quale si butta con grande passione.
    Un giorno però tornerà nella sua città per farsi una bevutina al saloon e a causa (o per) di un cicchettino verrà incastrato in una losca storia di rapimento e riscatto.
    Avendo un nero passato ed essendo ormai un'alcolista anonimo il nostro verrà sbattuto senza colpo ferire in carcere perchè creduto responsabile del rapimento del figlioletto di una bella e ricca vedova locale, ovviamente fuggirà e farà un pò di yoga con lotta interiore annessa per liberarsi dell'alcool e dei problemi alla mira che esso comporta...
    ci riuscirà, chiarirà le cose, libererà il pargoletto con twist finale telefonatissimo e farà strage di cattivoni.
    Il film è un pò lentuccio e con poca violenza spaghettara ma comunque si lascia guardare quasi serenamente fino ala fine, Cardone si ossessiona a riprendere gli occhi sbarrati dei protagonisti con le sue folli zoommate ma nel complesso dirige discretamente.
    Nel cast c'è Montgomery Ford (al secolo Brett Halsey) che più che un pistolero ubriacone che si strugge per il passato sembra un povero cristiano sotto l'effetto dell'LSD, cattivone di turno è il solito grande Fernando Sancho che qui verrà anche bruciato vivo!
    Belle le musiche e le trombe di Michele Lacerenza (famoso per le trombe di "Per un Pugno di Dollari") con canzoncina annessa dal titolo "Kidnapping!", ottimo il master del DVD della Eagle Pictures, nonostante graffi e spuntinature, con colori molto vividi, naturalmente extra zero.
    Anche stavolta siamo di fronte ad uno spaghettino sufficiente e non troppo esaltante, gli aficionados del genere ovviamente non rimpiageranno più di tanto il tempo speso per guardarlo...
    for fans only!

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    Quella Sporca Storia nel West (Johnny Hamlet)

    Enzo G. Castellari - 1967
    Cast: Horst Frank, Andrea Giordana, Gilbert Roland, Ennio Girolami, Gabriella Grimaldi, Franco Latini, Franco Leo, Fabio Patella.

    Sinossi:
    Johnny, tornato a casa dalla guerra, viene a sapere che suo padre è stato ucciso dal bandito Santana e che sua madre ha sposato l'ambiguo fratello del padre, lo zio Claudio, che avrebbe a sua volta ucciso in duello il bandito. Ma la presenza continua di alcuni sicari e gli impedimenti che trova nel cercare spiegazioni lo mettono in sospetto. Aiutato dal suo amico Horace, riesce ad evitare gli agguati tesigli da chi ha interesse a non fargli scoprire la verità.
    Nella tomba di Santana egli trova degli indizi evidenti che il bandito è ancora vivo...

    Curioso ma grandissimo spaghetto che commistiona materia letteraria alta a situazioni e violenza da puro western all'Italiana.
    Praticamente siamo dalle parti di "Amleto" di Shakespeare ma in salsa spaghetti per un soggetto dello specialista Sergio Corbucci (che all'inizio doveva anche dirigere il film) poi sceneggiato da Tito Carpi e Castellari.
    Abbiamo così il nostro Johnny Hamlet che tornato dalla guerra scopre che il padre è stato assassinato e che la madre si è risposata con lo zio che giura di aver già vendicato il fratello uccidendo il suo assassino e cioè il bandito Santana.
    Johnny non ci vede tanto chiaro e inizia ad indagare per conto suo tirandosi dietro trappole e agguati vari...
    ovviamente Johnny ha ragione e la storia della morte del padre è di quelle sporche che necessitano di una giusta e implacabile vendetta.
    La commistione tra materia letteraria alta con l'Almeto Shakespeare e le grandi scene action alla Castellari funziona piuttosto bene anche perchè Castellari poco intellettualoide e più sanguigno punta più spettacolarità della messa in scena non insistendo troppo a tediare lo spettatore con le citazioni letteriare (che comunque sono presenti).
    Grande la regia di Castellari qui già con una piena padronanza tecnica e un suo stile particolare (slow motion, inquadrature particolari ecc.), notevoli un paio di trovate con effetti artigianali che ancora oggi fanno la loro bella figura:
    spettacolare la ripresa nel cimitero che gira intorno al faccione di Johnny Hamlet realizzata costruendo un marchingegno artigianale, una ruota nel cui centro è montata la mdp che viene fatta girare manualmente creando un'inquadratura che ancora oggi lascia estasiati e perplessi sulla sua realizzazione;
    grandissima realizzazione artigianale anche per la sovrapposizione di un ruscello con la ripresa dell'attrice stesa per la realizzazione della sequenza della morte di Emily, una scena che oggi sarebbe sicuramente realizzata interamente in CGI;
    e poi naturalemente tutta una serie di spettacolari e innovative inquadrature action (sotto le gambe di un pistolero, la scala che colpisce Johnny al volto ecc.).
    Presenti anche alcune situazioni un pò gotiche come la caverna nel cimitero con una surreale atmosfera a base di candele illuminate o la crocifissione di Johnny Hamlet per la classica situazione di tortura del protagonista che dovrà poi affrontare lo scontro finale con le mani martoriate.
    Buono il cast con Andrea Giordana che veste i panni di Johnny Hamlet la cui grandissima presenza scenica fa perdonare qualche momento di legnosità, meraviglioso Horst Frank glaciale cattivone di turno, poco convincente Gilbert Roland che veste i panni di Horace (Orazio) pistolero amico di Hamlet che ha il tic di passarsi il dito sulla visiera del cappello.
    Meravigliosa la soundtrack del maestro Francesco De Masi davvero ben realizzata con una delle più belle canzoni dello spaghetto: "Find a Man" cantata dal bravissimo Maurizio Graf.

    "Find a man who never killed not even for the love of gold
    Find a man who never lied and offer him your soul
    Find a man who never stole from any man a woman's love
    Find a man who never lied and never let him go
    If a dreamer grows wise when he opened his eyes
    Shadows in a dream will always seem more real than old men's lies
    Find a man who's true at heart and love him till he dies."

    Belle le locations spagnole con i simil canyon con delle curiose rocce a forma di funghi giganti, ottimo e sfavillante il master del DVD import (audio ITA) della tedesca Koch Media che presenta come extra un'interessante documentario (30 minuti) con interviste a Castellari, De Masi e Franco Nero con aneddoti su "Quella Sporca Storia nel West" ma anche su altri lavori del buon Enzone.
    In conclusione siamo davanti ad un grandissimo prodotto del genere con un'idea di partenza abbastanza curiosa che miscela Shakespeare all'action spaghettaro alla Castellari, un film tecnicamente ben confezionato con inquadrature e situazioni notevoli che vanta un protagonista belloccio e un cattivone di turno ottimamente interpretato, il tutto poi è reso ancora più esaltante e apprezzabile da un meraviglioso score di De Masi...
    must see e must have per tutti i fans dello spaghetto e non solo...
    consigliatissimo!

    Trailer

    Titoli di Testa: "Find a Man" Maurizio Graf - Francesco De Masi

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    Per una Bara Piena di Dollari

    Demofilo Fidani (Miles Deem) - 1971
    Cast: Jeff Cameron (Giovanni Scarciofolo), Hunt Powers, Klaus Kinski, Gordon Mitchell, Dennis Colt (Benito Pacifico), Simone Blondell (Simonetta Vitelli), Dean Reese (Attilio Dottesio), Ray Saunders.

    Sinossi:
    Al ritorno della guerra di Secessione, John Hamilton trova la casa distrutta e la famiglia massacrata in seguito a un'incursione di banditi messicani, unico indizio un carillon lasciato sul luogo del delitto.
    L'uomo, con l'aiuto di un cacciatore di taglie si metterà sulle tracce dei responsabili...

    Spaghetto fatto in casa da Demofilo Fidani (al secolo Miles Deem) e dalla sua solita "factory" che nell'epoca d'oro ha prodotto western in serie come in una catena di montaggio.
    Budget risicatissimo, locations da campagna romana e trama banalissima e sconclusionata che a tratti sfiora il ridicolo ma che pesca anche da "Per Qualche Dollaro in Più" con tanto di scopiazzatura del famoso Carillon ("...è la tua marcia funebre!").
    Tuttavia questo filmetto risulta migliore di altre produzioni "fideane" di Serie Z per l'ottima fotografia di Aristide Massaccesi (anche operatore in qualche sequenza), per il grande lavoro svolto dagli stuntman/cavallari che rendono ogni cascata esagerata ma spettacolare e anche per la presenza di Klaus Kinski come guest star nel ruolo del folle (poteva mai essere altrimenti?) cattivone di turno.
    Gli attori di Fidani sono tutti presenti all'appello:
    il coatto Jeff Cameron (e cioè Giovanni Scarciofolo) che interpreta come può un pistolero chiamato Nevada Kid (e vabbè) ma che rispetto ad altri ruoli qui almeno viene utilizzato in qualche acrobazia esagerata ben realizzata;
    il bruttone Gordon Mitchell nel ruolo di un cacciatore di taglie che ogni volta che uccide qualcuno si mette a ridere come un ossesso (che ci sarà mai da ridere? Mistero);
    il cavallaro e maestro d'armi Benito Pacifico (col grande nome d'arte di Dennis Colt...sic!);
    il truce Hunt Powers in vesti messicane;
    la figlia di Fidani, Simonetta Vitelli (Simone Blondell), unica ma inutile donna sul set;
    il nero Ray Saunders con il solito cappio al collo pronto ad ucciderlo, che nei momenti dove non si spara o non c'è azione si diletta a suonare la chitarrina accanto al camino acceso.
    Piccola apparizione anche per un giovane Renzo Arbore (amico di uno dei produttori) che veste i panni di uno sceriffo locale.
    Ovviamente l'unico che spicca su tutti, nonostante sembri più volte visibilmente spaesato, è il solito Kinski con caschetto alla Nino D'Angelo che ogni tanto si mette a correre come un folle con annessa faccia psicopatica.
    Tante le scene dementi come quando il buon Mitchell sta per accompagnare la Blondell a casa prima della sparatoria finale per evitare casini un pò a tutti, durante il tragitto lei lo vede interessato alla sua borsetta colma di dollaroni, lui dichiara di stare solo scherzando nel guardarla e toccarla e lei così aggiunge che non le va tanto di tornare e casa...morale della favola i due fanno dietrofront e si avviano verso la sparatoria finale ma il buon Nevada Kid non ci sta dentro e dopo un malinconico falò notturno tra amici prega la Blondell di tornarsene a casa...lei stavolta obbedisce e se ne va senza tanti ripensamenti...mah!
    Bruttine le musiche di Lallo Gori così come la canzoncina di tale Mark Wolf "I Knew My Love" che sembra più adatta per un film sentimentale ma che poi è abbastanza malinconica e d'effetto se fatta cantare dal nero Ray Saunders davanti al caminetto mentre la Vitelli si fissa il truzzissimo Nevada Kid, amplificati gli effetti sonori con le pistolettate che sembrano cannonate.
    Ottimo il master del DVD import (audio ITA) della Koch Media che contiene come extra un'intervista (20 minuti) a Simonetta Vitelli, figlia di Fidani, con aneddotti vari sul film ma anche sulla factory di Miles Deem e sul suo mondo dello spaghetti.
    In conclusione "Per una Bara Piena di Dollari" è il solito povero western fatto in casa alla Fidani che però riesce anche farsi guardare e a risultare godibile rispetto ad altri suoi lavoretti molto più infimi...
    insomma siamo meno del solito nella serie z ma ovviamente il target finale è for fans only!

    Titoli di Testa - Mark Wolf "I Knew My love"

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    I Tre che Sconvolsero il West - Vado, Vedo e Sparo

    Enzo G. Castellari - 1968
    Cast: Antonio Sabàto, Frank Wolff, John Saxon, Leo Anchoritz, Agata Flori, Antonio Vico.

    Sinossi:
    King vuole impadronirsi di una grossa somma nascosta su una diligenza.
    Un bandito gli rovina il colpo involontariamente: per farsi perdonare si offre di ritrovare il denaro. Ci riesce ma c'è anche il baro Clay sulle tracce del malloppo...

    Spaghetto picaresco con commistione action alla Castellari ma nella variante poco esaltante delle scazzottate alla Bud Spencer e Terence Hill.
    Trama a base di rincorsa al malloppo con inseguimenti, tradimenti, doppi giochi e sotterfugi vari.
    Prima parte abbastanza godibile e divertente con qualche buona trovata ma quando si arriva alla lunga sfilza di scazzottate divertenti il film cala parecchio risultando anche un pò noiosetto.
    La parodia non è quella pecoreccia anche perchè quello di Castellari è uno dei primi tentativi di infarcire il western con la commedia e quindi è presente anche un poco di violenza spaghettara con i morti ammazzati che non mancano all'appello.
    Grande trio di attori protagonisti con Antonio Sabàto bandito belloccio, donnaiolo e sornione, munito di due pistole modificate con quattro canne (praticamente quattro pistole ma due impugnature);
    l'americano John Saxon baro di professione anche un pò karateka con pistolettina modificata con carillon nel calcio che risuona la marcia funebre in do maggiore;
    il mitico Frank Wolff, con baffi e basette tutte di un pezzo, in una parte ironica abbastanza inusuale per lui, che interpreta un bandito/attore abile nei travestimenti che diverte lo spettatore travestendosi da prete ed elargendo sermoni che miscelano senza tanta preoccupazione le sacre scritture, Shakespeare e Cicerone;
    sexy starlette di turno la poco gnocca Agata Flori;
    grande lavoro per gli stuntman della pellicola che cercano di stupire lo spettatore con salti mortali, capriole e calci volanti di grande impatto visivo.
    Castellari qui è al minimo sindacale per una regia che non regala le sue solite grandi trovate tecniche o le inquadrature particolari di grande impatto e innovazione, picaresche le musichette di Carlo Rustichelli.
    Buono il master del DVD della Surf Video con cover oscena ma che non presenta nessun tipo di extra a parte il solito trailer.
    Piccola delusione per il sottoscritto che dopo "Quella Sporca Storia nel West" si aspettava un'altra chicca dal buon Castellari, in tutta onestà quando sono arrivato alla seconda parte con la lunga serie di scazzottate alla Bud Spencer e Terence Hill mi sono anche abbioccato.
    Comunque sia tra gli spaghetti picareschi non è sicuramente il peggiore anche perchè essendo per nulla pecoreccio si lascia anche guardare, ma nonostante l'ottimo cast e la regia di Castellari alla fine è uno spaghetto mediocre, poco esaltante e abbastanza fiacco...
    for fans only!

    Titoli di Testa

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    Che Botte Ragazzi! (Il Ritorno di Shanghai Joe)

    Bitto Albertini - 1975
    Cast: Klaus Kinski, Chem, Tommy Polgàr, Karin Field.

    Sinossi:
    In un west tutto da ridere, Shangai Joe e il suo compare riescono a sconfiggere il super-cattivo di turno a colpi di kung-fu...

    Dovrebbe essere uno spaghetto comicarolo che commistiona il western al kung fu movie non eccellendo in nessuno dei due generi ma data la violenza e la durezza di un paio di situazioni non è nemmeno da considerasi una vera e propria parodia.
    Sequel "maroccato" del cultissimo "Il Mio Nome è Shanghai Joe" con il quale alla fine ha ben poco da spartire se non la presenza di Kinski nel cast.
    Trama sciocchina che vede il nostro Shangai Joe, cinesino nel west, trovarsi sempre nei pressi dei poveri malcapitati che hanno bisogno di una mano per sfuggire ai cattivoni di turno.
    Da qui nascerà l'amicizia con il sotto Bud Spencer della pellicola e i due dovranno sventare i piani malvagi del boss del villaggio west del momento che ovviamente non può che non essere che quel folle di Klaus Kinski.
    Il cinese protagonista, tale Chem, utilizza le arti marziali invece delle pistolettate in un trionfo di "parolinate" con capriole e salti mortali probabilmente compiuti con i soliti trampolini, tuttavia le sua abilità nel kung fu, visionando la pellicola, si riducono alle solite scazzottate comicarole in cui giunge a dargli man forte il sotto Bud Spencer di Tommy Polgàr.
    Ovviamente il cinese protagonista è ridicolissimo e tutto da ridere e non ha niente a che vedere con il "Chem Lee" protagonista del cut di Caiano.
    Nel cast spicca il solito Klaus Kinski, anche se munito di un cappellone ridicolissimo e inguardabile, che rende più western duro e puro la pellicola grazie alla sua seriosa e sempre buona interpretazione (sempre folle tanto da tentare di violentare la starlette di turno durante una sparatoria di gruppo).
    Senza infamia e senza lode la regia di Bitto Albertini, carine le musichette simil comicarole di Mauro Chiari con canzoncina annessa su Shanghai Joe.
    Ottimo il master del DVD della Surf Video venduto a prezzo amico ma con zero extra.
    In conclusione "Che Botte Ragazzi!" è un pasticcio all'Italiana che commistiona spaghetto western, commedia alla Bud Spencer e Terence Hill e Kung fu movie, siamo dalle parti del B-Movie per un film a tratti scult e a tratti serioso che nonostante le tante pecche e i numerosi difetti si lascia guardare tranquillamente fino alla fine...
    una visione spensierata e un pò demente adatta solo ai cultori e agli amanti dei mischioni all'Italiana...alla larga tutti gli altri!

    Titoli di Testa

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    Dove si Spara di Più

    Gianni Puccini - 1967
    Cast: Arthur Grant (Peter Lee Lawrence), Cristina Galbo, Maria Cuadra, Peter Martell (Pietro Martellanza), Piero Lulli, Andrès Mejuto, Luis Induni, Angel Alvarez, Paolo Magalotti, Luciano Catenacci, Mirella Panfili, Jacinto Molina.

    Sinossi:
    Al confine messicano due famiglie, i Campos e i Mountons, si odiano per disaccordi sulle singole proprietà terriere e le vendette si susseguono incessantemente.
    Dopo un ultimo delitto, i Campos prendono prigioniero il giovane figlio degli avversari ma questi riesce a fuggire con un bandito, prigioniero come lui.
    Questi insegna al giovane a maneggiare la pistola.
    Il ragazzo, che ha conosciuto la figlia dei Campos, la va a ritrovare e i due si innamorano, ma quando le famiglie lo vengono a sapere scoppia un'altra più terribile lotta...

    "Santa Colt ha sei comandamenti, uno per colpo...
    Spara per primo!
    Spara per uccidere!
    Attento ai finti morti!
    Attento alle seconde pistole!
    Non dare mai le spalle ad un'altra Colt!
    Tieni fermo l'occhio e la mano se vuoi vivere a lungo e sano!"

    Tragedia Shakespeariana in salsa spaghetti, stavolta è il turno di "Romeo e Giulietta" (anche se personalmente lo trovo un pò inferiore rispetto all'ottimo "Quella Sporca Storia nel West" di Castellari) per un western all'italiana davvero bizzarro e particolare, infarcito di trovate deliranti, personaggi strambi e dialoghi superbi e ben scritti.
    La storia è quella notissima delle due famiglie che continuano da tempo immemore una guerra sanguinosa, ovviamente in seno a quest'odio sboccerà l'amore impossibile tra il "piccolo" figlio dei Mountons e la bella figlia dei Campos.
    Naturalmente il punto forte della pellicola non è la trama Shakespeariana ma la presenza di personaggi di contorno particolari ma ben caratterizzati: il vecchio Lifty con mano uncinata (con la quale spara anche) che insegnerà al giovane protagonista tutti i trucchi e le tecniche del buon pistolero;
    la mignotta del saloon innamorata persa di Johnny "Romeo" Mountouns che da donna ferita, per essere stata preferita alla giovane Juliette, prima spiffera la segreta storia d'amore al fratello pazzo di lei e poi ravveduta si fa uccidere per amore;
    lo sceriffo corrotto e il fratello di Juliette uniti in uno strano rapporto d'amicizia con accenni e sfumature gay spiegate velatamente nel flashback in cui in un conflitto a fuoco ravvicinato, le loro pallottole si erano incrociate ed erano cadute a terra, attaccate tra loro fuse l'una nell'altra.
    I dialoghi sono davvero incisivi e ben scritti e c'è anche la presenza di qualche tocco da gotico ma la cosa più bizzarra e delirante di tutte è messa in scena nel finale: terminato lo scontro in cui le due famiglie rivali si eliminano completamente a vicenda giungerà sul luogo della tragedia un pistolero tutto vestito di nero che prima elimina a suon di colt tutti i feriti sopravvisuti e poi si girerà verso la telecamera rivelando allo spettatore di essere la morte con tanto di dialogo finale ad effetto.
    Buona la regia di Puccini nonostante sia più vicino al cinema intellettualoide che a quello di genere, ottima la fotografia con colori davvero meravigliosi.
    Cast di volti noti dello spaghetti con l'esordio cinematografico del "piccolo" Peter Lee Lawrence, la coppia pseudo omosessuale formata dallo psicopatico Peter Martell e dal sempre cattivissimo Piero Lulli (qui sceriffo corrotto), lo spagnolo Andres Mejuto che interpreta alla grande il vecchio Lesly dalla mano uncinata, la bella Cristina "Juliette" Galbo, Maria Cuadra sensuale prostituta ma anche cantante e dulcis in fundo piccolo cameo per Paul Naschy!
    Buone e a tratti malinconiche le musiche di Gino Peguri con profetica canzoncina spagnoleggiante a base di morte cantata da Maria Cuadra, ottimo e sfavillante come al solito il master del DVD import (con audio ITA e finale corretto con la morte vestita da pistolero) della Koch Media che come extra presenta una featurette sul film a cura di Antonio Bruschini.
    In conclusione "Dove si Spara di Più" è un must see per ogni fan dello spaghetti, bizzarro e delirante con dialoghi e personaggi fantastici per un film con parecchie particolarità e trovate interessanti rispetto gli stilemi classici del genere anche se non siamo ai livelli di culto di "Se Sei Vivo Spara"...
    particolare, interessante e consigliato!

    "Ragazzo mio un vero pistolero deve essere freddo e preciso come un banchiere.
    La pistola deve essere sempre carica di tutti i suoi colpi.
    Qui dentro ci sono sei vite e se ne manca una quella può essere proprio la tua.
    Giocateli bene questi confetti ma non essere avaro, ogni invitato al banchetto deve avere il suo...non risparmiare.
    Ogni volta che spari ricarica!
    Il proiettile nella cartuccera invecchia e ti fa morire giovane.
    Un proiettile addosso a te è un proiettile di meno in corpo a un altro."

    Trailer

    Titoli di Testa

    Il Finale con la Morte Vestita da Pistolero

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    Un Fiume di Dollari

    Carlo Lizzani - 1966
    Cast: Thomas Hunter, Henry Silva, Nando Gazzolo, Nicoletta Ranconi Machiavelli, Dan Duryea, Gianna Serra.

    Sinossi:
    Jerry, un sudista smobilitato dopo la sconfitta, dopo aver compiuto un fortunato furto insieme a un commilitone suo amico, viene raggiunto dagli inseguitori e si lascia catturare per permettere all'amico di mettersi in salvo con la refurtiva.
    Dopo cinque anni di carcere, quando ritorna al paese natale per riprendere contatto con l'amico, constata con sorpresa che lui è divenuto un famoso malvivente, ricco e potente, che ha al suo servizio una canaglia che agisce per suo conto.
    Jerry inoltre scopre che sua moglie è morta da alcuni anni a causa degli stenti patiti ed che suo figlio è costretto a fare il mozzo di stalla. Aiutato da un misterioso straniero, Jerry riesce a farsi assumere tra gli uomini del tiranno...

    Primo spaghetti per il maestro Lizzani (il secondo e più impegnato intellettualmente sarà "Requiescant") per un western di stampo classico, abbastanza leoniano ("Per un Pugno di Dollari") e violento.
    La storia narra la solita vicenda di vendetta ossessiva ma il racconto si eleva grazie ad un paio di caratterizzazioni e situazioni abbastanza bizzarre, da puro spaghetto nostrano: l'eroe, interpretato da Thomas Hunter, troppo chiacchierone rispetto i classici pistoleri del genere ma anche a tratti schizofrenico con scatti d'ira fuori dagli schemi;
    il cattivissimo Mendez, tutto nero vestito, interpretato da un Henry Silva notevolessimo mentre ride istericamente e follemente ad ogni situazione.
    Ottima la regia di Carlo Lizzani che nonostante sia un autore intellettualoide conosce bene le regole del cinema di genere e sa come confezionare una buona pellicola, bella anche la fotografia.
    A parte il protagonista, Thomas Hunter, un pò legnosetto, il cast è abbastanza buono e vanta la presenza del granitico Henry Silva, della bella Nicoletta Macchiavelli e del vecchio Dan Duryea.
    Belle e gasanti quanto bastano le sempre ottime musiche del maestro Morricone con un certo Gino che canta "Quel giorno che verrà...", si segnala un finale diverso per il mercato estero con la Macchiavelli che sopravvive.
    Ottimo come al solito il master del DVD import (audio ITA) della Koch Media con la versione estera del film e con una serie di interviste alla Macchiavelli, Bruschini e Hunter come extra.
    In conclusione "Un Fiume di Dollari" non è certamente un capolavoro del genere ma un filmetto abbastanza godibile sorretto da una buona regia di Lizzani, da un discreto cast e dalle sempre ottime musiche di Morricone...
    da vedere!

    Trailer

    Titoli di Testa con Musiche di Morricone

    Antonio Bruschini parla di "Un Fiume di Dollari"

    Edited by neverlando - 5/1/2009, 11:52
     
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    I Giorni della Violenza

    Alfonso Brescia - 1967
    Cast: Peter Lee Lawrence, Beba Loncar, Luigi Vannucchi, Andrea Bosic, Rosalba Neri, Lucio Rosato, Nello Pazzafini.

    Sinossi:
    Verso la fine della guerra di secessione americana, un pacifico cow-boy del Missoury è ucciso per un futile motivo da un violento capitano dell'esercito nordista.
    Johs, giovane fratello della vittima, decide allora di unirsi a una banda di guerriglieri sudisti intenzionati a condurre una lotta ad oltranza contro le truppe del Nord.
    Al termine della guerra, Johs, sul cui capo pende una grossa taglia, fa ritorno alla fattoria nella quale lavorava prima di diventare un fuorilegge.
    Qui ritrova la figlia del proprietario, Christine, legata un tempo a lui ed ora in procinto di sposare proprio il capitano nordista autore dell'uccisione del fratello di Johs...

    Primo spaghetto per il belloccio e sfortunato Peter Lee Lawrence qui diretto da quel grande artigiano di cinema di Alfonso Brescia (al secolo Al Bradley) famoso per i poliziotteschi e le sceneggiate/lacrima movie con l'immenso Mario Merola.
    Siamo dalle parti della guerra civile in un Missoury (Missoury de Roma ovviamente con la solita onnipresente Villa Mussolini) dove Nordisti e guerriglieri Sudisti continuano a scontrarsi e a razziare il territorio.
    Trama un pò melò con love story simil malinconica e vendetta da compiere per un film comunque colmo di sparatorie e azione.
    Alfonso Brescia con pochi mezzi e un budget risicato riesce a confezionare una pellicola più che dignitosa nonostante qualche situazione che fa storcere un pò il naso, un pò mediocri le musiche di Bruno Nicolai, abbastanza di culto il duello finale scandito dalla fiamma di un fiammifero
    Buono il cast con l'esordio di Peter Lee Lawrence qui molto adatto nei panni del malinconico ed esiliato pistolero innamorato e in cerca di vendetta, convincente anche il buon Nello Pazzafini in un ruolo abbastanza importante, starlette di turno la bella Rosalba Neri.
    Ottimo il master del DVD import (audio ITA) della tedesca Koch Media presentato in confezione digipack con booklet ma che contiene solo il trailer e una gallery come extra.
    In conclusioni "I Giorni della Violenza" è un discreto spaghetto nonostante la povertà di mezzi e il budget risicato, una pellicola che non annoia grazie ad una trama con vari colpi di scena e molte sparatorie, il tutto è supportato da un giovane e belloccio protagonista adatto alla storia che si vuole raccontare...
    visione obbligatoria per i fans dello spaghetti!

    Trailer

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    Killer Kid

    Leopoldo Savona - 1967
    Cast: Anthony Steffen (Antonio De Teffè), Liz Barrett (Luisa Baratto), Fernando Sancho, Ken Wood (Giovanni Cianfriglia), Howard Nelson Rubien, Virginia Darval, Yorgo Voyagis, Tom Felleghy, Bruno Ariè, Domenico Cianfriglia, Fortunato Arena, Ugo Adinolfi.

    Sinossi:
    Al capitano Morris dell'esercito degli Stati Uniti è ordinato di stroncare un illegale traffico d'armi tra il suo paese e i messicani rivoluzionari.
    Per muoversi tra le fila dei rivoltosi, l'uomo assume l'identità di un temuto pregiudicato, Killer Kid.
    Il finto pistolero ha così modo di farsi un'opinione sui veri motivi della causa che i peones hanno contro i governativi e suo malgrado inizia a simpatizzare per la rivoluzione...

    Discreto spaghetto rivoluzionario diretto dal buon Leopoldo Savona anche se non siamo certamente dalle parti di capolavori come la trilogia di Sergio Sollima o "Quien Sabe?" di Damiani.
    La storia narra di un agente segreto americano, tale Morris, che per sventare un traffico d'armi illegale ed evitare problemi diplomatici per gli Stati Uniti veste le false spoglie di Killer Kid, un famoso e abile pistolero fuorilegge.
    Grazie al suo camuffamento il falso Killer Kid riuscirà ad agganciare i peones rivoluzionari ai quali è destinato il traffico di armi che deve assolutamente stroncare.
    Mischiandosi con i peones il capitano Morris sarà però sopraffatto dal loro spirito combattivo, dal loro onore e dalle parole di El Santo capo dei rivoluzionari, Killer Kid inizierà così a simpatizzare sempre di più per la rivoluzione fino ad abbracciarla completamente dopo alcuni tragici eventi.
    Il film alterna momenti validi e buone scene d'azione a parti un pò tirate via, con poco senso e anche noiosette.
    Buona la regia di Leopoldo Savona nonostante i pochi mezzi a disposizione, particolari ma non del tutto malvagie le musiche di Berto Pisano.
    Cast di volti noti dello spaghetto con Anthony Steffen abbastanza in parte nel ruolo di Killer Kid e l'onnipresente Fernando Sancho nei panni di Vilar un generale un pò cattivone ma in realtà un vero grande rivoluzionario, starlette di turno la legnosetta Luisa Baratto, Ken Wood (al secolo Giovanni Cianfriglia) è il granitico capo dei governativi.
    Ottimo il master del DVD import (con audio ITA) della tedesca Koch Media che come extra presenta il trailer (un pò ridicolo quando si sente "K" come Killer, "K" come Kid, "K" come Killer Kid!) ed una rara ma poco interessante intervista ad Anthony Steffen.
    In definitiva "Killer Kid" è un western godibile ma a tratti anche mediocre e noioso, i fans dello spaghetto non rimpiangeranno assolutamente la visione, tutti gli altri possono tranquillamente galoppare altrove...
    for fans only!

    Trailer

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    Lo Irritarono...e Santana Fece Piazza Pulita

    Rafael Romero Marchent - 1970
    Cast: Gianni Garko, William Bogart (Guglielmo Spoletini), Carlos Romero Marchent, Luis Induni, Lorenzo Robledo, Paco Sanz, Chris Huerta, Maria Silva.

    Sinossi:
    Dopo aver partecipato ad un'operazione banditesca che ha fruttato centomila dollari, Santana e Marcos vengono abbandonati dai loro complici, i fratelli Burton, durante uno scontro con gli uomini dello sceriffo. Mentre Santana riesce a sfuggire alla cattura, Marcos viene tratto in arresto. Riuscito a liberarsi con uno stratagemma, Marcos si ricongiunge a Santana ed insieme a lui muove alla ricerca dei fratelli Burton, i quali si sono impossessati dell'intero bottino. Insieme a Maria, una ragazza che si è unita a loro durante il cammino, Marcos e Santana recuperano il denaro ma...

    Curioso spaghetto che commistiona situazioni comicarole a sequenze abbastanza violente con i due sornioni protagonisti che tra una battuta e l'altra non hanno scrupoli ad ammazzare freddamente chiunque gli metta i bastoni tra le ruote.
    Il Santana del titolo non è un errore ma una scelta voluta in quanto Gianni Garko per vestire i panni di "Sartana", character che l'ha reso famoso, e per preservarlo in qualche modo pretende che questi riprenda scrupolosamente le caratteristiche originali del personaggio creato da Parolini (poi portato in scena anche da Carmineo), il pistolero becchino con cavallo bianco e trucchetti annessi.
    Così per trascinare un pò di gente al cinema si sostituisce semplicemente una "R" con una "N", c'è poco da meravigliarsi si faceva anche di peggio all'epoca.
    Siamo dalle parti della classica storia di rincorsa al bottino trafugato con rapporto di amicizia che alterna amore e odio tra due banditi abili con la pistola, il gringo Santana e Marcos il Messicano.
    Tra i due si insinuerà in seguito una donna doppiogiochista che farà innamorare entrambi (anche se in modo diverso) con il solo scopo di rubare il loro bottino per comprare un saloon tutto suo.
    Ad un certo punto il brodo viene allungato inserendo una sottotrama che ricorda molto la situazione di interni di "Prega il Morto e Ammazza il Vivo" di Giuseppe Vari che comunque è stato realizzato dopo.
    Così durante il proseguire della storia viene introdotta una spietata banda composta da un vecchio paralitico e da un manipolo di figli (del vecchio) fuori di testa, dopo una serie di violenze e soprusi riprese in un unico ambiente con annesso rapimento (il riferimento a "Prega il Morto e Ammazza il Vivo" fatto prima) di un buon numero di passeggeri di una diligenza la banda pesterà i piedi a Santana e Marcos...ovviamente saranno pistolettate amare!
    Coproduzione spagnola con una mediocre regia di Rafael Romero Marchent e un montaggio davvero osceno, sempre di grande presenza scenica, nonostante la sceneggiatura non convincente, il buon Gianni Garko, abbastanza in parte anche il gigionissimo William Bogart (al secolo Guglielmo Spoletini) nei panni del sornione Messicano, starlette di turno la bella Maria Silva.
    Non esaltanti le musiche di Marcello Giombini (autore della colonna sonora di Sabata) con canzoncina inglese annessa.
    Non all'altezza degli standard ai quali ci ha ben abituato (ma è una vecchia release) il master del DVD import (con audio ITA) della Koch Media che nonostante i colori vividi presenta graffi e spuntinature, zero gli extra a parte il solito trailer.
    In conclusione "Lo Irritarono...e Santana Fece Piazza Pulita" è uno spaghetto abbastanza bizzarro che commistiona allegramente violenza e situazioni comicarole, un prodotto godibile ma poco esaltante e con una confezione abbastanza mediocre...
    for fans only!

    Trailer

    Titoli di Testa

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    Garringo

    Rafael Romero Marchent - 1969
    Cast: Anthony Steffen (Antonio De Teffè), Peter Lee Lawrence, Jose Bodalo, Raf Baldassarre, Solvi Stubing, Frank (Francisco Braña), Luis Induni, Antonio Molino Rojo, Lorenzo Robledo, Tito Garcia, Georges Rigaud.

    Sinossi:
    Johnny è un ragazzino quando assiste impotente all'assassinio del padre, un ufficiale accusato di tradimento dai suoi stessi commilitoni. Adottato da uno sceriffo che lo cresce insieme alla figlia, Johnny conduce una vita tranquilla ma il terribile trauma di quel delitto lo ha profondamente segnato.
    Il giovane ha infatti una doppia vita: affettuoso e cordiale in apparenza, è in realtà un feroce bandito che uccide a sangue freddo soldati disarmati e fatti prigionieri.
    Poiché i delitti si moltiplicano, l'esercito chiede aiuto al tenente Garringo, un uomo abile e determinato...

    Coproduzione spagnola per uno spaghetto con protagonista psicopatico e anche serial killer di ufficiali.
    La storia narra del piccolo Johnny turbato da un trauma infantile per aver assistito all'assassinio del padre per mano di un ufficiale nordista, da qui la follia e le turbe psicologiche che lo trasformeranno in uno spietato bandito e in un serial killer di soldati nordisti ai quali dopo la morte strapperà i gradi per offrirli come trofeo sulla tomba del padre.
    Il piccolo Johnny conduce però una sorta di doppia vita, diventato orfano verrà cresciuto da uno sceriffo e da sua figlia agli occhi dei quali non è altro che un bravo e affettuoso ragazzo.
    L'esercito nordista nel frattempo è sempre più preoccupato per la mattanza di ufficiali e manda a risolvere il caso un certo "Garringo", un tenente dai metodi abbastanza violenti...
    Ovviamente la componente psicologica è un pò tirata via (il flashback, le inquadrature del sole che ricordano il trauma) e serve a mettere in scena le solite violente sparatorie fino al finale abbastanza riuscito nella sua drammaticità.
    Alla regia c'è lo spagnolo Rafael Romero Marchent che dirige discretamente ma senza riuscire ad esaltare la pellicola, bellissimo il main theme di Marcello Giombini che si fa canticchiare da subito.
    Cast stellare con due grandi protagonisti dello spaghetto: Anthony Steffen è il tenente Garringo che riesce bene ad interpretare il personaggio donandogli una spietata durezza; Peter Lee Lawrence è Johnny il serial killer di ufficiali nordisti reso abbastanza bene grazie a qualche sprazzo di follia ben interpretata, soprattutto nel finale; starlette di turno è Solvi Stubing.
    Ottimo il master del DVD della Millennium Storm, con qualche rarissima imperfezione, venduto a prezzo stracciato ma che purtroppo non contiene nessun tipo di extra.
    In conclusione "Garringo" è un discreto spaghetto con particolari risvolti a base di traumi infantili e turbe psicologiche inserite nel solito contesto di sparatorie e violenza, non troppo esaltante ma godibile fino alla fine, i fans del western all'Italiana non rimpiangeranno la visione, tutti gli altri possono anche cavalcare altrove!

    Trailer

    Titoli di Testa - Main Theme

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    La Collina degli Stivali (Nuova Versione Integrale)

    Giuseppe Colizzi - 1969
    Cast: Bud Spencer, Glauco Onorato, Terence Hill, Woody Strode, Enzo Fiermonte, Lionel Stander, Gaetano Imbrò, Alberto Dell'Acqua, Victor Buono, Romano Puppo, Luciano Rossi, George Eastman, Luigi Montefiori.

    Sinossi:
    Un pistolero, ferito da alcuni banditi intenzionati nel rubargli una concessione aurifera, viene portato al sicuro dagli artisti di un circo.
    Ma i banditi si vendicano spezzando una corda su cui volteggiava un acrobata, provocandone la morte.
    Il giovane riesce a scappare, accompagnato dal direttore del circo e insieme si mettono alla ricerca degli assassini.
    Non potendo combattere ad armi pari allestiscono uno spettacolo per cercare di annientare la banda...

    Ultimo spaghetto della trilogia di Giuseppe Colizzi ("Dio Perdona...Io No!", "I Quattro dell'Ave Maria"), l'inventore della coppia Bud Spencer e Terence Hill.
    Non siamo ancora nel western comicarolo puro che decreterà il successo della famosa coppia e che nascerà l'anno successivo con "Lo Chiamavano Trinità" di Enzo Barboni.
    La Collina degli Stivali contiene ancora situazioni di violenza "spaghettara" sdrammatizzate da vari momenti ironici e circensi (calma, sono poche le sequenze alla "Parolini").
    La trama vede i nostri eroi allearsi con gli artisti di un circo itinerante per sventare i complotti del cattivone di turno che costringe con la forza, il terrore e l'omicidio i cittadini in modo tale da avere in concessione i loro terreni auriferi.
    Del film esistono varie versioni con montaggi diversi ma comunque non dovrebbero stravolgere più di tanto la trama portante.
    Raffazzonata la regia di Colizzi che ha fatto molto meglio nei suoi due precedenti western, mediocre il montaggio anche perchè pare che il film sia comunque stato rimaneggiatio più volte, comicarole e circensi le musiche di Carlo Rustichelli.
    La coppia Hill e Spencer qui non è ancora affermata e il gigante Bud compare solo dopo 30 minuti dall'inzio del film, la vera spalla inziale è infatti il granitico Woody Strode, stellare il cast con un Terence Hill che fa il verso a Franco Nero, il solito gigioneggiante Bud Spencer, l'ottimo Lionel Stander e anche Luigi Montefiori che interpreta uno strano sordomuto, molte le facce note di caratteristi e stuntman dello spaghetto.
    Mediocre il master della nuova versione integrale del DVD della Stormovie, scurissimo in alcune scene e dai colori poco luminosi e vivaci, anche l'audio non è il massimo ma comunque risulta visionabile senza troppi problemi, zero gli extra a parte una veloce presentazione del film fatta da Bud Spencer.
    In conclusione "La Collina degli Stivali" è uno spaghetto abbastanza mediocre e noioso che convince poco e che non diverte nostante la presenza di Bud e Terence, nemmeno le situazioni di violenza spaghettara, le sparatorie e l'azione presenti sono memorabili...
    evitabilissimo...solo per i fans hardcore della mitica coppia e per i completisti del western all'Italiana!

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    Sei Già Cadavere Amigo...Ti Cerca Garringo!

    John Wood (Juan Bosch) - 1971
    Cast: Richard Harrison, Fernando Sancho, Tania Alvarado, Raf Baldassarre, Gustavo Re, Gaspar "Indio" Gonzales, Luis Induni, Brizio Montinaro.

    Sinossi:
    Miller, ricco proprietario terriero, mira ad accrescere la sua proprietà, costringendo i coloni della zona a cedergli a poco prezzo i loro terreni. Dopo aver ucciso Mc Govan, un uomo che tentava di resistere alle sue pressioni, Miller è costretto a scontrarsi con Steve, figlio della vittima...

    "Ma si può sapere perchè mi chiami Garringo?"
    "Porque tienes faccia da Garringo!"
    "E che faccia ha un Garringo?"
    "Da hijo de puta!"

    Spaghetto leggero e poco violento ma abbastanza divertente, non è il sequel del "Garringo" di Rafael Romero Marchent del 1969.
    Nel soggetto ci sono le mani di Luciano Martino e questo forse potrebbe spiegare la buona ironia dei dialoghi e della storia in generale.
    Siamo alle solite, un soldato sudista torna casa dopo la guerra ma trova il padre sette metri sotto terra, ovviamente è stato ucciso e l'assassino è il solito signorotto locale con le mani in pasta un pò dovunque alla ricerca di dollari e terreni da confiscare per accrescere il suo potere e la sua ricchezza.
    Il giovane sudista decide di vendicarsi ma il corrotto sceriffo locale lo arresta senza colpo ferire.
    Il nostro eroe riuscirà comunque a fuggire grazie all'aiuto di un simpatico bandito Messicano.
    Durante la fuga verso il Messico il destino vuole che i due rapiranno senza volerlo proprio la promessa sposa del signorotto locale (alcune situazioni di questa parte, con l'insolito trio e momenti abbastanza comicaroli, ricordano vagamente "Lo Irritarono...e Santana Fece Piazza Pulita"), saranno così braccati da un'abile bounty killer e dalla sua cricca ma alla fine la vendetta verrà compiuta.
    Poco esaltante la regia di John Wood (uno pseudonimo che dovrebbe nascondere il nome dello spagnolo Juan Bosch), mattatore assoluto della pellicola è il grande Fernando Sancho sulle cui spalle si regge l'intera storia anche grazie ad una divertente interpretazione del simpatico bandito Messicano protagonista, legnosetto il pistolero di Richard Harrison, tamarro tutto il resto del cast con cattivoni davvero poco convincenti, musiche riciclate da altri spaghetti per mano di un certo Enrique Escobar.
    Non restaurato il master del DVD della Flamingo Video che nonostante i graffi e le spuntinature (e qualche altra imperfezione) ha dei colori abbastanza vividi ed è visionabile senza troppi problemi, naturalmente gli extra stanno a zero.
    In conclusione "Sei Già Cadavere Amigo...Ti Cerca Garringo!" è uno spaghettino leggero leggero che lascia perdere la violenza per concentrarsi sulle situazioni picaresche, la pellicola si regge tutta sull'ironica interpretazione di Fernando Sancho e nonostante la povertà di mezzi e una regia mediocre risulta tutto abbastanza godibile e divertente e la storia scorre via tranquillamente fino alla fine senza annoiare...
    comunque la visione è consigliata ai fans e ai completisti dello spaghetto.

    Titoli di Testa

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    Dio in Cielo...Arizona in Terra

    John Wood (Juan Bosch) - 1972
    Cast: Peter Lee Lawrence (Karl Hirenback), Roberto Camardiel, Frank Braña, Maria Pia Conte, Luis Induni (Luigi Radice), Dada Gallotti, Carlo Gaddi, Franco Pesce.

    Sinossi:
    Quando l'avventuriero Arizona arriva in un villaggio dominato da un prepotente latifondista, Styles, che si è impadronito di tutte le terre dei piccoli proprietari seminando terrore e sangue, decide di schierarsi con i più deboli.
    Styles non teme nulla, essendo padrone di tutto e di tutti ma...

    Tardo ma discreto spaghetto poco originale ma abbastanza godibile, non è il sequel di "Arizona Colt" e nemmeno quello di "Arizona si Scatenò...e li Fece Fuori Tutti!" nonostante la presenza nel cast di Roberto Camardiel in un ruolo molto simile a quello di "Doppio Whisky".
    Abbiamo la solita storia di terrenni confiscati, prepotenze e omicidi compiuti dal signorotto locale in cerca di potere e ricchezza, naturalmente interverrà il pistolero di turno (in questo caso il buon Arizona), a cui il cattivo ha ucciso anche il padre, che riporterà la giustizia in paese e farà piazza pulita!
    Regia senza tanti fronzoli per John Wood (pseudonimo per lo spagnolo Juan Bosch) con un montaggio un pò tirato via, nel cast ritroviamo gli stessi buoni caratteristi di "Sei Già Cadave Amigo...Ti Cerca Garringo" sempre di Bosch ma con protagonisti diversi.
    Non male Peter Lee Lawrence protagonista soprattutto nelle scene d'azione, grandissimo Roberto Camardiel nella solita parte di spalla comica, truce Carlo Gaddi che interpreta un bounty killer tutto vestito di nero che beve lattuccio al posto degli alcolici, starlette di turno la gnocchissima Maria Pia Conti.
    Musiche riciclatissime di Bruno Nicolai prese direttamente da "Buon Funeral Amigos...Paga Sartana", grande il lavoro di doppiaggio con Ferruccio Amendola che doppia Camardiel.
    Buono il master del DVD della Flamingo Video nonostante qualche graffio, spuntintatura e imperfezione, terribile la cover con i due sullo sfondo che si accoppiano, zero gli extra.
    In conclusione "Dio in Cielo...Arizona in Terra" è un tardo ma discreto spaghetto che nonostante la poca originalità, una regia poco convincente, la povertà di mezzi e le musiche riciclate si lascia guardare e apprezzare senza annoiare fino alla fine...
    visione consigliata ai fans dello spaghetto!

    Titoli di Testa

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    Tex e il Signore degli Abissi

    Duccio Tessari - 1985
    Cast: Giuliano Gemma, William Berger, Carlo Mucari, Flavio Bucci, Isabel Russinova, Aldo Sambrell, Peter Berling, Francisco Braña, Hugo Blanco, Pietro Torrisi, Luis De Villalonga.

    Sinossi:
    Tex Willer, aiutato dagli amici Kit Carson, un vecchio ''ranger'', e Tiger Jack, un giovane guerriero ''Navajo'', individua e sgomina una banda di rapinatori e trafficanti, che assale i trasporti d'armi dell'esercito americano per rivenderli ad una fra le più bellicose tribù indiane.
    Si tratta degli indiani Yaquis che, capeggiati dal malvagio Signore degli Abissi, hanno intenzione di portare avanti una feroce rivolta contro i visi pallidi. E per farlo si serviranno di un'arma micidiale, capace di procurare la morte istantanea e di mummificare le vittime.
    Per Tex e i suoi non sarà un'impresa facile...

    "Ancor prima che gli dei apparissero sui loro destrieri dorati, per guidarci alla vittoria, neri falchi, ambasciatori di sventura, hanno artigliato le speranze di gloria del popolo eletto.
    La tua voce imperiosa, divino Xiuhtecutli, non potrà più essere ascoltata e si perderà nel silenzio di una notte senza risveglio.
    Possa la luce delle pietre verdi risplendere ancora per l'ultima volta volta al cospetto degli dei, Xiuhtecutli e dei tuoi umili e fedeli servitori!"

    Un pò tardissimo spaghetto (ormai il genere era più che tramontato), un pò avventuroso ma sulla falsa riga di un nostrano Indiana Jones dei poveri ("La risposta Italiana a Indiana Jones"...sic), ma anche un pò peplum...
    questo e molto altro è "Tex e il Signore degli Abissi".
    L'idea di portare il mitico personaggio dei fumetti Bonelli sul grande schermo era notevole ma come al solito si tratta dell'ennesima occasione sprecata e di un disastro completo.
    Vari sono i fattori della mediocrità di questa pellicola:
    la scelta di complicarsi molto la vita decidendo di raccontare le vincende fantasy/horror/avventurose tratte dagli albi n.° 101, 102, 103 della serie Bonelliana di Tex non avendo però a disposizione i mezzi e i soldi necessari per portarle in scena più che degnamente;
    l'idea di seguire la scia del successo di Spielberg e infarcire questo Tex in live action con situazioni alla Indiana Jones senza avere a disposizione i mezzi, il budget e la tecnica raggiunta dai colleghi americani in questo genere di pellicole...ma poi che c'entra Tex con Indy? Mistero...;
    una regia sciatta e statica del buon Duccio Tessari che a questo giro si fissa nel mettere in scena le varie sequenze come se fossero le tavole del fumetto;
    i dialoghi che poco hanno a spartire con il fumetto originale a parte quelli di Kit Carson che ripete ogni tre o quattro la parola "satanasso";
    Giuliano Gemma che si doppia da solo;
    le scenografie e i set dell'epoca d'oro dello spaghetto che mettono una grande malinconia in quanto visibilmente abbandonati;
    gli indiani nostrani che ovviamente non si possono guardare, essù la regola va rispettata...mai mettere gli indiani nel western all'Italiana;
    gli effetti horror artigianalissimi resi ancora più osceni dagli stacchi di montaggio;
    la parte peplum alla ultimi giorni di Pompei dal sapore ormai antichissimo e stantio;
    una confezione e una produzione da sceneggiato televisivo (produceva la Rai che sperando nel successo avrebbe in seguito confezionato anche una serie televisiva su Tex).
    La trama narra di Tex & C. che seguendo le tracce di una banda messicana di trafficanti d'armi s'imbatte in una strana serie di omicidi con le relative vittime che vengono martoriate da una mummificazione istantanea.
    Indagando qua e la i nostri eroi scopriranno il losco piano degli indiani Yaquis, adoratori del Dio Xiuhtecutli, capeggiati dal malvagio e bruttissimo Signore degli Abissi, che hanno intenzione di dichiarare guerra ai visi pallidi reclutando anche tutte le tribù di indiani esistenti in giro.
    Naturalmente Tex e soci gli metteranno i bastoni tra le ruote...
    Detta così la trama intriga non poco ma in realtà tutto è abbastanza noioso e pieno di inutili lungaggini.
    Mediocre la regia di Duccio Tessari che rovina tutto con la fissa delle riprese statiche per dare allo spettatore l'impressione di leggere le tavole del fumetto, osceni gli effetti speciali artigianali horror, in evidente abbandono i set spaghettari e tristissimi quelli da peplum con relativi pietroni e templi di cartapesta che poi cadranno in mille pezzi.
    Poco convincente Giuliano Gemma nel ruolo di Tex nonostante la buona forma fisica anche perchè infossa ancora di più il tutto doppiandosi da solo, credibile e sornione quanto basta il grande William Berger nei panni di Kit Carson, tristissimi Carlo Mucari, Flavio Bucci e Isabel Russinova come "navajo" denoialtri, bruttina anche la colonna sonora di Gianni Ferrio.
    Pessimo il master del DVD della Millennium Storm, poco luminoso con graffi, spuntinature e colori poco distinguibili (la camicia di Tex è tutto tranne che gialla), siamo senza dubbio dalle parti della VHS, come extra abbiamo delle interviste a Giuliano Gemma ma che parlano di altri film da lui interpretati...mah!
    In conclusione "Tex e il Signore degli Abissi" è un occasione sprecata in pieno, più un pilota di una serie TV che un film vero e proprio, un mischione di spaghetto e avventuroso alla Indiana Jones fatto con pochi mezzi e pochi soldi e con una regia un pò tirata via...
    sciatto, mediocre e a tratti lento e noioso anche per i fans hardcore dell'intramontabile Tex Willer!

    Trailer

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    Oggi a Me...Domani a Te!

    Tonino Cervi - 1968
    Cast: Montgomery Ford, Bud Spencer, Wayde Preston, William Berger, Jeff Cameron, Tatsuya Nakadai, Brett Halsey.

    Sinossi:
    Billy Kiova dopo aver scontato una lunga pena, vuole vendicarsi di Elfego l'uomo che gli uccise la moglie e lo fece arrestare, e che nel frattempo è divenuto un feroce capobanda.
    Assolda quattro pistoleros e parte alla caccia del bandito, ma anzichè assalire il suo covo che è ben guardato da un piccolo esercito di suoi scagnozzi, lo attirano in un tranello...

    "Le donne indiane non si sposano ma si violentano e poi si uccidono..."

    Buon spaghetto abbastanza violento diretto da Tonino Cervi con una sceneggiatura in cui ci sono anche le mani del grande Dario Argento.
    La trama ovviamente non è originale e narra della solita storia di vendetta...
    stavolta tocca ad un certo Billy Kiova interpretato dal legnoso Brett Halsey (al secolo Montgomery Ford) al quale hanno ucciso e violentato la moglie Indiana come si evince anche nel flashback in bianco e nero alla Kill Bill.
    Fautore della violenza e cattivone di turno è Tatsuya Nakadai (uno dei protagonisti de "La sfida del Samurai" di Akira Kurosawa, il film che ha ispirato "Per Qualche Dollaro in Più" dando il via alla gloriosa stagione dello spaghetti western) che interpreta Elfuego, un pistolero samurai (quasi sicuramente un'idea di Dario Argento), folle, malinconico e sadico che affianca alla pistola anche un bel machete.
    Elfuego con un risibile sotterfugio farà incarcerare al suo posto il povero Kiova che cornuto e mazziato sconterà cinque anni di carcere per un omicidio che non ha commesso, la vendetta lo farà andare avanti e lui impegnerà ogni ora di prigionia per allenarsi con una pistola di legno.
    Tornato in libertà un Kiova tutto vestito di nero alla Django decide di non compiere la vendetta da solo ma di farsi aiutare da qualche mercenario abile con la pistola.
    Ne assolderà quattro tra cui spiccano il mastodontico e forzuto Bud Spencer e il baro William Berger.
    Gran finale in cui i nostri cinque dell'apocalisse tenderanno un agguato nei boschi ad Elfuego e alla sua banda che finirà in un massacro, naturalmente a Kiova spetterà il duello finale con Elfuego dove non mancherà la frase ad effetto del tipo "basta parlare...spara! E spara per uccidere!".
    Parecchie le sequenze memorabili come quella con Berger che inchioda con il coltello la carta di un baro da sotto un tavolo, il flashback seppiato con lo stupro e l'omicidio della povera Indiana, la lunga sequenza di mattanza nei boschi con i banditi impiccati e accoltellati con sotterfugi vari, il duello tra Bud Spencer e Tatsuya Nakadai che vede l'utilizzio di un machete contro un ramo di un albero e tutte le scene con il pistolero samurai che fa il folle un pò malinconico.
    Buona la regia di Tonino Cervi, nonostante i pochi mezzi a disposizione, anche grazie ad una valida fotografia di Sergio D'Offizi, ottimo il cast di volti noti dello spaghetto, a parte Montgomery Ford un pò legnosetto, con i soliti Bud Spencer, William Berger e Jeff Cameron...
    ovviamente Tatsuya Nakadai troneggia su tutti grazie alla sua interpretazione psicopatica che regala allo spettatore uno di quei personaggi memorabili dello spaghetto, discrete le musiche di Angelo Francesco Lavagnino.
    Buono il master del DVD della Cecchi Gori nonostante qualche difetto e imperfezione e la copertina con il solo Bud Spencer che può trarre un pò in inganno, zero gli extra of course.
    In conclusione "Oggi a Me...Domani a Te" è un buon spaghetto, un film abbastanza violento con più di una sequenza memorabile, girato e musicato discretamente vanta un cast abbastanza valido di volti noti del western all'Italiana e soprattutto un cattivone sui generis d'antologia...
    consigliato!

    Trailer

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    Il Tredicesimo è Sempre Giuda

    Giuseppe Vari (Joseph Warren) - 1971
    Cast: Maurice Poli, Donald O'Brien, Dean Strafford, Attilio Dottesio, Mimmo Maggio, Adriana Giuffré, Fortunato Arena, Luca Sportelli.

    Sinossi:
    A Sonora, un piccolo villaggio confinante col Messico, un gruppo di persone si accinge a festeggiare le imminenti nozze di Ned Carter e Mary Bell: la constatazione che a tavola prenderanno posto tredici convitati induce uno dei presenti a trarre sinistri presagi, confermati poco dopo dall'arrivo di una diligenza con a bordo i cadaveri della sposa e di altri tre passeggeri.
    La ricerca degli autori del delitto diventa subito febbrile...

    Spaghetto in chiave gialla che scimmiotta l'ultima cena con funesti presagi causati dal numero di commensali con il tredicesimo che per leggenda metropolitana è sempre Giuda (e vabbè).
    Siamo sempre dalle parti della storia di vendetta ma che stavolta viene ribaltata dal twist narrativo, la trama racconta di un ex capitano nordista, tale Ned Carter, che organizza un allegro banchetto tra banditi, tutti suoi amici, per festeggiare il suo imminente matrimonio con la bella Mary Bell figlia del proprietario di una miniera da poco deceduto/assassinato.
    Mentre si aspetta l'arrivo della sposa si festeggia come si può con vino a litri e risse tra uomini non dimenticandosi però di sollazzarsi anche con le cameriere messicane un pò mignotte, tuttavia tra un brindisi e l'altro qualcuno noterà che si è in tredici in tavola, una situazione che non porta molta fortuna e il pastore del gruppo gira il dito nella piaga affermando con frase ad effetto che il tredicesimo è sempre Giuda!
    Finalmente arriva la diligenza ma a sorpresa sarà piena di cadaveri compresa la futura moglie di Ned Carter, il capovolgimento della situazione fa in modo che venga celebrato un funerale invece di un matrimonio.
    Ned Carter con molto acume pensa che c'è qualcosa che non quadra e decide di non far allontanare nessuno dei suoi ospiti dal luogo dei festeggiamenti prima di non aver scoperto il presunto colpevole del fattaccio (a questo punto è chiaro che ci deve essere un Giuda eh).
    Mentre inizia l'indagine gialla arriva la sera e una carica di dinamite farà saltare in aria i primi tre commensali/banditi, visto il modus operandi si sospetta di un invitato maestro con gli esplosivi che per paura di essere ingiustamente accusato fugge insieme al compagno baro che sembra nascondere qualcosa.
    In tutto ciò tra i 13 commensali sguazza anche la malafemmena di turno, una mignottona messicana disposta a tutto per diventare ricca anche a spese del povero marito ristoratore.
    Ovviamente le cose non sono quello che sembrano e sotto c'è la solita sporca storia del west a base di tradimenti, omicidi e sotterfugi vari compiuti per impossessarsi del bottino di dollaroni di turno anche perchè come si dice più volte durante la storia "nessuna donna vale 200.000 dollari!".
    Vari fa quel che può con i mezzi risicati a sua disposizione ma confeziona un film molto inferiore rispetto all'altro suo spaghetto "Prega il Morto e Ammazza il Vivo", niente di memorabile le musiche di Carlo Savinia, il cast vanta alcuni volti noti del nostro cinema bis in cui spiccano i due protagonisti Donald 'O Brien e un Maurice Poli un pò legnosetto, come gnocca di turno abbiamo una Maily Doria abbastanza discinta.
    Ottimo il master del DVD della Surf Video con colori molto vividi, zero gli extra come di consueto a parte il solito trailer.
    In conclusione "Il Tredicesimo è Sempre Giuda" è il solito mediocre spaghettino a basso costo che si lascia guardare tranquillamente senza esaltare più di tanto ma che sicuramente non merita ulteriori visioni per esser velocemente archiviato e dimenticato...
    niente di memorabile insomma, for fans only!

    Titoli di Testa

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    Gli Specialisti

    Sergio Corbucci - 1969
    Cast: Johnny Hallyday, Gastone Moschin, Mario Adorf, Sylvie Fennec, Françoise Fabian, Gino Pernice.


    Sinossi:
    Hud, famoso pistolero, giunge nella città di Blackstone, dove suo fratello Charlie, accusato di un furto alla banca locale, è stato ucciso.
    Hud si propone due scopi: smascherare il responsabile della morte del fratello e ritrovare la refurtiva misteriosamente scomparsa...

    Un altro grande spaghetto dello "specialista" Sergio Corbucci anche se si tratta di un western minore rispetto a capolavori come "Django", "Il Grande Silenzio" o "Navajo Joe".
    Un sapiente mix di situazioni comicarole e violenza "spaghettara" ma infarcito da qualche momento davvero stravagante e fuori dai soliti schemi del genere.
    Abbiamo la classica storia di vendetta con il nostro taciturno ma abilissimo pistolero, tale Hud (Johnny Hallyday), specialista della sei colpi e munito di un corpetto di maglie metalliche che utilizza come un giubbetto antiproiettile, che ritorna nella città Blackstone per vendicare il fratello accusato e linciato ingiustamente dai cittadini per una rapina alla banca che non ha commesso.
    Hud vuole anche ritrovare la refurtiva che con la morte del fratello sembra essere scomparsa nel nulla.
    Durante le sue indagini il nostro solitario pistolero avrà a che fare con El Diablo (Mario Adorf), un bandito messicano senza un braccio nel quale ha innestano una sorta di punteruolo/sperone, uno specialista della forza bruta che si porta dietro un ragazzino come biografo ufficiale per scrivere una versione di parte della sua vita.
    Tuttavia quando le pistole inziano a cantare la morte c'è sempre uno sceriffo ad accorrere e a Blackstone c'è Gastone Moschin, uno sceriffo pacifista, simpatico ed amichevole che preferisce il dialogo all'uso della pistola.
    A questi aggiungiamo quattro ragazzi vagabondi, avventurieri e banditi, degli hippies fumatori di hashish che predicano l'amore libero, le orge e la promiscuità, la mignotta locale capace di compiere qualsiasi nefandezza pur di arricchirsi e l'intera cittadina, una borghesia composta da persone senza cuore che ha come unico valore l'attaccamento al proprio denaro per il quale è disposto anche ad uccidere.
    Doppio finale con doppio duello, nel primo Hud dopo aver eliminato El Diablo ritrova il denaro della rapina che include anche i risparmi dei cittadini e lo brucia davanti alle urla e all'isteria collettiva per punirli della loro avidità e per avergli linciato ingiustamente il fratello.
    Nel secondo finale, quando tutto sembra ormai finito, arriva una stravagante sequenza dove i quattro hippies sfidano Hud, ferito gravemente dopo lo scontro con El Diablo, impossessandosi della città con le armi e costringendo tutti i cittadini a denudarsi e a strisciare per terra.
    In un tripudio di chiappe al vento il buon Hud li sfiderà con una pistola scarica ma protetto dalla sua cotta di maglia riuscirà a metterli in fuga per poi allontanarsi a cavallo da Blackstone nonostante le ferite.
    Strepitose le scene d'azione con grandi acrobazie e sparatorie sapientemente esaltate dal gran Corbucci e da un notevole montaggio, meraviglioso in tal senso lo scontro fisico a testate tra Moschin e Adorf.
    Ottima la regia del sempre bravo Sergio Corbucci che regala allo spettatore un paio di sequenze memorabili, bella la fotografia, poco esaltante la colonna sonora di Angelo Francesco Lavagnino, una delle note dolenti della pellicola.
    A parte il protagonista Johnny Hallyday (rockstar francese), un pò legnosetto e forse poco adatto al ruolo, abbiamo un cast stellare con un fenomenale Gastone Moschin e un bravissimo Mario Adorf.
    Ottimo il master del DVD della Medusa, bello sfavillante e con una buona traccia audio, peccato per gli extra anche perchè come da copione abbiamo solo il solito trailer.
    In conclusione "Gli Specialisti" è l'ennesima chicca western del buon Corbucci, un film divertente e godibile, nonostante non sia paragonabile ai capolavori corbucciani (Django, Il Grande Silenzio, Navajo Joe), un sapiente mix di violenza e situazione pseudo comicarole con zampate stravaganti, elevato da un cast di tutto rispetto con attori fenomenali del caibro di Gastone Moschin e Mario Adorf...
    consigliato!

    Trailer

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    7 Pistole per i Mac Gregor

    Franco Giraldi (Frank Grafield) - 1966
    Cast: Robert Woods, Fernando Sancho, Leo Anchoriz, Nick Anderson, Georges Rigaud, Nazareno Zamperla, Manuel Zarzo.

    Sinossi:
    Il clan scozzese dei Mac Gregor, due famiglie con 7 figli scatenati, vive nel sud degli Stati Uniti allevando bestiame.
    Rei di aver rifiutato una cifra irrisoria da un commerciante di cavalli (spalleggiato da uno sceriffo corrotto) i giovani Mac Gregor finiscono in carcere, da dove evadono dopo poche ore.
    Trovato rifugio nella fattoria di Rosita si organizzano per smascherare i traffici loschi dello sceriffo e il complice Santilliana.
    L'incontro con Rosita e la sarabanda finale per festeggiare il ritorno all'ordine, preludono al sequel 7 donne per i Mac Gregor...

    "Whisky e gloria, hurrah per i Mac Gregor!"

    Esordio cinematografico e primo spaghetto per Franco Giraldi che in precedenza si era distinto come aiuto regista in "Per un Pugno di Dollari" di Sergio Leone (sua la scena di Gian Maria Volonté che spara con la mitragliatrice).
    Sulla scia di Sette Spose per Sette Fratelli gli specialisti Fernado Di Leo ed Enzo Dell'Aquila confezionano una sceneggiatura molto fumettistica per un film corale che anticipa la svolta farsesca alla Bud Spencer e Terence Hill del western all'Italiana.
    Il film commistiona allegramente situazioni comicarole (non siamo ancora nel pecoreccio che verrà in seguito) a scene di violenza spaghettara senza insistere troppo però sul sadismo e rendendo il tutto molto leggero e divertente, uno spaghetto quasi per famiglie insomma.
    La storia vede il clan dei Mac Gregor, composto da due famiglie con sette figli, vivere tranquillamente nel proprio ranch allevando e vendendo cavalli.
    Sei dei sette figli si recano ad una fiera di bestiame per vendere duecento capi, tuttavia a causa di una proposta indecente del signorotto locale, affiliato segretamente al bandito messicano Santilliana, i fratelli fanno scoppiare una rissa nel saloon.
    Lo sceriffo del paese è corrotto perchè traffica nei loschi affari di Santilliana e del signorotto locale e così arresta i sei fratelli approfittando della situazione per far rubare i duecento cavalli.
    I sette evaderanno e si metteranno sulle tracce del bestiame trafugato e di Santilliana utilizzando anche il classico canovaccio del buono infiltrato nella banda dei cattivi che fa il doppio gioco avvertendo gli altri fratelli per far fallire le rapine di Santillana.
    Si arriverà allo scontro finale in massa e al relativo duello con Santillana.
    Il film regala qualche trovata divertente come le arzille vecchiette che sparano meglio dei pistoleri e che usano pure delle "parolinate" come una serie di fucili attaccati in fila che sparano all'unisono o anche i vecchi Mac Gregor con i gonnellini scozzesi che bomabardano i cattivoni di turno con un cannone chiamato la vecchia regina.
    Tra le scene più violente va segnalata quella del signorotto locale che legato al cavallo viene trascinato ripetutamente tra i caboni ardenti fino alla morte o la solita sequenza con l'eroe pistolero che viene martoriato dalla frusta del sadico cattivone.
    Il film diverte e intrattiene (dato il successo avrà anche un sequel dal titolo "7 Donne per i Mac Gregor") fino al notevole e insolito duello finale girato con gran stile e tecnica registica tra le pale di un mulino in movimento.
    Ottima la regia di Franco Giraldi che regala buone scene d'azione puntando molto su una confezione verosimile senza insistere troppo sulla violenza, meravigliosa la fotografia di Alejandro Ulloa che esalta i bellissimi canyon spagnoli di Guadix.
    A parte il solito Robert Woods, che verrà lanciato nel mondo dello speghetto nostrano proprio da questa pellicola, e l'onnipresente cattivone messicano interpretato da Fernando Sancho, il cast è composto da attori non professionisti e precisamente da stunt e cascatori che ovviamente danno il meglio nelle scene d'azione, starlette di turno la baffuta Agata Flori.
    Menzione particolare alle solite stupende musiche del maestro Ennio Morricone (dirette da Bruno Nicolai) che stavolta ci regala una simpatica canzone "La Marcia dei Mac Gregor" cantata dai Cantori Moderni di Alessandroni e il solito epico main theme intitolato "Santa Fe Express".
    Ottimo e sfavillante il master del DVD della RHV che come extra ha anche un'intervista a Franco Giraldi insiema al solito trailer.
    In conclusione "7 Pistole per i Mac Gregor" è un divertente e godibile spaghetto, non siamo certamente dalle parti del capolavoro ma è un filmetto che si lascia guardare tranquillamente senza annoiare grazie ad una giusta commistione di situazioni comicarole e di scene d'azione spaghettare, chi cerca solo la sadica violenza da spaghetto potrebbe rimanere un pò deluso, tutti gli altri invece procedino tranquillamente nella visione!

    Trailer Americano

    La Marcia dei Mac Gregor (Ennio Morricone)

    Santa Fe Express (Ennio Morricone)

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    Un Dollaro Bucato

    Calvin Jackson Padget (Giorgio Ferroni) - 1965
    Cast: Giuliano Gemma, Evelyn Stewart (Ida Galli), Nazzareno Zamperla, Nello Pazzafini, Peter Cross (Pierre Cressoy), Benito Stefanelli, Massimo Righi, John McDouglas (Giuseppe Addobbati), Franco Fantasia.

    Sinossi:
    Due fratelli, Gary (Giuliano Gemma) e Phil (Nazzareno Zamperla), reduci sudisti della guerra di secessione, vengono inconsapevolmente messi l'uno contro l'altro da un lestofante (Pierre Cressoy).
    Questi prima uccide Phil e poi cerca di eliminare Gary, ma quest'ultimo si salva grazie ad un dollaro che porta addosso e che ferma la pallottola.
    Sopravvissuto, scoperto l'inganno si lancia alla ricerca dell'assasino di suo fratello alla rincorsa di una spietata vendetta...

    Secondo western per Giuliano Gemma dopo il primo Ringo di Duccio Tessari che così porta ancora lo pseudonimo di Montgomery Woods, alla regia c'è il buon vecchio Giorgio Ferroni (al secolo Calvin Jackson Padget) qui al suo spaghetto di esordio che confeziona un film molto classico e all'americana con poche influenze leoniane e poche violenza spaghettare.
    La trama miscela il western al melò per un film che secondo la leggenda piaceva molto allo scrittore Alberto Moravia.
    Due fratelli ufficiali del sud dopo aver perso la guerra vengono sbeffeggiati con l'onore delle armi da parte dei soldati del nord ricevendo indietro le loro pistole inutilizzabili in quanto con le canne mozzate.
    I nostri amareggiati dalla sconfitta decidono di cambiare aria, così mentre il fratello si reca al confine presso Yellowstone il nostro Gemma decide di tornare prima a casa per organizzare il trasloco con la moglie.
    Giunto a casa il nostro Mongomery Woods divide i risparmi con la mogliettina prendendosi solo un misero dollaro per se e partendo per Yellowstone suggerendo alla moglie di vendere la casa con calma per raggiungerlo dopo qualche mese, il tempo che lui possa trovare un lavoro per mantenerli.
    Giunto a Yellowstone Gemma si reca dal signorotto locale in cerca di fortuna, dopo aver dimostrato le sue doti di pistolero il nostro viene ingaggiato per far arrestate un bandito che terrorrizza la città.
    Raggiunto il bandito di spalle nel saloon Gemma lo intima di alzare le mani ma questi si gira e lo spara per poi venire freddato secondo i piani dal signorotto locale e dai suoi sgherri.
    Sorpresa delle soprese il bandito si rivelerà essere il fratello di Gemma, non il cattivo che avevano dipinto a Yellowstone ma un pistolero che aveva tentato di sventare i loschi piani del signorotto locale, Montgomery invece si salverà dalla morte grazie al dollaro che portava nel taschino che ha protetto il suo cuore dal proiettile, da qui il titolo di un dollaro bucato.
    Creduto morto Gemma mediterà la giusta vendetta che lo porterà al duello finale con il signorotto che minacciando la moglie giunta a Yellowstone si farà consegnare la pistola ma Gemma con lanternino alla mano sembra essere un vero fantasma e i proiettili sembrano attraversarlo, in realtà è la pistola di Gemma, quella dell'onore delle armi, ad avere le canne mozzate e a rendere imprecisa la mira, il signorotto locale finirà così nelle mani dei cittadini per la giusta e truce vendetta finale compiuta fuori schermo.
    Buona regia di stampo classico per Giorgio Ferroni anche se non sempre convincente nelle coreografie di lotta e di sparatorie, grande e molto in parte l'interpretazione di Giuliano Gemma in un ruolo da perdente meno scanzonato e ironico di quello dei due Ringo di Tessari, cast di caratteristi non sempre convincenti con la presenza del sempre ottimo Nello Pazzafini, poco valida anche la caratterizzazione e l'intepretazione del cattivone di turno da parte di Pierre Cressoy, starlette di turno è la bella Ida Valli.
    Superbe le musiche di Gianni Ferrio che confeziona un main theme di grandissimo impatto con tanto di canzoncina "A Man...a Story" cantanta da Fred Bongusto che nella versione in Italiano con il titolo "Se tu non fossi bella come sei" raggiunse all'epoca i vertici alti delle classifiche musicali.
    Grandiosi i titoli di testa animati da Roberto Gavioli suu disegni di di Adelchi Gallone che in seguito daranno vita ad una serie di cartoni animati e quelli di Carosello delel Storie del West.
    Sufficiente e non troppo esaltante il master del DVD import (audio ITA) della Tedesca New a causa di colori poco vividi e luminosi e delle solite imperfezioni video con graffi e spuntinature varie, discreto il comparto audio, come extra abbiamo il trailer e i titoli di testa e coda in varie lingue, carina l'hartbox slim venduta anche in diverse cover.
    In conclusione "Un Dollaro Bucato" è un discreto western di stampo classico, un film poco leoniano e molto all'americana con la violenza spaghettara che latita, nonostante alcuni difetti e un cast (soprattutto il cattivone di turno) e delle coreografie non sempre convincenti il film risulta godibile, pregevole e sicuramente da vedere grazie al sempre ottimo Giuliano Gemma, alla buona regia di Ferroni e ad un bellissino score di Gianni Ferrio!

    Trailer

    Fred Bongusto - A Man...a Story

    Fred Bongusto - Se tu fossi bella come sei

    Antonio Bruschini parla di "Un Dollaro Bucato"

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    Il Ritorno di Ringo

    Duccio Tessari - 1965
    Cast: Montgomery Wood (Giuliano Gemma), Fernando Sancho, Nieves Navarro, Lorella De Luca, Antonio Casas, George Martin.

    Sinossi:
    Montgomery Brown (detto Ringo), un ufficiale reduce della guerra di Secessione, trova il suo paese in balia di due feroci messicani, padre e figlio.
    I suoi averi sono stati requisiti e sua moglie Hally, per il bene della loro figlioletta, sta per sposare il più giovane degli usurpatori.
    Montgomery si finge indio perché vuole preparare la sua vendetta.
    Tutto avverrà nel corso della cerimonia di nozze, grazie all'aiuto di alcuni amici fidati...

    "A nessuno piace morire sceriffo, ma chi ha paura muore un pò tante volte, mentre chi non ha paura, muore una volta sola."

    Sulla scia dell'incredibile successo di "Una Pistola per Ringo" il buon Duccio Tessari confeziona velocemente uno pseudo sequel utilizzando lo stesso cast e la stessa troupe del precedente film.
    Tuttavia "Il Ritorno di Ringo" non è per nulla il sequel del precedente ma solo un pretesto per attirare al cinema i fans del primo film utilizzando un titolo ed un nome di grande richiamo.
    Infatti questo secondo Ringo di Tessari narrativamente non ha nessun richiamo alla storia precedente e addirittura si discosta parecchio dal primo film, qui tutto è molto più drammatico, cupo e melò al contrario del primo in cui si respirava un'aria scanzonata e divertente ricca di battute e dialoghi ironici.
    Il Ritorno di Ringo, scritto e sceneggiato a quattro mani da Duccio Tessari e dal quel volpone di Fernando Di Leo, è una tragedia greca e più precisamentre L'Odissea di Omero in salsa spaghetti (il film infatti si doveva intitolare "L'Odissea dei Lunghi Fucili").
    Un ufficiale nordista tornato a casa dopo la guerra di secessione troverà la sua città nelle mani di due banditi messicani e la sua terra e la sua bella mogliettina confiscate.
    La donna che ama sta per sposare uno dei due banditi ma solo perchè vuole proteggere la vita della piccola figlioletta, così il giovane bandito mette in scena la finta morte dell'ufficiale per accellerare i tempi delle nozze.
    Ovviamente Ringo non se ne starà con le mani in mano e travestito da indio inizia a progettare la giusta vendetta.
    Il film è lento a decollare anche a causa di una prima parte molto melò ma le scene d'azione non mancano specie negli ultimi divertententissimi venti minuti.
    Molte le scene memorabili: Ringo che si allena a sparare facendo cadere le pigne nelle tazze di metallo; la figlia di Ringo che aiuta il padre ferito ad una mano a caricare la pistola; i vasi di fiori bombaroli; il nostro eroe che blocca un coltello con il calcio del suo fucile; Ringo che in mezzo alla polvere sembra ritornare dall'aldilà ed infine la nuova frase tormentone con Ringo che stavolta ripete sempre "poi te lo spiego".
    Strepitose le scene d'azione con un Gemma in stato di grazia che senza controfigure non si risparmia in salti e voli a mezz'aria.
    Ottima la regia di Duccio Tessari esaltata anche da Sergio D'Offizi che in questo film è operatore di macchina, gran cast da spaghetto con un grandioso Giuliano Gemma in formissima (anche se un pò ridicolo all'inizio con il capello ossigenato) e il solito cattivone interpretato da Fernando Sancho che qui stranamente veste anche elegantemente, buono anche Antonio Casas nel ruolo dello sceriffo ubriacone (è sicuramente farina del sacco di Di Leo che sembra fissato con gli sceriffi alcolizzati).
    Gnocchissima Nieves Navarro che toglie il fiato per quanto è bella, a lei si affianca anche la bella Lorella De Luca che poi diventerà la moglie di Tessari, piccolo cameo per Fernando Di Leo.
    Sublime la colonna sonora del maestro Ennio Morricone con un main theme bellissimo presente anche in versione cantata dal solito Maurizio Graf.
    Sfavillante il master del DVD import della tedesca Koch Media con un ottimo comparto audio/video e un'interessante documentario sul film con interviste a Sergio D'Offizi e Lorella De Luca.
    In conclusione "Il Ritorno di Ringo" è un buon spaghetto con connotazioni da tragedia greca (L'Odissea di Omero) nonostante sia sicuramente inferiore al precedente "Una Pistola per Ringo", da cui prende solo il titolo per raccontare una storia diversa...
    ben girato e recitato ed arricchito da un meravigliosa colonna sonora di Morricone è un western all'italiana interessante e godibile, sicuramente da vedere...
    consigliato!

    Trailer Inglese

    Maurizio Graf e Ennio Morricone - Il Ritorno di Ringo

    Antonio Bruschini parla de "Il Ritorno di Ringo"

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    7 Donne per i Mac Gregor

    Franco Giraldi (Frank Grafield) - 1967
    Cast: David Bailey, Agata Flory, Leo Anchoriz, Georges Rigaud, Roberto Camardiel.

    Sinossi:
    Un gruppo di banditi dopo aver sequestrato la cassetta colma d'oro dei Mac Gregor, si rende protagonista di un'aggressione ai danni di sette ragazze che in riva al fiume sono alla ricerca di pepite d'oro.
    Gli intrepidi Mac Gregor, dopo aver preso le difese delle ragazze, sono chiamati a recuperare l'oro di famiglia: per questo non resta altro che penetrare nella cittadella dei banditi presidiata da un vero e proprio esercito di fuorilegge.
    Per i sette ragazzi nulla è impossibile, ma dopo aver recuperato il tesoro di famiglia, Gregor scopre che la sua futura sposa, Rosita, è stata rapita dai banditi...
    I sette Mac Gregor tornano a far parlare di sé con le loro imprese; e questa volta, a fianco dei travolgenti fratelli scozzesi, ci sono sette indiavolate ragazze irlandesi dalla testa calda e dal cuore intrepido.

    "Whisky e gloria, hurrah per i Mac Gregor!"

    Sequel confezionato sulla scia del successo di "7 Pistole per i Mac Gregor" per un film ancora più scatenato, ironico e fumettoso.
    Franco Giraldi riprende in mano le gesta della famiglia Mac Gregor nuovamente sceneggiate dagli specialisti Fernando Di Leo ed Enzo Dell'Aquila che ci regalano i soliti ottimi dialoghi.
    La storia si regge un pò per scommessa e si punta tutto sull'esagerazione e sul ritmo per divertire e intrattenere al meglio lo spettatore, però nonostante i toni un pò picareschi e qualche scazzottata alla Bud Spencer e Terence Hill non siamo ancora nel sottofilone pecoreccio a venire e la violenza spaghettara e qualche scena truculenta sono ben presenti.
    Questa volta i Mac Gregor verranno depredati dell'oro di famiglia e i sette fratelli dovranno recuperarlo dalle grinfie dei banditi messicani di turno.
    Le donne del titolo in realtà hanno una parte molto marginale e compaiono solo in un paio di sequenze allietando però il pubblico maschile con un pò di cosce al vento.
    Tanti i personaggi macchiettistici come il cavadenti o il vecchio fratello di Jesse James che senza calcare troppo la mano regalano un paio di momenti abbastanza divertenti.
    Presenti anche alcune "parolinate" con qualche situazione ripresa dal primo capitolo (il cannone, la filiera di fucili ecc.) arricchite da balli e scazzottate di gruppo ma anche da un bel catfight.
    Invece della pale di un mulino stavolta il duello finale avverrà a bordo di un treno a vapore in corsa.
    Ottima la regia del bravo Franco Giraldi, il cast è quello del primo film, composto prevalentemente da stunt e cascatori (in questo caso c'è anche una donna), con l'aggiunta di qualche volto nuovo, purtroppo David Bailey il protagonista di questo sequel (Gregor Mac Gregor) non è ai livelli del Robert Woods del primo capitolo, starlette di turno la solita baffuta Agata Flori.
    Meravigliose ma di riporto le musiche del maestro Ennio Morricone che riassembla in modo nuovo pezzi già utilizzati in "Per qualche dollaro in più" e in "7 pistole per i Mac Gregor".
    Ottimo il master del DVD della RHV con un buon comparto audio/video; come extra abbiamo un'interessante intervista a Franco Giraldi, il trailer e una gallery.
    In conclusione "7 Donne per i Mac Gregor", nonostante i limiti di una trama un pò tirata via e di un protagonista non convincente, è uno spaghetto scanzonato, divertente e pieno di ritmo...
    puro e godibile intrattenimento western all'italiana.

    Titoli di Testa

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    Navajo Joe

    Sergio Corbucci - 1966
    Cast: Burt Reynolds, Aldo Sambrell, Nicoletta Machiavelli, Fernando Rey, Tanya Lopert, Franca Polesello, Lucia Modugno, Pierre Cressoy.

    Sinossi:
    Spalleggiati da una numerosa e feroce banda di briganti, i due fratelli Jeffrey e Duncan sono soliti assalire le riserve indiane e portare gli scalpi degli uccisi al paese, dove vengono compensati con un dollaro per ogni testa scotennata. Ma un giorno nel villaggio trovano affissi alcuni manifesti che promettono grosse taglie per le loro teste. Mentre mettono il paese a ferro e fuoco per vendicarsi, vengono informati dal corrotto dottor Lyn Chester che un treno con mezzo milione di dollari sta viaggiando verso Esperanza. Questa conversazione, ascoltata casualmente dalle ragazze del saloon, viene riferita a Navajo Joe, un indiano che già da tempo sta perseguitando da solo Duncan e i suoi accoliti. I banditi però precedono l'indiano e si impadroniscono del treno sterminando viaggiatori, scorta ed equipaggio. Ma Joe nella notte riesce a soverchiare le sentinelle e a condurre il treno ad Esperanza dove l'indiano tenta di organizzare una difesa...

    Grande ma poco conosciuto spaghetto dello "specialista" Sergio Corbucci, girato subito dopo il cultissimo Django, Navajo Joe è uno dei rarissimi western che vede un indiano come eroe positivo con il protagonista (ancora caso raro per il genere) che muore nel finale.
    Il film è prodotto da De Laurentiis che voleva cavalcare il successo dello spaghetti puntando su un film con indiani, grande tabù per il western all'italiana soprattutto perchè i pellerossa all'amatriciana rendevano qualsiasi tentativo davvero ridicolo.
    De Laurentiis voleva Marlon Brando come protagonista ma ovviamente si optò per un Burt Reynolds qui al suo primo ruolo da protagonista, Burt fu preso perchè in qualche modo somigliava a Brando ma anche perchè più che attore all'epoca era un ottimo stunt.
    Corbucci su un soggetto di Ugo Pirro, sceneggiato da Piero Regnoli e Fernando Di Leo, con questa pellicola si schiera per primo a favore degli indiani mostrandoli come eroi positivi perseguitati razzialmente, il tutto avviene nel 1966 prima del famoso "Soldato Blu" di Ralph Nelson.
    Navajo Joe è uno spaghetto bello crudo e violento come da poetica Corbucciana ma esaltato anche da una caratterizzazione psicologica dei personaggi principali davvero riuscita (soprattutto quella dello spietato cattivone).
    La storia narra di questo Navajo, che si chiama Joe, che assiste allo sterminio della sua tribù ad opera dei cattivissimi fratelli Duncan e Jeffrey con l'ausilio dei loro sgherri.
    Il nostro Joe ovviamente si metterà sulle loro tracce per compiere la giusta e tremenda vendetta ma nel frattempo Duncan grazie al medico corrotto di una ridente cittadina decide di assaltare un treno che viaggia verso Esperanza perchè trasporta un bel gruzzolone.
    Per riavere i propri soldoni i cittadini si rivolgono a Navajo Joe che in cambio di un dollaro a persona per ogni bandito ucciso sterminerà l'intera banda di Duncan.
    Gran finale controcorrente, raro e bizzarro per il genere, poi meglio affrontato e messo in scena dallo stesso Corbucci con "Il Grande Silenzio", con la scena cult (ripresa in qualche modo anche da Quentin Tarantino in "Kill Bill - Vol.1") di Duncan che viene ucciso con una scure in fronte e Navajo colpito a morte che spira subito dopo aver compiuto la sua vendetta.
    Sublime la regia di Sergio Corbucci, vero maestro del genere insieme a Leone, che con il supporto di Ruggero Deodato qui aiuto regista, confeziona un film pieno di ritmo e azione, arricchito da immensi e meravigliosi paesaggi spagnoli.
    In partissima, e fisicamente strepitoso anche nelle scene di azione, Burt Reynolds nel ruolo di Joe, nonostante un parrucchino che sinceramente lo rende un pò ridicolo ma va detto che il vero mattatore della pellicola è Aldo Sambrell che ci regala uno dei cattivoni più riusciti dello spaghetto, un bastardo meticcio che per questo motivo odia e uccide spietatamente sia gli indiani che i bianchi; piccola particina anche per il sempre bravo Fernando Rey, starlette di turno la bella Nicoletta Machiavelli qui in una parte molto drammatica e seriosa.
    Grandiosa la colonna sonora del maestro Ennio Morricone lontana dalle sue solite musicalità per il genere, una musica che sembra quasi una marcia funebre a tratti ossessiva e assordante con quel coretto che ripete in continuazione il nome del protagonista "Navajo Joe"; le tracce "Una forma del destino", "La fine di Barbara" e "Il ritorno di Joe" sono state utilizzate da Quentin Tarantino nel 2004 in "Kill Bill - Vol. 2".
    Splendido il master del DVD import della Tedesca Koch Media che finalmente contiene anche la traccia audio italiana anche se non viene nemmeno riportata nelle specifiche tecniche della back cover del prodotto che però viene presentato in un bel packaging in slipcase con tanto di booklet all'interno.
    Ottimo il comparto audio/video arricchito da interessanti extra come un documentario con interviste a Ruggero Deodato (aiuto regista in questo film) e la starlette Nicoletta Macchiavelli, una featurette di Antonio Bruschini che parla di Navajo Joe ed una sulle locations, completano l'offerta i trailer originali (Inglese e Tedesco) e una galleria di immagini.
    In conclusione "Navajo Joe" è una piccola gemma dello spaghetti offertaci dallo specialista Sergio Corbucci, un film crudo, violento, pieno di ritmo e azione ed esaltato da meravigliose locations, una pellicola poco conosciuta (non dai cultori ovviamente) con una storia rara per il genere che utilizza un indiano come protagonista assoluto ed eroe positivo affrontando prima di tutti quelle tematiche (pro-indiani) che faranno il successo di cult come "Soldato Blu", un film un pò fuori dagli schemi dello spaghetto che osa fino alla fine offrendo allo spettatore anche l'inaspettata morte del protagonista.
    Navajo Joe è un film ottimamente girato e interpretato ed arricchito dall'ennesimo eccezionale score del maestro Morricone...
    una visione obbligatoria e imprescindibile per tutti gli amanti del genere!

    Trailer Inglese

    Trailer Tedesco

    Antonio Bruschini parla di Navajo Joe

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    Lo Voglio Morto

    Paolo Bianchini - 1968
    Cast: Craig Hill, Lea Massari, Andrea Bosic, Cristina Businari, Rick Boyd (Fedrico Boido), Frank (Francisco Braña), Jose Manuel Martin, Jose Canalejas.

    Sinossi:
    Mentre è ancora in corso la guerra di secessione, Clayton, un cowboy, si reca da un suo caro e vecchio amico per comprargli la fattoria. Costui, vedendo che la transazione sarebbe stata regolata con denaro sudista, nel rendergli noto che la moneta è fuori corso, gli concede un diritto di opzione. Intanto la sorella di Clayton viene uccisa da due fuorilegge e, mentre egli ritorna all'albergo in cui l'aveva lasciata, apprende la triste notizia. Messosi alla ricerca dei due giunge in un ranch, dove due ragazze schiave e serve di un gruppo di banditi gli danno ospitalità e gli indicano inoltre quali sono gli assassini. In seguito una delle donne ascolta la conversazione che il capo ha con alcuni suoi uomini: egli, fornitore di armi all'esercito sudista, ha investito tutto il patrimonio nell'ultimo carico. Ma un imprevisto incontro fra due alti ufficiali, nordista e sudista, per trattare la pace, mette in pericolo tutto l'affare...

    "Clayton, Clayton, lui pagherà
    ha fatto il male...pagherà.
    Ci pensa Iddio per tutti noi
    penserà Iddio anche per lui.
    Non va mai lontano chi male ti fà
    aspetta sul fiume di lì passerà.
    Lascialo andare il tempo verrà
    e un sabato giusto per lui arriverà.
    Chi fa del male non crede mai
    che un giorno o l'altro lo pagherà
    penserà Iddio anche per lui
    e lo sa Iddio quello che fa.
    Non va mai lontano chi male ti fà
    se aspetti sul fiume di lì passerà"

    Piccolo e poco consciuto gioiellino del western all'italiana prodotto da Corrado Ferlaino prima di diventare il presidente del Calcio Napoli.
    Lo Voglio Morto è un film pieno di ritmo, azione, violenza e sparatorie sorretto però anche da una storia molto godibile e da una meravigliosa regia di Paolo Bianchini.
    L'incipit è di culto e la pellicola macina subito morti ammazzati con il nostro pistolero Clayton che sventa un agguato guardando il riflesso dei nemici nella sua tazza di caffè bollente.
    Siamo dalle parti della vendetta con la sorella di Clayton che viene violentata e uccisa da un ceffo di nome Jack Blood, ovviamente sul luogo del delitto Clayton troverà un indizio e si metterà sulle tracce del cattivone proprio perchè a questo punto..."lo vuole morto".
    Aiutato da due mignotte piene di umanità, romanticismo e problemi esistenziali il povero Clayton per compiere la sua giusta vendetta si troverà invischiato in un affare ancora più grosso.
    Il signorotto capo di Jack Blood si arricchisce vendendo armi grazie alla guerra di secessione, tuttavia l'imprevisto incontro di due generali, nordista e sudista, per discutere le condizioni della pace rischia di mandare all'aria i suoi affari.
    Il signorotto offre 100.000 dollaroni a Blood e ai suoi sgherri per organizzare un attentato durante le trattative di pace ma una delle mignotte ascolta e spiffera i loschi piani prima di venire ammazzata.
    Sarà compito di Clayton sventare l'attentato e contemporaneamente vendicare la povera sorella.
    Molte le scene con pestaggi (ma anche con frustate o torture col fuoco), sparatorie, violenza e sangue (il carro che investe il signorotto trafficante di armi) col povero Clayton che ne prende di mazzate prima di compiere la sua missione.
    Nel '68 quel precursore di Bianchini inserisce anche una bella roulette russa e ci regala un doppio finale con il duello tra Clayton e Blood seguito da quello che vede i cattivi rimasti scannarsi tra di loro per accaparrarsi, senza dividerli, tutti i 100.000 dollaroni pattuiti per l'attentato.
    Il vento porterà i dollari tra le mani di Clayton che potrà finalmente comprarsi la fattoria dei suoi sogni per andarci a vivere insieme con la mignotta romantica sopravvissuta!
    Meravigliosa e tecnicamente ottima la regia di Paolo Bianchini che confeziona una pellicola di grande fattura con inquadrature particolari e ricercate che viene arricchita da scene d'azione e di sparatorie ottimamente girate.
    Non male il protagonista americano, Craig Hill, con i suoi occhioni blu e il faccione quasi perennemente incazzato, gonfio di botte o sporco di sangue; notevolissimo il grande Jose Manuel Martin nel ruolo del cattivone Jack Blood che insieme alla mignotta romantica interpretata da Lea Massari ruba la scena a tutti.
    Splendida la colonna sonora di Nico Fidenco con tanto di canzoncina in inglese dedicata a Clayton nei titoli di coda (nel trailer originale la sentiamo però cantata in italiano ed è ancora meglio).
    Non ai livelli a cui ci ha abituati (ma è una vecchia release andata anche out of print) il DVD della tedesca Koch Media con traccia audio italiana ma che presenta comunque un comparto video più che valido nonostante qualche graffio e spuntinatura; zero extra purtroppo a parte il trailer originale e la galleria di immagini.
    In conclusione "Lo Voglio Morto" è un piccolo e poco conosciuto gioiellino dello spaghetto, un western all'italiana con tutte le carte in regola: ricco di azione, ritmo e tanta violenza, sorretto da una buona trama, un cast convincente, una regia superiore e uno splendido score musicale...
    da recuperare e rivalutare...consigliato!

    Trailer

    Edited by neverlando - 9/6/2009, 13:04
     
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    Il Grande Silenzio

    Sergio Corbucci - 1967
    Cast: Jean-Louis Trintignant, Klaus Kinski, Vonetta McGee, Frank Wolff, Luigi Pistilli, Marisa Merlini, Mario Brega, Loris Loddi, Carlo D'Angelo, Spartaco Conversi.

    Sinossi:
    Alla fine del 1800, tra il confine tra Messico e Usa cade abbondantemente la neve. Il fatto eccezionale porta i numerosi banditi che vivevano sui monti a scendere a valle. Di questa circostanza ne approfittano i Bounty Killer che uccidono per taglie anche di pochi dollari. Tra i più feroci vi è Tigrero, un sanguinario con il cappello da prete e la pelliccia da donna. Ma vi è un pistolero solitario che fa tremare i bounty-killer, lo chiamano Silenzio sia perchè è muto e sia perchè dopo che è passato lui resta soltanto il silenzio e la morte. Pauline, vedova perchè Tigrero gli ha ucciso il marito, s'innamora di Silenzio e lo convince a vendicare il marito morto...

    "...non si può da soli lottare contro la violenza."

    Insieme a "Vamos a Matar, Compañeros" e "Django", "Il Grande Silenzio" è un altro meraviglioso cult del troppo sottovalutato Sergio Corbucci, l'antitesi del western americano per un capolavoro dello spaghetti western e del cinema in generale, un film da inserire tra i classici del genere, senza se e senza ma, anche accanto ai masterpieces di Sergio Leone.
    Il Grande Silenzio sovverte ogni regola e stilema dello spaghetto grazie alle locations innevate (gran tabù per il western in generale) di Cortina d'Ampezzo, al ribaltamento dei ruoli con i cattivi che diventano i buoni e con i buoni che diventano i cattivi, e soprattutto grazie al totale e definitivo trionfo del male.
    Un film violentissimo come da poetica Corbucciana con corpi crivellati dai colpi, mani martoriate e pollici tranciati in un tripudio di sangue che viene esaltato dalla candida neve.
    Tutta la pellicola è cinica, crepuscolare e senza speranza ma anche lirica, malinconica e ricca di atmosfera, un film che mette in scena "un mondo governato dalla legge del più forte, un mondo cattivo, dove lo sforzo del singolo è vano, dove i reietti sono reietti proprio perché più deboli e quindi destinati ad essere schiacciati", un mondo in cui vivono e agiscono personaggi spietati, lirici e meravigliosi.
    La storia narra di un gruppo di bandidos (poco più che ladri di galline) che ruba per campare e che è costretto a rifugiarsi lontano dalla cittadina di Snow Hill, tra le montagne al freddo della neve, per sfuggire ai bounty killer che sono giunti in loco per incassare le facili taglie che penzolano sulle loro teste.
    Tra i bounty killer c'è lo spietato Tigrero, vestito con una pelliccia di donna ed una sciarpa che gli copre il capo sotto un cappello da prete.
    Tigrero è un uomo feroce e senza nessuna regola se non quella del proprio tornaconto personale, un cacciatore di taglie che considera le proprie vittime come semplice merce per i suoi affari.
    A contrastarlo c'è Silenzio un pistolero muto chiamato così sia perchè è muto e sia perchè dopo che è passato lui resta soltanto il silenzio e la morte.
    La leggenda narra che l'idea del pistolero muto sia di Marcello Mastroianni che da appassionato dello spaghetto voleva assolutamente interpretarne uno, così a causa dei suoi problemi nel recitare in inglese aveva suggerito a Corbucci di scrivere un western con un protagonista muto.
    Si narra inoltre che Trintignant, scelto come protagonista perchè Franco Nero era già impegnato, si rifiutava di imparare le sue battute, non ritenendo il western "vero cinema" e da qui quindi la vendetta di Corbucci che gli leva ogni tipo di battuta ripescando l'idea del pistolero muto; altre voci invece riferiscono che anche Jean-Louis non sapesse parlare/recitare in inglese.
    Comunque sia questo Silenzio odia i bounty killer perchè da piccolo gli hanno ucciso i genitori e gli hanno squarciato la gola tagliandogli le corde vocali e rubandogli la voce per sempre.
    Silenzio ha le sue regole e uccide soltanto dopo che il suo nemico ha estratto la pistola ("estrae per secondo e spara per primo") freddandolo con la sua Broomhandle Mause 9mm, "una pistola semi-automatica che ha come particolarità il caricatore davanti al grilletto, una lunga canna ed il manico simile ad un ramo di ginestra da cui il nomignolo di Broomhandle".
    Ad aiutare silenzio c'è lo sceriffo di contea, un personaggio a tratti comico e ficcanaso ma al contempo duro e abile nel far rispettare la legge e Pauline la vedova "nera" che si innamora suo malgrado di Silenzio ma che nel frattempo è bramata dal viscido signorotto locale che utilizza e sfrutta la legge per arricchirsi con lo sterminio dei poveri bandidos.
    Memorabile e da antologia del cinema il finale (forse suggerito dallo stesso Trintignant), inaspettato ma più realistico di quanto sembri nonostante la sua crudezza ed efferratezza, un finale con un duello senza onore che avviene a distanza con Silenzio che verrà prima martoriato alle mani da uno sgherro di Tigrero che poi in piedi davanti alla porta del saloon con gli occhi sbarrati follemente gli darà il colpo di grazia uccidendolo insieme alla donna che ama per poi trucidare tutti i bandidos catturati per invogliarlo al confronto armato.
    Il male vince definitivamente e Tigrero si allontana con la Broomhandle Mause 9mm di Silenzio per andare a riscuotere le taglie dei bandidos che ha appena massacrato in nome della legge.
    Corbucci girò anche un finale "happy" alternativo perché i produttori si mangiarono il sigaro vedendo questo finale così sconcertante e poco commerciale, il finale buonista vede il redivivo sceriffo intervenire all'ultimo secondo durante il duello ed aiutare Silenzio a far piazza pulita di Tigrero e dei suoi amici bounty killer, tuttavia quel marpione di Corbucci lo girò talmente con i piedi che la produzione fu costretta ad accettare il grandissimo ed originale finale che ha reso "Il Grande Silenzio" un capolavoro indiscusso.
    "Era giusto che vincesse Kinski, era più bravo, sparava meglio, stava al caldo, quello stava al freddo, con le mani spappolate. Poi, diciamolo, Trintignant non sapeva sparà bene.
    Zanuck (il produttore) si mangiò il sigaro in proiezione. Era la prima volta che un cattivo vinceva nel west. Non solo. Uccideva tutti gli ostaggi e se ne andava via con la sua pelliccia di visone." (Sergio Corbucci)
    Sublime la reglia di Sergio Corbucci che nonostante qualche zoom di troppo confeziona un film ricco di atmosfera rendendo credibili e meravigliose le locations innevate di Cortina D'Ampezzo e infarcendo l'intera pellicola di situazioni e sequenze indimenticabili.
    Stellare il cast con Jean-Louis Trintignant convincentissimo come protagonista western che regala un'indimenticabile e malinconica interpretazione utilizzando solo le espressioni degli occhi e del volto senza proferire nessun tipo di battuta; immenso quel folle di Klaus Kinski che ci regala il suo ennesimo folle cattivone d'antologia doppiato con perfetta voce da psicopatico da Giancarlo Maestri, alla fine della storia è lui il vero protagonista e Il Grande Silenzio del titolo non si riferisce al pistolero muto ma al silenzio della morte elargito da Tigrero prima dei titoli di coda; ottimo tutto il resto del cast con il sempre bravo Frank Wolff, la bellissima Vonetta McGee e il viscido Luigi Pistilli affiancanto da Mario Brega.
    Meravigliosa la colonna sonora del maestro Ennio Morricone che confeziona un'altro indimenticabile score carico di lirismo esaltato da stupendi violini utilizzati sapientemente nelle sequenze più memorabili del film.
    Ottimo, nonostante qualche piccola imperfezione, il master del DVD import della tedesca Kinowelt che vanta un comparto video brillante è una buona traccia audio italiana; come extra abbiamo l'indispensabile finale alternativo e il trailer originale tedesco.
    In conclusione "Il Grande Silenzio" è film da affiancare ai capolori del genere regalatici da Leone, senza se e senza ma...
    tra i migliore spaghetti di sempre, un film che sovverte completamente le regole del western con una storia cruda, violenta, crepuscolare, malinconica e senza speranza...
    per una volta non si racconta nessuna favola e non c'è nessun eroe fumettoso a far piazza pulita protetto dalle solite piastre metalliche...
    come spesso accade anche nella realtà qui vince il male e trionfa il cattivo e non c'è nessun ridicolo twist a cambiare le carte in tavola!
    La grande regia di Corbucci, le sublimi atmosfere, le locations innevate fuori dagli schemi del genere, il cast stellare e la stupenda musica di Morricone lo rendono una visione obbligatoria per gli amanti dello spaghetto e per ogni cinefilo che si rispetti...
    capolavoro!

    Trailer Americano

    Trailer Tedesco

    Il Finale

    Il Finale Alternativo

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    Cjamango

    Edoardo Mulargia - 1967
    Cast: Sean Todd (Ivan Rassimov), Mickey Hargitay, Hélène Chanel, Livio Lorenzon, Ignazio Spalla, Piero Lulli, Rick Boyd (Federico Boido), Nino Musco.

    Sinossi:
    Due banditi, El Tigre e Don Pablo, a capo delle rispettive bande aggrediscono Cjamango rubandogli un'ingente quantità d'oro che egli aveva vinto in una partita a poker. Guarito dalle ferite riportate durante l'aggressione, Cjamango decide di recuperare l'oro che nel frattempo è finito nelle mani di El Tigre...

    Poverissimo spaghetto girato con pochi mezzi e prevalentemente in un'unica location, prodotto da Vincenzo Musolino il film tenta di capitalizzare sul successo di Django di Sergio Corbucci storpiandone il titolo in Cjamango.
    Ovviamente il nostro eroe è caratterizzato frullando i tratti salienti di Django e de lo Straniero di "Per Un Pugno di Dollari"; la trama non è nulla di esaltante, la solita solfa con relativa caccia al bottino con il nostro Cjamango che si trova in mezzo a due bande rivali (Per un Pugno di Dollari) per recuperare l'oro che gli è stato sottratto.
    La sceneggiatura è infarcita con qualche situazione un pò melò grazie all'inserimento di un povero bambino messicano che si affeziona al nostro eroe che ripetutamente lo salva dalle grinfie dei cattivoni di turno.
    Finale un pò telefonato con le intenzioni del pistolero misterioso che si capiscono fin dal primo quarto d'ora di proiezione.
    Edoardo Mulargia fa quel che può alla regia concentrandosi soprattutto nelle scene di azione e sparatorie, Cjamango è interpretato dal bravo Sean Todd, alias Ivan Rassimov, qui al suo primo ruolo da protagonista.
    Gran cast di cattivoni con il pelato Livio Lorenzon e un Piero Lulli in stato di grazia, monoespressivo come al solito Mickey Hargitay che per fortuna è relegato in un ruolo da co-protagonista, starlette di turno è Hélène Chanel che comunque ha nella vicenda un'importanza quasi marginale.
    Meravigliosa la tromba delle musiche di Felice Di Stefano che ci regala uno score davvero gasante e ben realizzato.
    Stranamente poco esaltante il master del DVD della tedesca Koch Media (con audio ITA) con colori opachi, poco vividi e qualche imperfezione (graffi, spuntinature ecc.) anche se la visione globale risulta più che accettabile, buono il comparto audio; come extra abbiamo la solita featurette con Antonio Bruschini.
    In conclusione "Cjamango" è uno spaghetto povero, poco originale e abbastanza fiacco (va detto che l'ho visto dopo essere tornato dalle vacanze e che mi ci sono anche abbioccato) che tuttavia si lascia guardare tranquillamente dall'appassionato del genere...
    for fans only!

    Trailer

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    Odia il Prossimo Tuo

    Ferdinando Baldi - 1968
    Cast: Spiros Focás, George Eastman (Luigi Montefiori), Nicoletta Machiavelli, Ivy Holzer, Roberto Risso, Paolo Magalotti, Franco Fantasia, Claudio Castellani, Horst Frank.

    Sinossi:
    Per incarico del ricco possidente Chris Malone, il pistolero Garry Stevens uccide Bill Dakota, proprietario della mappa di un giacimento d'oro, e la sua giovane moglie.
    Ken, fratello dell'ucciso, si propone di vendicare la morte del fratello e di recuperare la preziosa mappa che ora è nelle mani dei due malviventi. Riuscito a fare arrestare Garry ed a farlo condannare per omicidio, Ken deve assistere, senza poter intervenire, alla liberazione del bandito da parte di Chris e dei suoi uomini. La mappa del giacimento è però passata dalle mani di Garry in quelle di Ken, il quale non esita ad offrila a Chris a patto che questi consegni alla giustizia l'assassino dei suoi congiunti...

    Povero spaghetto che ha comunque il suo fascino e la sua dignità soprattutto grazie ad un paio di idee interessanti e sui generis che sono condite da una buona dose di violenza.
    Alla regia c'è lo specialista Ferdinando Baldi, qui un pò sottotono rispetto ad altri suoi western; la storia come al solito è poco originale e un pò tirata via e il film narra di una mappa divisa in due parti e della solita caccia al tesoro con relativi intrecci, colpi di scena, tradimenti e ricerca ossessiva delle giusta vendetta.
    Come da geniale titolo le situazioni sanguinarie non mancano con i cattivoni che non risparmiano nemmeno le donne anche se Baldi non calca mai la mano e confeziona anche un finale un pò troppo buonista.
    Tra le tante trovate interessanti si segnala l'ormai famoso duello in stile gladiatori con i peones che vengono costretti a duellare tra di loro in un'arena armati di guantoni uncinati, il tutto per avere in salvo la vita e guadagnarsi il diritto alla libertà.
    Nota dolente del film è il pessimo attore greco, Spiros Focás, che intepreta il protagonista buono e che risulta scandaloso perfino nelle scene d'azione.
    Fortunatamente a salvare la situazione ci sono due cattivoni d'antologia con il solito immenso e cattivissimo Horst Frank e un gigantissimo (anche fisicamente) Luigi Montefiori (alias George Eastman) davvero convincente nel ruolo del pistolero sadico e un pò folle, celebre la sequenza (ascoltate gli aneddoti raccontati da Montefiori negli extra del DVD) che lo vede appeso a testa in giù in prossimità di una buca piena di serpenti e con la corda che lo regge che viene lentamente rosicchiata dai topi!
    Un pò sottotono la regia di Ferdinando Baldi forse anche a causa dei pochi mezzi e soldi a sua disposizione, oltre all'ottimo lavoro svolto dai già citati Luigi Montefiori e Horst Frank si segnala la presenza nel cast della bella (e brava) Nicoletta Machiavelli.
    Discrete le musiche di un certo Robby Poitevin con tanto di canzoncina nei titoli di testa.
    Ottimo il master del DVD Import della tedesca Koch Media (con audio ITA) con un buon comparto audio/video e un'interessantissima featurette con interviste a Ferdinando Baldi e Luigi Montefiori ricche di aneddoti sulla lavorazione della pellicola.
    In conclusione "Odia il Prossimo Tuo" non è certo un capolavoro ma sicuramente un discreto spaghetto che nonostante la povertà di mezzi e soldi fa il suo dovere soprattutto grazie ad un paio di trovate interessanti, un film girato discretamente ed elevato da due grandi interpretazioni di Luigi Montefiori e Horst Frank...
    il ritmo non manca e la pellicola intrattiene senza annoiare fino ai titoli di coda, gli appassionati del genere non rimpiangeranno per nulla il tempo speso per vederlo...
    da vedere!

    Titoli di Testa

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    Sentenza di Morte

    Mario Lanfranchi - 1968
    Cast: Robin Clarke, Tomas Milian, Richard Conte, Enrico Maria Salerno, Adolfo Celi, Lilli Lembo, Luciano Rossi.

    Sinossi:
    Cash, un giovane pistolero, giura di vendicare la morte del fratello, ucciso per rapina da quattro uomini: Diaz, un uomo di pochi scrupoli che aveva messo a frutto i soldi della rapina vivendo in un piccolo ranch; Montero che passa la vita ai tavoli da gioco; Baldwin un esaltato che uccide per far trionfare, a quanto egli dice, la giustizia divina e un certo O'Hara pistolero albino affascinato solo dall'oro e dalle donne con i capelli biondi, appunto, come l'oro.

    "Perchè fai tutto questo?"
    "Perchè debbo farlo"
    "E non c'è altro per te?"
    "Cosa ci può essere? no...non c'è altro finchè non avrò finito"
    "Ma poi?"
    "Il futuro non ha importanza e qui non esiste futuro"

    Curioso spaghetto diretto dall'intellettualoide Mario Lanfranchi, regista famoso per le sue produzioni televisive culturali e per la regia di opere liriche e teatrali.
    Il buon Lanfranchi scrive e confeziona il suo filmetto western suddividendo la storia in quattro episodi (o meglio quattro atti) legati insieme dal protagonista principale e dalla sua sete di vendetta.
    Nonostante la suddivisione ad episodi poco convincente, la trama vista e rivista e l'azione che latita, Lanfranchi ci regala un western all'italiana più che discreto con parecchi momenti e sequenze memorabili sorrette da dei dialoghi molto incisivi.

    "Io ebbi il privilegio di benedire la salma di tuo fratello...aspiro al privilegio di benedire anche la tua"

    Circondato da un'atmosfera molto gotica il Django di turno, che beve solo lattuccio (ancora?), dovrà vedersela con un predicatore che uccide per far trionfare la sua giustizia divina, un giocatore di poker incallito e un albino vestito di bianco con occhi spiritati, pistolero epilettico, folle e ossessionato dalle donne dai capelli biondi come l'oro.
    Cult la sequenza della partita di poker con in palio la vita, quella con il nostro eroe che si strappa un proiettile dalla gamba per usarlo nella sua colt scarica e tutte le scene con l'albino epilettico interpretato dal solito immenso Tomas Milian che quando appare sullo schermo ruba la scena a tutti.

    "Io ti darò..."
    "Tu non mi darai niente...io prenderò...come voi avete preso"

    Nonostante venisse additato come un'intellettuale non adatto al cinema popolare ("Un gentleman vestito sempre in maniera impeccabile. Quando arrivava sul set era come se calpestasse la merda"), e nonostante la poca predilezione per l'azione, Lanfranchi dirige un western più che discreto con parecchie sequenze registicamente memorabili elevate dall'ottima fotografia di Antonio Secchi.
    Il film è sorretto da un cast stellare con Adolfo Celi predicatore bandito, Richard Conte fattore pistolero e Enrico Maria Salerno giocatore incallito. Convincente anche il protagonista Robin Clarke grazie soprattutto alla sua adattissima "angel face".
    Ovviamente la menzione d'onore è tutta per Tomas Milian che si cuce addosso il ruolo del folle albino regalando allo spettatore la sua ennesima interpretazione memorabile.
    Ottima la colonna sonora del sempre bravo Gianni Ferrio con tanto di esaltante canzone per i titoli di testa e coda.
    Ottimo come al solito il master del DVD Import (con audio ITA) della tedesca Koch Media con un valido comparto audio/video e interessanti extra come il commmento audio di Mario Lanfranchi e la featurette con lo stesso regista che parla del suo Sentenza di Morte.
    In conclusione "Sentenza di Morte" è un curioso ma valido spaghetto che nonostante la suddivisione in episodi, una trama poco originale e l'azione latitante, riesce a regalare al suo pubblico parecchie sequenze e scene memorabili.
    Il film si eleva dal mucchio grazie ad un cast stellare, all'ottima colonna sonora, alla buona regia e all'ennesima interpretazione memorabile di Tomas Milian che grazie al suo folle albino rende questo spaghetto un must see per ogni appassionato del genere...
    da rivalutare!

    "C'è sempre qualcosa da giocare..."

    https://www.youtube.com/watch?v=_VPYeOuKLT4

    Edited by neverlando - 9/12/2009, 19:43
     
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  5. ElMariachi
     
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    bellissima sezione barbuti...
    davvero utile x ki decide di avvicinarsi x la prima volta a questo genere che rappresenta in assoluto il mio primo amore cinematografico. :)
     
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  6. neverlando
     
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    aggiunto qualche titolo visto di recente ;)
     
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  7. barbuti75
     
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    Grazie Never
    Stasera vado avanti anche io...
    Non so che farei senza di te... :wub: :wub: :wub:
     
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  8. barbuti75
     
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    Sono felice che vi piaccia ragazzi...grazie :)
    Aggiunti
    - Ammazzali tutti e torna solo
    - Il grande duello
     
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  9. MANDRAKE80
     
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    Ottima iniziativa barbuti ;)

    Seguirò con attenzione questo post, visto che il genere mi interessa molto e non ho mai avuto modo di approfondirlo!
     
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    Pur non amando particolarmente lo spaghetti western, trovo questo post molto interessante ed utile per chi vuole avvicinarsi o scoprire nuovi titoli del genere.
    Un commentino veloce veloce a "Matalo": pur riconoscendo che è sicuramente un film particolare e personale, mi è parso decisamente brutto. Rimane da vedere perchè estremamente anomalo nel genere.
     
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  11. Durden Tyler
     
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    CITAZIONE (caesars @ 16/5/2008, 12:43)
    Un commentino veloce veloce a "Matalo": pur riconoscendo che è sicuramente un film particolare e personale, mi è parso decisamente brutto. Rimane da vedere perchè estremamente anomalo nel genere.

    visto qualche giorno fa MATALO! , a me e' piaciuto, piu' che altro lascia spiazzati, ci saranno tre / quattro dialoghi per tutto il film, boomerang , musiche particolari.. e tutto sommato mi e' piaciuto :D
     
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    Mr, qual' era il film con le armi impossibili???? Lo chiedo a te che sei un amante del genere...
     
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  13. MrBlù
     
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    Hei-Amico,C'è-sabata...hai-chiuso! :woot:

    imagerece-cooming-soon ^_^


    ps...hai-buonissima-memoria! :°D
     
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    è spettacolare!!!
     
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  15. ElMariachi
     
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    Sabata è un film grandioso...
    peccato che il seguito nn sia ai livelli del primo capitolo... :(
     
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119 replies since 15/5/2008, 09:19   26576 views
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