Sangue Pazzo

di Marco Tullio Catone Giordana

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  1. marsellus wallace
     
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    Sangue Pazzo



    Regia: Marco Tullio Giordana
    Cast: Monica Bellucci, Alessio Boni, Luca Zingaretti, Tresy Taddei, Maurizio Donadoni
    Anno di produzione: 2008
    Durata: 150'
    Tipologia: lungometraggio
    Genere: drammatico/storico
    Paese: Italia/Francia
    Produzione: BI. BI. Film, Paradis Film, Orly Films; in collaborazione con Rai Cinema, Canal +



    Trama: 20 aprile 1945, 5 giorni prima della liberazione. Osvaldo Valenti, cocainomane attore di grande fama, e Luisa Ferida, anche lei attrice e sua amante senza particolari freni inibitori sessuali, vengono presi in ostaggio dai partigiani che li accusano di collaborazionismo con i fascisti e ne devono decidere le sorti. Inizia un lungo ricordo che ci mostra come i due divi dello schermo italiano siano arrivati a tale punto partendo dalla Roma del 1936 e gli anni del loro splendore sul grande schermo, quando recitavano davanti a folle ammirate e vivevano nella ricchezza.



    Commento: Durata extralarge per questo lavoro del bravo Marco Tullio Giordana, 150 minuti, mai comunque lungo quanto la sua opera più prestigiosa, La meglio gioventù (divisa in due parti al cinema in quanto dura quasi sei ore). Due ore e trenta minuti per raccontarci la storia di due amanti del periodo fascista, due famosi attori dell'era cosidetta dei "Telefoni bianchi", partendo dall'inizio in un lungo flash back e riavvolgendo la pellicola fino a ricongiungersi nella parte finale del film con la pizza completamente sistemata e pronta per una nuova proiezione (la stupenda sequenza iniziale e finale per le strade martoriate di una Milano post bellica con i due ragazzini indica proprio questo). Luisa Ferida (vero nome Luigia Manfrini Farnè) e Osvaldo Valenti furono tacciati dai partigiani di collaborazionismo fascista, dato che il loro cinema venne sostenuto dal partito di Mussolini e per vari motivi si trovarono sulla scena a contatto con degli esponenti a cui diedero il loro appoggio, senza mai però intervenire direttamente a colpire nessuna vita umana. Il 30 aprile 1945 ci fù un processo sommario a Milano che li giudicò.



    Non possiamo dirvi come andò (la fine se volete anticiparla la trovate cliccando in un sito di storia, Giordana è stato quanto mai rigoroso nel non stravolgerla) per non togliervi la sorpresa dato che il film non rivela subito la cosa. Il vero motivo della collaborazione ai fascisti (divenuta maggiormente presente dopo l'armistizio del 1943) stava nel fatto che Valenti era un cocainomane allo stato ormai irreversibile (in una scena del film intuirete che la Ferida sta praticandogli la masturbazione per lenirgli gli spasmi d'astinenza) e aveva bisogno continuamente di dosi, ormai introvabili in clima di guerra e reperibili solo conoscendo un crudele torturatore di partigiani come fu Koch, che operava in un ospedale dai dubbi intenti.
    L'alleanza con il vero criminale era comunque limitata a una curiosità di filmare le vittime e una specie di soddisfazione nel fatto che ci fosse una donna che in tutto e per tutto era la controfigura di Luisa. Se Valenti era un drogato, la Ferida era una dissoluta che non esitava ad usare il sesso per i propri intenti, arrivando addirittura, per quei tempi, a sublimare la trasgressione con una storia lesbica. I due erano due famosi attori, cresciuta lei alla corte di Blasetti che la lanciò nel film Un'avventura di Salvator Rosa,dove tra l'altro incontrò il Valenti. Dovendo cercare in qualche modo di recitare e produrre film nel periodo bellico, dovettero andare al cinevillaggio di Venezia (come si vede nel film lei vinse anche un premio al Lido, che Osvaldo usa per tagliare la coca) gestito dai fascisti, per cui in sede di giudizio partigiano si attirarono ancora di più i sospetti. Valenti arrivò anche ad entrare nella X-mas divisione nel ruolo di un controllore di zona per salvaguardare se stesso e l'amante.



    Questa la storia, che il film di Giordana non varia nei suoi punti cardine. In più, a questa bella cronaca asciutta e composta, viene aggiunta solo una storia d'amore secondaria tra la Ferida e Golfiero (Alessio Boni), un regista indipendente che avversa il regime ed è costretto a scappare, dei figli che si perdono nella trama (uno è in gestione già avanzata nel giorno dell'annuncio, trionfale, della guerra, ma poi non ne viene più data menzione) ma il quadro d'insieme è perfettamente descritto con intento cronachistico preciso.
    Il regista gioca d'iconografia quando ci fa vedere il vero contenuto delle pizze cinematografiche che i due amanti difendono strenuamente, cose che con l'amore per il cinema davvero contano nulla, tale e quale il destino della povera Irene (Tresy Taddei) con le perle che le sono state donate quasi che una maledizione possa cogliere chi distorce l'arte per il guadagno.
    Bella anche la scena della scritta che scorre inneggiante al regime, una carrellata alfabetica in una città desolata e in rovina che dimostra, insieme ai cinegiornali deliberatamente trionfatori in un momento tutt'altro che sotto controllo, che alla fine dietro le grandi opere innegabilmente costruite c'è comunque una mano che non permette la voce contraria che si erge ad opposizione (la figura di Golfiero sintetizza proprio questo).
    I due attori sono diametralmente valutabili nella recitazione : Zingaretti è coinvolto e istrione, riesce a fare la parte del guascone sempre pronto allo scherno in maniera perfetta, la Bellucci tanto per cambiare fa la donna che non ha molti freni sessuali (non la prostituta vera e propria come al solito), utilizza bene il suo corpo nel mostrarlo ma ancora una volta la sua capacità attoriale è veramente disarmante. Giordana ha pensato a lei per incarnare facilmente il personaggio ma non al fatto che avrebbe dovuto anche inscenarlo bene.
    Indipentemente da questo fatto ampiamente prevedibile, il film si può consigliare tranquillamente per una visione interessante e valida, ideale per cineforum, per conoscere la storia di due persone nel loro tempo famose che devono giocare con il fuoco non per ideologia ("Osvaldo, tu non ne sai nulla di politica!") ma per colpa dei loro vizi.
    Il periodo storico viene meglio focalizzato con degli inserti di repertorio in bianco e nero, e lo sfondo, senza perdere di vista la storia personale, è ben costruito.
    In definitiva un buon film che degnamente rappresenta un periodo storico attraverso al storia di due persone, che non pesa nonostante la durata e che può fornire spunti di riflessione ben circostanziati.
    Cinematograficamente strepitosa, come detto, l'apertura e la chiusura del film.



    Edited by hellboy1 - 13/9/2011, 11:22
     
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  2. Cate84
     
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    Ma è già uscito?

    Pensavo uscisse tra un po' :huh:
     
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  3. luca2012
     
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    E' uscito venerdì.
     
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  4. Cate84
     
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    Non dalle mie parti :angry:
     
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  5. Sixx^
     
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    Questo lo devo vedere.
     
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  6. MrBlù
     
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    ne-parlavo-nel-topic-del-festival :wub: ottime-aspettative-per-Giordana-e-la-tematica
    inoltre-Zingaretti-e-Boni-sono-due-prime-scelte-nel-panorama-nazionale!
    Il-commento-di-Mars-questa-volta-mirato-ai-temi-trattati-piu-del-suo-solito,mi-è-piaciuto
    e-mi-rinvigorisce-nella-voglia-di-cinema,Bellucci-permettendo!
     
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    stranamente la si sopporta bene in questa pellicola
     
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  8. .Makko.
     
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    sentivo che la principale critica mossa è he è troopo vicino a un linguaggio cinematografico da fitcion...diciamo una signora fiction, ma pur sempre fiction...pio non so perchè il film non l'ho visto :) ... ed è stato distribuito pure malino
     
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7 replies since 25/5/2008, 18:22   130 views
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