Charlie Bartlett

di Jon Poll

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  1. marsellus wallace
     
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    Charlie Bartlett

    immhe9

    Un film di Jon Poll. Con Anton Yelchin, Robert Downey Jr., Hope Davis, Kat Dennings, Tyler Hilton, Mark Rendall, Dylan Taylor, Megan Park, Jake Epstein, Jonathan Malen, Derek McGrath, Stephen Young. Genere Commedia, colore 98 minuti. - Produzione USA 2007. - Distribuzione DNC - [Uscita nelle sale venerdì 30 maggio 2008]

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    Trama: Charlie è un rampollo di ricca famiglia che ha un grosso difetto : pur essendo intelligente ed un ottimo studente, gli piace voler stupire a tutti i costi anche ricorrendo alle truffe. Dopo l'ennesima impresa negativa compiuta (la falsificazione delle patenti) viene esplulso dalla scuola esclusiva in cui studia, e costretto a frequentarne una statale. L'incontro con i nuovi compagni sarà traumatico, ma Charlie ha mille risorse per uscire dai guai inventando nuovi incredibili stratagemmi, come al solito senza badare a quanto siano leciti. Ma l'arcigno preside, il padre della sua fidanzata, fa di tutto per impedirgli il successo dei suoi traffici. Fino a quando ...

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    Commento: Robert Downey Junior è balzato all'attenzione degli spettatori per essere il protagonista del film targato Marvel Iron Man, ma intanto ha trovato il modo di apparire anche in questa commedia scolastico adolescenziale leggermente diversa dai soliti canoni e clichè. In questo film di Jon Poll (opera prima) fa il preside pieno di problemi personali, rimasto da solo con la figlia (Kat Dennings) che studia anch'essa nella scuola, faticando a governare delle classi con persone difficili da gestire e dove i bulli spadroneggiano picchiando i più deboli.
    La situazione sembra ingestibile, ma un giorno arriva l'esuberante Charlie Bartlett, interpretato da Anton Yelchin, giovane ma davvero bravo che ricorderete essere presente in Alpha Dog, ricco, intelligente, bravo studioso e pieno di proposte per migliorare a modo suo l'andamento generale della scuola.
    Dopo che ha subito il battesimo del fuoco destianto alle matricole da parte del bullo conclamato, Charlie elabora un raffinato piano : diventare lo psicologo degli studenti, gli procura le medicine e da le esatte diagnosi grazie al suo psicanalista privato. Il piano riesce e diventa una specie di idolo per tutti, ma non ha fatto i conti con il fatto che non tutti hanno bisogno solo di medicine, ma anche di vere attenzioni e di essere ascoltati sul serio e non per ricavare profitto. L'incontro tra il preside e Charlie non può essere altro che conflittuale, con la madre un po' schizzata (Hope Davis, brava e bella attrice da ricordare a fianco di Nicholson in A proposito di Schmidt) che per via di problemi misteriosi con il marito è continuamente in terapia.
    I soldi non fanno la felicità sembra dirci il film, in quanto questi sono l'ultimo dei problemi di Charlie e del preside, uno ne ha a bizzeffe e l'altro è benestante, dato che con essi non si compra altro che cose materiali ma non il vero rispetto e l'essenza dell'amore. Susan, la figlia del reggente della scuola, non si innamora di Charlie per la sua casa magnifica e la sua limousine, e così accade per i vari protagonisti che si trovano un pugno di mosche morali in ogni caso vadano gi affari.
    In questa commedia non è presente il lato licenzioso sensuale che di solito esplode per attirare facili spettatori (limitato a una veloce corsa a seno nudo di due studentesse) ci si concentra piuttosto sui rapporti interpersonali e le difficoltà di emergere senza calpestare o far del male a nessuno.
    Charlie non deve rubare o ricorrere a sotterfugi per avere quello che vuole, gli basta chiedere, ma essendo una persona ambiziosa e tenace (il suo sogno ricorrente è di essere acclamato come una rock star) ostenta voglia di uscire dalle righe e dalle regole per stupire gli altri. I suoi comportamenti però sono un arma a doppio taglio : agendo di massa nel consigliare e consegnare anfetamine, xanax e prozac (divertenti le sedute finte dallo psicanalista mimando i sintomi che gli altri gli hanno detto per avere le medicine giuste), si ritrova a dover gestire la pericolosa mina dell'abuso di stupefacenti, chiaro riferimento alla generazione chimico-dipendente nelle discoteche o nelle occasioni speciali non esita ad usarle in modo improprio in quanto sembrano essere l'unica vera arma per divertirsi appieno (gli applausi e le strette di mano nei corridoi dopo le feste di gruppo).
    Amara considerazione sopratutto perchè l'intelligenza di Charlie viene buttata alle ortiche, dato che il ragazzo aveva mille altri modi validi per emergere (nella scuola ci sono gruppi di studio d'arte e una sala ricreazione per libera espressione trasformata in ritrovo per spacci).
    Riprendendo un tema lanciato nell'album dei Pink Floyd The Wall che chiedeva ai professori di lasciare liberi i ragazzi ("Hey teacher, leave those kids alone!") si condanna l'uso di mezzi di controllo eccessivi come le videocamere anche in locali che servono unicamente per il ritrovo, non è certo con simili metodi repressivi che si può educare limitando sul nascere ogni tipo di iniziativa, buona o cattiva che sia, ma parlando e discutendo senza bisogno di nessun altro mezzo che non quello di capire esattamente quanto ci dicono i ragazzi.
    Molto bello il ritratto amaro e senza troppe speranze del preside fornito dal bravo Downey Jr (attore alla ribalta per il film citato ma sicurmente non scoperto adesso), sempre insicuro, mai sorridente e sempre sul filo della lama, che trova solo vacua consolazione nella bottiglia e relax facendo girare senza senso in tondo una barchetta radio comandata (un po' l'emblema del suo operato).
    Non si ride di gusto perchè il fondo è più agro che dolce, le battute sono calibrate come le situazioni mai sguaiate (e bastava davvero poco per caderci dentro visto il tema e lo sfondo) e le varie espressioni di un Anton Yelchin davvero in palla (i suoi monologhi sono ottimi) lo rendono credibile, con dei temi presenti e discussi e non solo martellati a forza tanto per metterli, vacua facciata in un mare di altro.
    Uscirete dalla sala senza rimpianti, avrete visto uno spettacolo decente, costruito con serietà nella sua leggerezza per renderlo appetibile, e ben diverso dalle solite commedie scolastiche inutili riempite di nulla e silicone.
    Charlie e i ragazzi si siedono sul water per parlare, ma i loro discorsi che per la prima volta esteriorizzano le parole che non dicono a nessuno non sono certo escrementi, dato che l'importante è ascoltare senza giudicare ("io non ti giudico" si sente dire la cheer leader dalle facili abitudiini sessuali).
    In definitiva un film valido ed interessante che va oltre il semplice leggero intrattenimento di gruppo, che si segue con piacere e senza nessun problema dato che esteriorizza molto i vari concetti con immagini dirette senza mai criptarlo, agile lettura di un angolazione di problema adolescenziale senza spreco di stupidaggini, parolacce e abusi vari di icone. Difficile davvero vedere un film americano a tema scolastico non di Gus Van Sant dove si parla così tanto, probabilmente le ottime lezioni di Modysson e altri oltreoceano hanno lasciato qualche tiepido seme.

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    Edited by hellboy1 - 9/10/2011, 11:42
     
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  2. Sixx^
     
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    Altra recensione interessante ^_^

    Cosa c’è di peggio dell'essere un adolescente ricco e nerd in una scuola pubblica? Forse esserne il preside. Potrebbe riassumersi in queste parole la trama di questo Le regole dell’attrazione versione truffaldina e maschile che mette di fronte una giovane promessa già adulta della recitazione e un giovane adulto che non smette di essere una promessa (d’incassi e qualità, soprattutto): Anton Yelchin e Robert Downwey Jr. si divertono un mondo a duellare sul filo di psicofarmaci, alcolici e lotte di principio. Un incontro da Far West: dove l’uno cerca la ribellione, l’affermazione, il successo, l’altro cerca la disciplina, l’autodistruzione, il vittimismo. A unirli l’affetto per la compagna del primo e la figlia del secondo, la splendida Kat Dennings, una Susan che tutti cercano disperatamente.
    Jon Poll mette su questo film indipendente originale e astuto per ribadire che i nerd avranno sempre la loro rivincita, specialmente se sono carini, molto intelligenti e con uno psichiatra fesso sempre a disposizione. Charlie Bartlett è il ricco pargolo di Hope Davis e di un padre in galera per evasione fiscale. Una ferita aperta nella cultura americana: non sanno decidersi se è giusto o meno che lo stato uccida i criminali, figuriamoci se si pongono il problema di un decennio dietro le sbarre per delle tasse non pagate. E poi dicono della Cina.
    Tornando a noi, il giovine è molto incazzato: è pieno di soldi e può far quello che vuole, ma è costretto a crescere prima del tempo. A fare da padre e marito alla mamma svanita, da psichiatra ai nuovi compagni di scuola (passo avanti, da tutte le scuole precedenti era stato cacciato per falsificazione di documenti e simili) che poi lo eleggono leader contro i soprusi. Nel frattempo scopre l’amore e forse capisce più se stesso, aiutato anche da un’amicizia esilarante e improbabile (Mark Rendall, semplicemente mitico). Smette di lottare per il successo e la fama, comincia a farlo per se stesso e per delle cause giuste. Un corto circuito inevitabile che lo porta di fronte a un Robert Downey Jr. più (s)fatto che nei suoi spericolati anni ’90. Cinema in pillole, potremmo chiamarlo, visto che Yelchin diventa “spacciatore” di psicofarmaci a fin di bene. Poll con un film semplice semplice - si ispira a Solondz ma qui di fughe dalla scuola media ce ne sono poche e solo nel rassicurante stile “Sundance” - va molto a fondo. Racconta una società in cui la chimica e i beni materiali hanno sostituito i più banali slanci emotivi, in cui nessuno matura, sono tutti bambini troppo cresciuti o adulti troppo infantili. Il dolore è considerato come una malattia e non come un passaggio naturale e necessario della vita e la “normalità” è allo stesso tempo meta agognata e disprezzata. Il regista, forse, è proprio in questo che fa il salto di qualità: non trancia (pre)giudizi, semplicemente descrive il non sense (comico e depressivo) del concetto di diversità. Lo fa con una bella regia, fresca e divertente, una sceneggiatura senza falle né vezzi, una buona colonna sonora, un giovane attore nato a Leningrado (scusate, anch’io sono un nostalgico) che farà parecchia strada, una serie di comprimari perfetti e Robert Downey Jr., che anche a leggere il contatore del gas, ormai, è il migliore.

    Alphabeth city

    Mi incuriosisce molto...
     
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    Pare che Downey Junior ultimamente non sbagli un colpo ^_^
     
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  4. MrBlù
     
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    già!
    ottima-recensione-marsellus,sono-molto-invogliato-sia-dalla-tematica-che-dalla-presenza-di-certi-attori
     
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    trama facilina facilina ma di lodevoli contenuti
     
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  6. alebia
     
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    davvero bello. voto 7
     
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  7. redmeteor
     
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    anche per me è stata una sorpresa davvero caruccio come film voto 7
     
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  8. Sixx^
     
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    Commedia leggera, però gradevolissima. Per passare 90 minuti di spensieratezza è super adatta, e non mancano le risate. La trama, secondo me, è molto originale, non è la solita commediola da adolescenti acerbi ;)
     
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7 replies since 2/6/2008, 08:01   109 views
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