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Sixx^.
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Titolo Originale: SAVAGE GRACE
Regia: Tom Kalin
Interpreti: Julianne Moore, Stephen Dillane, Eddie Redmayne, Elena Anaya, Unax Ugalde, Belen Rueda, Hugh Dancy
Durata: h 1.33
Nazionalità: Francia 2005
Genere: drammatico
Tratto dal libro omonimo di Natalie Robins e Steven ML Aronson, il film racconta l'incredibile storia vera di Barbara Daly, ragazza di bassa estrazione sociale che sposa il magnate Brooks Baekeland, aitante erede della fortuna accumulata dal padre, Leo, inventore della bakelite. Barbara è bella, rossa e carismatica, ma disperatamente inadeguata alla classe sociale e al mondo del marito. La nascita dell'unico figlio della coppia, Tony, rischia di compromettere il precario equilibrio di questa unione di estremi. Crescendo, il ragazzo si sente un fallimento agli occhi del padre e sviluppa un rapporto sempre più simbiotico e morboso con la madre, che getterà le basi di una tragedia di spettacolare efferatezza e decadenza.
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luca2012.
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Purtroppo spostato al 20. . -
Trinità&Bambino.
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Lo ho visto oggi e nonstante le premesse interessante lo ho trovato un film abbastanza gratuito e tutto sommato inconcludendte.
Ora devo uscire, magari dopo scrivo qualche cosa di più.
Non mi ha detto molto comunque.. -
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I'm seeing a tunnel at the end of all these lights
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visto il trailer giovedì, mi ispira assai ma non so se riuscirò a vederlo al cinema 
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Kurtz.
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Non capisco le reazioni negative - quasi unanimi - della stampa di fronte al film di Kalin. Che non sarà Haynes, e siamo d'accordo, ma secondo me è riuscito a raccontare un evento di cronaca nera-scandalosa in punta di piedi. Quando si mette in scena (e al cinema il concetto vale in senso letterale e dunque anche più scabroso) un incesto è sempre facile fallire, invece, proprio riflettendo sulla sequenza nevralgica, che sta quasi alla fine del film credo si possa elogiare il lavoro del regista: pudico, senza essere freddo, ma anche bravo nell'evitare ogni eccesso scabroso. Una messinscena che deve mettere in risalto l'apparente normalità sotto cui Barbara tenta disperatamente di tenere in piedi la sua famiglia (suo figlio) e che proprio nella sua forzosa tranquillità (apparente) prepara il terreno alla tragedia. Merito soprattutto di una grande Julianne Moore, una madre ossessionata dal bisogno di badare all'etichetta e all'accettazione proprio quando nel comportamento pare destinata a dover comportarsi in tutt'altra direzione. Solo un'attrice come lei poteva dar vita a questo personaggio scisso, schizofrenico, connotandolo eppure di una "normalità" inquietante, riuscendo a far accettare un gesto tanto tragicamente dolente (e la credibilità è merito più dell'interpretazione dell'attrice che delle svolte del copione). Qualche momentino di stanca c'è come uno o due appunti sui ricchi annoiati che fanno un po' da vetrinetta, ma sono trascurabili di fronte a un risultato finale comunque interessante.
6.5.
Savage Grace06.06.06 |
