Il resto della notte

di francesco Munzi

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  1. marsellus wallace
     
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    Il resto della notte



    Un film di Francesco Munzi. Con Sandra Ceccarelli, Aurélien Recoing, Stefano Cassetti, Laura Vasiliu, Victor Cosma, Constantin Lupescu, Valentina Cervi, Susy Laude, Teresa Acerbis. Genere Drammatico, colore 100 minuti. - Produzione Italia 2008. - Distribuzione 01 Distribution - [Uscita nelle sale mercoledì 11 giugno 2008]



    Trama: Silvana è sposata con Giovanni, un industriale bresciano che dietro lunghi viaggi di lavoro nasconde anche un tradimento in atto. La loro figlia , Anna, sta vivendo una storia d'amore adolescenziale, mentre la domestica Maria, una rumena, viene cacciata dalla casa perchè accusata di aver rubato degli orecchini preziosi. Tornata nella comunità rumena e dal suo ex fidanzato Lanut, Maria si trova di fronte il fratello di lui che proprio non la vuole con loro in quanto non può contribuire al pagamento dell'affitto. A complicare il tutto c'è l'amicizia di Lanut con un balordo italiano del luogo, ladro, cocainomane e reso folle dal fatto di non poter vedere il figlio che la ex-moglie gli nega di frequentare appieno dato il suo stato. Da un simile calderone di umanità che ha un terribile bisogno di denaro non possono che venire dei guai, dato che Maria suggerisce di ...

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    Commento: Franceasco Munzi ha davvero a cuore le tematiche dell'immigrazione e dell'inserimento nella società italiana, il suo film precedente del 2004 intitolato Saimir del resto parlava dei problemi di un ragazzo albanese, e in questo Il resto della notte prosegue il discorso, con la sovvenzione della regione Piemonte, raccontandoci di una ragazza rumena, Maria (Laura Vasiliu, tutt'altro che una sconosciuta, l'avete vista nel grandioso film vinciotore a Cannes nel 2007 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni) che viene licenziata (ingiustamente?) dalla facoltosa coppia di italiani per la quale lavora dopo aver subito l'accusa di aver rubato un paio di orecchini. Ma se lei si fosse macchiata di tale peccato, tutt'altro che puri sono i suoi datori di lavoro, Giovanni (Aurélien Recoing) ha una storia con una sua ex dipendente (Valentina Cervi, figlia d'arte, è la nipote del grande Gino e figlia di Tonino) che lo rasserena e gli rende meno insopportabile la convivenza con la moglie Silvana (Sandra Ceccarelli), piena di problemi nervosi e che cerca di accudire come può la figlia (che adora Maria) alle pèrese con le prime storie d'amore adolescenziali. Ma se questa famiglia facoltosa ed economicamente tranquilla (vivono in una sontuosa villa in collina) ha dei problemi da risolvere, sono nulla in confronto a quanto deve affrontare l'ormai drogato alla deriva Marco (Stefano Cassetti, fece un'altra parte di criminale in Roberto Succo), che rischia di non vedere più il figlio di otto anni perchè l'ex moglie è decisa a non farglielo più frequentare per via delle sue bravate continue senza senso. Marco è amico di Lonut, un ladruncolo rumeno da cui Maria si rifugia dopo il licenziamento, i tre con l'aiuto del fratello più piccolo dedicono di risolvere i problemi di soldi con un folle piano.
    All'inizio del film un oratore per gruppi di convivenza proclama, sentito da Silvana "Credetedi!", il messaggio è chiaro, c'è la possibilità di convivere con ogni etnia ma lei non ascolta, per un sospetto non suffragato da prove licenzia la donna di servizio rumena iniziando così la sua escalation di guai. Non dando la fiducia poi dopo ci si ritrova con i piedi ormai a bagno e nessuno a cui affidarsi, visto che ormai tutto intorno si sta sfaldando e non ci sono altre possibilità che prenderserla con i più deboli, che in qualche modo comunque non terminano la propria vita e possono riconfluire con la storia personale nuova in quella abbandonata, per scelta o per forza.
    E'quello che succede in questo volonteroso film di Munzi, dove assistiamo a lunghe riprese della comunità multietnica dei sobborghi che raggruppa ogni tipo di umanità, che si frammista con la microcriminalità dei balordi italiani e stride rispetto allo splendido isolamento in cui l'infelice coppia di coniugi vive. Ospitalità nella povertà che viene disconosciuta dal fratello di Lanut che accusa maria di essere una perditempo e una che farà solo dle male al fratello, per poi riconoscere nella fase successiva e finale all'evento clou del film che solo uniti potranno trovare un nuovo cammino.
    Un cinema che vorrebbe essere di denuncia e solidarietà (in fondo Lonut deve agire così anche per amore, per mantenere Maria e convincere il fratello a tenerla, mentre colui che potrebbe fare davvero qualcosa di valido, l'italiano Marco, si sballa con la cocaina) ma come anche nel caso di Lettere dal Sahara, si disperde in situazioni convulse e poco valide, invalidando il messaggio in una sorta di catarsi finale che tutto travolge, anche gli innocenti e i casuali, come se ogni azione precedente non avesse insegnato e costruito nulla, i colpevoli non si redimono (dovete ovviamente vedere il film per capire di chi si tratta), si persegue la situazione più facile per risolvere i problemi e si prende spunto dal cinema di Haggis e di Inarritu arrivando blandamente a fare un film che anche senza la questione razziale non cambierebbe poi molto (stesso errore di Bianco & Nero della Comencini).
    In definitiva un film che vuole dire qualcosa e poi rimane muto, ma una volta tanto possiamo dire che almeno il tentativo di usare soldi pubblici (Regione Piemonte) in maniera utile è almeno abbozzato, diversamente dagli ultimi casi davvero ignobili. Cinema italiano minore che prendendo spunto dalla cronaca purtroppo anche tragica non la approfondisce. In questi giorni di ritrovato caldo se non interessano colossi verdi oppure ballerine discinte una alternativa perlomeno minimamente decente.



    Edited by hellboy1 - 24/9/2011, 14:58
     
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