Martha

di Rainer Werner Fassbinder

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    Martha
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    di Rainer Werner Fassbinder


    Con Karlheinz Böhm, Ingrid Caven, Margit Carstensen,

    Tratto dal racconto For the Rest of Her Life di Cornell Woolrich, Martha è uno dei 3 film per la TV che R.W. Fassbinder diresse nel '73, ma che, per una questione legata ai diritti, fu esposto al pubblico solo nel '94 come evento speciale alla 51ª Mostra di Venezia.
    Conosco molte donne che amano essere oppresse e, contemporaneamente, lottano contro la loro oppressione.”
    In queste parole il regista bavarese esprime l’essenza della figura di Martha in quanto donna e in quanto film veramente pregno di tematiche e sfaccettature. Innanzitutto la critica alla famiglia borghese, covo di falsità e incomunicabilità, durante tutta la prima parte a Roma in cui siamo spettatori del rapporto castrante di Martha col padre. Poi l’amore visto come lo strumento più infido ma anche efficace di oppressione sociale... Il tutto espresso con una sceneggiatura grottesca e un'atmosfera claustrofobica, ma una chiusura scelta/cercata dalla protagonista, che oscilla continuamente tra il desiderio di protezione e la voglia di libertà e individualità.
    Martha, perso il padre/padrone a Roma, trova in Helmut la via d’uscita per togliersi il pesante giogo della presenza/oppressione materna, ma già dal loro secondo incontro alla cena è chiarissima l’asimmetria nel rapporto. Helmut vuole piegare i suoi gusti, la sua personalità, le sua abitudini e plasmarla a se, minando la sua sanità mentale con una serie di trappole e ripicche. Di contro Martha oscilla tra la ribellione e la più totale dedizione e voglia di compiacerlo in tutto, anche se è impossibile perché mai c’è una vera nota soddisfatta in lui, ogni occasione è quella giusta per umiliarla e svilirla sotto ogni aspetto, persino nel negarle un vero rimprovero per ridurla a una povera cretina da comprendere e compatire.
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    Inizialmente Martha cerca aiuto, conforto e comprensione negli amici, ma allo stesso tempo difende e giustifica Helmut se essi lo attaccano, come quando il suo ex collega la pone davanti alla realtà dei fatti, alla crudeltà e al sadismo del marito e lei nega con tutte le sue forze, si arrabbia e lo accusa di avere delle mire su di lei. Ai primi ( e unici ) tentativi di ribellione della sua consorte Helmut se ne va sdegnato senza dire una parola, dimostrando il massimo della delusione per il suo comportamento, lasciandola sola… Martha cade così nella disperazione più totale. L’assenza di Helmut le è più angosciosa della sua inquietante presenza… fa tutto quello che lui voleva per dargliene prova al suo ritorno a casa. Davanti a questa prova d’amore/sottomissione Helmut sarà pieno di orgoglio e di amore per lei, finalmente la donna che vuole e ha sempre voluto. E adesso che lei è la donna perfetta per lui le chiede di non uscire più di casa, <vorrei tanto che tu esistessi al mondo solo per me.>
    Non importa quanto bene lei possa fare una cosa, la pretese del marito sono totalmente irrazionali, immotivate e mai soddisfatte. L'ira e lo scontento prive di veri sintomi scatenanti ( come nei peggiori regimi totalitari ) che siano dei campanelli d’allarme, risulta così una continua attesa per Martha ( e lo spettatore ) di qualcosa di terribile, in un’atmosfera di calma surreale, soffocante e insopportabile. Martha sarà presto condotta allo sfinimento psicologico, sempre in contrasto con l’assoluta e glaciale calma del marito che solo nei rapporti fisici sfoga la sua natura animalesca e violenta, che resta altrimenti inesplosa dentro di lui, come una continua minaccia, un allarme latente di quello che potrebbe essere. Questa continua paura la porteranno all’isteria e alla paranoia, mentre Helmut rimane impassibile, anzi compiaciuto del controllo che riesce ad esercitare su di lei.
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    Uno dei miei preferiti di Fassbinder, tra quelli visti fin'ora, veramente un film complesso a livello di tematiche ma anche di tecnica, possiamo apprezzare un uso sapiente, e mai banale, della macchina da presa che ci regala inquadrature particolari, difficilmente infatti troviamo i personaggi uno di fronte all’altro, ma vengono sempre disposti in modo intricato, su più livelli visivi ( la scena in biblioteca di Martha e del capo, la cena in cui rivede Helmut, Martha e la sua amica sulla barca ma ci sono innumerevoli esempi ). Spessissimo Fassbinder riesce ad inquadrare entrambi i protagonisti ricorrendo all’uso di specchi e/o vetrate con tutto il sottotesto metaforico che l’immagine riflessa in uno specchio porta con sé. Come non citare poi il giro a 360 gradi durante il primo incontro tra i coniugi, che si incrocia con il giro completo che compiono gli attori, quasi un passo di danza ottocentesco, timido e carico di passione allo stesso tempo, come non pensare alle lotte/amplessi coreografici che ritroveremo in Querelle de Brest.

    DVD - Scheda tecnica:


    Il dvd che ho visionato è contenuto nel Cofanetto Fassbinder a 7 dvd, ( tutti i film si trovano anche singolarmente ) per le foto vi rimando al bellissimo Photoalbum ( e commento ) di Ivs, sicuramente molto più ferrato di me in materia tecnica. Io mi limito a concordare sul buon master, a mio modo di vedere ( e fruire: ho una semplice tv ) buon audio ( originale 2.0 con i sub ita fissi e doppiato 2.0 ) e ottimo video nitido e pulito in interni, ottimo negli esterni.

    Extra: filmografie e trailer, caccosetto insomma... ma vi rimando al documentario "Tutte le donne di Fassbinder", fra gli extra del dvd "Lola", di prossima recensione :P , in cui si parla anche della figura di Martha.

     
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    dopo ben 3 anni e mezzo, eccomi :lol:

    martha-2
    grandissimo melodramma algido e spietato, dalle atmosfere vagamente thrilling. Fassbinder si addentra nelle dinamiche psicologiche e comportamentali del matrimonio. parte come un rapporto ambiguo e contraddittorio, quasi un accordo tacito per sopperire ai propri dolori… per poi divenire una prigione esistenziale opprimente e claustrofobica, sempre più cinica e disperata, resa tale da un marito che vuole annullare la personalità della consorte rendendola schiava di ogni sua decisione, stato d’animo, voglia impellente. straordinario esempio di progressivo annichilimento psicologico. Carstensen, magrissima e pallida, ci mette anima e corpo e si immerge completamente in questa donna ingenua e succube, piena di contraddizioni ma in fondo incapace all’emancipazione; Bohm sembra una figura spettrale, quasi una reincarnazione del Male che si insidia nella normalità del rapporto di coppia. virtuosi e ricercati i movimenti di camera senza mai essere invadenti (incredibile la sequenza del primo incontro, col carrello che avvolge letteralmente i due protagonisti). finale durissimo.

    Voto: 8,5
     
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  3. MrBlù
     
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    Finalmente-la-Triss-troverà-pace, ma-sono-felice-anch'io-dell'incursione-piu-sobria-di-Mickes
    per-riapprofondire-con-la-lettura-Fassbinder, lo-conosco-pochissimo-a-parte-Alexanderplatz, bene-bravi..
     
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    Ci ritorno su e gli dò una sistemata con calma, che sono di fretta (anche sull'autore in generale che è interessante), e una veste grafica più ariosa. Per ora scusate eventuali ripetizioni o errori di sintassi, ma non resistevo al richiamo di Fassbinder e della Triss!! :wub:

    Bravo Mickes che l'hai sintetizzato al meglio, io mi lascio sempre andare!!! :lol:

    Martha

    jpg

    Martha è una donna irrequieta ma libera, né sposata né fidanzata, indipendente economicamente, ha un lavoro in una biblioteca che le piace, è attaccata ad un padre che è per lui figura di riferimento di modello maschile! Dopo la morte improvvisa di questi durante una vacanza a Roma, rimane sola a dover fare i conti con la depressione della madre, ma continua a rifiutare le avances degli uomini che le chiedono la mano e ignora i consigli delle amiche che la spronano a “sistemarsi”, perché il matrimonio altro non è che una convenzione alla quale prima o poi bisogna sottostare, ma che con un po' di intelligenza si può imparare a gestire.

    Marha però vuole credere nell'amore vero e nel matrimonio come coronamento di questo amore: rifiuta l'idea di un matrimonio che sia regolato da patti di convivenza, sostenitrice qual è della libertà individuale, dell'autonomia e dell'indipendenza delle proprie idee e della conservazione della propria personalità all'interno della coppia.

    Quando s'innamorerà, ricambiata, di un uomo d'affari affascinante e dal portamento nobile, si ritroverà costretta piano piano a rimettere in discussione i propri principi e finirà invischiata in un inferno matrimoniale, nel quale precipiterà a poco a poco senza trovare la forza di opporsi alle vessazioni ricattatorie del marito, che la rinchiuderà in una convivenza-prigione attraverso una progressiva sottrazione di libertà. Un rapporto di violenza psicologica domestica coi guanti di velluto, di sopraffazione gentile e di volontà di annullamento della personalità altrui, messa in atto attraverso la coercizione psicologica, il ricatto emotivo, la brutalità nell'atto sessuale. Una pratica di imposizione di comportamenti, gusti, stili di vita tutti giustificati dall'importanza della prova d'amore che questi comportano e tutti ancor più insostenibili perché accettati passivamente da Martha.

    Rinchiusa in una grande e opprimente villa gotica, piena di piante lussureggianti e arredamenti soffocanti che invadono continuamente le inquadrature, Martha vedrà punita ogni trasgressione, anche quella più ingenua, alle rigide regole d'amore imposte, con la privazione dell'amore stesso attraverso il ricatto e l'irrigidimento affettivo del comunque amato marito nei suoi confronti e con un aumento esponenziale delle restrizioni e dunque della violenza psicologica esercitata su di lei e volta al suo annichilimento. Questo la condurrà all'esaurimento nervoso, alla fuga e ad un tragico epilogo. Finale di un agghiacciante senso di claustrofobia, sottolineante una prigionia fisica del corpo e psichica.

    martha5

    Se il matrimonio è un accordo, un patteggiamento di regole, Martha, pur avendo professato per tutta la vita la libertà individuale, la parità dei diritti di opinione e di comportamenti, si ritroverà incapace di rivendicarli e pur soffrendo e cercando di sottrarsi alle progressive imposizioni del marito, non riuscirà, vittima dell'amore e del ricatto emotivo, a imporre il proprio punto di vista o per lo meno a lottare per esso.

    Fassbinder dipinge un personaggio femminile fragile e incapace di sottrarsi alla persecuzione psicologica del marito del quale vede e sente le vessazioni, ma le giustifica come regole dell'amore e del matrimonio, non riuscendo ad ammettere la loro inumanità né a se stessa né alle persone che le mostrano comprensione (l'ex collega di lavoro).

    Ma l'autore va oltre, il clima di oppressione è tanto più insostenibile infatti in quanto non si basa su una violenza esplicita, ma su un'atmosfera autoritaria crescente dai connotati apparentemente del tutto normali e quotidiani. Una sorta di rigida e unilaterale “educazione” matrimoniale nascosta dietro le gelide raffinatezze e le buone maniere dell'uomo e accettata passivamente come inevitabile dalla donna.

    Il corto circuito avviene quando Martha comincia a prendere coscienza della propria situazione e in più si convince che il marito voglia ucciderla per la sua inadeguatezza, a quel punto ha un collasso nervoso e fugge via dalla prigione: ma il suo tentativo di riacquistare la libertà finisce tragicamente e beffardamente con un incidente che la riporterà, disabile e prigioniera anche del proprio corpo, nelle grinfie del marito, in un finale di agghiacciante pessimismo.



    Un melodramma estremo che affonda le mani nel nero e si nutre di ingredienti fiammeggianti, ma li congela in una messa in scena algida, ostile e opprimente: le scenografie imponenti e dagli arredi soffocanti, la fotografia algida dai colori lividi, la stilizzazione dei personaggi (e delle situazioni) e la recitazione di stampo teatrale a tratti straniante, le inquadrature pittoriche e caricate, con i personaggi disposti continuamente in maniera insolita o attraverso giochi di specchi, i movimenti di macchina sinuosi e talvolta avvolgenti, ma mai intrusivi, danno corpo ad una riflessione amara, spietata e antiborghese sull'istituzione del matrimonio, visto in chiave di rapporto coercitivo e sadomasochistico, in cui il sadismo del marito è speculare alla passiva accettazione di tutto della donna, la cui unica via d'uscita è la follia. Follia che però non la libera ma che si conclude tragicamente finendole per toglierle, dopo la libertà psicologica anche la libertà fisica. Una prigione nella prigione.

    Per Fassbinder dunque la visione del matrimonio è pessimista e il matrimonio è malato in se stesso in quanto prevede regole innaturali accettate da entrambi i coniugi.



    Una magrissima Margrit Carstensen (ottima pure in Le lacrime amare di Petra Von Kant e nel folle Satansbraten, una delle tre muse del regista assieme a Ingrid Caven e Hanna Schygulla) offre un'interpretazione fisica molto aderente al proprio personaggio, il cui annichilimento psicologico e morale è accompagnato da un deperimento fisico ben visibile.

    Karl Heinz Bohm (che ricordo come protagonista de L'occhio che uccide di Michael Powell) è efficace in un personaggio freddo, distaccato e calmo nel suo sadismo, personificazione di un male col volto gentile della borghesia, dai modi affascinanti e raffinati che non trascende mai, ha una calma che inquietantemente persuade e non obbliga: è lei che non riesce a sottrarsi succube com'è. Mellifluo nell'accompagnare ogni suo gesto con una calma serafica.

    Film girato in 16 mm per la televisione tedesca e poi gonfiato in 35 per il cinema.....

    Ancora un grande Fassbinder, anima originale, folle, estrema, bulimica, tormentata, provocatoria, dissacratoria, iconoclasta e pervasa dall'amore per il tutto.

    Edited by michibaldi - 24/4/2014, 14:07
     
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    lo vedo che ti lasci sempre andare :lol:

    bellissimo approfondimento, al solito.

    chiudo con questo passaggio che mi ha colpito particolarmente, estrapolando una piccola frase, che è un po' il succo di tutto l'andirivieni di avvenimenti: <<... è solo la tua immaginazione, Martha... il tuo desiderio...>>
     
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    Olèèè :lol:

    Sono propria contenta perchè Fassbinder è un autore che ho conosciuto un pò per caso, un pò per culo ma mi ha preso immediatamente per la passione e la ferocia delle storie che racconta. Quoto la definizione calzantissima del mickes di annichilimento psicologico di Martha, completamente asservita alla crudeltà di questo uomo glaciale. Sempre ben attento ad ogni particolare il nostro minchio e sottolineo la perfezione della scelta degli attori, l'emaciata Margrit non è la mia preferite delle attrici feticcio del regista tedesco ma in questo ruolo, come in quello di Petra, davvero è perfetta... stessa cosa per Bohm che è glaciale ed inquietante come un personaggio da film horror, in un misto di crudeletà e grande fascino... ma mizzica minchio, mi fai tirar le due per leggere tutto... -_- che in un lampo sono diventate le tre per il cazzuto cambio dell'ora, eh allora! :ph34r:

    Apro anche una piccola parentesi ed una parallelo, che piacerà al misteree, tra il rapporto che si crea in questo film e lo stesso rapporto, di dipendeza e crudeltà, del Primo Amore di Garrone :wub:

    Adesso vi aspetto per gli altri sei film però. :lol:
     
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  7. MrBlù
     
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    Si-mi-solletica-il-confronto-col-l'ossessione-garronniana-di-primo-amore... prima-o-dopo-ai-lungometraggi
    di-fassbinder-ci-arrivo-anch'io, forse-l'occasione-giusta-era-lo-sconto-su-dvd.store-di-cui-ha-approfittato-Mickes
    (su-mia-segnalazione, è-il-colmo :D )

    Scopro-ora-di-conoscere-indirettamente-l'autore-per-altri-film, semplicemente-al-tempo-di-visione-ignoravo-i-registi
    e-non-sapevo-fossero-suoi... leggendo-le-trame-ricordo-perfettamente-Querelle-e-Veronika-Moss.


    Avete-visto-anche-i-cofanettini-della-raro-che-contengono-le-opere-precedenti-ai-'70's?
    www.dvd-store.it/DVD/DVD-Video/ID-5...-DVD-Libro.aspx
     
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  8. nicbaker
     
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    Io li ho a prendere polvere sullo scaffale,e per questo merito ogni insulto, li avevo presi nel momento di spinta su Fassbinder (per me spinta su un autore significa magari vedere 2-3 suoi film in due settimane :D) poi quest'autunno a Genova hanno dato alcuni suoi film al cinema ed è stato bellissimo rivederli (purtroppo li avevo già visti tutti quelli che sono passati, sia i suoi che quelli di Herzog, ma è stata comunque una "prima volta")due di questi sono proprio Veronika Voss e Querelle de brest, indimenticabili :wub:


    Martha, come tante figure femminili del cinema di Fassbinder, sembra sempre leggera e pesante, attaccata alla vita da un filo invisibile che tenta di strappare e di riallacciare, in tensione e distacco verso un esterno che è anche quasi sempre estraneo. "Martha non è oppressa, ma plasmata... La maggior parte degli uomini non è capace di opprimere le donne in modo così perfetto come esse vorrebbero"
     
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    CITAZIONE (Tristessa @ 25/3/2012, 03:08)
    Adesso vi aspetto per gli altri sei film però. :lol:

    ci arriverò pian piano :lol:

    CITAZIONE (MrBlù @ 25/3/2012, 17:23) 
    Si-mi-solletica-il-confronto-col-l'ossessione-garronniana-di-primo-amore... prima-o-dopo-ai-lungometraggi
    di-fassbinder-ci-arrivo-anch'io, forse-l'occasione-giusta-era-lo-sconto-su-dvd.store-di-cui-ha-approfittato-Mickes
    (su-mia-segnalazione, è-il-colmo :D )

    è vero :lol:
    cercherò di ricambiare il favore segnalandoteli appena rientrano in offerta ^_^

    CITAZIONE (MrBlù @ 25/3/2012, 17:23) 
    Avete-visto-anche-i-cofanettini-della-raro-che-contengono-le-opere-precedenti-ai-'70's?
    www.dvd-store.it/DVD/DVD-Video/ID-5...-DVD-Libro.aspx

    questo cofano non lo conoscevo, addirittura i corti antecedenti al Fabbricante di gattini, credo il suo primo lungometraggio. sembrano molto interessanti ma per ora passo, forse più in là ci farò un pensiero se l'autore entrerà completamente nelle mie grazie ^_^
     
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    Ora non fatevi prendere dalla fregola del tutto, la filmografia di Fassbinder è sterminata dato che consta di più di quaranta opere (comprese 4 opere a puntate per la televisione, due di più di 3 ore e due di più di 10), senza contare le 30 opere teatrali e quelle radiofoniche, tutto in circa 13 anni di attività.

    I film compresi nei cofanetti sono già (tra i 3 che ho visto e gli altri di cui ho letto, però Germania in Autunno è un film collettivo di cui lui ha diretto un episodio) tra il suo meglio. Aggiungerei a questi obbligatoriamente: Il matrimonio di Maria Braun, Effi Briest, Le lacrime amare di Petra von Kant, Berlin Alexanderplatz (questo manca anche a me), Despair (anche questo), il Querelle de Brest indicato da Nic e, in seconda battuta, personalmente anche Lilì Marlene, Attenzione alla puttana santa, e Satansbraten (non il più bello ma il più estremo e folle).

    @Triss: se hai fatto le ore piccole a leggere vuol dire che hai gradito stregaccia! :D
     
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    Eh la filmografia di Fassbinder non è proprio al bicarbonato di sodio, sono tantissimi film. Per quello che ho potuto vedere io, li ho trovati tutti di livello medio alto... c'è tutta la fetta dei primi film un pò di maniera, se mi passate il termine, quasi di manifesto, per dare una voce alla sua generazione, alla giovane Germania degli anni settanta alle prese con una molteplicità di temi, come il lavoro, la politica, l'integrazione razziale, i cambiamenti della società e del ruolo della famiglia e delle convenzione sociali e tanto altro... Quello che apprezzo in generale è che, qualunque sia il tema su cui vuole far riflettere, riesce sempre a renderlo la storia di qualcuno, molto personale, molto vicino alla realtà delle persone.

    Dico la verità che in un calderone piuttosto denso di tematiche alcuni film, nella memoria, tendono a sovrapporsi un pò e confondersi, lato dvd il regista tedesco è messo molto bene (tutti editi da dolmen e raro video, sti cazzi :lol: ) e a poco poco vorrei proprio rigustarmeli tutti.
     
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